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NOZIONI GENERALI E UNITA' DI ANALISI
Lo studio del lessico è affidato a due discipline:
1. La lessicologia si occupa dello studio scientifico del lessico, delle proprietà
caratteristiche delle parole, del modo in cui entrano in rapporto tra loro;
2. La lessicografia individua le modalità più efficaci per descrivere e catalogare il lessico
di una lingua.
Il lessico è l'insieme delle parole di una lingua che sono descritte nei loro significati e raccolti nel
dizionario.
Il lessema unità di analisi fondamentale per lo studio del lessico, costituisce il denominatore
comune a cui si possono ricondurre tutte le forme flesse di un nome, aggettivo, verbo e delle altre
classi di parola variabili.
Il lessema è un'unità concettuale astratta mentre il lemma è la controparte lessicografica, ovvero il
lessema nel momento in cui entra a far parte nel dizionario.
Il lessico può essere quello di un individuo (la sua competenza lessicale) e quello potenziale, o
collettivo, di una comunità di parlanti in un dato momento.
Il lessico è una categoria aperta: l'introduzione di nuovi elementi avviene sia attraverso i prestiti
da altre lingue e i neologismi e sia attraverso meccanismi di formazione.
Inoltre è lo strato più esterno di una lingua, cioè è più esposto al contatto e all'interazione con le
altre lingue ed è una sorta di varco attraverso cui il sistema linguistico si apre alla realtà
extralinguistica.
Per questo il lessico di una lingua è in costante movimento.
A differenza dei mutamenti grammaticali, quelli lessicali sono più rapidi.
LA TIPOLOGIA DEL PRESTITO LINGUISTICO
Le vie attraverso le quali una parola o un'espressione possono entrare a far parte del lessico di
un'altra lingua sono:
1. Il prestito consiste nell'accogliere un'espressione straniera.
a. Prestiti di ritorno: consistono in parole date in prestito ad altre lingue e poi ritornate a casa,
dopo molto tempo e col significato modificato. (Baguette) (es. anglolatinismi: parole latine prese a
prestito dall'inglese e per questa via ritornate all'italiano (Pusher prima scribacchino poi spacciatore
di droga).
b. Prestito non adattato: mantiene la struttura morfologica e fonologica originaria;
c. Prestito adattato: si verifica un' assimilazione totale o parziale alle strutture della lingue ospite
(bistecca – beefsteak)
2. Il calco strutturale si ha nei composti o nelle espressioni polirematiche e consiste nella
traduzione dei singoli elementi (dall'inglese week end - fine settimana). (espressioni polirematiche
guerra fredda – cold war).
a. Calchi semantici : consistono nell'aggiunta di un significato nuovo a una parola italiana giaà
esistente per influsso di un'altra lingua (stella: personaggio celebre del mondo dello spettacolo per
influsso dell'inglese “star”). LA STRATIFICAZIONE STORICA
L'analisi della stratificazione del lessico di una lingua fa riferimento alle parole ereditarie, ai
prestiti da altre lingue e alle formazioni endogene, cioè le parole formatesi a partire da elementi
della lingua stessa.
Nel caso dell'italiano vi è una quarta categoria, poiché il contatto con il latino si è manifestato su 2
piani distinti:
1. Il primo è quello dei lessemi ereditari dato dalla presenza delle parole provenienti dal
latino parlato e arrivate a noi per tradizione ininterrotta nei secoli della tradizione latino-
romanza (termini della vita quotidiana che si sono evoluti nella forma e anche nel significato
es. HOMO > uomo). Il passaggio è avvenuto senza che i singoli parlanti ne avessero la
percezione;
2. Il secondo livello del contatto è il risultato del rapporto con la cultura latina di chiunque
esercitasse una professione intellettuale (lingua della liturgia della Chiesa cattolica) che ha
permesso il passaggio di molte parole latine nel lessico intellettuale dell'italiano.
Latinismi parole prese in prestito dal latino dei libri in vari momenti della nostra storia
linguistica. LESSEMI EREDITARI
Le parole ereditarie possono essere diverse nella forma dalla base latina in quanto hanno subito dei
processi di evoluzione fonetica e morfologica e oltre alla forma può aver subito modifiche anche il
significato.
Questi mutamenti mostrano delle regolarità: hanno avuto per risultato un ampliamento o una
restrizione del significato originario. Al primo caso appartengono alcuni verbi come STARE ( in
latino significava “stare in piedi” e in italiano ha assunto una parte dei significati di “essere”).
Al secondo caso sono riconducibili NECARE (“mandare a morte, uccidere”- e ha assunto il
significato più specifico di annegare).
In alcuni casi i termini del latino volgare non sono attestati nella documentazione finora nota, ma
sono stati ricostruiti per congettura perchè sulla base delle leggi fonetiche sono gli unici a spiegare
determinati esiti. In tali casi la base latina ricostruita è preceduta da un asterisco.
Il latino è anche stato il tramite attraverso cui l'italiano ha acquisito parole di origine greca e di altre
lingue con in Italia coesistevano con il latino prima dell'espansione di Roma, dette lingue di
sostrato. LATINISMI
I latinismi, oltre ad aver arricchito il nostro lessico colmando lacune nel vocabolario ereditario,
hanno determinato altre conseguenze a livello di sistema:
1. Hanno creato dei doppioni (allotropi);
2. Hanno determinato lievi modifiche delle regole fonotattiche (cioè delle possibili sequenze di
fonemi) dell'italiano, rendendo possibili alcuni nessi consonantici;
3. Hanno incrementato il contingente di parole sdrucciole
Nel nostro vocabolario sono inoltre presenti dei latinismi non adattati, i quali mantengono la veste
fonomorfologica originaria (termini di ambito giuridico, della medicina, o altri ambiti settoriali).
I latinismi semantici consistono nell'uso di parole italiane che accanto al significato corrente ne
assumono un altro per influsso dell'originario significato latino.
REGIONALISMI E DIALETTISMI
Regionalismi impiegati nella regione d'origine.
Un tipo particolare di Regionalismi sono i geosinonimi, termini diversi che designano lo stesso
referente su scala regionale; hanno un significante diverso e un significato simile o identico.
Dialettismi termini d'origine locale, che hanno varcato i confini originari e sono usati da
parlanti di aree diverse.
Geoomonimi parole uguali che a seconda dell'area geografica assumono un significato
diverso. TECNICISMI (termini settoriali)
Dal punto di vista del significato i tecnicismi sono caratterizzati dalla monosemia: da un significato
tendenzialmente univoco e condiviso, mentre le parole comuni hanno spesso più di un'accezione,
ossia sono polisemiche.
Le vie attraverso le quali si possono creare dei tecnicismi sono 3:
1. Si può prendere il termine in prestito da altre lingue;
2. Si può coniare un nuovo termine attingendo alle risorse della morfologia lessicale;
3. Si può rideterminare il significato di una parola o di un'espressione già esistente. Questo
processo prende il nome di risemantizzazione e può andare dalla lingua comune a un
linguaggio specialistico o da un linguaggio specialistico a un altro. Possono verificarsi anche
casi di detecnificazione, cioè passaggi da un linguaggio specialistico alla lingua comune.
FORESTIERISMI (vocaboli di origine straniera)
La lingua che ha influenzato maggiormente l'italiano è il francese.
Lo scambio tra Italia e Francia fu molto intenso nei secoli medievali, e il risultato è stato la
penetrazione in italiano di termini chiave del lessico dell'organizzazione feudale, della vita militare,
azioni della vita quotidiana e lessico alimentare.
L'apporto di francesismi fu meno significativo nel 500, anche a causa della supremazia militare
spagnola sull'Italia. Il francese riacquisto una posizione centrale a partire dalla metà del 600,
quando si avviò a diventare la lingua di cultura sovranazionale europea.
L'influsso francese è presente nei campi della politica, dell'economia, della filosofia.
Anche lo spagnolo ha lasciato un impronta significativo nel lessico italiano.
La maggior parte degli ispanismi entra in italiano nel 500 e nel 600: i 2 settori principali sono quelli
marinaresco e militare.
Nel caso dell'inglese i prestiti medievali sono pochissimi dato che alla fine del 500 nelle
conversazioni colte ci si esprimeva o in latino o nelle altre lingue di cultura moderne (francese,
italiano,spagnolo). I Prestiti dall'inglese iniziano ad affittirsi dalla seconda metà del 700, in seguito
all'espansione economica e militare dell'impero brittanico e alla rivalutazione da parte degli
intellettuali europei della letteratura, della cultura e delle istituzioni politiche inglesi.
A questo periodo risalgono influssi sul lessico intellettuale di termini della politica e dell'economia,
ma si tratta soprattutto di anglolatinismi, cioè di parole prese a prestito dall'inglese ma risalenti a
una base etimologica latina.
NEOLOGISMI E FORMAZIONI ENDOGENE
Di solito si parla di neologismi in relazione alle parole di recente introduzione in un determinato
momento storico e tali termini hanno bisogno di un certo lasso di tempo per essere accettati.
Raramente il neologismo è creato dal nulla: rientrano in queste categorie alcune onomatopee e
occasionali coniazioni d'autore.
Di norma i neologismi sono prestiti o formazioni endogene, parole derivate e composte create con
elementi italiani combinati secondo le regole della morfologia lessicale.
Vi sono i neologismi semantici che consistono nell'attribuzione di un nuovo significato a una
parola già esistente.
Quando l'estensione di significato si ha per influsso di un'altra lingua, i neologismi semantici
costituiscono anche calchi semantici.
LESSICO E CLASSI DI PAROLE
Sia nel vocabolario di base sia nel vocabolario esteso nomi, avverbi e aggettivi coprono oltre il 95%
del lemmario, di conseguenza delle altre classi morfologiche è riservato uno spazio residuale.
Le parole grammaticali poiché sono classi chiuse, assumono valori percentuali trascurabili nel
vocabolario esteso in confronto a quello di base perchè diluite in un lemmario molto più ampio.
Le differenze tra i due vocabolari consistono nel fatto che in quello di base i verbi ricoprono una
percentuale maggiore mentre in quello esteso sono più numerosi gli aggettivi.
Questo perchè la comunicazione quotidiana fa prevalentemente riferimento a cose e azioni, mentre
nella comunicazione più elaborata si tende a qualificare, a valutare la portata di ciò che si afferma e
questa operazione si compie anche grazie agli aggettivi e anche perchè nel