Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
D'INTEGRAZIONE E CONVERGENZA
La CONVERGENZA è un processo attraverso il quale il comportamento e i valori diventano progressivamente simili. In proposito, si osservano nei moderni Stati nazionali europei quattro tipi di dinamiche di convergenza che si manifestano nelle più importanti componenti della società, ossia, nel SISTEMA ECONOMICO, nel SISTEMA POLITICO e in quello SOCIALE. La convergenza esprime uno STATO DI COESIONE fra le varie componenti del sistema e si realizza quando il prezzo dei fattori, nel singolo mercato, risulta uguale ai prezzi degli stessi fattori nei diversi mercati.
L'INTEGRAZIONE avviene mediante la COSTITUZIONE D'ISTITUZIONE SOVRANAZIONALI (come una struttura di banca centrale e un sistema monetario) che hanno il potere di decidere e dirigere le politiche economiche, vincolando tutti i membri della comunità. Infine, l'UNIONE POLITICA È CONSIDERATA COME LO STADIO FINALE DELL'INTEGRAZIONE.
convergenza completa si realizza quando si compie la COESIONE:- ECONOMICA: uguaglianza dei prezzi dei fattori nei vari settori che operano dentro un singolo mercato unificato con libera circolazione dei beni, servizi, persone, capitali e informazioni.
- POLITICA: si ha quando vengono costituiti partiti transnazionali e vengono coordinati i meccanismi di funzionamento dei sistemi elettorali per le elezioni europee.
- SOCIALE: presenza di un unico contesto culturale, in cui gli individui condividono comuni valori sociali e le istituzioni sociali svolgono le proprie attività in modo coordinato e parallelo.
La convergenza rappresenta una sorta di precondizione per il processo d'integrazione poiché, in presenza di una convergenza delle strutture politiche, decisionali ed esecutive dei paesi, risulta più semplice formulare strategie di integrazione. Senza la convergenza in aree estese di politica decisionale, l'integrazione politica ed economica non
èrealizzabile nel breve e medio termine. Invece, l’integrazione si realizza quando si compie l’UNIONE:
- ECONOMICA: costituzione di istituzioni sovranazionali (Banca Centrale).
- POLITICA: istituzioni che svolgono compiti decisionali ed esecutivi (Commissione, Parlamento, e Corte di Giustizia).
- SOCIALE: istituzioni che governano su scala sovranazionale attività sindacale, organizzazioni di lavoratori e divolontariato, ecc.
Dalle argomentazioni emerge un PRIMA IMPORTANTE CONCLUSIONE: nei periodi presi in considerazione difunzionamento dello SME, i risultati migliori si ottengono in presenza di interventi coordinati da parte delle autoritàmonetarie. In assenza di siffatto coordinamento, il mercato percepisce segnali contraddittori e gli interventi risultanoinefficaci, mentre invece i differenziali nella produzione e negli investimenti possono essere superati grazie a unprocesso di convergenza che mira all’eliminazione delle barriere tariffarie e
non tariffarie al commercio. Alla stessa maniera i differenziali nei tassi d'interesse o nei tassi di cambio o, ancora, nella dimensione del deficit pubblico possono trovare un'adeguata risposta in una moneta unica e in istituzioni che hanno il compito di regolare la politica monetaria nei vari paesi.
CAPITOLO 10: l'unione monetaria europea
10.1 L'Atto Unico Europeo
Il punto di svolta per la rivitalizzazione del processo d'integrazione è rappresentato dal Rapporto che il Presidente della Commissione, JACQUES DELORS, presenta al Parlamento Europeo nel 1985. Si tratta di un programma per il raggiungimento di un mercato interno unico entro il 1992. Tale programma, sintetizzato nel Libro Bianco, fu approvato nel 1985.
Il libro introduce il principio del mutuo riconoscimento, ovvero un nuovo approccio per l'eliminazione delle barriere doganali. L'idea appare semplice ma al tempo stesso innovativa: in linea generale, tutti i prodotti commercializzati
in un Paese membro devono essere accettati dagli altri Stati della Comunità e vengono riconosciutesolo alcune eccezioni tra cui, ad esempio, la protezione della salute pubblica.
Il Consiglio Europeo di Milano del 1985 getta le basi per rendere più concreto il concetto d’integrazione, con leimportanti decisioni di istituire una Conferenza Intergovernativa avente l’obiettivo di predisporre quello che diverràl’Atto Unico Europeo, approvato nel 1986, il cui ELEMENTO CENTRALE è l’adozione formale del mercato unico qualeobiettivo da raggiungere entro il 1992.
Naturalmente, l’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE DOGANALI avrebbe permesso alla Comunità di conseguire guadagnidiretti, indiretti e in termini di efficienza, mentre l’occupazione sarebbe rimasta costante in una prima fase per poidecisamente crescere nelle fasi successive. Infatti, grazie alla creazione di un mercato del lavoro unico per tutti icittadini comunitari, diventa
più semplice dar luogo ad una interessante mobilità del lavoro nell'area europea, con spostamenti da zone meno efficienti a imprese, zone ed aree più efficienti.
Un altro aspetto da prendere in considerazione riguarda la protezione delle economie più deboli con il principio di coesione sociale ed economica e l'allargamento del potere dell'UE in materia di politica sociale, in quanto stabiliscono nuove norme sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori, sulla ricerca e sviluppo tecnologico e sull'ambiente.
Si creano così i presupposti affinché l'attenzione possa essere rivolta verso il tema dell'introduzione di una moneta unica per tutti i paesi dell'UE, come possibile soluzione all'annoso problema dell'instabilità dei cambi, dei continui processi di rivalutazione e di svalutazione delle valute europee e dell'eliminazione di ogni tipo di barriera.
Quindi, viene predisposto un
Progetto (RAPPORTO DELORS), articolato in tre tappe, che riguardano le diverse fasi ritenute necessarie per poter realizzare l'Unione Monetaria Europea (UME), vale a dire un'area valutaria dove i Paesi membri gestiscono congiuntamente la politica monetaria dell'Unione al fine di conseguire obiettivi macroeconomici comuni. Però, è indispensabile che vengano soddisfatte TRE CONDIZIONI FONDAMENTALI:
- La completa liberalizzazione dei movimenti di capitali e la piena integrazione dei mercati finanziari.
- La totale ed irreversibile convertibilità delle monete.
- L'eliminazione delle bande di oscillazione e l'irrevocabile fissazione delle parità.
10.2 I vantaggi della moneta unica. Si può affermare che i VANTAGGI di un'unione monetaria sono connessi all'uso di una moneta unica su un'area piuttosto estesa. Dall'altro lato, i COSTI sono rappresentati dall'impossibilità a variare il tasso di cambio.
nei confronti delle valute degli altri paesi membri. In particolare, i BENEFICI sono associati ai seguenti fattori:- Risparmio nei costi di conversione e di transazione.
- Eliminazione dello stato di incertezza sul valore futuro del tasso di cambio.
- Trasparenza e stabilità dei prezzi.
- Stimola alla crescita del reddito e dell'occupazione grazie ad una maggiore efficienza del mercato.
- Peso maggiore dei Paesi membri nelle relazioni monetarie internazionali, da attribuire all'ipotesi che la moneta europea possa operare su un piano di parità nei confronti dello yen giapponese e del dollaro USA.
Le valutazioni macroeconomiche, gli effetti del completamento del mercato interno vengono raggruppati nel Rapporto in tre categorie:
- Eliminazione dei ritardi e dei costi legati alle formalità delle frontiere interne.
- Apertura dei mercati pubblica alla concorrenza.
- Liberalizzazione ed integrazione dei mercati finanziari.
L'aumento della domanda finale a seguito dell'eliminazione delle barriere può incrementare il grado di utilizzo delle risorse e della capacità produttiva di molti settori in precedenza non utilizzata. La conseguente riduzione dei costi può condurre a una riallocazione delle risorse sia tra i paesi sia all'interno di ogni settore.
Chiaramente, la moneta unica riduce fortemente il bisogno di riserve per gli interventi sui tassi di cambio e comporta non trascurabili risparmi in termini di liquidità internazionale, la quale può essere destinata a usi più produttivi e, in particolare, alle attività di
consumo e di investimento. Inoltre, occorre sottolineare che la STABILITÀ DEL TASSO DI CAMBIO ha effetti positivi sul commercio e sugli investimenti.
Per quanto riguarda il RAPPORTO TRA MONETA UNICA E TASSO DI INTERESSE gli effetti positivi sembrano essere due:
- Il primo riguarda il più volte citato PROCESSO DI STABILITÀ DEI PREZZI, che determina una convergenza verso il basso del tasso d'interesse stimolando, da questo punto di vista, gli investimenti privati.
- Il secondo aspetto si connette alla possibilità, da parte degli investitori, di variare la composizione del loro portafoglio innalzando, in virtù della cessazione del rischio di cambio, la quota degli investimenti posseduta in obbligazioni.
Riguardo al mercato monetario si ricorda come esso sia stato unificato il 1° gennaio 1999 per effetto dell'azione congiunta del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC) e dell'implementazione delle Banche Centrali Nazionali, con la BCE.
Che fissa le condizioni del mercato. Con l'INTRODUZIONE DELLA MONETA UNICA, il mercato obbligazionario europeo, in gran parte composto da titoli di Stato, si evolve in direzione di un livellamento dei rendimenti. Gli operatori possono scegliere tra i titoli emessi dai diversi Stati, quelli che meglio corrispondono alle loro preferenze espresse in termini di liquidità, rendimento, rischio di credito.
10.3 Trattato di Maastricht. Con il TRATTATO DI MAASTRICHT del 1992 si avvia quel processo di riforma politica e monetaria indispensabile per poter concretamente realizzare l'Unione Monetaria. In particolare, si stabilisce che il passaggio all'UME deve avvenire secondo tre tappe, di cui la PRIMA FASE, con scadenza 1993, comporta il RAFFORZAMENTO DELLO SME e il più stringente COORDINAMENTO A LIVELLO COMUNITARIO DELLE POLITICHE ECONOMICHE NAZIONALI. La SECONDA FASE parte il 1° gennaio 1994 e l'obiettivo che si vuol perseguire è il raggiungimento della
convergenza in termini economici che si ritiene propedeutica al completamento dell'UME. In definitiva il Trattato di Maastricht determina le condizioni che i vari Paesi devono soddisfare per essere ammessi alla TERZA FASE dell'UME. Quest'ultimo prevede l'