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DA PRIMA DELLA LEGGE 444/1968 FINO AGLI ORIENTAMENTI DEL 1969

Alla fine dell'800 e agli inizi del 900 la scuola dell'infanzia comincia a divenire una vera e propria scuola, che guarda il bambino nella sua unitarietà e complessità prendendo in carica tutte le peculiarità formative di un'età particolarmente importante, nell'evoluzione pluridimensionale della persona. Questo avviene per un duplice motivo:

  • Il CONCETTO SOCIALE di bambino si è MODIFICATO e la società comincia a rendersi conto che i valori educativi proposti dalla scuola possono rivelarsi decisivi per la crescita culturale: il bambino viene così visto come un soggetto nuovo, a se stante, con propri diritti, e non come una forma imperfetta dell'adulto.
  • Sono gli anni in cui prende il via la diffusione del metodo froebeliano, la pedagogia delle sorelle Agazzi e la didattica della "Casa dei bambini" di Maria Montessori. Grazie a queste

Le innovative esperienze cominciano a prendere avvio con i primi asili municipali. Ed è proprio in questo contesto che si rintracciano i primi "abbozzi di programmi" di scuola infantile: in questi scritti, del 1914, l'idea fondativa è quella di promuovere lo sviluppo di un bambino sano e in grado di stare in relazione con altri bambini. Dimensione fondamentale per questo: il gioco.

GLI ORIENTAMENTI EDUCATIVI DEL 1969: LA NASCITA DELLA SCUOLA MATERNA STATALE

A seguito della legge n.444 del 18 Marzo 1968 vengono emanati i nuovi Orientamenti educativi (1969). È proprio nel 1968 che nasce quella che possiamo definire la scuola materna statale. La legge 444 segna un vero spartiacque tra la scuola materna del passato e quella del futuro. Da un punto di vista pedagogico e didattico, l'avvento della statalizzazione della scuola materna e della relativa legge portava con sé nuove e decisive consapevolezze nei confronti dei processi di apprendimento.

del senso dei saperi dei bambini dai 3 ai 6 anni. I documenti del '69 erano divisi in due parti: PRIMA PARTE: concernente le dinamiche generali riguardanti la famiglia, il ruolo dell'educatore ecc. SECONDA PARTE: relativa alle concrete proposte didattiche, come l'educazione religiosa, affettiva, morale e sociale, espressione grafico-pittorica, plastica, disegno libero, gioco, educazione musicale, educazione fisica e sanitaria. Questa seconda parte degli Orientamenti definiva le diverse attività nel seguente modo: - Attività religiose: offrono un sostegno spirituale per il bambino, pongono le basi per una sana e corretta crescita interiore, infondendo fin da piccoli i valori fondamentali per vivere correttamente nella società. Un aspetto non meno importante è quello di tener presente le diverse provenienze delle famiglie, la religione professata (o la non religione), i diversi contesti culturali e sociali. "Ciò che conta"sarà l'abilità dell'educatrice nel cercare di non farsi sentire quel bambino troppo escluso dalla comunità infantile. Educazione affettiva, morale e sociale: riguarda principalmente lo sviluppo di rapporti positivi di amore, amicizia, solidarietà ecc. con coloro che sono maggiormente a contatto con i bambini; ma anche il controllo di sentimenti negativi, quali il risentimento, la rabbia, la paura, i timori. Si deve avere come obiettivo quello di fare in modo che i sentimenti positivi prendano il sopravvento su quelli negativi. Le educatrici dovranno porsi come esempio, occupandosi di loro amorevolmente: le esperienze affettive del bambino della scuola materna sono fondamentali soprattutto per i rapporti futuri e per lo sviluppo della personalità. Gioco: rappresenta l'elemento più importante per l'infanzia perché è proprio attraverso questo stesso che il bambino sviluppa l'aspetto affettivo, motorio, emotivo.ovvero la sua intera personalità. Il gioco a cui si fa riferimento è un gioco libero, spontaneo, utile proprio per aiutare ad esternare naturalezza, spontaneità, sentimenti, ma anche finalizzato a concretizzare quei saperi che definiamo informali. - Attività di vita pratica: sono forme di azioni proposte al bambino per renderlo partecipe alle attività della giornata e con lo scopo di far crescere in lui l'autonomia e la socializzazione. Le principali sono: decorare gli ambienti, ordinare la stanza, sistemare i giochi utilizzati ecc. Sono esercitazioni che lo aiutano a stare bene con gli altri (socializzazione), a stare bene con se stessi utilizzando percorsi e scelte individuali (individualizzazione) e rappresentano, inoltre, occasioni organiche e sistematiche di osservazione, riflessione e autocontrollo. - Espressione grafico-pittorica: forse è l'impegno prioritario e fondativo. Disegnare piace a tutti i bambini, soprattutto quando si.tratta del "disegno libero", senza istruzioni, attraverso il quale possono esprimere, senza vincolo, il loro universo interiore. Potremmo sintetizzare il tutto sottolineando alcuni aspetti peculiari degli Orientamenti del 1958 e del 1969: - 1958: decisamente più incentrati sulla religione, si pongono in continuità con l'opera della famiglia integrando abitudini e valori; - 1969: propongono una didattica più libera e ampia, con lo scopo di porre le basi per un sano sviluppo emotivo e intellettuale e per preparare il bambino alla scuola dell'obbligo, senza per questo anticiparla. Tutte le attività proposte dagli Orientamenti del 1969, infatti, non vanno intese in maniera troppo rigida: l'educazione del piccolo doveva avvenire in modo naturale, nel rispetto dei suoi ritmi e dei suoi tempi, senza frenare il suo sviluppo o i suoi bisogni. Proprio per questo motivo la figura di docente che ne emergeva era quella di un attento osservatore diogni particolare incontrato nel suo percorso educativo, occasione di stimolo e di riflessione per il bambino. L'esercizio delle attività era quindi importante proprio perché finalizzato fortemente a promuovere lo sviluppo e la crescita naturale del bambino, aiutandolo a strutturare la sua personalità. E' da qui che cominciamo a intravedere le caratteristiche di un insegnante come quello oggetto dello strumento PraDISI. L'insegnante degli Orientamenti educativi del 1969 è: - Promotore di attività ludiche finalizzate allo sviluppo sociale del bambino; - Promotore di attività didattiche finalizzate allo sviluppo dell'autonomia del bambino; - Promotore di una didattica finalizzata ad uno sviluppo emotivo e intellettuale del bambino; - Attento osservatore. GLI ORIENTAMENTI DEL 1991: LA FORMAZIONE INTEGRALE DEL BAMBINO I nuovi orientamenti del 1991 stabiliscono che: "la scuola materna deve promuovere la formazione completadi tutti i cittadini liberi, responsabili, che partecipano attivamente alla vita della comunità locale, nazionale e internazionale". L'assunto principale è finalmente il riconoscimento dell'autonomia formativa della scuola dell'infanzia e la necessità di una formazione integrale del bambino. Gli obiettivi che si deve porre la scuola, allora, divengono principalmente l'acquisizione di capacità comunicative, logiche, operative e la promozione della maturazione affettiva, sociale e morale. Le principali finalità della scuola dell'infanzia risultano quindi: il raggiungimento per i bambini di una progressiva conquista dell'autonomia (dovrà raggiungere una certa sicurezza emotiva e pratica, ed interiorizzare i valori della società), la consapevolezza della propria identità (ai fini della giusta acquisizione del senso del sé, della sicurezza e della motivazione) e l'acquisizione di.competenze (la conquista degli strumenti indispensabili per il soggetto per la sua crescita, relativi ad abilità sensoriali, percettive, motorie, linguistiche e intellettive). Tre dimensioni portanti dello sviluppo del bambino nella fascia 3-6 anni e che, combinate all'acquisizione graduale dei sistemi simbolico-culturali, si articolano in campi d'esperienza, ovvero in diversi ambiti del fare e dell'agire del bambino. Questi campi d'esperienza rappresentano la condizione per il bambino di mettersi in rapporto con le cose e con gli altri, di fare esperienze di varia natura e di costruire quei saperi che diventeranno progressivamente sempre più formalizzati, quindi adatti per diventare cittadini autonomi, consapevoli e responsabili.

IL CORPO E IL MOVIMENTO

È il campo della corporeità e della motricità. Permette al bambino di rendersi conto della concretezza del proprio corpo, inteso come espressione della personalità, permettendo la crescita sotto

l’aspetto relazionale, cognitivo, affettivo, comunicativo e pratico. Gli obiettivi relativi al movimento vengono rintracciati nei traguardi di sviluppo, sia di tipo comunicativo, che di tipo cognitivo. In quello comunicativo il movimento utilizza e promuove il linguaggio non-verbale: gesti mimici che esprimono sentimenti e sensazioni diverse quali gioia, paura, dolore, sorpresa. Nello sviluppo cognitivo il movimento del corpo utilizza e promuove la discriminazione delle forme, colori e grandezze, la motricità in generale, il coordinamento delle parti. I traguardi di sviluppo che il bambino deve raggiungere sono di tre tipi: capacità senso-percettiva, capacità coordinativa, interazione motoria con gli altri e con l’ambiente. Nell’attività motoria è il gioco a prendere il sopravvento, sarà importante, infatti, prendere in considerazione giochi in cui il movimento del corpo farà da protagonista. I DISCORSI E LE PAROLE Il compito

Il compito della scuola dell'infanzia è quello di rafforzare ed estendere le conoscenze e le abilità che il bambino ha già acquisito nei primi anni di vita. La scuola deve aiutare il bambino a sviluppare il più possibile le capacità comunicative che gli permetteranno, in futuro, di relazionarsi con adeguatezza al contesto sociale. Si tratta di facilitare l'acquisizione e l'interiorizzazione delle capacità linguistiche e il dialogo con il mondo esterno. Le attività didattiche dovranno tener conto delle specificità dei singoli soggetti, del loro curricolo implicito, della loro provenienza e della diversità che li caratterizza. Lo studio della lingua straniera sta diventando sempre più significativo per la formazione del cittadino europeo e per un incontro proficuo fra le diverse culture.

LO SPAZIO, L'ORDINE, LA MISURA

Fa riferimento alla capacità di guardare la realtà e ciò che ci circonda

confrontare e analizzare dati. Inoltre, l'uso della matematica aiuta a sviluppare il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi e di prendere decisioni informate.
Dettagli
A.A. 2019-2020
297 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Docimologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof D'Ugo Rossella.