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INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NEL CONTESTO EUROPEO
33 milioni ½ nel 2014; inseriti in contesti spesso di penalizzazione e sfruttamento
lavorativo, alimentato da una visione delle migrazioni pensata solo in termini di
tornaconto economico. Tipi di integrazione:
- Francia e modello “assimilazionista” (porta ad una “doppia assenza”)
- Gran Bretagna e modello “pluralista” o “multiculturale” (dove gruppi culturali
considerati non pienamente britannici vengono esclusi e marginalizzati)
- Germania e “istituzionalizzazione della precarietà” (oggi evoluto nella
progressiva inclusione degli immigrati da tempo ma difesa dei nuovi ingressi).
SVILUPPO DELL’ORIENTAMENTO INTERCULTURALE NELLA SCUOLA ITALIANA
1. 1989 Circolare: Accesso generalizzato al diritto allo studio, l’apprendimento della
lingua italiana e la valorizzazione di lingua e cultura di origine. Attenzione ancora
posta sugli alunni immigrati.
2. 1990 Circolare: Coinvolgimento degli alunni italiani in un rapporto interattivo con
gli alunni stranieri.
3. 1994 Circolare: Attenzione alle discipline e ai programmi didattici, da rileggere in
ottica interculturale
4. 1998 Prima legge sull’immigrazione
5. 1999 L’inserimento scolastico può avvenire in ogni periodo dell’anno e spetta al
collegio dei docenti formulare proposte opportune per il singolo studente
6. 2002 discussa legge sulla restrizione dell’immigrazione
7. 2007 Documento del MPI che descrive un modello di integrazione interculturale
italiano, piuttosto maturo, ribadendo molti principi già detti e aggiungendovene
di nuovi (valorizzazione plurilinguismo)
8. 2010 30% soglia massima presenza stranieri in classe
PROSPETTIVE ODIERNE DELL’EDUCAZIONE INTERCULTURALE
Differenti strategie europee per promuovere l’ed. interculturale:
- Misure di orientamento: informazioni sulla scuola, mediatori interculturali,
momenti di incontro…
- Strategie per rafforzare l’integrazione scuola/famiglia migrante: docenti referenti
e mediatori culturali
- Insegnamento madre lingua: solitamente in tempi extrascolastici (possibilità Ed.
degli Adulti)
- Promozione di comprensione dei rapporti tra persone di differente cultura:
apprendimento di valori antirazzisti, approfondimento della diversità culturale
contemporanea…
Modelli attraverso cui queste strategie vengono adottate:
- Modello integrato
- Modello separato: “accordi transitori” o “misure a lungo termine” (quasi mai
presente solo, in alternanza con il primo modello).
In Italia: modello integrato. Riflessioni:
- Centrale risposte scolastiche in sinergia con soggetti pubblici e privati.
- Criticità del termine “studente straniero” e riconoscimento dei reali bisogni di
tale studente.
- NODI CRITICI: “canalizzazione formativa” nella scuola secondaria di II grado
(verso istituti professionali e tecnici); mancato riconoscimento delle istanze
della seconda generazione dell’immigrazione (mancata cittadinanza per
ius sanguinis banlieues
principio che ha portato ribellioni come le parigine ma
anche iniziative d’attivismo civico come quelle dell’associazione “Rete G2”).
Capitolo 2: Aspetti epistemologici e semantici della pedagogia
interculturale
1. Pedagogia interculturale come rivoluzione copernicana
Nella società attuale le domande vertono su: valori da promuovere, antropologia e
metodologia a cui riferirsi rispettando tutte le forme di diversità non misconoscendo
lo scopo modificativo dell’educazione.
SVILUPPO DELLA PEDAGOGIA INTERCULTURALE
Intercultural Education
1. 1920: primo impiego del termine in America con
accezione assimilatoria.
2. Negli anni 60, con le manifestazioni per i diritti civili, in tutti i paesi anglofoni si è
sviluppato il concetto di Ed. Multiculturale. Anche il Consiglio d’Europa fece per
molti anni propria tal strategia.
3. 1977-83: un gruppo di lavoro guidato da W. Rey pone la necessità di
un’educazione interculturale. 1983 Conferenza a Dublino: i ministri europei
dell’educazione adottano un’impronta interculturale.
4. L’Italia, paese di recente immigrazione, ha potuto attuare direttamente una
prospettiva interculturale
2. Considerazioni sotto il profilo epistemologico
UNIVERSALISMO
Considera la realtà come indipendente dalle rappresentazioni umane, la verità e la
conoscenza come oggettive e il linguaggio come separato dal mondo. Al centro di
questo pensiero vi è una visione etnocentrica. L’approccio che ne consegue è
Transculturale.
MULTICULTURALISMO
Dagli anni Sessanta e lotte civili. Considera la realtà come costruita attraverso
interpretazioni, la verità e la conoscenza intersoggettiva e il linguaggio come
contribuente alla costruzione del mondo. Questo modello è dolorosamente fallito,
con critiche politiche (ci si sconcentra dall’identità del Paese ospitante) e
pedagogiche (incoraggia la separazione, indebolisce l’identità collettiva, sopporta
pratiche deplorevoli, considera le culture in modo statico e non favorisce il dialogo).
MODELLO INTERCULTURALE
Pretceille: l’interculturale va costruito attraverso tre prospettive chiave:
- Asse soggettività-intersoggettività (visione della cultura che tenga conto del suo
processo di oggettivizzazione ma anche e soprattutto del movimento e della
dimensione intersoggettiva)
- Asse identità-alterità (considerare l’altro non in opposizione ma nell’interferenza
con l’io; riconoscere che la percezione dell’altro è spesso mera proiezione dell’io)
- Asse differenza-universalità (la diversità può portare a rinnegare l’altro per paura
ma anche l’universalismo può portare ad una in-differenza, al negare l’altro per
assimilazione. Per Pretceille, le diverse culture sono considerate come metafore
per esprimere lo stesso reale.)
L’interculturale non è risposta ai problemi ma approccio per affrontarli in modo
corretto.
Apporti Scientifici: Sul piano epistemologico il pensiero pedagogico interculturale
ha goduto di apporti scientifici da parte di molte altre discipline come antropologia
culturale, sociologia, filosofia, psicologia sociale sperimentale, pedagogia
generale… Pertanto sul piano epistemologico va stimolato un rapporto
interdisciplinare.
Punti Fermi dell’Approccio Pedagogico Interculturale:
- Rischio di riferire un discorso interculturale ad un tema specifico
- Il prefisso intercultura equivale a interazione
- E’ rivoluzionario perché cambia modo di guardare alla differenza (no rischio ma
possibilità)
- La multiculturalità della società va messa in moto per farla divenire
interculturalità. Nella consapevolezza che l’interculturalità non esiste, ma solo
l’educazione interculturale: le culture non interagiscono da sole.
3. Chiarificazioni semantiche -vedi schemi Globalizzazione e
Pedagogia Interculturale-
4. Competenze interculturali (CI)
Fantini: individua tre ambiti o domini che concernono le CI: l’abilità di
stabilire/mantenere le relazioni, l’abilità di comunicare, la capacità di collaborare
per obiettivi/necessità comuni.
Byram: distingue le abilità in due categorie principali: abilità di interpretare e
stabilire relazioni tra aspetti delle due culture, abilità di scoperta e interazione.
RICERCA SULLE COMPETENZE INTERCULTURALI DELL’UNIVR:
Fase 1: analisi critica della letteratura: i modelli rivelano i seguenti punti critici:
- Approccio individualista
- Si riferiscono spesso a multicultura e transcultura
- Hanno rischi di stigmatizzazione
- Si tiene poco conto della dinamicità della cultura
Fase 2: ricerca empirica nel settore scolastico
- Difficoltà strutturali
- Maggiore attenzione a fattori cognitivi a scapito di quelli emotivi e relazionali
- Scarsa riflettività
- Scarsa gestione dei conflitti e forme comunicative spesso vicine a stereotipi
Fase 3: elaborazione modello teorico di competenze interculturali
- Le competenze sono state suddivise in
Sapere => conoscenze: culturali, linguistiche…
o Saper fare (skills) => capacità di applicare le conoscenze per
o obiettivo/problema: osservazione, analisi ed interpretazione della realtà
esterna…
Saper essere => attitudini che facilitano la messa in atto di prestazioni
o efficaci: apertura, decentramento, rispetto, empatia
all’area del Sé
- Al centro delle competenze stanno quelle relative (saper
essere)
- Significativi per lo sviluppo delle competenze sono l’ambiente esterno e le
relazioni interpersonali
MEDIAZIONE EDUCATIVA INTERCULTURALE
Una delle modalità di intervento principi del settore pedagogico:
- L’educatore è mediatore tra il ragazzo e il mondo sociale ma anche tra ragazzo e
compito di apprendimento.
- L’azione educativa implica sempre aspetti di mediazione perché basata sul
passaggio di informazioni rielaborate dalla mentalità e dai metodi degli
educatori: sempre tenerne conto e “vigilare” sul proprio modo di porsi scegliendo
un metodo, una zona intermedia, che favorisca tutti.
La Figura Del Mediatore Interculturale
Sue caratteristiche: ascolto attivo, consapevolezza dei propri e altri riferimenti
culturali e delle emozioni in gioco, capacità di gestire creativamente i malintesi.
Suoi possibili interventi a scuola:
- nella fase di accoglienza,
- fornire informazioni agli insegnanti sulla scuola nei Paesi d’origine…
- sostenere l’insegnante nell’inserimento della lingua italiana,
- interpretariato e accoglienza dei genitori.
Il ruolo: stimolare un incontro che sia rispettoso dei vari standard culturali
interiorizzati, vero contatto e vera conoscenza nel rispetto della diversità,
promuovendo anche il pensiero divergente.
Capitolo 3: Temi emergenti e aspetti didattici della pedagogia
interculturale
1. Temi emergenti per la didattica interculturale
Obiettivi interculturali trasversali a tutte le discipline:
- consapevolezza dei motivi storici che hanno causato una mentalità
particolaristica, con conseguente chiusura alla diversità
- analisi critica dei pregiudizi svelandone l’infondatezza e i privilegi che
nascondono
- comprensione della necessità di solidarietà
- sviluppo di atteggiamenti di rispetto *vari riferimenti ai capitoli precedenti*
EDUCAZIONE INTERCULTURALE A SCUOLA
Nella scuola italiana, l’utopia interculturale è ancora da realizzare a livello di
curricoli, programmi e formazione. Molto spesso i caratteri delle iniziative s