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PA;
• Digitalizzazione, innovazione e competitività del
sistema produttivo;
• Turismo e cultura 4.0.
Quando troviamo programmi di policy dobbiamo pensare che quell’elenco è frutto di una scelta
politica. I 49.86 milioni di euro sono una scelta politica. Queste non sono le uniche risorse che
verranno utilizzate nei campi analizzati, si pone l’obiettivo di essere addizionale.
È molto importante che parte delle risorse sia stata destinata alla cultura 4.0. 8
Prof. Timpano
Missione 6 – Sanità
Questa missione comprende:
Reti di prossimità, strutture e telemedicina pre
l’assistenza territoriale;
Innovazione ricerca e digitalizzazione del servizio
nazionale.
Un totale di 20.23 milioni di euro sono stati investiti in questa missione.
Un policy maker si pone sempre un problema: è meglio destinare risorse ad un tema particolare o
distribuire i progetti tra le n misure del piano? La soluzione migliore richiede buonsenso e verrà guidata
dalle scelte politiche. La seconda soluzione rischia di non far raggiungere gli obiettivi posti, siccome
non tutte le risorse potrebbero finire negli ambiti preposti.
Le università ad oggi stanno facendo i bandi per cercare i ricercatori ma non ne trovano, siccome c’è
molta domanda e poca offerta.
Digitalizzazione
Nel 2021, quando è stato presentato il piano le voci più importanti erano le seguenti:
Notiamo che vi sono grandi investimenti in Space Economy, un tema utile per i lavori di gruppo.
Nella PA dovranno avvenire grandi cambiamenti. Portare su cloud le amministrazioni pubbliche è un
processo lento e complicato, ma sta avvenendo anche per i piccoli comuni.
Il piano è costruito in un modo molto particolare:
Il PNRR è costruito sulla base di obiettivi misurabili, pratici, che devono essere realizzati. Il nostro
paese sta facendo fatica a spendere i fondi ottenuti. Questo piano è strutturato su sei anni e molte
spese sono state spostate appunto per questo problema lungo l’ultimo anno.
Abbiamo perso tempo nella transizione tra un governo all’altro, per cui siamo un po’ in ritardo. 9
Prof. Timpano
Gli obiettivi del piano sono divisibili in:
Target, obiettivi quantitativi, specifici da raggiungere entro certe date.
Milestones, il risultato di processi misurabili qualitativamente.
Per quanto riguarda le infrastrutture digitali questi sono i
rispettivi target e milestones.
Il piano cloud può essere studiato nei lavori di gruppo.
L’UE paga le rate del PNRR man mano che vengono raggiunti questi obiettivi, spesso non sono
nemmeno costosi, come per esempio il completamente del Polo Strategico Nazionale, il quale non ha
costi praticamente.
Gli obiettivi forti sono la cittadinanza digitale (SPID, CIE, firma elettronica, PagoPA, AppIO) e la
piattaforma unica di notifica digitale e servizi Maas per la mobilità urbana.
Abbiamo già ottenuto la quarta rata del PNRR, ovviamente dei target e delle milestones sono state
modificate per poter ottenere il denaro, ma è logico che a volte questa cosa debba avvenire.
Le competitività del sistema produttivo
Il piano di transizione 4.0 in quanto tale avrà 18.46 miliardi. Gli strumenti di transizione 4.0 sono
prevalentemente crediti d’imposta, contributi d’imposta a fondo perduto e sovvenzioni a fondo
perduto.
Il tema del cloud computing è molto importante, ha come obiettivo quello di identificare le varie aree
in cui la PA interverrà per fornire un cloud adeguato.
Un altro tema importante sono le infrastrutture e le reti.
Il rapporto tra sviluppo della ricerca e investimenti in essa è molto importante. La ricerca si fa in
università, in centri di ricerca pubblici o privati e nelle imprese. La ricerca deve essere fortemente
accentrata in luoghi molto grandi, per creare economie di scala importanti; oppure deve essere
dispersa sui territori creando piccole realtà di ricerca molto coerenti con la vocazione produttiva del
territorio, che potranno gestire piccoli progetti. Ci si chiede se è meglio concentrare i centri di ricerca
nelle grandi città oppure in piccoli centri di ricerca che potrebbero far fatica sotto molti aspetti. Si
potrebbe far fatica anche ad attirare i ricercatori importanti, anche il luogo deve essere attrattivo. È
difficile che un ricercatore scelga Cremona al posto di Milano.
Piacenza e Cremona sono luoghi perfetti per fare ricerca agro-alimentare.
Il PNRR fornisce risorse ingenti alle università, quasi 4 miliardi; quindi, è importante gestirli nel modo
giusto. Dopo il 2026, quando queste risorse non saranno più disponibili, si dovranno individuare forme
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Prof. Timpano
di finanziamento alternative. Questo è uno dei problemi delle politiche, si possono concentrare in
periodi di tempo molto concentrati e per molto tempo potrebbe non esserci più alcuno strumento di
finanziamento per determinati campi.
In Italia la ricerca è prevalentemente pubblica.
La tripla elica: imprese, pubblica amministrazione e mondo accademico. Recentemente il modello è
stato ampliato, comprendendo anche la società. La ricerca non è concentrata solo nelle hard
sciences, ma anche sulla risoluzione di problemi pratici che sono presenti nella società.
Seminario Cocconcelli – Zoboli – Fermi
L’incontro è iniziato con Zoboli che ha parlato dell’UniCatt in generale.
Poi il Professor Cocconcelli ha parlato del centro di ricerca cui poi si è collegata la Professoressa Ilaria
Galavotti, che ha parlato della sua esperienza. La ricerca è molto importante per tanti aspetti, sia per
le imprese del territorio, sia per gli studenti a cui vuole trasmettere il contenuto delle sue ricerche.
La dottoranda Rossetti Chiara ha parlato della sua esperienza.
Passa la parola all’assessore Alessandro Fermi, di regione Lombardia. Si è parlato dell’importanza
della città di Cremona post pandemia, come uno dei punti di ripartenza. Questa è la seconda tappa
del “viaggio tra le eccellenze” per visitare le università che hanno deciso di investire sul territorio
lombardo.
L’università è fortemente collegata al proprio territorio. I fondi europei FESR in gran parte saranno
investiti per il sistema universitario. Siamo in una fase in cui il PNRR ha dato una bella spinta al tema
della ricerca, ma la regione Lombardia vuole utilizzare una nuova linea di finanziamento che possa
dare maggior forza a questo settore.
Si va nella direzione della ricerca e dell’ammodernamento tecnologico, collegando il territorio al
sistema universitario. L’obiettivo è quello di investire nel sistema universitario lombardo soprattutto
rispetto alle aree di provincia che hanno accettato una sfida facendo grandi sforzi (come CR).
Enti locali, università e regione devono essere tra loro sinergici per collaborare e migliorare nel tempo.
Lezione 3 – 20/02/2024
Progresso tecnico ed innovazione
La storia è essenziale per poter osservare nel tempo il rapporto tra tecniche, scienza, tecnologie e
progresso tecnico. Gli storici economici sono stati i primi a mettere a fuoco per primi l’impatto delle
innovazioni tecnologiche sulle organizzazioni sociali a partire dalle grandi civiltà.
Le applicazioni tecnologiche hanno un impatto sulla produzione ed il consumo, per cui dobbiamo
capire come si forma il progresso tecnico e come vengono selezionate e adottate le applicazioni
tecniche migliori per far diffondere il progresso?
L’innovazione tecnologica va a sostituire il termine progresso tecnico ed emerge la natura sistemica
del processo di cambiamento tecnologico per cui riconosciamo l’innovazione come: non lineare,
specifica e dipendente da innovazioni infrastrutturali, organizzative e formative. Ci si concentra di più
sul contesto che non è quasi mai lineare e ha delle specificità molto precise. (in una società arretrata
o più avanzata il tipo di innovazione ed il suo sviluppo cambiano). 11
Prof. Timpano
L’innovazione è il frutto dell’interazione di tutti i soggetti che fanno parte del sistema economico: dai
ricercatori, poi le istituzioni che organizzano questa parte del vivere umano, le aziende che si
organizzano e recepiscono queste innovazioni ed i cittadini / consumatori che stimolano il processo
produttivo. La spinta all’innovazione viene dai sistemi sociali infatti. Per esempio: il nostro modello di
sviluppo ha assorbito una quantità di risorse naturali eccessiva; quindi, questo sta stimolando molto
la ricerca scientifica per risolvere questo bisogno collettivo. Ovviamente entrano in gioco anche i
policy maker, siccome anch’essi hanno deciso che si deve investire per incentivare le imprese per
tecnologie sostenibili.
Progresso tecnico guarda più alla produzione di una innovazione; innovazione tecnologica guarda più
all’applicazione dell’innovazione nel processo produttivo.
Il progresso tecnico è la modalità con cui si è affermato il sistema capitalistico, il miglioramento
infatti delle tecnologie produttive ha creato più posti di lavoro e la potenza delle fabbriche che
generando grande produzione di massa utilizzavano le macchine messe a disposizione dalle
innovazioni portate dal progresso tecnico.
Prima dell’era industriale la produzione era in capo ad un singolo artigiano, ma con la produzione di
massa si è passati alla divisione del lavoro che ha portato alla creazione del processo della catena
del valore. In questo sistema diversi soggetti sono fortemente specializzati e producono la parte del
bene che gli è stata associata. Questo è possibile grazie alla meccanizzazione dei processi produttivi,
oggi si parla però della digitalizzazione dei processi produttivi. L’industrializzazione è stata possibile
per la scoperta di fonti energetiche disponibili a basso costo e applicabili a questi sistemi.
L’industrializzazione ha portato a grandi investimenti importanti che hanno permesso poi di
organizzare un sistema produttivo così complesso. La conoscenza scientifica ha assunto un ruolo
sempre più importante, infatti, vi è stata un’accelerazione importante nei processi di produzione
produttiva.
Il digitale, inoltre, ci permette di processare grandi quantità di dati che ad oggi sono sempre più
impiegati nelle varie ricerche svolte dalle imprese, ma non solo.
Il fatto che un’impresa abbia fatto investimenti finanziari importanti è un freno all’innovazione,
siccome a seguito di questi “oneri” l’imprenditore aspetta di aver sfruttato al massimo l’innovazione
precedente prima di muoversi su altri mercati. Se un macchinario è già stato ammortizzato produce
solo profitto, per cui si è spinti a sfruttarlo al massimo; o