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L’OMC è composta da 148 membri e impone regole ambientali, sulla salute e sulla sicurezza alimentare ed
è stata istituita per sviluppare una politica a favore di un mercato libero da restrizioni e al contempo vincoli
di mercato. Nell’OMC vengono poi risolte le dispute commerciali che sorgono nell’ambito delle limitazioni
al libero mercato e riguardano anche questioni di protezione dei consumatori e dell’ambiente.
Anche l’OCSE si occupa di questioni di protezione ambientale con lo scopo di favorire la buona governance
nell’arena internazionale. Produce strumenti, decisioni e raccomandazioni per promuovere le regole del
gioco alla base di accordi multilaterali. L’appartenenza di uno stato all’OCSE costituisce più che altro una
garanzia di competenza e affidabilità.
Principi della politica ambientale globale
Principi fondamentali della politica ambientale globale sono quello dello sviluppo sostenibile e della
precauzione. L’obiettivo è quello di soddisfare i bisogni fondamentali della società più povere assicurando
contemporaneamente la conservazione delle risorse ambientali. Negli anni 80 questo principio è diventato
poi quello di riferimento nel dibattito internazionale sulla protezione ambientale. I problemi ambientali più
difficili da risolvere sono la povertà economica del Sud del mondo e i modelli non sostenibili di consumo e
di protezione dei paesi ricchi: lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che risponde ai bisogni del presente
senza compromettere l’abilità delle generazioni future di rispondere ai propri bisogni. Manca però un
accordo sul significato preciso del termini e sul rapporto tra la dimensione economica, sociale e politica
implicate.
L’approccio di precauzione suggerisce una chiave di lettura della relazione tra scienza, salute, ambiente,
politica ed economia basato sull’assunto: chi inquina paga. Il principio di precauzione su formalizzato nella
politica ambientale e di difesa del consumatore nell’UE con il trattato di Maastricht.
Precauzione e sostenibilità sono due elementi che costituiscono il principale oggetto di conflitto nei
negoziati internazionali sull’ambiente.
Capitolo 3: Modelli di politiche ambientali a confronto
Negli ultimi anni si è assistito ad una divergenza nei contenuti delle politiche ambientali americana ed
europea tanto da diventare esponenti di due visioni opposte. Tale frattura è legata ai seguenti fattori: 3
1. Atteggiamento verso il diritto internazionale: UE è promotrice della formulazione di trattati e
convenzioni multilaterali sull’ambiente, USA è invece più attenta a difendere la propria autonomia
decisionale da vincoli esterni
2. Interpretazione del principio di precauzione: UE pone questo principio al centro della politica
ambientale e del consumatore, USA lo applicano in modo più selettivo
3. Atteggiamento verso i paesi in via di sviluppo: UE ha un atteggiamento di cooperazione con i paesi
in via disviluppo che è integrata con la politica ambientale, USA tende a separare i due tipi di
intervento
Entrambi si preoccupano della politica ambientale globale ma ponendosi obiettivi e metodi diversi tra loro.
Federalismo ambientale americano ed europeo
Inizialmente il processo decisionale riguardo all’ambiente in USA era accentrato mentre nell’UE era affidato
ai singoli stati (anni 70) fino all’allargamento delle competenze dell’UE con l’Atto unico infatti la dimensione
ambientale è diventata parte integrante di tutte le politiche pubbliche comunitarie. Attualmente il potere
decisionale nelle politiche ambientali è diviso equamente tra stati e UE.
Negli USA tra gli anni 70 e 80 la politica ambientale era caratterizzata da un forte grado di centralizzazione a
livello federale. Successivamente questo approccio venne messo in discussione arrivando alla
decentralizzazione con gli stati che hanno acquisito maggiori competenze.
Nonostante le differenze le somiglianze tra i due processi decisionali sono significative, in entrambi i casi le
istituzioni centrali detengono poteri notevoli nella fase dell’elaborazione della politica mentre i governi
statali hanno un ruolo predominante nel finanziamento nell’implementazione e nel controllo
dell’applicazione della legislazione ambientale.
Atteggiamento verso il diritto ambientale internazionale
Gli USA considerano gli accordi ambientali internazionali principalmente nell’ottica delle politiche
commerciali basandosi principalmente su considerazioni di mercato. Nell’UE invece è considerata
indipendente da quella commerciale. Altra differenza tra i due emerge nella ratifica dei trattati: l’UE ha
firmato e ratificato tutti i principali trattati e convenzioni mentre gli USA hanno ratificato solo la
convenzione di Rio. L’UE è particolarmente multilateralista e spinge affinché anche gli USA si orientino in
questo senso. La differenza tra l’atteggiamento degli USA e dell’UE verso gli accordi multilaterali è evidente
nei negoziati per l’implementazione del principio di precauzione.
Interpretazione del principio di precauzione
La differenza tra USA e UE in questo senso emerge nelle modalità di implementazione di tale principio nella
politica ambientale. Principio di precauzione in EU affonda le sue radici nel diritto ambientale tedesco degli
anni 70 che imponeva di evitare i danni ambientali tramite un’attenta pianificazione. Si sono poi susseguiti
una serie di interventi dell’UE che richiedono ai produttori di dimostrare la sicurezza del prodotto prima che
esso venga commercializzato proibendo attività e l’usa di alcune sostanze in assenza di prove sufficiente
della loro non pericolosità. La Commissione afferma che occorre garantire un elevato livello di protezione
ambientale e della salute umana, animale e vegetale nei casi in cui i dati scientifici disponibili non
consentano una valutazione completa del rischio.
Gli OGM in questo senso sono stati considerati potenzialmente pericolosi per la conservazione o lo sviluppo
sostenibile della diversità biologica nonché rischioso per la salute umana.
Per quanto riguarda la sicurezza alimentare la regolazione degli USA ha applicato un approccio al principio
di precauzione che era più avanzato rispetto a quello comunitario. Tuttavia il principio di precauzione non
è considerato come il riferimento principale. Diversamente dall’UE gli USA non hanno applicato il principio
nell’ambito della sicurezza alimentare e dell’ambiente nei casi degli ormoni nella carne, dell’ OGM e del
cambiamento climatico.
Al principio di precauzione gli USA contrappongono l’approccio preventivo secondo il quale è necessario
minimizzare il danno ambientale nel caso in cui l’esistenza di tale danno sia stata scientificamente provata.
Al contrario l’UE si propone di risolvere i problemi alla fonte prima che la pericolosità di un processo o di un
prodotto sia stata dimostrata. 4
Cooperazione con i paesi in via di sviluppo
In questo ambito si evidenzia una differenza più generale tra le politiche europee e quelle americane sulla
cooperazione allo sviluppo. I paesi dell’UE degli USA e del Giappone sono i principali donatori di aiuti
economici ai paesi in via di sviluppo. L’atteggiamento dell’UE è evidente anche nelle politiche ambientali.
L’UE è in prima linea nel tentativo di aumentare il sostegno ai paesi in via di sviluppo finalizzato a favorire
l’implementazione del principio dello sviluppo sostenibile. La solidarietà infatti è una caratteristica alla base
dell’attività internazionale dell’UE. L’attenzione ai paesi in via di sviluppo non implica che l’UE si possa
considerare un campione di solidarietà internazionale. La politica dell’UE viene spesso criticata per le
politiche agricole eccessivamente protezionistiche.
Rispetto invece all’esportazione di rifiuti pericoloso nei paesi in via di sviluppo gli USA hanno adottato
l’approccio del consenso informato e cioè ai paesi importatori devono essere garantite le informazioni
rilevanti in merito al pericolo di tali sostanze. L’UE invece ha adottato un approccio che si basa sul principio
secondo il quale i rifiuti pericolosi non vanno esportati nei paesi poveri.
Per quanto riguarda le politiche per lo sviluppo l’UE si impegna a fornire ai paesi meno industrializzati il
denaro necessario per l’acquisto dei prodotti alimentari sul mercato aperto invece che fornire direttamente
gli alimenti.
Vi è poi la questione relativa alla distribuzione delle responsabilità relative all’inquinamento: UE sostiene
responsabilità comuni ma differenziate, mentre gli usa sostengono una ripartizione dei costi tra i paesi
coinvolti nei negoziati per il cambiamento del clima.
Capitolo 4: La politica del cambiamento climatico
Posizioni di policy a confronto
Gli scienziati hanno individuato rischi catastrofici per il riscaldamento globale portando all’innalzamento del
mare e cambiamenti metereologici. Uno dei principali fattori di contrasto riguarda i costi economici
associati ai tentativi di perseguire l’obiettivo della protezione ambientale. Gli USA hanno elaborato un
progetto di soluzione del problema del cambiamento climatico basato su meccanismi di mercato. Questo
approccio prevede l’elaborazione di incentivi di mercato e iniziative ecologiche volontari invece che
l’adozione di regole vincolanti. Si è quindi creato un meccanismo di compra-vendita di permessi di
emissioni prevedendo che le industrie e i governi che riducono i livelli di emissioni di gas possano vendere
crediti di emissioni. Altro meccanismo riguarda la cooperazione transnazionale nell’implementazione degli
obiettivi posti dal protocollo. Consente alle imprese dei pasi a cui vengono attribuiti dei vincoli nelle
emissioni di realizzare progetti volti alla riduzione delle emissioni in altri paesi soggetti agli stessi vincoli in
cambio di crediti in termini di permessi di emissioni.
L’approccio americano quindi si basa sulla commercializzazione del prodotto più che sulla
regolamentazione del processo di produzione.
La proposta europea invece si basa su un’interpretazione rigida del principio di precauzione promuovendo
norme vincolanti.
Leadership americana
Tema del buco dell’ozono
USA e UE parteciparono alla stesura del protocollo di Montreal dell’87 riguardo al buco nell’ozono.
Successivamente l’attenzione si sposto sull’inquinamento atmosferico.
Negoziati per il protocollo di Kyoto
L’UE accettò l’inclusione nel protocollo di meccanismi basati sul mercato proposti dagli USA promuovendo
criteri di applicazione di tali meccanismi. La Commissione aveva infatti individuato nei negoziati la
possibilità per l’UE di assumere un ruolo di g