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TERZA PARTE
Capitolo 12: La scuola in Romania
Geografia fisica e umana
“Particolare”: è luogo latino in un continente slavo. Particolare è la gente, mentalità bizantina e cuore europeo.
La Romania è uno Stato dell’Europa orientale.
Capitale: Bucarest.
Confini: a nord l’Ucraina, a nord-est la Moldova, a nord-ovest l’Ungheria, a sud la Bulgaria, a sud-ovest la Serbia e
il Montenegro, mentre a sud-est il mar Nero.
Etnie: appare un paese etnicamente unitario con l’89,5% di cittadini rumeni. In realtà sono tante e articolate le
presenze etniche e linguistiche sul territorio a causa dell’instabilità dei suoi confini tra ‘800 e ‘900 e di tutte quelle
popolazioni che nel corso dei secoli hanno contribuito a plasmare l’identità. Sono ufficialmente 26 le etnie e 25 le
lingue materne dichiarate. L’etnia più numerosa è quella ungherese, seguita dall’etnia rom e da quella tedesca. Da
sottolineare anche la presenza italiana.
Queste minoranze etniche sono tenute fortemente in considerazione dallo Stato ospitante. Una nuova riforma
stabilisce che le minoranze, nelle località in cui esse superano il 20% della popolazione, abbiano diritto
all’insegnamento della propria lingua materna nella scuole, all’utilizzo di documenti amministrativi realizzati nella
loro lingua madre e alla segnaletica stradale bilingue.
Religioni: la confessione più seguita è quella ortodossa, seguita dal protestantesimo e dal cattolicesimo. Durante
gli anni di Ceausescu, venne varato il decreto che vietata ai greco-cattolici l’esercizio della libertà religiosa: i
dissidenti furono perseguiti e incarcerati,, e iniziò così il tentativo di eliminare la Chiesa greco-cattolica rumena. Fu
soltanto nel 1989, anno della caduta e della morte di Ceausescu, che venne restituita alla Chiesa greco-cattolica la
libertà confessionale.
Politica: dal 1991, è una Repubblica parlamentare e ogni 4 anni i suoi cittadini sono chiamati a eleggere i membri
del parlamento e il presidente della Repubblica.
Economia: la Romania ha profondamente risentito dei mutamenti politici degli ultimi ’60 anni. Questo Stato conobbe
un saldo sviluppo economico, grazie allo sfruttamento delle materie prime e delle fonti energetiche da parte di grandi
società straniere. L’influenza dell’Unione Sovietica portò diverse riforme di carattere economico come la
nazionalizzazione delle imprese industriali, la cooperativizzazione forzata dell’agricoltura e lo sviluppo centralizzato
e pianificato dell’intera società. Intorno alla metà degli anni ’60 si arrivò a un grande tracollo delle condizioni di vita
della popolazione a causa della politica spietata del dittatore. La rivoluzione del 1989 risollevò le sorti del Paese,
adottando un’economia di mercato che permetteva di sfruttare le numerose risorse del territorio, come i giacimenti
petroliferi, la produzione di gas naturale e il fertile e ampio terreno agricolo.
Unione Europea: ingresso nel 2007.
Cenni storici
Fin dal paleolitico, la Romania vide le sue terre abitate e oggetto di molte invasioni. Le origini di questa nazione
possono essere ricondotte al popolo dei Daci, creando uno Stato monarchico. La stabilità di questo popolo venne
intaccata dall’invasione dell’Impero Romano, che durò 150 anni. I Romani costruirono strade, case, scuole.
A partire dalla metà del XIV secolo i Paesi balcanici furono assoggettati all’Impero Ottomano. Le regioni storiche
della Romania ebbero percorsi differenti, ma sviluppano tutte un’identità specifica legata al mondo bizantino. La loro
lunga lotta contro l’avanzata e la conquista ottomana portò a una graduale perdita d’influenzata del grande Impero,
lasciando spazio all’ascesa della Russia.
Nel 1861 venne concessa l’unificazione territoriale di Moldavia e Valacchia, ribattezzata Romania nel 1862 con
capitale Bucarest. L’annessione alle altre 3 regioni avvenne in 2 diversi momenti. Nacque la Grande Romania, che
non portò grandi miglioramenti per il neonato popolo rumeno. Nel 1938, re Carol II richiamò a sé tutti i poteri
sciogliendo i partiti e istituendo il Partito unico del fronte della rinascita nazionale. Con l’imporsi della Germania
hitleriana, la Romania vide il suo territorio sfaldarsi. Nei primi anni della Seconda guerra mondiale, la Romania si
alleò con la Germania e l’Italia, ma nel 1944 la Romania entrò a far parte della guerra antinazista.
Nel 1948 venne proclamata la Repubblica e il Partito comunista prese in mano le sorti del Paese entrando a far parte
del Patto di Varsavia e del COMECON. Negli anni ’50 iniziò a prendere le distanze dall’URSS e instaurò una dittatura
spietata. Nel 1965, Nicolae Ceausescu venne nominato segretario generale del partito e successivamente presidente
della Repubblica. Iniziarono gli anni più difficili per la Romania. Dopo un primo periodo in cui fu molto popolare e
amato, passò a strategie di controllo molto dure e il suo insuccesso economico fu evidente. Nel 1990, quando il
debito estero era stato azzerato, la Romania era nella miseria più assoluta.
Ceausescu, forte della convinzione che lo sviluppo industriale dipendesse dalla creazione di una forza lavoro sempre
più numerosa, abolì l’aborto e la contraccezione per tutte le donne sposate al di sotto dei 40 anni e con meno di 4
figli. Cercò di eliminare le minoranze etniche e creò la securitate, polizia segreta formata da militari e volontari, per
individuare i dissidenti(clima di forte terrore).
Nel 1987, Ceausescu portò avanti una campagna per la “devillaggizzazione” delle zone rurali. Le televisioni libere
furono vietate e le notizie venivano divulgate in modo falso e distorto. Nel 1989, con la sanguinosa rivolta di
Timisoara, iniziò la caduta di Ceausescu, che il 25 dicembre dello stesso anno venne condannato a morte con la
moglie in un processo sommario. La sua fucilazione fu trasmessa in diretta sulla televisione nazionale. Le sorti del
paese furono prese da Ion Iliescu che trasse benefici dall’avere rovesciato Ceausescu, ripudiò il marxismo e si
avvicinò all’autoritarimo, mantenendo il potere, utilizzando tattiche di manipolazione familiare e servendosi
nuovamente della securitate.
Gli anni ’90 sono stati caratterizzati dai problemi comuni a tutti quei paesi che sono usciti dal comunismo. La Romania
ha portato avanti un avvicinamento all’Occidente: nel 2003 ha dato un appoggio agli USA, alleandosi al loro fianco
nella guerra contro l’Iraq e nel 2004 è entrata a far parte dell’ONU.
Sighet: il territorio
Sighet: è una piccola città del Matamures, situata al nord della Romania, nella regione storica della Transilvania, al
confine con l’Ucraina e l’Ungheria.
Popolazione: è composta per l’80% da rumeni, ungheresi e poi rom. Questa città è abitata principalmente da
famiglie molto povere.
Economia: è soprattutto rurale e rappresenta la principale occupazione degli abitanti.
Abitazioni: sono costituite da bloc, da case tipiche di inizio secolo in mattoni e, in campagna, da case costruite
artigianalmente in legno. Le case vengono scaldate con stufe a legna.
La qualità della vita è sotto il livello di sussistenza.
La realtà dei minori
Ceausescu porta avanti una politica natalista finalizzata ad aumentare il numero delle nascite per ottenere
l’incremento della manodopera. Lo Stato sviluppa politiche per incentivare le nascite attraverso sovvenzioni in denaro
destinate alle madri in base al numero dei figli.
Il dittatore ha organizzato una dura campagna di restrizione del cibo e dell’energia elettrica per diminuire il debito
estero; molti servizi quali scuole, asili e assistenza sanitaria diventano a pagamento. Tutte queste disposizioni
portano alla nascita di bambini in più destinato all'abbandono: i cosiddetti figli del decreto. Il destino di questi bambini
era sempre l'Istituto. E' la legge 28 marzo 1970 n.3, che regolamenta le modalità di istituzionalizzazione dei minori
abbandonati.
Al raggiungimento del terzo anno di età, gli orfani e i minori abbandonati non ancora reintegrati nelle famiglie di
origine sono trasferiti in altre strutture. I minori giudicati sani vengono dislocati nelle case dei copii. I bambini
invece con malattie mentali catalogate come curabili sono destinati ai gradinite, mentre quelli con deficienze
incurabili vengono lasciati nei camine spital. Per i ragazzi tra i 14 e i 23 anni sono previsti speciali istituti educativi
e di formazione professionale, ma beneficiari di maggiori opportunità da parte dello Stato.
Dopo la morte Ceausescu la condizione dell'infanzia non migliora, anzi aumentano del 15% i minori privi di famiglia.
Durante la transizione si sviluppa la distinzione tra i poveri meritevoli che pagano le tasse e i poveri senza merito
che sono esclusi dal mondo del lavoro, i minori si trovano a essere la categoria più vulnerabile.
Una svolta si ha dal 1997 al 2000, quando vengono varate delle riforme per dare vita ai principi sanciti dalla
Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il primo passo è la
creazione del Dipartimento di protezione minorile.
Sulla base di questi dati il governo pone 3 importanti obiettivi:
1.! Ridurre il numero dei minori negli istituti;
2.! Aumentare il reinserimento dei bambini nelle loro famiglie di origine o trasferirli in famiglie affidatarie o
adottive;
3.! Migliorare le cure negli istituti e ridurre il numero di bambini di strada.
La legge numero 3/1970 e sostituita dalla legge numero 108/1998 giugno 1998, che guarda al istituzionalizzazione
come ha una soluzione temporanea alla quale è da preferirsi la famiglia come ambiente per la crescita del bambino.
Si ha l'apertura di centri di accoglienza per ragazzi di tutte le età, i cui principi si fonda sull'idea del riconoscimento,
dell'osservanza e della promozione dei diritti di ogni bambino.
La stessa Unione Europea promuove dei programmi rivolti alla tutela dell'infanzia al fine di:
a)! de-istituzionalizzare i bambini attraverso la chiusura dei grandi istituti.
b)! Prevenire l'abbandono dei bambini attraverso la creazione di servizi di cura alternativi.
Le riforme attuate negli anni 2000-2007 hanno portato a un notevole calo di bambini nei centri di accoglienza e ha
un raddoppiamento della loro presenza nelle case famiglia. La situazione è certamente migliorata, ma c'è ancora
molto da fare. Il numero sempre maggiore di abbandoni nei reparti di maternità e pediatria o il reinserimento forzato
e troppo veloce dei minori in famiglia che ha causato moltissime violenze e danni a livello psicologico.
L'indagine esplorativa sulla scuola in Romania
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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