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Ogni tempo (infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia) ha un suo compito peculiare ed una
sua precisa direzione etica. Anche per Guardini come per Erikson, ogni fase è segnata da
una crisi, che stimola e motiva la persona ad effettuare il passaggio alla fase successiva.
Per ogni fase della vita vengono indicate precise responsabilità etiche e opportuni
atteggiamenti educativi pedagogia ed etica strettamente correlate.
Tra corpo e spirito: per una pedagogia ai confini tra Visibile e Invisibile
Il processo dinamico di sviluppo dell’essere umano è pensato come un continuum
dinamico in cui lo spirito progressivamente si incarna, per esprimersi e dare forma alla
materia, per poi riprendere il processo inverso, quello di ritorno al mondo spirituale con la
ricchezza interiore conquistata sulla terra, attraverso le esperienze fatte.
Il rapporto tra spirito e materia è complesso, e si articola attraverso la compresenza e
compartecipazione di più corpi, che nel corso degli anni subiscono delle trasformazioni,
insieme al variare dell’organismo fisico.
Per Bernard Lievegoed, lo sviluppo si realizza attraverso l’articolazione di tre processi
intrecciati tra loro che riguardano lo sviluppo biologico, quello psichico e quello spirituale.
Anche in questo caso lo sviluppo è sempre relativo all’equilibrio tra poli contrapposti
sviluppo biologico (costruzione e distruzione); sviluppo psichico (introversione ed
estroversione); sviluppo spirituale (creatività e saggezza).
Anche qui, la circolarità e complementarietà tra le polarità si esplica anche attraverso la
circolarità tra passato e futuro i fattori causali (il passato) determinano il presente in
maniera decisiva tanto quanto gli aspetti finali (il futuro).
Per Lievegoed, l’anima umana comprende anch’essa due poli: una parte corporea,
attraverso la quale l’anima percepisce istinti e desideri, ed una parte spirituale, nella quale
l’anima si trova ad essere collocata nel mondo spirituale.
Lo sviluppo, attraverso le età della vita, si verifica attraverso un cambiamento ed una
crescita che va dal processo di incarnazione nella realtà fisica, e di espansione ed
affermazione creativa del mondo, all’amplificazione del mondo spirituale. È come se
dall’infanzia all’adolescenza si costruisse la casa (corpo) in cui abitare con tutte le sue
dotazioni. La fase intermedia della vita, sono impegnate nella costruzione delle forze della
volontà, del sentimento, del pensiero, realizzando ed estrinsecando la propria creatività.
Nell’età matura si realizza e manifesta la saggezza, attraverso l’evoluzione della coscienza
nelle facoltà dell’intuizione, dell’inspirazione, dell’immaginazione.
La multidimensionalità del Sé
Il Sé, nel pensiero di Demetrio, acquisisce una realtà ancora più complessa e
multidimensionale. Egli lo descrive come uno spazio estremamente articolato, all’interno
del quale alcune ragioni della soggettività emergono più di altre, poiché si rilevano utili
all’economia psichica generale dell’individuo.
Egli individua dei continuum pedagogici, ovvero delle componenti e/o qualità vitali che in
età adulta rappresentano delle apicalità, delle dimensioni particolarmente motivanti lo
sviluppo ed il cambiamento. I continuum pedagogici individuati da Demetrio sono i
seguenti:
• Riconoscimento di sé: pratica dello specchio. Identificarsi in età adulta attraverso
luoghi, persone.
• Ludicità: pratica della leggerezza. L’esperienza del gioco continua ad assumere un
significato fondamentale anche in età matura. Non ha uno scopo, ma è appagante
in sé stesso.
• Avventura: pratica della sfida. Questo continuum è presente nei periodi di
transizione.
• Magistralità: pratica riproduttiva. Si tratta dell’attitudine nel prendersi cura dei
propri prodotti (sia biologici che culturali).
• Decisionalità: pratica della scelta. Incremento della capacità di consapevolezza e
di assunzione di responsabilità di fronte alle proprie scelte.
• Reciprocazione: pratica dello scambio. Dare e ricevere come dinamica formativa
per operazione affettive e commerciali. La relazione è una dimensione
imprescindibile di educazione, sia in ambito familiare che in altre agenzie formative.
La finalità è quella di arricchire il senso di umanità dentro di sé.
• Proiettività: pratica del futuro. È pratica di meditazione e introspezione, di
approfondimento di motivi esistenziali il soggetto tira fuori e valorizza le risorse
accumulate.
• Autorealizzazione: pratica dell’espressione.
Tutte queste apicalità pedagogiche si realizzano generalmente attraverso quelle che
Demetrio chiama apicalità esistenziali e sono: l’amore, il lavoro, il gioco e la morte
gli adulti apprendono se coinvolti in circostanze che racchiudono questi eventi.
A queste vengono collegate delle aree valoriali di base, in cui declinare tutti i valori che
abbiamo indicato. Queste sono: il senso di sé. La realizzazione, l’intimità, la creatività e il
gioco, la ricerca del significato, la libertà, la responsabilità, la cura.
Verso la realizzazione del Sogno personale
Il sogno rappresenta la proiezione di sé stessi nel futuro. Gli elementi che lo caratterizzano
possono essere così individuati: presenza di una o più immagini di carattere sentimentale,
desideriale; chiarezza dei suoi contorni; benessere nel pensarlo.
Secondo Hillman, il nostro sogno viene da lontano, esiste prima della nostra nascita.
Per una valorizzazione della differenza di genere
Per Levinson, la differenza di genere è sostanzialmente una differenza di tipo culturale, un
condizionamento finalizzato alla separazione di ruoli e caratteristiche tra i sessi.
Anche le teorie dello sviluppo sono state pensate prevalentemente al maschile, e solo
dopo il riconoscimento dell’uguaglianza, si è reso necessario effettuare delle ricerche
sull’identità rimossa del femminile dalla cultura patriarcale.
Lo sviluppo e l’identità femminile palesano un profondo senso di Unità, di connessione ed
interconnessione tra le diverse dimensioni della persona e tra le persone ed i relativi
contesti. Si valorizzano realtà che nella storia del pensiero occidentale sono state rimosse,
o considerate secondarie e marginali.
Capitolo 4. La giovane età adulta
Della virtù dell’Amore
L’amore è indicato da Erikson come la virtù, e quindi la forza vitale da acquisire nella
giovane età adulta.
Esistono comunque diverse forme di Amore nella relazione tra gli esseri umani, ma in
senso pedagogico, l’Amore può essere inteso principalmente come una dimensione
dell’animo umano intrisa sia di affettività soggettiva (stimolo al cambiamento, interrogarsi,
…) che di riferimenti individuali superindividuali (sperimentazione di nuove possibilità) è
una dimensione che si apprende, si arricchisce e sviluppa per tutta la vita.
L’amore presuppone sia l’identità che la fedeltà.
Secondo Erikson in senso evolutivo l’Amore è la trasformazione dell’amore ricevuto nello
stadio della pre-adolescenza nella cura degli altri che ci assorbe durante la vita adulta.
Amore come dimensione che caratterizza eventi inevitabilmente coinvolgenti, è di per sé
un’apicalità esistenziale generatrice di apprendimento in età adulta.
Dell’Intimità e dell’Isolamento
L’intimità non si riferisce solo all’intimità sessuale, ma al saper condividere, mettere a parte
l’altro delle proprie emozioni, sentimenti, pensieri, aspirazioni, far partecipare l’altro al
nostro umore.
Parlando di intimità e affettività ci si riferisce all’acquisizione delle competenze che
coinvolgono sia l’intelligenza interpersonale che quella intrapersonale, e da un lato la
capacità di centrarsi sul vissuto dell’altro, dall’altro lato si tratta di sviluppare la capacità di
accedere alla propria vita affettiva, di sapersi accettare e confidare in sé, di compiere
scelte autonome a livello affettivo, morale e sociale.
L’intimità, quindi, conduce a vivere e sperimentare l’Amore come “reciprocità di devozione
capace di superare sempre l’antagonismo inerente nella divisione delle funzioni”. Così
intesa, l’Intimità va al di là della banalizzazione e riduzione di essa al consumo sessuale,
diventando finalità educativa urgentissima per i nostri tempi.
Compiti esistenziali: tra realizzazione del Sogno e ricerca dei valori di riferimento
La visione del Sogno personale ha a che fare con tutte le componenti dell’identità
personale, in particolare con quella dimensione di stabilità che, nonostante le crisi, le
transizioni e i cambiamenti, mantiene una certa continuità. Il sogno non è caratterizzato
solo da cosa voglio fare da grande, ma soprattutto come voglio essere crisi dei trent’anni.
Autostima, riconoscimento, corpo proprio, orizzonte soggettivo di senso e mondo storico
culturale, possono essere considerate le dimensioni costitutive dell’identità personale che
si intrecciano sin dai primi anni di vita. Il Sogno personale è un progetto autorealizzativo
che non può essere visto in modo chiaro, ma si palesa attraverso le continue crisi e
cambiamenti il giovane adulto ha il compito di definirlo e trovare il modo per realizzarlo.
La chiarezza nel definire il sogno è influenzato dal contesto culturale di appartenenza
(Fiducia, Stima, Identità sviluppata da piccoli).
Secondo Levinson, la figura del Mentore (adulto 8-15 anni più grande) dovrebbe aiutare
alla realizzazione del Sogno, incrementare le abilità, capacità e competenze del giovane,
aiutarlo nell’ingresso nel mondo degli adulti. Tale figura deve essere però temporanea.
Tra le aree valoriali che vengono rimarcate dal mentore vi sono: il senso di sé (ricerca di
identità e della propria unicità); la realizzazione (espressione concreta del senso di sé e
del desiderio di espansione); l’intimità e l’amore (sperimentazione e strutturazione dei
legami di affetto); la creatività (ricerca e concretizzazione lavorativa, amplificazione dei
talenti personali); la ricerca del significato (ricerca e passaggio dall’avere all’essere).
Le principali apicalità pedagogiche coinvolte saranno: l’avventura, l’autorealizzazione, la
decisionalità, la proiettivit&a