Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 28
Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 1 Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, prof. Melani, libro consigliato Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici, Melani Pag. 26
1 su 28
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

India

Tra i paesi che sono distinti per i notevoli mutamenti economici negli ultimi decenni c'è l'India, la quale a parità di potere d'acquisto è la terza economia nel mondo ed il terzo maggiore consumatore di energia e produttore di CO2. Sin dalla sua indipendenza nel 1947 il paese ha mantenuto il medesimo assetto politico riuscendosi ad assicurare una governance continuativa nonostante il paese sia molto differenziato al proprio interno sotto il profilo etnico e religioso. Sotto la guida di Nehru, e in seguito della figlia Gandhi, l'India si è posta alla guida del movimento dei Non Allineati ed alla fine degli anni 70 si è dotata di una capacità nucleare militare che le è costata sanzioni da parte dell'occidente. Dopo la dissoluzione dell'URSS è stata avviata una politica di riforme che hanno liberalizzato l'economia, privatizzato grandi settori industriali e incoraggiato investimenti da e verso l'estero.Grazie ad un discreto livello di istruzione e di padronanza dell'inglese, unito alla rivoluzione della tecnologia dell'informazione e di bassi costi del lavoro, si sono infatti sviluppate numerose attività da parte di imprese multinazionali nei settori dei servizi alla clientela e della contabilità. Così come in Cina, si è tuttavia assistito nel 2012 ad un rallentamento della crescita, ricollegabile in parte alla crisi delle economie mature, con conseguente caduta della domanda estera. L'India, pur continuando a mantenere buoni rapporti con la Russia, negli ultimi anni si è avvicinata agli Stati Uniti, i quali vedono nel paese un contrappeso alla Cina e al Pakistan e un fattore di stabilità in Asia centrale; questo avvicinamento è stato caratterizzato da una cooperazione militare oltre alla rimozione delle sanzioni nel settore nucleare per usi pacifici. In India è notevolmente aumentata inoltre la capacità di raffinazione.

Il cui ricavato è però pagato con il costo ambientale che essa comporta. Fino al 2004 il paese era autosufficiente, ma da allora ha iniziato a importare gas liquefatto dal Qatar, fino a diventare il quarto importatore mondiale (la produzione interna copre attualmente circa il 70% della domanda).

Proprio come la Cina, anche l'India ha la necessità di diversificare gli approvvigionamenti energetici, in primis potenziando la flotta militare ed in secondo luogo garantendosi le importazioni anche dall'Asia centrale, Medio oriente e Africa, attraverso processi di stabilizzazione e di realizzazione di opere infrastrutturali in queste aree. Importante sarà anche il rispetto della sovranità di questi paesi, delle decisioni adottate dalle Nazioni Unite, oltre che la critica nei confronti dell'interventismo occidentale quando tale sovranità non viene rispettata in nome di principi superiori.

BRASILE

Un altro grande paese emergente, grande

importatore e produttore di energia, è il Brasile, che si posiziona all'ottavo posto come consumatore ed al decimo come produttore mondiale. Attualmente il paese è la sesta potenza economica del mondo, nonostante la sua crescita sia scesa dal 2011 a causa delle crisi delle economie mature. Anche il Brasile è presente in Africa con attività politiche d'investimento ed ha stabilito rapporti saldi in campo economico e politico con gli altri paesi BRICS. Allo stesso modo dell'India pretende un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU ed ha avviato un programma di ammodernamento e potenziamento delle proprie forze armate. I consumi energetici provengono per più della metà dagli idrocarburi e per il 35% dall'idroelettrico; il Brasile è il secondo produttore di petrolio in America latina dopo il Venezuela, avendo avviato numerosi investimenti off-shore lungo la costa meridionale. Le esportazioni brasiliane.

Rappresentano una minima parte della produzione, mentre sono elevate le importazioni di prodotti raffinati. La produzione ed il consumo di gas naturale sono molto limitati, mentre per quanto riguarda l'energia elettrica, le dispersioni dovute alla lunghezza delle linee di trasmissioni ed i problemi relativi alla siccità potrebbero minarne la sicurezza. Resta da capire se gli andamenti del prezzo del petrolio consentiranno, infine, di garantire un guadagno proporzionato ai grandi investimenti compiuti dal governo.

INDONESIA

L'Indonesia, grande produttore di carbone, in parte esportato, e di biomasse, ha riorientato verso i consumi interni la propria produzione di idrocarburi. Ad oggi è il quarto paese al mondo per popolazione ed ha un tasso di crescita sostenuto oltre che da un razionale impiego delle risorse energetiche, anche da riforme economiche favorevoli agli investimenti, da una prolungata stabilità politica e dai vantaggi derivanti dall'integrazione.

nell'ambito dell'ASEAN. Il consumo di energia nel paese nel 2011 era così ripartito: dal 31% di petrolio, dal 26% di biomasse e altre rinnovabili, dal 25% di carbone e dal 18% di gas; anche in questo caso, come in Brasile, a causa di una carente capacità di raffinazione è necessario importare prodotti petroliferi finiti. L'Indonesia è soprattutto esportatrice di gas naturale liquefatto, principalmente verso Giappone, Corea del Sud e Cina; con quest'ultima, a causa della ricerca indonesiana di nuove fonti off-shore nel Mar Cinese meridionale, vi è il rischio di entrare in rotta di collisione. Lo sviluppo dell'Indonesia dipenderà in larga parte da quanto potrà essere mantenuta la stabilità nell'area, minacciata dalla potenza cinese, oltre che dall'espansione del jihadismo in un paese a larghissima maggioranza mussulmana.

Capitolo 11

La domanda mondiale di energia, dopo essere costantemente cresciuta

durante le varie fasi di sviluppo industriale ha accelerato enormemente a partire dalla fine dello scorso secolo, grazie all'aumento dei consumi e dell'urbanizzazione delle grandi aree emergenti: dal 1990 al 2012 la Cina ha aumentato la domanda energetica del 146%, il Medio oriente del 170% e l'India del 91%. E' bene ricordare che nel 2011, nonostante vi sia stata una contrazione del 2% su scala globale, per i paesi asiatici c'è stato comunque un incremento del 4%. Il grande sfruttamento di idrocarburi è stato accompagnato da un altrettanto incremento dell'emissione di CO2 nell'atmosfera, con conseguenze dannose sul clima e sulla salute, che si ricollegano principalmente al cosiddetto effetto serra; quest'ultimo ha provocato il scioglimento dei ghiacci (aumento di 0,6 gradi centigradi nel corso del 20° secolo), l'innalzamento del livello dei mari (25 cm tra il 1870 e il 2010), lo sconvolgimento meteorologico, il mutamento.sostenendo la necessità di tutelare l'ambiente e promuovere uno sviluppo sostenibile. La biodiversità e gli ecosistemi sono temi centrali nel dibattito ambientale. La perdita di biodiversità, cioè la scomparsa di specie animali e vegetali, rappresenta una grave minaccia per l'equilibrio degli ecosistemi e per la sopravvivenza stessa dell'umanità. Gli ecosistemi forniscono servizi essenziali per la vita sulla Terra, come la produzione di ossigeno, la purificazione dell'aria e dell'acqua, la regolazione del clima e la fertilità del suolo. L'impatto sull'acqua dolce è un'altra problematica ambientale di grande rilevanza. L'inquinamento delle acque, la loro sottrazione eccessiva per scopi agricoli e industriali, e il cambiamento climatico stanno mettendo a rischio la disponibilità di acqua dolce per le popolazioni e gli ecosistemi. La gestione sostenibile delle risorse idriche è quindi fondamentale per garantire la sopravvivenza delle comunità e la conservazione degli ecosistemi acquatici. Le produzioni agricole sono fortemente influenzate dalle problematiche ambientali. Il cambiamento climatico, la perdita di fertilità del suolo, l'inquinamento delle acque e la diffusione di malattie e parassiti stanno compromettendo la sicurezza alimentare e la sostenibilità delle pratiche agricole. È necessario adottare pratiche agricole sostenibili che riducano l'impatto sull'ambiente e garantiscano la produzione di cibo in modo equo e duraturo. Le conseguenze delle problematiche ambientali non si limitano solo all'ambito naturale, ma hanno anche importanti implicazioni politiche. La scarsità di risorse naturali, come l'acqua e il suolo fertile, può generare conflitti e tensioni tra le nazioni. Inoltre, la gestione sostenibile delle risorse e la tutela dell'ambiente sono diventate temi centrali nelle politiche internazionali, con l'obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile che non comprometta le risorse per le generazioni future. In conclusione, l'attenzione alle problematiche ambientali è cresciuta nel corso degli anni, diventando sempre più centrale nei dibattiti politici internazionali. La tutela della biodiversità, la gestione sostenibile delle risorse idriche, la salvaguardia delle produzioni agricole e la promozione di uno sviluppo sostenibile sono temi fondamentali per garantire un futuro migliore per l'umanità e per l'ambiente in cui viviamo.basti pensare all'Enciclica "Laudato Si" di Papa Francesco del maggio 2015. Nel 1972 fu convocata a Stoccolma dall'ONU la prima conferenza mondiale sull'ambiente, e, su questa scia, venne istituito nel 1988 un Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici ed a Toronto si tenne una conferenza internazionale che raccomandava (purché senza vincoli) la riduzione delle emissioni per limitare l'effetto serra; questo percorso condusse nel 1997 al protocollo di Kyoto, poi emendato nella conferenza di Doha nel 2012, che indica gli obiettivi circa le emissioni per ciascun paese o gruppo di paesi (l'obiettivo è stato fissato ad una media del 18% entro il 2020 e del 20% per i paesi dell'UE). È importante notare che, tra il 1990 e il 2012, in Cina le emissioni sono cresciute di quasi il 300%, in India di quasi il 200%, negli USA del 4%, mentre quelle dell'Unione Europea sono diminuite del 14%, comportando per le industrie.

europee ovvie problematiche riguardo la competitività di molti dei loro prodotti. Gli Stati Uniti, nonostante abbiano firmato il protocollo di Kyoto, non ne hanno poi proceduto alla ratifica, tanto è vero che Bush ha addirittura messo in discussione l'effettiva presenza di queste problematiche ambientali; solo Obama è riuscito ad ottenere qualche risvolto positivo durante la Conferenza di Parigi sul clima del 2015. La Cina ha avviato, invece, incisive politiche riguardo le industrie delle energie rinnovabili, sottoscrivendo con l'UE nel 2015 una dichiarazione congiunta sulla sicurezza climatica, affermando di voler mantenere sotto i 2 gradi centigradi l'aumento medio della temperatura. Sul piano globale si è comunque assistito ad un rallentamento della crescita delle emissioni, pari al -0,3% tra il 2011 e il 2012***.

Capitolo 12

La grande sfida energetica dei prossimi decenni sarà quella di rendere competitive ed economicamente sostenibili

Le energie rinnovabili, tutt'ora in via di sviluppo e quindi non ancora comparabili in termini di costi/benefici all'utilizzo dei combustibili fossili.

ENERGIA SOLARE

Viene impiegata principalmente per il riscaldamento, attraverso l'uso di collettori solari, e per la conversione della luce solare in energia elettrica, attraverso l'utilizzo di cellule fotovoltaiche e di sistemi di lenti e specchi su cui vengono concentrati i raggi del sole.

Il problema principale di questo tipo di energia è relativo alla discontinuità nella disponibilità del sole che va risolto con un miglioramento delle tecnologie di accumulazione; inoltre la loro resa energetica è maggiore nei paesi ad alta insolazione, pertanto gli stati collocati nella fascia sub-tropicale e nei paesi mediterranei sono quelli potenzialmente più adatti a questa tecnologia. Ciò nonostante grandi impianti di energia solare, sovvenzionati attraverso fondi pubblici, sono comunque

realizzati in molte parti del mondo: i paesi con maggiore capacità installata nel 2015 erano
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
28 pagine
3 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher octopus903 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche internazionali su energia e cambiamenti climatici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Melani Maurizio.