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Capitolo 3

Iscrivendo il razzismo negli stretti limiti dellamodernità scientifica economica e politica lo sitaglia dalle sue radici antropologiche si impediscedi avanzare l'ipotesi che il razzismo sia unarielaborazione moderna dell'etnocentrismo.

Impedisce di pensare che il razzismo non sia10agina pIl razzismo Taguieffscomparso insieme alla forma in cui esso si èmanifestato nel XIX secolo.

Strauss ha avuto il merito di una enunciazionechiara e esplicita della teoria ultraristretta delrazzismo. Nella prefazione di Le regar eloignéStrauss dice che il razzismo è una dottrina chepretende di scorgere nei caratteri intellettuali emorali attribuiti a un insieme di individui l'effettonecessario di un comune patrimonio genetico. Lasua analisi si accorda con la dichiarazionedell'UNESCO sulla razza e i pregiudizi razziali del'67 che dichiara che le dottrine razziste sonosprovviste di qualsiasi base scientifica.

In un colloquio con Eribon, Strauss

definisce il razzismo come una precisa dottrina, riassumibile in 4 punti:
  • esiste una correlazione tra patrimonio genetico e attitudini intellettuali e disposizioni morali;
  • questo patrimonio è comune a tutti i membri di certi gruppi umani;
  • questi raggruppamenti chiamati razze possono essere gerarchizzati in funzione della qualità del loro patrimonio genetico;
  • queste differenze autorizzano le razze superiori a comandare, sfruttare e distruggere le altre.
Il razzismo non appare mai allo stato puro ma in modo mascherato o implicato nel nazionalismo, nel darwinismo. Si può chiamare razzismo ciò che appare dopo una scomposizione della formazione sincretica in cui rientra come ingrediente. Si presenta meno come teoria esplicita. È un razzismo implicito che non si chiama inequità, razza biologica; non fa riferimento alle dottrine naziste, non ingiuria; lo si individua e identifica con un lavoro di decifrazione e un esame critico. Il razzismo si

Modifica rispetto ai propri oggetti ebersagli, agli interessi e alle passioni che loanimano, ai modo d'azione.

Guillaumin: dice che il razzismo designa ogni atteggiamento di esclusione che assume carattere di permanenza che può essere trovato o inventato attraverso un procedimento genealogico oppure una caratterizzazione morfologica o facendo12agina p

Il razzismo Taguieff ricorso all'origine e al fenotipo. L'atteggiamento razzista si pone l'obiettivo di rimettere a posto gli individui usciti dalla loro categoria di gruppo.

Il neorazzismo, simbolico o velato, è il razzismo proprio all'epoca dell'antirazzismo, un razzismo riadattato all'epoca postnazista caratterizzata da consenso di base sul rifiuto del razzismo. È strutturato per eludere i tradizionali modi di riconoscimento sociale del razzismo e aggirare le barriere simboliche stabilite dalla legislazione antirazziste. È caratterizzato dal rovesciamento dei valori propri al relativismo.

culturale, dall'abbandono del tema non egualitario e dal fatto di assumere come un elemento assoluto la differenza culturale, da cui deriva la condanna della mescolanza e l'affermazione della non assimilabilità delle culture, dal suo carattere simbolico, in quanto rispetta le regole dell'accettabilità ideologica.

CAPITOLO 4

Ciò che noi chiamiamo razzismo si distribuisce in tre dimensioni: le attitudini, i comportamenti e le costruzioni ideologiche. Si esprime in tre modi diversi: il razzismo-ideologico, il razzismo-pregiudizio e il razzismo-comportamento.

Diverse opere hanno stabilito che non esisteva alcuna relazione causale tra il razzismo-pregiudizio e quello comportamento e cioè tra il razzismo come ideologia e come persecuzione e annientamento. La Pierre illustra l'ipotesi di un'assenza di relazione causale. Il razzismo opera con o senza riferimento alla razza in senso biologico. Il razzismo biologico e razzismo culturale.

sono diversi. Il razzismo biologico, classico, si fonda su caratteri somatici per elaborare le categorie umane tra cui vengono poste delle relazioni di ineguaglianza. Oggi i progressi tecnici genetici hanno reso possibile nuove discriminazioni fondate sulle caratteristiche genetiche degli individui. Il razzismo culturale fonda le proprie spiegazioni del corso della storia o del funzionamento sociale su delle categorizzazioni elaborate a partire da tratti culturali. I suoi confini con l'etnismo sono indeterminabili.

Bisogna distinguere il razzismo dello sfruttamento dal razzismo dello sterminio che predica l'annientamento del gruppo umano. Il primo mette in moto un'ineguaglianza tra razze ritenute superiori e inferiori, disumanizza o bestializza le razze inferiorizzate e riconosce maggiori diritti alle razze superiori. Il secondo ha una visione mitica dello straniero-nemico assoluto, demoniaco, minacciatore supremo. La demonicazzione prepara i comportamenti di eliminazione.

Formattazione del testo

Legittima il genocidio presentandolo come istinto di sopravvivenza da parte di chi vede la propria esistenza minacciata. Vi sono due forme di razzismo come ideologia: il razzismo universalista fondato sulla negazione di identità che si esprime con un disprezzo per forme culturali particolari e rifiuta o attenua la differenza. È eterofobo. E il razzismo differenzialista, eterofilo.

Pensiero razzista ordinario: il razzismo interpreta la distinzione tra Noi e Loro, o noi-altri, come una distinzione tra due specie umane la prima delle quali viene giudicata più umana dell'altra, o l'unica umana.

Herder: Qualsiasi sia la varietà delle forme umane, c'è un'unica specie di uomini -> confuta l'evidenza etnocentrica primordiale che vuole disumanizzare gli altri, barbarizzarli, inferiorizzarli, pensarli incivili.

Weber ha delineato un modello psicosociale fondato sull'ossessione del declassamento, immaginato come una forma

specifica di degradoprodotta dalla cancellazione delle differenzasocialmente percettibili tra gruppo superiore einferiore. Postula un'analogia tra meccanismoetnocentrico e del disprezzo di classe che sitrasforma in risentimento. Questo è unmeccanismo di base della xenofobia contro gliimmigrati, contro i magrebini nelle classi popolarifrancesi.

MODELLO IDEALE DI RAZZISMO: caratteristichecognitive: 16agina pIl razzismo Taguieff-categorizzazione essenzialista degli invidui ogruppi che implica la riduzione dell'individuo allostatuto di un rappresentante del suo gruppo diappartenzenza o della sua comunità originariaelevata a comunità di natura o d'essenza. Nascerecosì significa restare così. L'appartenenza è unanormativa.-stigmatizzazione che comporta la creazione di unnumero di stereotipi negativi. Tutti i rappresentantidi una categoria vengono marchiati con stigmate,tare, macchie. Sono impuri o rendono impuri glialtri. Gli si

da dell'estraneo, una natura pericolosa per il proprio gruppo o per quello di appartenenza. Alla demonizzazione si oppone o affianca una strategia di patologizzazione metaforica dell'entità stigmatizzata, centrata sull'ossessione del contatto o mescolanza. -> mixofobia - certe categorie di umani non sono civilizzabili, imperfettibili, non educabili, incovertibili, insassimilabili 2 ASSIOMI: - non esistono categorie di uomini che non soltanto sono diversi ma lo sono anche in modo anomalo. Il barbaro mischia le distinzioni più significative, incarna l'indifferenziazione minacciosa, la differenza fuori sistema. - gli esseri sono inutili e pericolosi per il gruppo. CARATTERISTICHE PRATICO-SOCIALI: discriminazione, segregazione, espulsione degli indesiderati, persecuzione essenzialista (violenza fisica vs i membri di un gruppo perché tali), lo sterminio dei rappresentanti di una categoria della popolazione. Il razzismo è ciò cheMemmi chiama un'esperienza vissuta dove si intrecciano affetti, racconti leggendari, convinzioni e interessi legati a situazioni, a contesti istituzionali, a pratiche.

CAPITOLO 5

Bisogna pensare che esistano più razzismi e che le concezioni razziste variano a seconda dei contesti, si riciclino e cambino. Accade oggi che l'uso del termine designi timore, disprezzo, repulsione e orrore verso qualcuno preso di mira e denunciato come pericoloso. Questo problema della padronanza della parola si pone in senso stretto nell'ambito del diritto e della legge per gli Stati che hanno adottato la legislazione antirazzista: rientrano nel razzismo le attitudini e i comportamenti discriminatori considerati come crimini e che sono puniti per legge. (legislazione francese). Così la discriminazione di base alla razza è una delle discriminazioni proibite. Il razzismo è diventato un crimine che deve essere punito dall'applicazione della legge.

Fine anni 40,

UNESCO si impegna in un programma di diffusione di fatti scientifici atti a far comparire i pregiudizi di razza. Scienziati, biologi e antropologi si impegnano a denunciare un mito assurdo, il razzismo. Il programma antirazzista è un programma pedagogico, di trasmissione dei dati scientifici sulle diverse caratteristiche della specie umana, per combattere lo sfruttamento dell'ignoranza e del pregiudizio razziale. Questo ottimismo si è scontrato con le conclusioni delle ricerche svolte da psicologi sociali su pregiudizi e stereotipi, influenzati dalla psicanalisi. Si suppone che il pregiudizio funzioni come un sintomo, una formazione di compromesso. In questo senso, il pregiudizio esprime e realizza un modo di razionalizzazione. Il razzismo ha a che fare con la patologia individuale su uno sfondo di socializzazione autoritaria e repressiva. I razzisti vengono patologizzati, trattati come se nella loro infanzia fossero stati le vittime di un virus.

ideologico. Questa concezione del pregiudizio razzista come sintomo di esperienze di frustrazione si scontra con il fatto che è impossibile provare che le persone che hanno dei profondi pregiudizi abbiano subito maggiori frustrazioni. Il razzismo è un' eredità della xenofobia pensata come originaria e un effetto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
25 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gnammipink di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Processi comunicativi e razzismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Padovan Dario.