Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Pedagogia Interculturale, prof Bolognesi, libro consigliato Il razzismo, Taguieff Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia Interculturale, prof Bolognesi, libro consigliato Il razzismo, Taguieff Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia Interculturale, prof Bolognesi, libro consigliato Il razzismo, Taguieff Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La razza è intesa come un insieme di differenze morfologiche considerate ereditarie emesse in relazione con differenze mentali e morali → l'unità del genere umano è messa in discussione

Il razzismo pretende di fondarsi su un nuovo principio di autorità: la conoscenza scientifica, quindi diventa un prodotto della modernità scientifica e irreligiosa → fa riferimento a 3 modelli di protorazzismo apparsi

3. TEORIA MODERNISTA AMPIA

Nell'epoca moderna basati sul mito della purezza del sangue e dell'ossessione della sua perdita: nella Spagna del 1400/1500 → impedisce

i. Mito del sangue puro

l'accesso degli ebrei convertiti al cristianesimo, alle cariche, privilegi e onori pubblici; erano rivolti anche contro i discendenti dei mori, ma sono stati applicati unicamente contro i giudeo-cristiani

La purezza del sangue diventa più importante della purezza della fede

L'origine impura viene ritenuta ereditaria

Una visione repulsiva degli ebrei e inoltre i difetti a loro attribuiti sono permanenti, consustanziali alla loro natura pensata come invariabile. I pregiudizi e gli stereotipi sono stati razzializzati, senza fare riferimento ai fenotipi, cioè l'apparenza fisica tipica degli ebrei e questo porta a un sospetto permanente e a una costante vigilanza; nemmeno la conversione è capace di redimere questi "esseri impuri" del 1500/1600 → protorazzismo.

Schiavismo e sfruttamento coloniale puramente occidentale strutturato in base alla relazione tra dominanti e dominati; la superiorità dei dominanti si fonda sulle loro particolarità culturali, in secondo luogo subentra il criterio della purezza del sangue. I neri sono pensati come privi di libero arbitrio, della disposizione all'autodeterminazione e dell'autonomia. Il pregiudizio del colore ha la funzione di legittimare una modalità di sfruttamento che presuppone un sistema di dominio reso.

Il razzismo è una forma di discriminazione basata sulla razza; è una variante della proletarizzazione dei lavoratori; porta all'instaurazione di un ordine sociorazziale in cui la segmentazione razziale si intreccia con la stratificazione socioeconomica.

La fobia della macchia e dell'impurezza si esprime nelle ossessioni genealogiche (Francesi derivati dall'unione di Franchi, aristocratici, e Galli, plebei).

Questi 3 modelli hanno in comune l'ossessione della purezza del sangue e della sua preservazione promuovendo l'annullamento di matrimoni misti o gli incroci.

Una definizione stretta del termine razzismo produce un taglio netto con le sue radici antropologiche; è una dottrina che pretende di scorgere nei caratteri intellettuali e morali attribuiti a una serie di individui l'effetto necessario di un comune patrimonio genetico.

è una definizione ristretta che è una polemica contro l’abuso linguistico che confonde il razzismo con atteggiamento etnocentrici o xenofobi; secondo lo studioso l’intolleranza implicata nell’etnocentrismo ha un valore positivo perchè svolge un ruolo di conservazione e di differenziazione che si fonda essenzialmente sull’incomunicabilità tra le culture

La dichiarazione dell’UNESCO del 1967 dichiara le dottrine naziste come prive di qualunque fondamento scientifico, ma ciò circoscrive il razzismo solo alla denuncia delle sue sopravvivenze o riapparizioni

Levi-Strauss nel 1988 definisce il razzismo una precisa dottrina che può essere riassunta in 4 punti:

  1. Correlazione tra patrimonio genetico e attitudini intellettuali
  2. Un determinato patrimonio è comune a tutti i membri di certi gruppi umani
  3. I raggruppamenti, chiamati razze, possono essere gerarchizzati
  4. Queste differenze autorizzano le razze superiori a
comandare le altreMa, considerato in questo modo, il razzismo non esiste più → bisogna analizzare le nuove forme per cercare tracce nel presenteIl razzismo non appare mai allo stato puro, ma sempre mascherato nel nazionalismo, imperialismo coloniale, eugenismo o darwinismo sociale → razzismo implicito, che può essere identificabile solo attraverso un lavoro di decifrazioneIl nuovo razzismo si è riformulato come un culturalismo e un differenzialismo entrambi radicali aggirando così l'accusa del rifiuto del biologismo e dell'inegualitarismo come tratti fondamentali e ciò comporta un ripensamento anche dell'antirazzismo classicoOccorre trovare una matrice comune tra razzismo, etnocentrismo, xenofobia, così come etnismo, etnonazionalismo o antisemitismo → sono termini politetici, equivoci e vaghi nei loro significatiil razzismo culturale/differenzialista è un nuovo tipo di razzismo in cui alle differenzebiologiche si sostituiscono quelle culturali che comunque hanno lo stesso valore di rigidità e immutabilità, le differenze ora sono la lingua, la religione, le tradizioni → neorazzismo, è un razzismo che separa, discrimina, è un razzismo allargato, è il razzismo dell'epoca dell'antirazzismo, un razzismo riadattato all'epoca postnazista caratterizzata da un consenso di base sul rifiuto del nazismo e anche: ● dal passaggio dalla razza alla cultura ● dall'abbandono del tema non egualitario ● dall'assunzione, come elemento assoluto, della differenza culturale da cui deriva la condanna della mescolanza ● rispetta le regole dell'accettabilità ideologica dal suo carattere simbolico in quanto 4. VERSO UN MODELLO DI INTELLIGIBILITÀ Il razzismo si distribuisce in 3 dimensioni: attitudini (credenze, opinioni, pregiudizi), comportamenti (atteggiamenti, pratiche) e costruzioni ideologiche (teorie, visioni delmondo, miti) Bisogna distinguere tra razzismo biologico (si fonda sui caratteri somatici per giustificare l'ineguaglianza) e razzismo culturale (fonda le proprie spiegazioni su delle categorizzazioni elaborate a partire da tratti culturali), tra razzismo dello sfruttamento (razzismo coloniale che tende a disumanizzare e bestializzare) e il razzismo dello sterminio (predica il totale annientamento di un gruppo umano e presuppone una visione mitica dello straniero-nemico (fondato sulla negazione dell'identità e rifiuta la differenza, assoluto), tra razzismo universalista (negazione dell'umanità comune, assolutizzazione eterofobo) e il razzismo differenzialista delle differenze, eterofilo) Il razzismo ordinario consiste nella distinzione tra noi e loro di cui solo il noi è considerato la parte umana, fa parte del pensiero comune; gli fa concorrenza la tesi pluralista e relativista in cui la pluralità culturale etnica o razziale viene considerata un valore.si afferma l'uguaglianza di tutte le culture, ma si presenta una contraddizione: per affermare la loro uguaglianza di valore bisogna postulare che siano paragonabili, quindi che abbiano qualcosa in comune. Weber ha delineato un modello psicosociale fondato sull'ossessione del declassamento, considerato come una cancellazione delle differenze tra il gruppo superiore e quello inferiore. Il razzismo populista deriva dal sentimento che una minaccia di declassamento incomba sulla comunità e ciò si trasforma in una difesa della propria identità razziale. Per quanto concerne le caratteristiche cognitive del razzismo, abbiamo 3 generi di operazioni ricorrenti: 1. Categorizzazione essenzialista di individui o gruppi, fissa e insormontabile da cui deriva la negazione di una coappartenenza degli esseri umani e l'assolutizzazione della differenza tra gli esseri umani - ESSENZIALIZZAZIONE. 2. Stigmatizzazione con creazione di stereotipi negativi con relativa generalizzazione e semplificazione - STIGMATIZZAZIONE. 3. Svalutazione e disumanizzazione degli individui o gruppi considerati diversi - SVALUTAZIONE E DISUMANIZZAZIONE.

demonizzazione e2. patologizzazione dell'entità stigmatizzata centrata sull'ossessione del contatto o dellamescolanza → ESCLUSIONE SIMBOLICA

Convinzione che certe categorie di esseri umani non siano civilizzabili →3. BARBARIZZAZIONE

Mentre al centro del pensiero razzista troviamo 2 assiomi:

  1. Esistono categorie di esseri umani che non solo sono differenti, ma lo sono in modo anomalo, gli si rimprovera il loro cattivo modo di differire
  2. Questi stessi esseri umani sono inutili e pericolosi, devono essere rifiutati incondizionatamente

Per quanto riguarda i comportamenti, le azioni e le pratiche si distinguono:

  • Segregazione, discriminazione, espulsione
  • Persecuzione con uso di violenza fisica in base non a ciò che queste persone fanno, ma in virtù della loro appartenenza di gruppo
  • Sterminio sulla base della demonizzazione o bestializzazione

Questo modello ideale di razzismo non presuppone l'adesione dei razzisti a una teoria delle razze esplicita,

ma sì costituisce come un'esperienza vissuta nella quale si intrecciano affetti, racconti, convinzioni e interessi.
CHE COSA C'È IN UN NOME dell'antirazzismo
Esistono più razzismi che si adattano a diversi contesti, quindi anche la forma deve modificarsi.
In passato il diritto e il potere di nominare il razzismo o designare qualcuno in quanto tale apparterrebbe solo a coloro che si trovano ai vertici della gerarchia della credibilità → oggi si è passati da un programma universalista di educazione scientifica alla pratica sistematica della sanzione giuridica.
Il programma antirazzista si configurava come un programma pedagogico basandosi sull'assunto che il razzismo fosse l'espressione di un sistema di pensiero fondamentalmente antirazionale, ma questo relativo ottimismo si è scontrato con le conclusioni degli psicologi sociali sul pregiudizio, considerato come un sintomo, e lo stereotipo; solo una psicoterapia.

può permettere a un soggetto razzista di uscire dalle sue convinzioni; ma il razzismo ha a che fare con la patologia individuale su uno sfondo di socializzazione autoritaria e repressiva

Sia razzisti che antirazzisti condividono una tendenza alla dogmatizzazione

La repressione giuridica tende ad essere l'unico metodo di lotta contro il razzismo

Il razzismo viene ad essere considerato consustanziale alla natura umana e vengono individuati 2 elementi di legittimazione: la paura dell'altro e gli interessi legati al dominio e allo sfruttamento, quindi viene considerato di dominio, ma così si destoricizza il razzismo

La cosa naturale è il razzismo, non l'antirazzismo, quest'ultimo può essere solo una conquista, una permanente insurrezione contro l'eterno ritorno della cattiva natura nel fragile ordine della cultura

6. PERCHÉ ESSERE ANTIRAZZISTI? →

Dettagli
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher donatellateatro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia interculturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bolognesi Ivana.