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CAPITOLO 7 LA CRESCITA SCIENTIFICA DELLA PEDAGOGIA
Nel corso del Novecento pedagogia si rinnova sul piano teoretico sia come ricerca sperimentale che
come riflessione epistemologica,grazie alla sua crescita ideologica,grazie al contributo delle
filosofie,grazie all’apporto della scienza.
Nel Novecentopedagogia sperimentale nuove discipline come psicopedagogia,sociologia
dell’educazione.
Viene ridisegnato tutto l’orizzonte del sapere educativo ,innervandolo di conoscenze scientifiche e di
pratiche cognitive di tipo scientificosperimentale.
Pedagogia sperimentale si espande in Europa e USA.
La pedagogia sperimentale sarà più debole invece in Inghilterra e Scozia,per nn parlar dell’Italia dove
quasi inesistente,mentre diffusa in Australia,Argentina,Cile e Cina.
Sarà nella seconda metà del Novecento che la sperimentazione in pedagogia si afferma come aspetto
determinante della ricerca,sempre più capace di incidere nella pratica scolastica ed
educativa ,”esplodendo” soprattutto negli anni Sessanta.
La psicopedagogia è un ambito particolare di ricerca scientifica in pedagogia; questa si articola in
ambiti generali e speciali e studia la componenti psicologiche dell’azione educativa cercando di fissare
anche qualche “legge psicologica” che possa guidare il lavoro educativo/scolastico.
I risultati sulle “psicosociologie dei piccoli gruppi” possono essere applicati alla classe e suggerire
innovazioni nelle tecniche didattiche.
Sul piano della sociologia dell’educazione i risultati sono stati significativi questa si è sviluppata
intorno alla scuola e al suo ruolo sociale ,affrontando temi dell’integrazione sociale,della trasmissione dei
pregiudizi,della riproduzione ideologica che viene ad esercitare e altri;
Da Mannheim a Parsons ,da Dewey a Ottaway ricerca che studia il nesso tra educazione e
società,delinenando così l’incidenza dei rapporti educativi nella statica e dinamica sociale,in modo da
favorire anche scelte operative di politica scolastica e di organizzazione del sistema educativo.
La psicoanalisi e la psicologia dell’età evolutivadue contributi alla pedagogia.
Sigmund Freud ad egli si deve soprattutto la ridefinizione dell’infanzia,una nuova descrizione dei
rapporti interfamiliari,il ruolo centrale assegnato all’affettività.
L’infanzia = pulsione libidica ,affermazione incontrollata dell’eros e del narcisismo,sottoposta però
ad un controllo sociale.
Questa carica è anche sessuale,pregenitale e perversopolimorfa che vuole espandersi liberamente.
Nell’infanzia sessualit à diversa da quella adulta però centrale per lo sviluppo della personalità
infantile.
L’opera dell’educazione può essere decisiva nell’attuare repressioni o sublimazioni. Tra genitori e
bambino vi è un rapporto conflittuale ,definito da Freud edipico :
amore verso madre e conflittualità verso il padre,il quale opera una profonda repressione della libido
del bambino,causando quindi la sua nevrotizzazione.
Freud importanza all’emotivit à,elemento fondamentale e costitutivo della personalità infantile
,poiché è intorno agli eventi affettivi che si elabora la personalità del soggetto e ciò avviene già nei primi
mesi di vita,con le figure parentali.
Intorno all’apprendimento lavorano anche i comportamentisti e i rappresentanti della Gestault
,sottolineando ora i processi per tentativi ed errori ,ora l’approccio organico all’esperienzadue vie che
illuminando l’apprendimento infantile collegandolo all’attività motoria,al gioco,all’esplorazione
dell’ambiente e ai processi di socializzazione familiare ed extrafamiliare.
Un aspetto centrale del campo educativo : rapporto tra motivazione e apprendimento,che si stabilisce
per mezzo di un interesse.
Secondo i comportamentisti l’apprendimento è condizionamento che si verifica attraverso un feed
back ,facendolo divenire da passivo,operativo.
Per i gestalisti è la globalità che presiede all’apprendimento,la quale dve essere applicata in ogni
processi scolastico .
Dunque : nuova immagine della pedagogia , regolata dai criteri metodologici della ricerca
scientifica e nutrita dalle diverse scienze,come articolata in più ambiti regolati però da una comune
coscienza epistemologica che ne mette in rilievo l’unità di metodo e la funzione praticooperativa.
Sono riflessioni che alimentano la ricerca scientifica dI tutto il secolo e offrono un modello del
sapere pedagogico che si scontra con molte scienze dell’educazione ,il cui principio è quello di
organizzarsi attorno al metodo scientifico e al suo criterio sperimentale.
VEDERE APPROFONDIMENTI
CAPITOLO 8 EDUCAZIONE E PEDAGOGIA NEI PAESI EXTRAEUROPEI
Uno dei caratteri più nuovi della Pedagogia del Novecento apertura ai problemi mondiali,alle
pratiche educative e alle teorizzazioni pedagogiche elaborate in aree non europee ,dove quindi persiste una
condizione economica,politica e sociale differente da quella dei paesi occidentali più avanzati.
L’educazioneinvestita di nuovi problemi ,quali ad esempio,l’alfabetizzazione di massa nei paesi
ancora legati a culture arcaiche e la produzione in tempi brevi dei tecnici necessari allo sviluppo del
Paesequesti hanno fatto emergere nuovi modelli educativi e nuovi orizzonti di teorizzazione pedagogica.
(PAG. 104)
In tre ambiti si è manifestato questo processo di innovazione :
attraverso gli studi antropologicoculturali dedicati alle pratiche educative presso culture non
occidentali
attraverso le innovazioni pedagogiche attuate nei paesi in via di sviluppo ,con processi di
alfabetizzazione e attraverso le campagne di educazione degli adulti,applicando modelli di
coscientizzazione.
Da questi versanti è venuta una ridefinizione dei processi educativi,delle finalità pedagogiche,delle
istituzioni educative e degli ideali formativi.
Tutta una serie di certezze pedagogiche furono rimesse in dubbio e i processi dell’educazione hanno
dovuto affrontare situazioni del tutto nuove in aree del globo totalmente diverse per cultura e
organizzazione sociale rispetto all’Occidente in cui fu maturata la nostra coscienza pedagogica.
LeviStrauss in “Tristi Tropici” present ò le pratiche familiari degli indiani Nambikwara delle zone
del Mato Grosso come educativamente assai significative: è il rapporto corporeo che lega i componenti
delle famiglie e che si manifesta in carezze e abbraccitutto ci ò rende i componenti più felici,seppur
costretti a vivere in un ambiente poverissimo e inospitale.
Inoltre fu importante la ricerca della Mead su “L’adolescenza in una società primitiva”,svolta a
Samoa, dove fu rilevata l’inesistenza di una crisi adolescenziale ,dei conflitti e dei traumi che tale fase
della crescita promuove nei giovani occidentali.
A Samoa sessualit à più libera, comunità giovanile più rispettata,il passaggio alla condizione adulta è
meno problematico,sia per i maschi che per le femmine.
L’educazione che vige a Samoa realizza soggetti meno squilibrati e meglio socializzati.
Ci furono anche ricerche sulla cultura dei ceti subalterni,nella stessa Europa e anche in Italia.
Sono ceti che mantengono legami assai stretti con culture premoderne, magicoreligiose e connesse
al controllo della natura e degli eventi attraverso pratiche nonrazionali.
Ernesto de Martino in “ Il mondo magico” o in “Sud e magia”mise in luce questo stretto legame tra
culture popolari e mentalità arcaica,la quale,egli affermò,di essere presente nell’uomo del Sud o delle aree
agropastorali attraverso canali sociali non istituzionalizzati ma potentissimi,investendo il rapporto con la
natura,con la società e il potere.
All’interno di questa cultura arcaicizzante è presente anche maggiore libertà,specie per quanto
riguarda la vita sessuale,soprattutto maschile.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle società nel Terzo Mondo due processi si sono intrecciati nel
corso del secolo: quello coloniale e quello della decolonizzazione.
I paesi europei hanno svolto un ruolo educativo in molte aree dell’Asia e dell’Africa,in parte anche in
America latina. Hanno messo in atto interventi come l’alimentazione della formazione di
borghesie(specie a livello ideologico) attraverso le scuole di tipo europeo e hanno promosso campagne di
alfabetizzazione.
Con l'avvio della decolonizzazione si è attuato un processo di più radicale alfabetizzazione delle
masse ne paesi excoloniali,rendendo possibile anche una loro organizzazione democratica.
I risultati migliori si sono avuti in Cina,India,Cuba e paesi del Maghreb ,rispetto all’Africa nera o nel
Centroamerica.
Ci fu,oltre a una maggiore scolarizzazione di massa,un rilancio di vie alternative all’apprendimento
culturale,attraverso un lavoro di comunità.
Nasce la pedagogia comparata grazie al pluralismo di modelli educativi e pedagogici questa viene a
confrontare i diversi sistemi educativi e scolastici,i diversi modelli pedagogici attraverso un’analisi
sistematica e storicizzante che favorisce un ripensamento più aperto e più mobile delle pedagogie.
Fu nel XX secolo che si affermò in modo maturo la comparazione si è fatta sempre più ricca e
articolata( non solo in senso quantitativo) e il suo uso sempre più importante.
Altro fronte centrale dell’educazione extraeuropea attenzione rivolta all’educazione degli adulti
presa di coscienza culturale che li avvicinasse a modelli culturali più critici e scientifici. Gli adulti furono
coinvolti in discussioni comuni,partendo da problemi locali in modo da far emergere una presa di
coscienza dei problemi che superasse individualismo e localismo.
Anche l’associazionismo e la sindacalizzazione hanno svolto un ruolo analogo di promozione
culturale ,quindi di formazione di larghe masse di cittadini,attivando nuovi processi di educazione
finalizzati ad avviare il soggetto verso una concezione scientifica e storicocritica del mondo.
XX secolo pedagogia ed educazione arricchiti di nuovi modelli e nuovi orizzonti fu soprattutto dai
paesi extraeuropei che si è sviluppato tutto questo assai complesso e profondamente innovatore
movimento di idee e di prassi educativa,rinnovando così le strategie educative dell’Occidente sviluppato.
CAPITOLO 9 DALLA PEDAGOGIA ALLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
Seconda metà del Novecentotrasformazione radicale della pedagogia dalla pedagogia alle scienze
dell’educazione a un sapere plurale e aperto;
primato delle scienze e non più della filosofia.
Arnold Clausse ricor