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CARATTERI FONETICI DEL NEO-STANDARD
Fra i caratteri più noti di questi standard fonologici regionali menzioniamo:
1. l’indifferenza per le realizzazioni aperte e chiuse di e,o;
2. l’allargamento delle strutture fonologiche accettabili, con una progressiva accettazione di
terminazioni consonantiche delle parole;
3. la realizzazione variabile del raddoppiamento fonosintattico;
4. il progressivo abbandono di fatti eufonici, come la i- prostetica; le varianti delle preposizioni
articolate fuse; l’elisione o il troncamento dell’articolo davanti a vocale.
Ci sono delle caratteristiche che si sono diffuse dal Nord:
1. la realizzazione chiusa della e in sillaba terminante in nasale;
2. la sonorizzazione della s intervocalica;
3. la sonorizzazione dell’affricata alveolare z in inizio di parola.
Da Firenze si è diffusa la realizzazione monottongata in parole come gioco.
Probabilmente le cose muteranno in favore di una pronuncia settentrionale che è più regolare ed ha una più
alta biunivocità tra fonia e grafia.
8. Agli inizi del Terzo Millennio
8.1 La ricerca sull’italiano neo-standard
PUNTI CRITICI NELLA SITUAZIONE DELL’ITALIANO
1. i problemi costituiti dagli usi semplificanti e banalizzanti della comunicazione digitata;
2. la connessa lamentela sulla lingua povera e formulistica di giovani e adolescenti;
3. la ridotta portata internazionale dell’italiano nel mondo e in UE.
8.2 Morfosintassi
Tratti ritenuti nettamente sub-standard in diastratia e/o diafasia, propri di varietà basse, emergendo anche
nell’it. dei parlanti colti e/o registro abbastanza controllato, magari in modo diverso e con motivazioni
differenti, danno luogo a una ‘doppia collocazione’ nell’architettura dell’it.
DIFFUSIONE DI TRATTI ‘REGIONALI’
Alcuni tratti diatopicamente marcati risultano invece tratti interregionali o pluriregionali.
Es: i verbi sintagmatici tipici di varietà settentrionali (metter su, mandare giù).
AGGETTIVI PRENOMINALI
Non risulta in diffusione la collocazione prenominale di aggettivi inerentemente restrittivi, richiedenti una
collocazione post nominale. 16
PRONOMI PERSONALI
È stata registrata una neutralizzazione o riduzione delle opposizioni di numero e genere, ma non di caso.
La coesistenza e competizione fra egli e lui è presente in tutta la storia dell’it.
Lui e lei sono diventati pronomi deboli a causa di un generale processo di indebolimento dei pronomi forti.
CI PIÙ VERBO
L’evoluzione del ci ho/averci, con ci attualizzante, è stata interpretata nel mutamento di avere come verbo
pieno con significato possessivo ad ausiliare. Il ci è un complemento del verbo e contribuisce a definire il
valore lessicale della predicazione. È segnalata anche la tendenza a conglobare nel costrutto anche il clitico
oggetto. È stata registrata la diffusione di centrare, ‘ avere a che fare con’ con proclisia conglutinata,
omonimo di centrare ‘mettere al centro/colpire il bersaglio’. Le occorrenze di c’entrare sono da considerarsi
come un passo indietro nel processo di lessicalizzazione.
NE PIÙ VERBO
Si è diffusa la tendenza a fissare sul verbo il ne, clitico genitivale obliquo e partitivo. È frequente nelle
proposizioni relative ed emerge anche nello scritto, anche con valore cataforico.
SOVRAESTENSIONE DI LE
Le invade lo spazio di gli/loro dativi. È considerato un tratto tipico dell’it. popolare, ma in realtà è molto più
diffuso, sia in impieghi deittici che in impieghi anaforici.
Risulta comunque più diffusa la sovraestensione di gli per le.
È diffuso con riferimento plurale del possessivo di terza persona a riferimento singolare suo.
CONGIUNTIVO
Risulta stabile nelle subordinate retta da verbi di volontà. Sembra più in regressione nelle interrogative
indirette che in altri tipi di completiva e la sua frequenza pare poco sensibile alla variazione diatopica e
diafasica.
La sostituzione del congiuntivo con l’indicativo permane nel parlato.
CHE
Che usato in molti costrutti iniziali di frase con valore focalizzante aventi un avverbio nella posizione di SPEC.
Altri tratti morfosintattici del neo-standard
C’è presentativo viene usato con la totale desemantizzazione del c’è locativo-esistenziale. C’è una linea che è
caduta.
C’è da + infinito come presentativo di un evento nella sua globalità. C’è da fare il bucato.
Avere/averci X + che introduttore di pseudo-relativa. Ho/c’ho la testa che scoppia.
Uso dei dimostrativi, soprattutto distali, senza valore deittico o anafarico, come equivalenti dell’articolo
definito. Mettere in pratica quelle riforme.
UTILIZZAZIONI DI FRASI IPOTETICHE
Frasi ipotetiche con ellissi della congiunzione condizionale nella protasi. Ciò non bastasse al posto di se ciò
non bastasse. Si è diffuso l’uso di clausole ipotetiche libere, cioè subordinate condizionali introdotte da se,
prive di una principale. Qui se si comincia...
Morfologia nominale
Incremento della classe di nomi invariabili. 17
INFLUENZA MORFO-SINTATTICA DELL’INGLESE
Si è diffuso l’uso dell’interrogativa multipla a doppio fuoco di interrogazione. Chi governa chi?
IL SUPERLATIVO RELATIVO ORDINALE
È recente l’ingresso del superlativo relativo ordinale. La seconda montagna più alta è il K2.
Ciò aumenta le possibilità del sistema riempiendo una potenzialità strutturale che in it. è vuota.
All’influsso dell’ingl. si deve anche il costrutto grazie di/per non fumare con l’infinito presente.
AVVERBI IN -MENTE
Due casi di estensione dell’uso degli avverbi in -mente:
1. maggiormente è spesso usato al posto di più/di più comparativo (chi usa maggiormente i social
network?);
2. leggermente al posto di un po’/abbastanza (sono leggermente stanco).
Sono entrambi fatti antieconomici perché introducono alternative sinonimiche non funzionali in punti unitari
del lessico e della morfosintassi. Probabilmente nascono dalla volontà di elevare il registro e di sfumare il
discorso.
Circa usato come modificatore di cifre piccole e specificate.
Tipo con valore avverbiale di ‘per esempio’.
La diffusione di ‘da subito’ con il significato di ‘subito/da adesso’.
e/o sono in parte giustificabili perché in X e/o Y si coprono tre casi: a) entrambi; b) solo X; c) solo Y. Riempie
una posizione non realizzata, consente una realizzazione in più alle possibilità del sistema.
FATTI DI ‘COSTUME’ LINGUISTICO
Fatti linguistico-pragmatici:
1- piuttosto che, dal milanese, con il valore alternativo, disgiuntivo e non preferenziale, di o/oppure;
2- quant’altro usato come sostituto di un’elencazione o esemplificazione, con valore di eccetera;
3- l’uso di diminutivi con valore pragmatico di mitigazione;
4- non esiste! con il significato di non è vero, non ha senso, non se ne parla nemmeno!;
5- l’uso di nuove routine fatiche, come il vocativo di indirizzo cari tutti e la formula di augurio buon
tutto!;
6- buona giornata e buona serata che stanno sostituendo buon giorno e buona sera; salve usato come
saluto generale neutralizzato; la reduplicazione di ciao come saluto di chiusura o congedo.
8.3 Lessico
SUFFISSAZIONI E PREFISSAZIONI
Grande produttività e l’ampliamento di uso di suffissi e suffissoidi come: -ismo, -ista, - logo, -logia.
O di prefissoidi come: euro-, extra-, tele-.
PREFISSOIDI ELATIVI
I prefissoidi elativi: mega-, maxi-, iper-, post-. La loro produttività giunge fino alla lessicalizzazione come
parola autonoma, aggettivo e sostantivo. Es: iper per ipermercato
Si hanno anche spostamenti semantici come per esempio in ipertesto.
ALTRI SUFFISSI PRODUTTIVI
Con specializzazioni varie sono produttivi i suffissi e suffissoidi come: -bile, -ese (anglicizzante, per indicare i
linguaggi degli anni ‘70), -eria (ambito gastronomico), -aro e -arolo (varianti romane dei toscani -aio e -aiolo),
-ata, -eggiare, -aggine, -itudine, -ame e -ume (collettivi della lingua dei giovani), -a. 18
NUOVI FORMATIVI DI PAROLA
Nella lingua giornalistica si usano spesso i nuovi formativi -poli e -gate.
Si sono diffusi anche tre moduli:
1- l’impiego di mal- come prefissoide parallelo a mala usato come primo membro di composti;
2- non + sostantivo;
3- nome + nome.
ESTENSIONI SEMANTICHE
Per i mutamenti di significato, di frequenza d’uso e di estensione dei contesti di applicazione, bisogna
menzionare importante con il significato di buono/positivo/forte, criticità con il significato di
problema/difetto, intrigante, tempistica, valoriale, attrattivo, implementare con il significato di
realizzare/attuare, realizzarsi con il significato di instaurare un rapporto.
ANGLICISMI
L’impressione è che la presenza e la frequenza degli anglicismi si siano accresciute, soprattutto per l’influsso
di informatica, economia e social network. Abbondano i presti integrali (mission al posto di compito), prestiti
adattati e assimilati, calchi palesi o nascosti.
IBRIDISMI
Continua la pervasività di supportare/supporto in un’ampia area semantica. Abbondano i termini ibridi
costituiti da una radice lessicale inglese e un morfema derivazionale italiano (performante) e i composti
nominali misti (papa-boy). Sono numerose le parole-macedonia costituite con la tecnica del clipping
(webcam). 19
Lingua e identità. Una storia sociale dell’italiano. (capp. 1,2 e 5)
Capitolo 1 – L’italiano. Lingua e identità
1.1 Esprimere l’appartenenza e la diversità
La lingua dispone di molti mezzi per esprimere il senso di appartenenza o di diversità nei confronti di un
gruppo o di una sua componente. Il comportamento dei gruppi sociali che vogliono distinguersi e imporsi è
caratterizzato dalla ricerca di un linguaggio unico e inaccessibile. Le differenze tra i gruppi si riflettono anche
sull’atto materiale della scrittura. Nel ‘500 in Italia si usavano due sistemi grafici: l’italica (dei dotti e degli
uffici pubblici, di chi conosceva il lat e degli ecclesiastici) e la mercantesca (per gli affari e il commercio, delle
botteghe artigiane e degli strati più bassi della società alfabetizzata). Nel corso del ‘500 si avrà l’unificazione
del sistema grafico. Con la stampa si diffonde l’italica e si ha l’affermazione del volgare toscano. Oggi la chat
ha modificato il modo di rapportarsi allo scritto.
1.2 Genti e lingue d’Italia. Coordinate storiche di un’identità plurale
Con l’impero romano si ha la diffusione del lat. su tutto il territorio grazie all