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PEDAGOGIA CRISTIANA E PERSONALISMO
La Chiesa rivolse una prima attenzione verso il problema educativo sotto il pontificato di
Leone XIII, che riconfermava la dottrina tradizionale della Chiesa, sottolineando il ruolo
primario della famiglia e il principio della libertà di educazione per la Chiesa stessa.
Pio X,
La posizione cattolica si fece più rigida con il papa dell'antimodernismo.
Pio XI promulgò l'enciclica Divini ilius magistri, elaborando il testo fondamentale della
Chiesa, rimasto alla base di ogni esperienza pedagogica cristiana fino al Concilio Vaticano II.
L'enciclica ribadiva che l'educazione più adeguata e perfetta è quella cristiana, perchè la
Chiesa è depositaria della vera via per attuare la salvezza dell'uomo. Allo Stato, quindi,
spetta un ruolo subordinato, cioè proteggere e promuovere la famiglia e l'individuo.
Con il Vaticano II e la Decmocrazia sull'educazione cristiana dei giovani, l'educazione non è
più vista come un diritto della Chiesa, ma legata al suo potere di apostolato. L'obiettivo
fondamentale è la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo sia per il
bene delle varie società, di cui l'uomo è membro.
Pedagogisti ed educatori cattolici hanno sviluppato in forme diverse la dottrina ufficiale
della Chiesa. Giovanni Bosco
Nell'800 si dedicò ai fanciulli poveri, sbandati e vagabondi aprendo
nuove prospettive all'educazione cristiana. cristiano
Nel '900 si sviluppò l'indirizzo dell'attivismo con Manjon (Spagna) e
Devaud (Svizzera):
Manjon: Maria,
o con le sue scuole dell'Ave elabora un modello di educazione
popolare cristiana, ovvero un'educazione all'area aperta e a contatto con la
natura, valorizzazione del gioco e richiamo alla centralità del lavoro. E'
rivolto in particolare verso i figli del popolo, che devono essere istruiti e
formati soprattutto attraverso l'educazione religiosa, in vista della loro
salvezza.
Devaud
o riconferma la superiorità del maestro sull'allievo e il ruolo positivo
dell'autorità. personalismo,
Lo sforzo più significativo compiuto dalla pedagogia cristiana è stato il
indirizzo pedagogico che intende sviluppare una concezione totale dell'esperienza
educativa, ponendo come centrale la dimensione dei valori. Il compito del personalismo è
quello di svolgere il valore della persona, affermarlo e realizzarlo interamente in ogni
aspetto della vita. Tra gli esponenti:
Forster:
conduce una serrata polemica contro la pedagogia tedesca e una difesa
dell'educazione in vista di una formazione universalmente umana che trova
nell'etica il proprio momento radicale; l'etica si definisce come impegno rivolto
verso I valori e la pedagogia si definisce come il legame tra filosofia e teologia.
Forster sostiene un'educazione integrale che implica delle trasformazioni nella
pratica educativa: coeducazione dei sessi, affermazione dell'importanza
valore
dell'educazione fisica e del lavoro, impegno sociale della scuola. Sostiene il
dell'obbedienza in quanto solo questa educa il fanciullo a subordinare i propri
impulsi disordinati ad un principio superiore.
Hessen: teoria della cultura,
propose un'immagine della pedagogia come rivolta a
rendere partecipe l'individuo ai valori del gruppo sociale e quelli spirituali. Tale
processo esige un impegno creativo da parte del soggetto e si definisce come
autoeducazione della personalità. L'educazione della persona si caratterizza per una
profonda sensibilità verso i valori e deve promuovere una nostalgia verso di essi,
Eros
chiamati (insieme come amore per I valori e desiderio di realizzarli). Nella
principio della struttura
scuola democratica l'insegnamento deve avvenire secondo il
che implica tra caratteri fondamentali: tutto, gerarchia e autonomia.
Maritain:
muove una polemica contro il mondo moderno e la sua cultura e teorizza
una concezione integrale della persona, di cui deve essere messo in evidenza
soprattutto il suo rapporto con i valori spirituali. Il fine primario dell'educazione è
sviluppare la capacità di pensare e di giudizio personale, rispetto al quale si trova
subordinato il fine secondario, ovvero assicurare la trasmissione dell'eredità di una
data cultura. L'educazione deve essere liberale e per tutti deve ispirarsi all'idea
cristiana del'uomo, valorizzando la funzione di una severa disciplina volontaria. Si
uomo integrale,
realizza con Maritain la figura di che si apre al mondo e a Dio, dando
vita a una nuova cristianità, caratterizzata da pluralismo, libertà delle persone,
comunità fraterna e impegno sociale.
Mounier:
si impegna a realizzare un ideale di uomo totalmente impegnato sia verso
momento dell'amore
la storia sia verso i valori spirituali. Pone al centro Iil (incontro
integrale
genuino con l'altro uomo) e quello dell'attività (il momento del farsi
donandosi agli altri). Tale uomo nuovo, cui le istituzioni educative devono guardare,
si caratterizza per Iil forte impegno personale rivolto a realizzare la propria
integrale natura attraverso la formazione del carattere.
Luigi Stefanini:
propone un modello di educazione che mette al centro il maestro,
come guida intellettuale e morale del fanciullo.
Mario Casotti:
afferma che l'educazione dell'uomo, segnato dal peccato originale, si
compie attraverso la limitazione della libertà e un rigorismo severo.
Giuseppe Catalfamo:
sembra essere più aperto verso l'attivismo ma comunque
afferma una concezione tradizionale del rapporto educativo, in cui Iil ruolo del
mastro è dominante.
Giuseppe Flores D'Arcais: teoria della persona,
propone la che sviluppa un
progetto educativo che valorizza il soggetto umano come fine in sè, senza scartare
gli aspetti qualificanti della pedagogia moderna (richiamo all'autoeducazione e
valorizzazione dell'attività).
Voci di dissenso rispetto alle posizioni ufficiali della Chiesa provengono da:
Lucien Laberthoniere:
sviluppò una concezione della pedagogia cattolica ispirata
ai principi di solidarità e collaborazione. L'educatore cristiano deve formare
coscienze libere perchè l'adesione ai principi di fede deve essere voluta e non
forzata o per inerzia. Dava quindi molta importanza alla libertà e partecipazione.
Don Zeno Saltini:
fondò Nomadelfia, una comunità educativa, che sostiene la
costituzione della comunità e si ispira al modello della famiglia. L'istruzione
coinvolge tutti i suoi membri e si impegna verso la libertà e la giustizia.
Don Lorenzo Milani:
scrisse nel 1967 Lettera ad una professoressa, che
rappresentava un'accusa verso la scuola pubblica, classista e discriminatoria e un
manifesto di istruzione alternativa, comunitaria e di tutti. La scuola ha un solo
problema: i ragazzi che boccia. Per cui Don Milani fa alcune proposte: non bocciare,
a quelli che sembrano cretini dare la scuola a tempo pieno e agli svogliati uno scopo.
Deve esserci l'impegno sia dello Stato che dei sindacati. Un ruolo importante è
linguistica,
affidato all'educazione che deve tendere a conferire chiarezza al pensiero.
TOTALITARISMI ED EDUCAZIONE
Uno stato totalitario è uno stato autoritario, burocraticamente organizzato, diretto da un
partito unico, capace di controllare e unificare Iin un progetto d'azione tutta la società. Si
oppone ad ogni forma di democrazia e l'educazione impartita annulla I diritti dell'individuo.
Gli esempio maggiori sono:
Fascismo:
1922-1943 – ha elaborato una teoria sistematica della scuola, della
cultura popolare e della pedagogia. Inizialmente era solo un programma
conservatore, come lo attuò Gentile con la Riforma del 1923 (sistema scolastico
rigido e internamente differenziato, che separava le scuole secondarie umanistiche
da quelle tecniche, cultura formativa era quella letteraria-storica-filosofica,
permetteva accesso all'università solo dai licei). Dal 1925 la scuola viene investita
processo di fascistizzazione
da un (varo del libro di testo unico per le elementari,
giuramento anche dei professori universitari). La vera riforma fascista fu quella di
Bottai, i cui aspetti più innovativi furono: scuola media unica, biennio di scuola del
lavoro nelle elementari. Per quanto riguarda l'extrascuola vennero create
associazioni per giovani e ragazzi in modo da attuare una conformazione attraverso
gare, riunioni di propaganda, feste.
Nazismo:
pur avendo caratteri simili, appare più militarizzato e connesso ad un'idea
più razzista e autoritaria. Hitler in Mein Kampf sottolineò l'intento militare
dell'educazione, con conseguente indebolimento della cultura e ruolo primario
assegnato all'educazione fisica. Accanto alla scuola (dove furono imposti libri di
testo e programmi ispirati ai valori del regime, si aggiornarono gli insegnamenti
intorno ai valori del nazismo e si impone l'iscrizione alla lega nazionalsocialista)
operavano altre associazioni educative, di tipo militare, che raccoglievano I giovani
Gioventù Hitleriana,
nel tempo libero, ad esempio la che scandiva la vita dei ragazzi
dai 6 ai 18 anni, a ognuno dei quali era dato un libretto personale, in cui erano
registrati i progressi. Ciò che appare più evidente è il condizionamento ad ogni costo,
aperta manipolazione e conformazione coatta.
Comunismo:
sistema educativo totalitario sovietico, si ebbe con Stalin, che portò
avanti il principio della scuola politecnica del lavoro, che voleva saldare istruzione e
lavoro di fabbrica. Stalin promuove una scuola di cultura, che esalta lo studio
sistematico e subordina il lavoro, allontanandosi dai metodi dell'attivismo. Nel '34 la
scuola elementare divenne di 4 anni, la scuola media incompleta di 7 anni e quella
completa di 10 anni. Il lavoro fu abolito nel 1937. La scuola di Stalin permise una
forte espansione della scolarità, Iil miglioramento delle strutture, l'affermarsi di voci
Gioventù
pedagogiche originali. Venne contemporamente ad organizzarsi la
comunista.
Crescita scientifica della pedagogia
Nel corso del '900 si sviluppa la pedagogia sperimentale, con la nascita di nuove discipline
come la psicopedagogia o sociologia dell'educazione, con quali si attua una ricca indagine
scientifica sul bambino. Si sviluppa, in particolare, nella seconda metà del '900, sviluppando
la capacità di incidere nella pratica scolastica ed educativa.
psicopedagogia,
Un ambito particolare di ricerca scie