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5-- STRUMENTI DI RILEVAZIONE: I FOCUS GROUP
Si tratta di una discussione di gruppo su una serie di argomenti guida, che coinvolge un moderatore/intervistatore e una
serie di soggetti esperti o coinvolti nel tema.
L’interazione tra i membri dovrebbe generare una maggiore profondità di analisi del tema e rappresentare opinioni
diverse.
Inoltre il focus group può:
• suggerire ipotesi di ricerca
• far testare uno strumento
• far imparare il linguaggio specifico della popolazione target...
Il ruolo del moderatore è quello di facilitatore:
• espone gli scopi del gruppo
• spiega i criteri di selezione dei membri
• crea un clima di fiducia e serenità tra i membri
• usa un linguaggio semplice e non valutante
I membri del focus group:
• sono ottimali tra 8 e 12
• devono essere competenti sul tema di discussione
• meglio se non si conoscono
• variare, per evitare distorsioni da leadership forti
Per programmare un focus group occorre seguire alcune tappe fondamentali:
• chiarire gli obiettivi della ricerca;
• inquadrare la popolazione di riferimento che prenderà parte alle discussioni;
• prevedere la presenza di un moderatore/conduttore;
• prevedere la presenza o meno di un assistente (osservatore/co-conduttore);
• predisporre il setting di svolgimento;
• strutturare delle domande (o una griglia di discussione).
6-- STRUMENTI DI RILEVAZIONE: LE PROVE DI ATTEGGIAMENTO
Per atteggiamento si intende un insieme di cognizioni ed emozioni che portano ad esprimere una valutazione nei
confronti di un determinato oggetto.
E’ molto difficile misurare gli atteggiamenti perché:
• problema della desiderabilità sociale
• non si traducono necessariamente in comportamenti osservabili
• dipendono da una molteplicità di fattori
Esistono diverse scale per misurare l’atteggiamento verso un certo tema/oggetto:
→
SCALA DI THURNSTONE (D’ACCORDO / NON D’ACCORDO) Lungo elenco di affermazioni di valore, verso le quali il
soggetto deve esprimere il suo accordo/disaccordo in forma binaria: SI / NO.
→
SCALA DI LIKERT Permette di misurare l’intensità di un atteggiamento, attraverso l’espressione del grado di
accordo/disaccordo con una serie di affermazioni, espresso su una scala a 5 punti.
→
SCALA DI OSGOOD (DIFFERENZIALE SEMANTICO) E’ detta anche differenziale semantico e permette di rilevare il
significato emotivo di una certa affermazione per il soggetto, attraverso una coppia di aggettivi bipolari tra i quali vi
sono una serie di punteggi intermedi (facile - - - - - difficile | bello - - - - - - brutto).
7-- STRUMENTI DI RILEVAZIONE: LE PROVE SOCIOMETRICHE
Servono a descrivere le relazioni sociali e di status all’interno di un gruppo.
I risultati possono essere usati per progettare interventi finalizzati alla riduzione del conflitto e alla ristrutturazione dei
gruppi secondo i desideri dei membri.
Sono costituite da domande che valutano 3 criteri di scelta di altri membri:
• affettivi
• di stima professionale
• di capacità fisica →
TEST SOCIOMETRICO DI MORENO (=> RELAZIONI SOCIALI AUSPICATE)
Viene richiesto ad ogni membro di indicare con quali altri membri del gruppo vorrebbe svolgere una certa attività.
→
QUESTIONARIO DI PERCEZIONE SOCIOMETRICA
Appaiato al test, viene richiesto di indovinare da quali soggetti si è stati scelti per le stesse attività. E’ più probabile
scegliere le persone da cui si suppone di essere scelti.
→
TEST INDOVINA CHI?
Si presentano una serie di affermazioni su comportamenti e si chiede di indicare quale membro del gruppo ha un
comportamento più simile a quello descritto Le prove sociometriche hanno alcuni limiti:
• risultati sono altamente specifici e non generalizzabili,
• le scelte possono essere dettate da opportunismo,
• i risultati possono avere risvolti traumatici per le persone che si scoprono escluse, se non comunicati in maniera
adeguata.
Nell’analisi dei dati del test sociometrico si possono calcolare alcuni parametri individuali e di gruppo:
• →
Indice di espansività numero di scelte espresse da ciascun individuo e complessivamente dal gruppo
• →
Indice di coesione numero di scelte reciproche
• →
Indice di conflittualità numero di rifiuti reciproci
• →
Indice di status classifica dai membri più popolari (col maggior numero di scelte) a quelli più isolati (senza
scelte) a quelli più emarginati (col maggior numero di rifiuti) PDF
8-- STRUMENTI DI RILEVAZIONE: LO STUDIO DI CASO
E’ un metodo di ricerca in profondità che si basa sull’uso di molteplici fonti di informazione di diversi strumenti di misura
e rilevazione.
Alla fine è prevista la stesura di un rapporto finale che riassuma i vari approcci adottati e le conclusioni da esse generate.
E’ un approccio multidimensionale ad una problematica che può essere sia di tipo descrittivo, sia usato per orientare un
intervento sperimentale. LA RACCOLTA DEI DATI
• Lo scopo di tutte le cautele relative alle modalità di somministrazione di uno strumento è il garantire
l’uniformità delle condizioni di somministrazione per tutti i soggetti coinvolti e, nel caso di prove che
coinvolgono diversi campioni di soggetti, su tutti i campioni.
• Questo è necessario perchè la modalità di somministrazione incide sull’affidabilità dello strumento!
LA CODIFICA E L’ANALISI DEI DATI: IL CODEBOOK
E’ il sistema di codifica delle variabili e dei loro valori possibili, in modo che i dati vengano poi inseriti in una matrice di
dati (database).
In essi si devono prevedere:
• nomi delle variabili
• codifica dei valori che può assumere ciascuna variabile ed eventuali codifiche speciali per casi particolari (non
risposto, errore, etc...)
• tipo di variabile e della scala (nominale, a rapporto, ordinale...)
LA CODIFICA E L’ANALISI DEI DATI: LA MATRICE DI DATI
→
BREVE GLOSSARIO
Non dobbiamo cadere in errore tra FASI DELLA RICERCA e DISEGNO DELLA RICERCA perché sono due cose che
appartengono a strutture differenti.
Quando parlo delle FASI DEL PROCESSO DELLA RICERCA parlo di una teoria che è strettamente legata ad un’ipotesi.
C’è un’ipotesi, c’è un’idea di problema, c’è il fatto che questo problema potrebbe appartenere ad una teoria ecc.
E’ un processo che avviene in maniera molto naturale.
→
LIBRO DELLA MONTESSORI
Qui è presente un esempio di scala di valutazione che porta con se l’idea di ricerca, l’esempio di uno strumento valido e
attendibile, il fatto che gli strumenti si devono costruire ecc.
La ricerca è partita da questa domanda: “Ci sono alcune scuole Montessoriane in Italia, siamo sicuri che queste scuole
siano di qualità e che aderiscano veramente a quello che è il paradigma Montessoriano?”
Bisogna indagare.
E questo modo di fare ricerca, questo modello di ricerca si rifà ad “Educational Evaluation”.
Che cosa vuol dire?
Vuol dire che c’è un ricercatore, un’equipe di ricercatori che si interrogano su alcuni costrutti relativi alla qualità delle
scuole Montessoriane (Queste scuole sono di qualità oppure no?) e lo fanno attraverso il passaggio di alcune tappe:
→
VALUTARE valutare le persone che lavorano al loro interno.
→
RESTITUIRE raccontare quali sono stati i dati effettivamente raccolti.
→
RIFLETTERE E INNOVARE aiutare i docenti a riflettere su quello che si è
visto e raccolto per innovare, migliorare questi contesti, queste pratiche,
queste scuole secondo il focus della mia scala di valutazione e secondo il focus
della mia ricerca.
→
VALUTARE E poi tornare a rivalutare queste scuole montessoriane e vedere
se c’è stato un miglioramento, uno scarto attivo.
Queste sono delle fasi che appartengono all’educational evaluation che è una possibile forma di ricerca.
Viene anche chiamata valutazione formativa.
Questi strumenti, queste scale di valutazione (due sono contenute nel volume:
SpaMM e SMeMo) appartengono a questo tipo di ricerca.
Cioè dicono: entriamo nelle scuole, raccogliamo dei dati per poi restituirli ai
docenti in modo che quest’ultimi possano riflettere e questa riflessione porti a
un cambiamento. Questa riflessione sulla qualità, nel nostro caso della
didattica montessoriana ci dovrebbe portare ad un cambiamento che è un miglioramento della stessa qualità.
Si va pure a rivalutare perché ovviamente come faccio a vedere se il cambiamento c’è stato?
Torno nelle classi e rivaluto.
Perché intraprendere un percorso di educational evaluation?
→
EVALUATION Valutazione e Autovalutazione dell’offerta educativa e didattica delle scuole e delle agenzie educative
Perché ho una domanda di ricerca che può essere appunto quella sulle scuole montessoriane se sono eccellenti oppure
no. E i motivi sono diversi:
• per avviare un processo di valutazione degli ambienti, dei comportamenti e delle relazioni in cui si collocano gli
interventi educativi, dedicando particolare attenzione alle attività svolte quotidianamente;
• per disegnare il “profilo” di ogni singola sezione/scuola sulla base di parametri chiaramente definiti e condivisi,
→
raggruppati in aree di interesse specifiche sul quale poter innestare il mio ragionamento da ricercatore. Questo
perché i dati mi consentono di migliorare la situazione e di riflettere criticamente sul contesto indagato;
• per decidere di incentivare una costante riflessione critica da parte degli insegnanti in merito al contesto educativo
progettato.
→
L’idea è
Attuiamo un progetto di ricerca, lo facciamo con degli strumenti che sono scale di valutazione e quindi strumenti che
possiamo utilizzare come ricercatori e che nel caso specifico dell’educational evaluation, mi dicono “andiamo a vedere
se la qualità di scuole, docenti ecc. sia buona”: questa qualità viene definita all’interno di questi strumenti.
Finalità di un progetto di educational evaluation
1. stilare un profilo diagnostico relativo alla qualità educativa e didattica delle scuole osservate/valutate;
2. comparare l’evoluzione di questo profilo nei diversi anni scolastici e verificare l’eventuale miglioramento della
qualità;
3. incentivare una costante riflessione critica da parte degli insegnanti in merito al contesto educativo progettato e
promuovere nuovi atteggiamenti, competenze e prassi di progettazione e