vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il punto cruciale è se le donne candidate siano messe in una posizione con reali possibilità di
essere elette. Si parla quindi di doppie quote sono sistemi di quote che prevedono una certa % di
donne nelle liste, ma con poca possibilità di essere elette; sistema a cerniera prevede l’alternanza
tra donne e uomini nelle liste.
Più partiti prevedono quote, maggiori sono le possibilità di vedere un numero apprezzabile di donne
nelle assemblee elettive e quindi sperare di realizzare un progetto politico, sociale e globale di
parità tra uomini e donne. In Italia la scarsa presenza femminile si accompagna ad un’età media
molto alta tra gli eletti.
5. GENERE ED EDUCAZIONE
Nel 2011 si invita ogni istituto a organizzare corsi di formazione e sensibilizzazione per il personale
docente e per gli studenti. Con l’obiettivo di essere in contrasto con gli stereotipi e pregiudizi fondati
sulla diversità di genere. Le donne raggiungono più frequentemente rispetto ai coetanei maschili
titoli di studio elevati, ma nonostante questo hanno maggiori difficoltà nel trovare lavoro. A ciò si
aggiunge la presenza di fenomeni di auto segregazione formativa ovvero la tendenza delle
ragazze a continuare a scegliere percorsi di studio considerati più consoni. Affermare che un
mestiere può essere svolto solo da una donna o da un uomo preclude gli orizzonti professionali ed
incide sulle scelte scolastiche – educative – professionali generando il fenomeno si segregazione
di genere.
6. TRIPARTIZIONE SOCIALE
LAVORO ELEMENTARE le classi borghesi ed abbienti affidano questo lavoro alle domestiche. E’
un lavoro semplice, ripetitivo, faticoso, noioso, ma necessario e può essere sostituito in alcune
sezioni dalle macchine e per altre può essere diluito nel tempo oppure ridotto.
LAVORO DI PRODUZIONE è un lavoro che ha a che fare con le persone dipendenti, pertanto
ingloba il lavoro elementare e si rivolge a colore che da soli non ce la farebbero a causa di
incapacità fisiche o mentali (bimbi-anziani) oppure per stati di malattia, ma anche per persone che
sono in grado di riprodursi, ma che non hanno tempo per farlo. Per una parte di questo lavoro si
può ricorrere a forme di contratto individuali oppure a servizi di welfare. La gestione totale delle
persone dipendenti, è costosa, richiede organizzazione, presenza e controllo continuativo che non
può essere delegato.
LAVORO DI CURA O AFFETTIVO questo tipo di lavoro prevede una partecipazione emotiva,
sensibilità, tatto e devozione. Nell’organizzazione del lavoro salariato, è richiesto alle commesse di
sorridere, nei call center di modulare la voce, alle badanti e tate di mostrare affetto agli anziani-
bimbi. Qualità che vengono richieste soprattutto nelle occupazioni femminili, ma che pian piano si
stanno estendendo a tutto il mercato del lavoroFEMMINILIZZAZIONE DEL LAVORO
SALARIATO.
Quando si lavoro nel settore della cura, l’atteggiamento che ci si aspetta è quello di protezione,
cooperazione, emotività ed altruismo. Nasce quindi la condizione di essere empatici, ma queste
qualità femminili non sono innate, ma frutto della collocazione sociale dei ruoli imposti. Si tratta di
caratteristiche non contrattualizzabili, vengono richieste a tutti i lavoratori e lavoratrici, diventando
costitutive del lavoro. In questo tipo di lavoro, il tempo diventa processuale, alcuni sono
comprimibili, altri si possono spostare, di conseguenza si estingue la dicotomia tra tempo pubblico e
privato.
7. NORMATIVA SULLA VIOLENZA DI GENERE IN VIGORE IN ITALIA
VIOLENZA CONTRO LE DONNE è la violazione dei diritti umani. E’ una forma di discriminazione
che comprende tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano danni o sofferenze di
natura fisica, psicologica, economica, sessuale e sono comprese le minacce di compiere tali atti,
quali la privatizzazione della propria libertà nella vita pubblica e privata. Una donna può essere
vittima di una o più forme di discriminazione contemporaneamente. Lo stupro della propria moglie,
in molti paesi europei non è ancora considerato un reato punibile per legge. La violenza sessuale
ora è reato contro la persona e la libertà individuale.
- 1996 il relatore speciale dell’ONU ha definito per la prima volta in documenti ufficiali delle
Nazioni Unite, violenza domestica come la “violenza che si consuma tra le mura domestiche,
all’interno della sfera privata tra individui legati da un vincolo di intimità, di sangue o di legge”.
C’è il bisogno di leggi e programmi educativi per poter rompere le tradizionali pratiche come la
mutilazione dei genitali femminili – matrimoni precoci/forzati – delitti d’onore – eliminare lo
sfruttamento del sesso – infanticidio – tratta dei bimbi – crimini razziali – violenze per
questioni di dote. Un dato che rimane comune a tutti i paesi europei anche se adottano legislazioni
ad hoc contro la violenza delle donne, è che molto spesso rimane impunita.
- Spagna, 2004 LEY ORGANICA legge più importante: aumenta la pena per lesioni da 2 a 5
anni + introduce il sussidio di disoccupazione nel caso in cui la donna debba licenziarsi.
- Italia l’elevato numero di femminicidi, mette in risalto il fallimento delle autorità dello stato nel
proteggere in modo adeguato le donne vittimi di partner o ex. Diverse regioni italiane hanno
adottato leggi anti violenza, ma con contenuti diversi, altre hanno istituito delle norme per
l’attivazione di case rifugio o centri anti violenza.
- Europa secondo uno studio del Consiglio d’Europa tra il 12% e il 15% delle donne europee ha
subito atti di violenza dopo i 16 anni, ma solo l’11% del totale denuncia i fatti. Tra gli SM
esistono differenze notevoli nel modo in cui la violenza domestica viene trattate dal punto di
vista normativo e politico, pur restando un crimine di stato.
8. RIPRODUZIONE SOCIALE
Si intende la riproduzione degli individui, sociale in quanto comandata o controllata ed in continuo
scivolamento tra pubblico e privato. Essa può assumere diverse connotazioni: biologica –
materiale – affettiva – culturale – relazionale. La riproduzione della specie, rimane un fatto
privato, una scelta di amore e libertà, soprattutto oggi con le possibilità contraccettive e abortive
conquistate, le quali determinano il carattere sociale della riproduzione biologica.
Il controllo sociale sul corpo delle donne ha generato forti scontri a livello internazionale e
giudiziario, ecco perché la riproduzione biologica è condizionata da strutture sociali risultandone
indipendente.
RIPRODUZIONE MATERIALE è il lavoro non pagato delle donne. Il capitalismo ha sempre
considerato la “cura” un lavoro e in quanto naturale ha determinato nel corso del secolo scorso le
faticose lotte per l’emancipazione dei movimenti femministi. Le donne rappresentano circa la metà
dei flussi migratori internazionali e sono ricercate in occupazioni specifiche come baby sitter –
collaboratrici domestiche – assistenti sanitari agli anziani – infermiere. Un aspetto che
riguarda la riproduzione materiale è lo sfruttamento della povertà. La riproduzione materiale è
sempre più impoverita dalla crisi e si articola in mercatini dell’usato, orti comunali e cliniche sociali,
investendo un piccolo settore geografico e sociale, per poter colmare le carenze dell’intervento
pubblico. Non a caso parte dei governi locali fa ricorso – in caso di emergenza – al volontariato
sociale e alla cooperazione. Due esempi si trovano in Spagna e Grecia, le quali offrono soluzioni di
resistenza alla crisi attraverso la produzione sociale come i servizi sanitari offerti da medici volontari
o le farmacie con la distribuzione gratuita dei farmaci per i meno abbienti.
Si tratta di attivare uno sforzo teorico e pratico per pensare e realizzare forme di welfare comune.
Un primo esempio riguarda la salute, creando interazioni tra pazienti ed operatori che si occupano
di sanità. La categoria di edifici più ampia all’interno di una città, dovrebbe essere quella che
comprende gli edifici sanitari – biblioteche – asili – scuole – gallerie – musei – aree per la
comunità edifici e spazi dove gli scambi che si verificano non sono monetari e dove le donne
occupano il maggior spazio di lavoro. La città è un bene comune, il luogo della riproduzione sociale.
Si tratta di una radicale trasformazione del vivere, una conquista di spazi di libertà nella pratica
dell’uguaglianza.
9. COSTRUZIONE SOCIALE DEL GENERE IN EU E L’OMOFOBIA
Il termine omofobia, ha subito diverse modificazioni in seguito alla sua riappropriazione da parte
delle organizzazioni omosessuali che ne favorirono la diffusione. In origine venne coniato per
indicare la condizione patologica di chi nutre pregiudizi irrazionali contro l’omosessualità. Allude alla
paura di perdere l’approvazione dei soggetti che contano, cioè di coloro che detengono il potere di
includere o escludere un maschio dai privilegi del suo genere.
La mobilitazione da parte di LGBT ha come scopo il riconoscimento dell’entità omosessuale. La
lotta contro l’omofobia analizza i meccanismi della riproduzione del dominio maschile per come si
sviluppano dall’interno le relazioni tra uomini.
TRATTATO DI AMSTERDAM viene prevista la possibilità che il Consiglio preveda provvedimenti
opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso – razza – origine etnica – religione –
convinzioni personali – handicap – età – tendenze sessuali. Il PE prevede che si tenga in
considerazione il tema della discriminazione contro le persone omosessuali nelle negoziazioni per
entrare a fare parte dell’unione europea.
10. IL GENERE DELLE POLITICHE DEL LAVORO
Si tratta di interventi pubblici che si distinguono sulla base delle misure adottate e della modalità di
attuazione: tipo attivo: la creazione di servizi per l’occupazione, la formazione, la condivisione del
lavoro, con supporti all’occupazione e al reinserimento, alla creazione diretta di posti di lavoro; tipo
passivo: trattamenti di disoccupazione e pensionamenti anticipati.
STRATEGIA DI LISBONA PER LO SVILUPPO E L’OCCUPAZIONE DEL 2000, impegna l’Europa
a diventare il sistema economico più dinamico e concorrenziale del mondo, con migliori posti di
lavoro per numero e qualità per una maggiore coesione sociale. L’obiettivo è il raggiungimento del
tasso di occupazione delle donne e uomini al 75% entro il 2020, offrendo maggiori opportunità
lavorative alle donne, lavoratori anziani, persone meno qualificate