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DIALOGO INTERCULTURALE
Accoglie al suo interno anche aspetti del religioso. Mette a confronto le diverse appartenenze culturali per sviluppare una cittadinanza democratica, laica, inclusiva. Si basa su pluralismo, differenza e apertura per promuovere un'identità planetaria.
Capitolo 2: DIALOGO INTERRELIGIOSO COME CONTRIBUTO ALLA RECIPROCA CONOSCENZA
Principi e organizzazioni internazionali non sono stati sufficienti a debellare la piaga delle guerre e del terrorismo, azioni di violenza e discriminazioni fatte in giustificazione di una appartenenza religiosa che ne renderebbe lecite le azioni. Quando la religione viene strumentalizzata e assume il ruolo di 'paladina della verità', piuttosto che ricerca continua di spiritualità, ogni suo contributore rischia di perdere significato.
La LIBERTÀ RELIGIOSA comporta:
- libera costruzione di identità dei credenti appartenenti alle molteplici tradizioni religiose;
- libera identità dei non credenti.
Per sviluppare una cittadinanza democratica, laica, inclusiva. Nonostante il forte bisogno di riconoscere parità e diritti a tutte le religioni, le organizzazioni internazionali arrivano piuttosto tardi (anni '90) a definire in modo programmato le azioni da attuare in favore del dialogo interreligioso.
Il programma UNESCO prende corpo nel 1996, in seguito alla Dichiarazione di Barcellona (1994) riflessione religiosa per la Cultura di Pace, ma si definisce con maggiore chiarezza nel decennio che segue. Nel 2006 viene firmato un accordo di rete di cattedre UNESCO per rispondere ai conflitti tra le popolazioni dell'ex-Jugoslavia attraverso la cultura del dialogo.
Lo scopo: responsabilizzare le comunità di credenti; confrontarsi sui principi della pace e convivenza piuttosto che all'uso della guerra come strumento per imporre una fede sull'altra. Allontanare questi temi dalla sfera della discussione e del dibattito significa rinforzare il possibile irrigidimento.
delle identità e favorire il diffondersi dei pregiudizi. Anche l'UNIONE EUROPEA ha condiviso le politiche e strategie del dialogo.
2008 - DICHIARAZIONE DI BERLINO sul dialogo interreligioso si promuove la diffusione e la sollecitazione del dialogo all'interno degli stati membri dell'Unione, ma la prospettiva attraverso cui si analizza il pluralismo religioso è ristretta perché vengono coinvolti solo i leader delle comunità religiose e il dialogo è limitato alle 3 religioni monoteiste: cristianesimo, islam e ebraismo.
SOCIETÀ LAICA: società in cui le tradizioni religiose sono riconosciute, garantite dalle leggi dello Stato considerate per il loro contributo cultuale ed in cui viene dato pari riconoscimento giuridico alle diverse fedi evitando rapporti privilegiati.
LAICITÀ: spesso questo concetto viene strettamente collegato a quello di laicismo, anticlericalismo, non ecclesiastico, come avviene nel dibattito
italiano in cui la storica presenza di una tradizione religiosa di maggioranza ha creato qualche confusione concettuale (religioso e cattolico sono usati come sinonimi). Questa poca chiarezza ha contribuito a rendere poco visibile il PLURALISMO RELIGIOSO presente sul territorio. La laicità come autonomia e indipendenza dello Stato da tutte le religioni, ma anche come pluralismo e valorizzazione dell'inclusione e delle diversità. Lo sviluppo del dialogo interreligioso ha preso avvio all'interno in un mondo tutto cristiano: - CONCILIO ECUMENICO VATICANO II - documento con cui la Nostra Aetate si riconosce l'esistenza di altre religioni definite in modo generico "non cristiane" che la Chiesa presenta e interpreta all'interno della propria prospettiva. Anche se risente del ruolo centrale assunto dalla Chiesa cattolica, farà da modello d'ispirazione per gli anni successivi. LA REALTÀ ITALIANA La Chiesa Cattolica ha sempreavuto un ruolo egemone nello sviluppo della cultura italiana e nei confronti delle altre comunità credenti, esercitando su queste un controllo che nel corso della storia ha portato spesso a costruire rappresentazioni dell'altro come alterità negativa, tollerabile solo se disponibile alla conversione.
1871 - Legge delle Guarentigie
Provvedimento legislativo del Regno d'Italia che regola i rapporti tra Stato italiano e santa Sede. Fu un'azione unilaterale stabilita dal governo e non accettata dalla Chiesa. Assicurava al pontefice una serie di connessioni e condizioni.
1929 - Patti Lateranensi
Rappresenta un accordo bilaterale tra Stato e Chiesa che ha causato uno squilibrio presente ancora oggi: per quanto riconoscesse la reciproca indipendenza su territorio nazionale, rappresenta, di fatto, l'ammissione di un credo religioso superiore agli altri (in particolare ebraico e protestante). Ha condizionato molti aspetti culturali e legislativi della
realtà italiana e che interessa anche il modo con cui vengono espressi oggi i valori di laicità, democrazia, libertà.
61948 – Statuto AlbertinoSi impegna a riconoscere come culti ammessi l'ebraismo e il protestantesimo, ma il riferimento alla tradizione cattolica rimane, tanto che tali culti mantenevano con questa un rapporto di minoranza e dipendenza simbolica.
Per quanto organizzate differentemente, gli strumenti utilizzati per avviare il loro riconoscimento erano impostati sul modello culturale cattolico, dentro il quale le altre confessioni religiose non potevano in alcun modo riconoscersi.
Negli ultimi decenni, con l'arrivo e la diffusione di altre religioni rispetto a quelle cristiane, si sono aperti altri spazi di confronto senza però mettere in discussione la legislazione vigente e procedere per una riforma in grado di garantire la presenza di un pluralismo religioso paritario.
Appare necessario rivedere l'art. 7 della Costituzione
Italiana e il suo significato:Stato e Chiesa cattolica sono indipendenti sovrani.Altre confessioni religiose sono considerate nell'art. 8 con differente peso politico. Si tratta di anomalie importanti che tendiamo a rimuovere o a sottovalutare, ma che esprimono una mancata coerenza nei valori di laicità e democrazia.
EDUCARE AL PLURALISMO RELIGIOSO
Educare i giovani insegnanti, formatori ed educatori al pluralismo religioso e culturale deve essere considerato un prioritario investimento formativo.
Il caso italiano è esplicativo della mancata applicazione delle indicazioni europee: la presenza della religione cattolica all'interno del sistema scolastico, genera forme di discriminazione e di non parità dei diritti per insegnati e alunni, produce confusione intellettuale e culturale quando tenta spesso di dare una conoscenza anche delle altre religioni. L'imposizione di una sola religione dentro il panorama scolastico può essere un
elemento di conflitto e non di sostegno alla pluralità e alla diversità. Si scontra con i buoni propositi e le raccomandazioni europee. ONU - 1989, Convenzione diritti dell'infanzia e dell'adolescenza Si afferma che bambini e adolescenti hanno il diritto di essere educati in modo olistico dove lo sviluppo spirituale si accompagna e si accorda con lo sviluppo cognitivo affettivo e fisico, in funzione del raggiungimento di un benessere che comprenda la dimensione morale, sociale e culturale. L'UNICEF coglie i molteplici aspetti del dialogo e sostiene che la religione e soprattutto la 2spiritualità possono avere in comune un'enorme influenza sullo sviluppo dei bambini poiché offrono un senso di protezione che aiuta a rispondere alle sofferenze. Credere in qualcosa che possa aiutare nei momenti difficili è per i bambini un rifugio simbolico. Educare al pluralismo religioso: forma le persone in modo attivo e critico; stimola la partecipazione.All’ascolto e allo scambio di saperi; favorisce la costruzione di una FORMA MENTIS flessibile, capace di cogliere in un quadro unitario elementi caratterizzanti altre specificità.
- Religione: credo comune condiviso. Chi è religioso è anche spirituale, ricerca esteriore formale.
- Spiritualità: individuale, credere nell’ultraterreno e spirituale senza necessariamente appartenere ad una religione. Ricerca all’interno di sé, più personale e meno dogmatico.
Da qui, il bisogno di introdurre nella scuola, fin dalla prima infanzia, percorsi educativi che aprono alla reciproca conoscenza dei valori condivisi. La scuola ha il compito di promuovere, nel rispetto delle differenze, un sapere flessibile, libertà di culto che strettamente connessa con la libertà di espressione e di pensiero.
DELORS – I 4 pilasti dell’educazione, UNESCO 1996
- Learning to do
- Learning to be
- Learning to live together
- Learning to
È la più significativa per lapartecipare e collaborare con gli altriformazione al dialogo e alla convivenza pacifica, sottolinea l’importanza di promuovere sindall’infanzia un’educazione che sappia coniugare lo sviluppo dell’intelligenza e sensibilità con leespressioni culturali e la spiritualità.
PRATICHE INTERRELIGIOSE
Si presentano due progetti di intervento sociale cooperativo
- Inaugurazione nel 2000 della Rete Globale delle Religioni per bambini: uno spazio in cuieducazione etica e dialogo interreligioso si integrano per soddisfare i bisogni dei bambini nellosviluppo delle loro esperienze spirituali e religiose.
- Esperienza sviluppata dalla ‘Interfaith Encounter Assosiaciat’ in Medio Oriente, rivolta amigliorare i rapporti tra israeliani, palestinesi, musulmani, ebrei e cristiani (sostituire la paura,ignoranza, diffidenza con conoscenza tolleranza e condivisione).
Capitolo 3
EDUCARE ALLA CULTURA DI PACE
Nuovi
aradigmi dell'educazione sociale e pr