Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Riassunto esame Pedagogia interculturale. docente Guetta Testo consigliato Antisemitismo senza memoria Insegnare la Shoah nelle società multiculturali, Autore Milena Santerini Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia interculturale. docente Guetta Testo consigliato Antisemitismo senza memoria Insegnare la Shoah nelle società multiculturali, Autore Milena Santerini Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia interculturale. docente Guetta Testo consigliato Antisemitismo senza memoria Insegnare la Shoah nelle società multiculturali, Autore Milena Santerini Pag. 6
1 su 10
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Antisemitismo ieri e oggi

1.

Amos Luzzatto si chiede cosa siano gli ebrei sottolineando la confusione di termini e concetti a questo

proposito. Egli conclude che gli ebrei sono una religione intendendo particolari organismi sociali relazionati

con le strutture del potere politico che organizzano i propri membri in base all’adesione a determinate

credenze, con l’uso di un linguaggio specifico da apprendere mediante l’educazione di gruppo. Secondo

Sartre gli ebrei non sono individuabili attraverso caratteristiche fisiche, né attraverso elementi culturali. Per

Sartre l’ebreo è “un’invenzione”, è l’uomo costretto a essere tale dallo sguardo altrui.

La storia di un odio

1.1.

In età antica i primi passi di un conflitto che oppone gli ebrei ad altri popoli riguardano lo scontro di identità

nazional-religiose in cui Israele comincia a svolgere il ruolo di capro espiatorio. Questo popolo è portatore di

un’identità propria dal punto di vista linguistico, religioso e culturale che ha costituito il punto di partenza

dell’antisemitismo. L’antigiudaismo religioso nasce più tardi, dallo scontro con la nascente fede cristiana. Nei

primi secoli dopo Cristo si interpretò la sconfitta degli ebrei come la conferma della condanna da parte di Dio

per l’uccisione di Gesù. Si fece strada un’ebreofobia da parte dei Padri della Chiesa. Un’altra costante,

nell’Europa medievale, riguardò la crescita dell’avversione contro gli ebrei in periodi di insicurezza e violenza.

A partire dal XV secolo si affianca alla componente teologico religiosa, quella economica. Il prestito a

interesse, praticato dagli ebrei e permesso dalla legge,(mentre l’usura veniva considerata peccato dal

cristianesimo) fece crescere l’idea dell’ebreo usuraio e sfruttatore che permane ancora oggi, seppur in

maniera diversa. Nel medioevo nascono le accuse più irrazionali, come il rapimento dei bambini e l’uso di

sangue per scopi rituali. Il Concilio Lateranense del 1215 sancì l’utilizzo di un segno di riconoscimento giallo

sugli abiti per identificare gli ebrei. Questi ultimi fecero da capro espiatorio anche in occasione di pestilenze,

epidemie e carestie. Culmine della persecuzione nei regni spagnoli fu la cacciata di tutti gli ebrei nel 1492 o, in

alternativa, la conversione forzata. I convertiti ,che avrebbero dovuto essere di razza pura(secondo le norme

della purezza del sangue), non potevano comunque accedere a cariche pubbliche o a privilegi. Dai cattolici

venne utilizzato il ghetto per gli ebrei convertiti. Uscite dai ghetti, le nuove generazioni, avevano sviluppato

notevoli capacità culturali e imprenditoriali. La nuova realtà scatenò l’ostilità della popolazione e la re-

invenzione della loro differenza. La svolta fondamentale dell’antigiudaismo si ha con la diffusione, nella cultura

europea di fine secolo, delle teorie razziste. Prendeva forma il “mito ariano”secondo cui le popolazioni ariane

erano una razza superiore a quella semita. Il razzismo scientifico, teorizzato da Joseph Arthur de Gobineau,

Edouard Drumont, Houston Stewart Chamberlain, classificava in base a criteri esteriori le razze ponendole in

gerarchia e autorizzando la superiorità di quelle ariane. In realtà quelle che impropriamente definiamo razze

sono gruppi umani non omogenei dal punto di vista genetico. Tra le due guerre, la crescita di un nazionalismo

aggressivo permise la falsa accusa di spionaggio ai danni di un ufficiale ebreo dell’esercito francese che

scatenò un’ondata di antisemitismo di enormi proporzioni. L’antisemitismo moderno nasce nella prima metà

del secolo scorso, unisce la dimensione economica a quella politica, cui si aggiungono la tradizionale

avversione della Chiesa. A fine 800 si consolida l’idea di complotto ebraico a causa della diffusione del falso

manoscritto: “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”. Questa pubblicazione apocrifa fu pubblicata dalla polizia

segreta dello zar a Parigi per convincere l’opinione pubblica del pericolo rappresentato dagli ebrei e

giustificare gli atti di antisemitismo (negli stessi anni in Francia il caso Dreyfus). Edito in tutta Europa, e diffuso

sotto il fascismo e il nazismo, il documento divenne la base della propaganda antiebraica e continua a essere

pubblicato anche ai nostri giorni, nonostante le prove che si tratti di un falso.

Verso lo sterminio di massa

1.2.

Hitler andò al potere in una Germania permeata di antisemitismo, in un periodo di depressione economica e di

frustrazione per gli esiti della Prima Guerra Mondiale, egli pose il sistema del nazionalsocialismo sulle basi

della purezza razziale. Il mito del complotto giustificò la persecuzione. Occorreva, rimodellare la società,

attraverso modelli di normalità e salute dove il virus ebraico sarebbe stato debellato con l’igiene razziale. Lo

sterminio degli ebrei fu quindi un progetto scientifico ingegneristico che usò anche modelli di tipo igienico-

medico, secondo la regola del darwinismo sociale, affiancato da un’enorme opera di propaganda e

condizionamento ideologico. Tutti coloro che collaborarono allo sterminio erano uomini comuni trovatisi in

particolari condizioni di influenza da parte dell’autorità. Negli anni seguenti la caduta del nazismo, l’enormità

dell’evento contribuì a creare una barriera contro l’antisemitismo anche se questo continuò ad esistere. Anche

in Europa è impossibile affermare che esso sia stato debellato. In Italia, la fase seguente il 1945 vide,

secondo Adriana Goldstaub, una sostanziale rimozione del problema, sostituito dal mito del buon italiano. Dal

Concilio Vaticano II e dalla dichiarazione Nostrae Aetate venne meno l’appoggio della Chiesa a ogni forma di

antisemitismo. L’antisemita italiano attuale si presenta come una persona di tendenze politiche conservatrici e

un basso livello culturale.

Il simile- dissimile

1.3.

Yves Chevalier ha sintetizzato le teorie di spiegazione dell’antisemitismo: Nell’ambito religioso- teologico

Lovsky definisce antigiudaismo di differenziazione lo sforzo della Chiesa di distinguersi dalla Sinagoga, con cui

si trovava spesso confusa nei primi secoli dell’era cristiana. Nell’ambito politico si parla di antigiudaismo di

installazione derivante dalla concorrenza con la minoranza ebraica. Anche l’antisemitismo moderno presenta,

secondo Gadi Luzzatto varie anime: quella socialista, cioè anticapitalistica che nasce dall’avversione per

l’usura, quella sociale derivante dalle conseguenze dei rapporti esistenti tra i gruppi sociali e a sentimenti di

antagonismo. La teoria psicologica che considera gli ebrei psicologicamente ostili. Le origini dell’antisemitismo

nella prima infanzia sono da ricercarsi secondo Adorno( Dialettica dell’illuminismo), nella famiglia e nella

scuola. Gli antisemiti vivono essenzialmente un rapporto gerarchico col mondo, caratterizzato da rigidità

mentale, ossequio verso i superiori, conservatorismo e sottomissione. Secondo Sartre l’antisemita è

caratterizzato da sentimenti di paura e insicurezza. Per Sibony alla base dell’antisemitismo si trova l’odio

idenititario, si tratta principalmente dell’orrore di vedere il diverso divenire lo stesso e lo stesso divenire

differente. Secondo Chevalier la teoria del capro espiatorio permette di spiegare come l’antisemitismo riunisca

componenti sociali molto differenti.

Un nuovo antisemitismo

2. Antisemitismo globalizzato

2.1.

L’annullamento delle distanze creato dalle rapidissime trasformazioni in campo tecnologico, economico,

finanziario, politico e culturale crea un vasto disordine. Occorre distinguere tra varie forme di globalizzazione.

Esistono per esempio forme di localismi globalizzati o globalismi localizzati così come modelli improntati al

cosmopolitismo o nette chiusure al globalismo. Si parla ormai di glocalizzazione intendendo un continuo

passaggio dal proprio ambito di vita, a quello più vasto con influenze reciproche. L’immigrazione ha posto con

forza il problema dei diritti delle minoranze linguistiche e culturali. Il pluralismo pone in discussione uno dei

principi cardini dello stato, ovvero quello di identità culturale. Disorientamento e disgregazione favoriscono

fenomeni di fondamentalismo in occidente come in oriente. Attraverso le nuove tecnologie leggende e

calunnie ai danni degli ebrei si diffondono ancora più rapidamente, con un impatto globale. È stata denunciata

da più parti la costituzione di una rete di estrema destra e fazioni del fondamentalismo islamico e un aumento

delle pagine con contenuti antisemiti. Nei siti di estrema destra dedicati a tali contenuti vengono diffusi discorsi

di negazione dell’olocausto. Gli esperti osservano che la violenza è aumentata anche da giochi elettronici.

L’antisemitismo è definito globale nella sua capacità di riaprire tematiche connesse all’idea di ebreo senza

patria. La guerra Israele- Palestina e le sue ripercussioni

2.2.

Il neo antisemitismo sembra assumere caratteri vecchi e nuovi. Negli ultimi anni, la questione

dell’antisemitismo è divenuta inseparabile dalla guerra Israele – Palestina che ha conosciuto un’intensa

ripresa con l’intifada del 2000. La distinzione tra antisemitismo e antisionismo si fa talmente sottile da divenire,

in alcune circostanze, inesistente. Il termine sionismo è stato coniato alla fine del XIX secolo per indicare il

movimento che voleva restituire una terra e una patria agli ebrei. Con la creazione dello Stato di Israele nel

1948 si può dire che scompaia l’antisionismo storico e si entri in una fase di post sionismo. Il sionista

moderno è colui che crede che lo Stato di Israele non appartiene solo ai suoi cittadini ma all’intero popolo

ebraico. È proprio al momento attuale che compaiono nuove forme di opposizione al sionismo attraverso la

lettura deforme del conflitto Israele – Palestina. Secondo lo storico Lewis tra antisemitismo e antisionismo

esiste un falso parallelismo: il conflitto arabo- israeliano è nelle sue origini un conflitto politico per problemi

concreti con una questione di pregiudizi e persecuzioni.

Dall’antisionismo all’antisemitismo

2.3.

Nel dopoguerra il discorso antisionista ha creato l’anello mancante tra anti-isrealismo e antisemitismo. Dopo

gli anni cinquanta prende il sopravvento l’antisionismo a fronte di un antisemitismo divenuto impresentabile

dopo la Shoah. L’ossessione antisemita si pone come soluzione alla paura del dissenso e del pericolo davanti

a un mondo complesso e alle sue crescenti disuguaglianze. Tuttavia non è possibile considerare

antisemitismo il comportamento di chi si schiera contro le scelte israeliane, numerose persone rivendicano il

diritto di prendere posizione senza

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
10 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher clapclap929 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia interculturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Guetta Silvia.