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Le prime elezioni libere del 1985, vedono la vittoria del Partito Democratico del Lavoro, ma
la vera svolta avviene nel 1988 con la vittoria del Fronte Popolare.
La nuova amministrazione rappresenta un momento di rottura con la vecchia casta dei
burocrati, cercando di creare un dialogo con la cittadinanza attiva bilancio
partecipativo.
l’obiettivo era quello di portare la popolazione alla partecipazione attiva alla vita politica,
discutendo le spese, gestendo le risorse legame fiduciario tra cittadino e istituzione.
Capitolo 4. Partecipazione democratica e educazione: tra fede e
impegno sociale.
Partecipazione e liberazione: per un impegno sociale condivisibile
Il concetto di partecipazione è sottolineato dalla costituzione conciliare Gaudim et Spes da
cui prende le mosse la teologia della liberazione. La dimensione della partecipazione
alla vita democratica, è considerata dalla cristianità come una delle forme importanti di
espressione di libertà e di responsabilità.
Secondo il Concilio, le condizioni sociali non possono essere considerate secondarie
rispetto alla crescita personale e spirituale dei cittadini.
La compartecipazione tra processi politico-sociali e processi educativi è riconosciuta
anche dal magistero della chiesa, ed è una caratteristica fondamentale del bilancio
partecipativo diritto-dovere alla partecipazione democratica; senso di responsabilità e
cittadinanza consapevole.
Educazione e “coscientizzazione” nell’opera di Paulo Freire
Paulo Freire era un pedagogista brasiliano, ideatore e fondatore di un vasto movimento di
“Cultura Popolare” che si concretizzò in Brasile a partire dal 1962 in un vasto piano di
educazione di base. Egli effettua una singolare sintesi tra cristianesimo e principi marxisti.
Per Freire è centrale la condivisione del processo educativo l’educazione deve
coinvolgere entrambi i soggetti della formazione. Viene inoltre data molta importanza alle
conoscenza linguistiche, per fare in modo di poter prendere coscienza della propria realtà.
Insieme all’alfabetizzazione, si realizza una vera e propria pedagogia della liberazione.
Per Freire, il contenuto dell’educazione è la situazione concreta, esistenziale, presente
degli uomini stessi. Egli riprende il concetto di situazioni-limite indicano l’appartenenza
ad un tempo e ad un luogo e i limiti esistenziali che ci segnano.
È necessario quindi assumersi consapevolmente e fattivamente la responsabilità della
propria collocazione esistenziale, anche nella dimensione delle forme della vita associata.
Il cittadino diventa così un soggetto attivo, che può offrire il proprio contributo i cittadini
sono considerati come “corpi coscienti”. La “coscientizzazione” per Freire indica il
processo attraverso cui l’uomo dall’essere semplicemente immerso passivamente in una
realtà, governato da atri, emerge consapevolmente e si inserisce intenzionalmente nel
proprio contesto sociale.
Dall’educazione depositaria all’educazione problematizzante
Il bilancio partecipativo, può essere quindi considerato come una sorta di laboratorio
educativo, in cui teoria e prassi mantengono la propria circolarità dialettica.
In questo modo si realizza un’educazione-formazione, intesa non più come trasferimento
di contenuti dal docente ai discendenti (educazione depositaria), ma come educazione
problematizzante, nella quale la vita stessa concreta, attraverso la partecipazione
democratica, è oggetto di analisi e problemi da indagare per tutti i soggetti coinvolti nel
processo educativo processo di liberalizzazione, umanizzazione.
L’oggetto della conoscenza è sempre in divenire dinamico, non realtà statica, ma
processo. Per questo l’educazione problematizzante è una delle dimensioni fondamentali
della rivoluzione culturale.
Capitolo 5. Bilancio partecipativo ed educazione permanente
Al cuore dell’educazione permanente: personalità e democrazia
Tra le finalità principalmente riconosciute oggi all’educazione permanente, vi è quella di
armonizzare e attivare insieme lo sviluppo della persona, come autenticità, creatività,
soggettività, competenze sociali e personali.
Dewey il processo educativo ha due aspetti: uno psicologico e l’altro sociologico. Lo
sviluppo delle caratteristiche e dei talenti individuali acquista significato quando essi
possono esplicitarsi nelle loro opportunità sociali, nel loro potenziale di condivisione,
arricchimento e servizio nella e per la collettività.
Nella tradizione del pensiero pedagogico, la dimensione sociale è insieme fine e mezzo
del processo educativo la dimensione sociale è quello spazio relazionale e culturale
in cui ognuno può confrontarsi con valori superindividuali, ricercando in questo
modo una personale sintesi tra la soggettività della singolarità biopsichica e
l’universalità degli ideali socioculturali.
L’educazione è vista come un processo che rende disponibile il soggetto al dover essere
dei valori ideali, così come sono incarnati nella tradizione culturale della propria collettività,
un processo destinato ad agevolare la personale sintesi esistenziale di ciascuno.
Il piano psicologico del temperamento e dei bisogni, è assunto come la base di ogni
processo educativo, che può concretizzarsi nella dimensione determinante della realtà
socio-culturale. Creazione come processo di autenticazione e personalizzazione della
soggettività attraverso il confronto sociale.
Il concetto stesso di persona elaborato da Emmanuel Mounier descrive la complessità e
l’interdipendenza tra dimensione sociale e psicologica. Le tre dimensioni spirituali
dell’uomo sono vocazione, incarnazione e comunione.
Egli inoltre sottolinea l’importanza del rapporto tra educazione e democrazia.
La realtà del bilancio partecipativo tende a realizzare una sorta di tirocinio sociale, in cui è
possibile sperimentare non solo le proprie competenze relazionali, ma anche la capacità di
condividere e decidere insieme per il bene di tutti. Attraverso questo tirocinio, l’intera
personalità ha modo di arricchirsi e di esplicitare i propri talenti, anche attraverso il
confronto e la discussione.
Si profila così l’opportunità di realizzare una sintesi tra la dimensione soggettiva
dell’esserci del singolo e la realtà oggettiva della cosa pubblica, spesso vissuta come una
realtà lontana gestita per noi da altri.
È importante che sia l’atteggiamento rivolto all’autosviluppo creativo dell’individuo, sia
quello rivolto all’educazione per la formazione di una società adatta alle persone che la
compongono, siano in equilibrio tra loro.
La vera educazione è la scienza di collegare le parti integranti dell’uomo e di
collegarlo, a sua volta, con l’ambiente e con quel tutto più grande nel quale deve
compiere la sua parte.
La formazione delle competenze sociali
Le caratteristiche del bilancio partecipativo posso contribuire nell’assolvere importanti
compiti educativi nelle diverse età evolutive.
Se ben gestite, le dinamiche del bilancio partecipativo, possono consentire a ciascuno di
manifestare il proprio disappunto o il proprio consenso rispetto ad una questione,
sentendosi in questo modo parte della comunità.
Le tre dimensione che vanno a svilupparsi sono il consolidamento dell’individualità,
grazie allo sviluppo del senso di appartenenza; l’amplificazione della soggettività, come
consapevolezza interiore di condividere i significati dell’umanità intera; la dilatazione del
senso di responsabilità nella dialettica con la libertà individuale. Le competenze
sociali rappresentano, quindi, un’amplificazione dei bisogni sociali nella direzione di
un’amplificazione della consapevolezza di sé nella compresenza con il tutto.
Alla base della formazione dei sensi sociali sta la strutturazione del giusto equilibrio della
relazione tra libertà (affermazione della soggettività individuale) e responsabilità (nei
confronti degli altri).
Un precedente illustre: i “Centri di Orientamento Sociale” di Aldo Capitini
La compresenza è per Capitini “la realtà di tutti e dei valori in un infinito accrescimento, e
promuove i modi della non violenza e della permanente valorizzazione di tutti dal basso
come assemblea e produzione di valori”.
Il concetto della compresenza, nel celebrare il senso di profonda unione e responsabilità
reciproca con ogni essere vivente, promuove la ricerca di quell’agire sociale che possa
corrispondere alla più vasta interazione possibile tra esseri umani, attivando le più diverse
forme di omnicrazia ognuno dovrebbe agire tenendo conto di tutti gli altri esseri.
Vi è così un riferimento all’educazione permanente, poiché, attraverso le assemblee in cui
si discutono e si affrontano i problemi, avviene la formazione del cittadino.
I cos, furono fondati a Perugia dal 1944 al 1948 con lo scopo di realizzare questa
emancipazione pedagogica e la gestione del potere dal basso, nell’orientamento politico-
religioso costituito dall’idea della compresenza. Questi centri erano attivati per riunione e
discussioni aperte a tutti su tutti i problemi amministrativi, locali, generali, politici. Lo scopo
era quello di far vivere ad ogni abitante la presenza nella cosa pubblica. Uno dei capisaldi
era la non violenza.
Non mancano critiche a questo approccio (Noberto Bobbio) il quale vede la democrazia
diretta come una pura illusione.
Per una cittadinanza terrestre: natura e intercultura
Notevole importanza viene ricoperta, in ogni contesto, alla questione ambientale
Orientamento al recupero della consapevolezza dell’identità terra e del degrado
ambientale verso cui ci stiamo irrimediabilmente avviando.
La consapevolezza della cittadinanza terrestre coinvolge insieme al sistema terra-natura,
quello terra-cultura-esseri-umani-tutti.
Capitolo 6. Dal validare al progettare: la nuova frontiera della
partecipazione
Nel tempo presente si avverte in maniera sempre più forte l’importanza del principio della
partecipazione dei cittadini al governo del territorio, nella convinzione che il benessere di
una comunità rappresenta un interesse e un impegno collettivo, e non una responsabilità
esclusiva dell’amministrazione.
La partecipazione non deve essere un luogo di costruzione del consenso, ma un luogo di
programmi condivisi cittadini come risorsa.
Le molte ipotesi partecipative, sono accumunate dalla finalità educativa, e dalla risoluzion