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L’atteggiamento che meglio riflette in chiave metaforica l’immagine del mondo moderno è
quello del:
- Giardiniere: tiene in ordine la parte di mondo che gli è stata assegnata
- Guardiacaccia: in lotta constante con i bracconieri e occupato a proteggere l’equilibro
del sistema.
Questi due ruoli nella società moderna vengono soppiantati da quello del:
- Cacciatore: si muove in gruppo per abbattere sempre più prede e riempire il più
velocemente possibile il suo carniere. Mano mano si sposta sempre in nuove zone per
ottenere nuovi trofei. È il simbolo della progressiva individualizzazione della società
contemporanea
Fondamentale è anche la metafora della conoscenza vista come pasto offerto e
consumato in piccole dosi, ognuna delle quali viene preparata, masticata e digerita
velocemente per fare spazio alle porzioni successive
Formazione possibile nella postmodernità → Bauman analizza la società che in molti
considerano società dell’apprendimento e della conoscenza. Secondo Bauman ormai la
caratterista principale della nostra epoca è il disprezzo per la stabilità e infatti i suoi tratti
distintivi sono:
- Non farsi imprigionare nelle abitudini e nel passato
- Indossare sempre nuove identità
- Abbandonare le conoscenze apprese precedentemente
Tutto ciò non fa altro che infliggere un durissimo colpo alla pedagogia dell’educazione in
quanto spinge gli esseri umani a convivere, fin dalla nascita, con paure ed incertezze
temendo ogni loro singola scelta.
Bauman fa riferimento all’apprendimento tre di Bateson. L’apprendimento di terzo grado
venne usato per delineare una patologia della personalità derivante dall’eliminazione dei
legami sociali primari. Questo può portare a personalità abuliche, fluttuanti e
schizofreniche.
Bauman, tenendo presente Bateson, sostiene che l’apprendimento tre può essere ben
sfruttato nel nostro tipo di società in quanto spinge a mettere in discussione i modelli
appresi e le abitudini.
Nella società moderna bisogna per forza convivere con il cambiamento per sopravvivere
Dalla educazione alla lifelong learning → l’intento dell’intervista è quello di sviluppare un
dibattito critico sull’educazione e sulla formazione nella società postmoderna.
Bauman è convinto che l’unica educazione concepibile come tale è quella continua e
permanente infatti con un’educazione incompleta e non duratura sarà impossibile formale
l’io e la personalità.
Emergono però anche delle contraddizioni del suo pensiero soprattutto quando affronta il
tema del mercato del lavoro e della mercificazione della formazione.
Il passaggio dalla fase solida alla fase liquida della modernità: la
trasformazione della società e degli stili di vita
Metafora del giardiniere → il principale compito del guardiacaccia è quello di difendere la
terra che gli è stata assegnata per proteggere il suo equilibrio naturale. Deve scoprire
velocemente e in anticipo le trappole dei bracconieri e tenere lontano i cacciatori non
autorizzati. La vocazione di questo ruolo si basa sul fatto che le cose sono perfette se non
si interferisce con loro, il mondo è una catena divina di essere vivente e ogni creatura ha il
suo ruolo assegnato.
Il giardiniere, invece, parte dall’idea che senza la sua costante attenzione non ci sarebbe
nessun ordine alla parte del mondo che gli è stata assegnata.
È suo compito stabilire cosa dovrebbe crescere e cosa invece non dovrebbe. Nella sua
testa immagina le piante da far crescere e poi procede a tentativi affinché possa
trasformare l’immagine che aveva creato nella sua mente in realtà.
Nella modernità liquida gli approcci del giardiniere e del guardacaccia, sono molto rari,
invece siamo quasi tutti cacciatori. I cacciatori non tendono a preoccuparsi dell’equilibrio
delle cose, il loro scopo è quello di riempire al massimo i loro carnieri tramite ricche battute
di caccia. Dopo che hanno privato una zona di tutti gli animali e le risorse, non si
preoccupano di ripopolarla, ma ne cercano rapidamente un’altra per poter tornare a
cacciare. Nella loro testa sono consapevoli di recare un danno al pianeta e che in futuro
potrebbero non esserci più zone floride, ma non se ne preoccupano perché non è un
pericolo immediato per loro,
Attualmente siamo tutti cacciatori o ci viene richiesto di esserlo, se ci rifiutiamo diventiamo
prede da cacciare
Quale ruolo svolge la ricerca di se stessi? → la caccia oggi è un compito a tempo pieno,
richiede attenzione continua e molte energie e lascia poco tempo per il resto. Il momento
della riflessione viene posticipato continuamente. L’uomo, come affermò anche Pascal,
cerca di distrarsi in tutti i modi dalla riflessione e si dedica alle attività più svariate.
L’insidia principale della caccia sta nel fatto che una volta iniziata non si riesce più a
fermarsi e diventa un’esigenza compulsiva. Lo scopo nella vita del cacciatore non esiste,
non esiste la parola fine infatti in una società di cacciatori la prospettiva della fine è
terrificante in quanto viene visto ciò come una sconfitta personale.
A differenza della utopie passate, l’utopia dei cacciatori non dà senso alla vita, anzi, aiuta
solo ad allontanare dalla mente delle persone la domanda su quale sia il senso della vita.
Quando e se alla fine arriva il momento della riflessione, è troppo tardi per opporsi allo
stile di vita del cacciatore.
Nella nostra epoca, come in nessun altro momento, la libera scelta è al centro di tutto.
Però viviamo anche in una grandissima incertezza e nella paura continua di essere
escluso.
Gli individui spesso tendono ad avere comportamenti evasivi oppure a muoversi senza
dare nell’occhio. Queste persone sono capaci di scomparire, fuggire da qualsiasi luogo
che considerino d’ostacolo. La capacità di cambiare posto liberamente, di essere esclusi
da un luogo e ammessi in un altro senza difficoltà è la misura del più alto status sociale.
Non si giura fedeltà a nulla, si è sempre pronti a buttare tutto giù e a ricominciare. Non si
prende mai posizione, le opinioni restano aperte.
I giovani vogliono assolutamente emulare le celebrità per diventare anche loro conosciuti e
sono disposti a fare qualunque cosa per ottenere ciò.
Tempo → nella nostra società liquida non esiste una quantità di tempo abbastanza grande
da soddisfare le esigenze. Tutto corre velocemente, è in continuo mutamento e il tempo è
sempre occupato da qualcosa per non restare indietro rispetto agli altri. Non ci si può
fermare, non si può guardare al passato, bisogna sbarazzarsi delle cose vissute e apprese
e impegnarsi per impararne di nuove e fare nuove esperienze.
Le conquiste individuali presto perdono di valore e le capacità diventano incapacità.
Le sfide dell’educazione: imparare a camminare sulle sabbie mobili
La storia della pedagogia è stata caratterizzata da periodi cruciali dove i presupposti e le
strategie che avevano funzionato fino a quel momento si sono dovuti adattare ai
cambiamenti della realtà per continuare ad essere usati. Oggi, con la società liquida, però,
abbiamo assistito a cambiamenti mai verificatesi precedentemente e la pedagogia sembra
essere davvero in crisi. Le strategie vengono difficilmente adattate e gli educatori si
trovano davanti a una realtà che gli pone molteplici problemi.
Oggi i beni duraturi e solidi sono da scartare, è una società dove le cose, i legami umani e
la conoscenza non sono fatti per durare, ma per essere usati e buttati via subito dopo.
Bauman paragona il nostro mondo alla città invisibile Leonia descritta da Calvino dove,
ogni giorno, le cose vengono buttate via per fare spazio alle nuove.
→ Jaeger-→ autore di studi classici sulle antiche origini dei concetti di pedagogia e di
apprendimento, credeva che l’idea della pedagogia fosse nata da due ipotesi:
1. Ordine immutabile del mondo
2. Natura eterna delle leggi che governano la natura umana
Oggi tutto ciò non è assolutamente più applicabile.
Gli educatori oggi si trovano ad affrontare un compito difficilissimo nel tentativo di cercare
di promuovere lo spirito critico nei loro alunni. Sono sottoposti ad enormi pressioni che li
spingono ad accettare gli elementi di questa modernità anche se sanno che stanno
commettendo un errore e anche se non desiderano trasmetterli ai loro alunni.
→ Bateson → egli ci parla di apprendimento terziario inteso come la formazione di
competenze capaci di eliminare gli schemi cognitivi appresi precedentemente.
L’apprendimento terziario non lascia una base duratura e né conoscenze che possano
rafforzarsi durante il percorso di studio, ma si caratterizza per una successione infinita di
inizi dove le conoscenze pregresse vengono cancellate velocemente.
Questo tipo di apprendimento può essere descritto come un congegno anti-memoria e
come una patologia che alla fine distrugge.
Questa idea però non è adattabile al mondo moderno perché la liquidità di quest’ultima
rende invece l’apprendimento terziario utile a essere usato dalle persone
→ Dennett-→ egli ha elaborato un modello che tratta dei mezzi di memorizzazione delle
informazioni al di fuori del cervello. Visto che le conoscenze non possono rimanere
all’interno del cervello per non deteriorare le cellule e per non sovraccaricalo, ci si può
affidare alla tecnologia e spostare su computer e su server.
Tutto ciò implica che l’intelligenza umana e le potenzialità del cervello umano siano meglio
sfruttate se il cervello viene svuotato dal suo contenuto e se le informazioni vengono
eliminate.
Il cervello umano ha bisogno di memorizzare solo una piccola quantità di indizi che
sarebbero sufficienti per consentire l’accesso umano alla quantità virtualmente illimitata di
informazioni trasferite dal cervello nei dispositivi artificiali diffusi in tutto il mondo.
La conoscenza può essere paragonata a un pasto di fast food dove il cibo viene servito a
piccole porzioni, mangiato velocemente ed evacuato altrettanto rapidamente. Inoltre
sarebbe il caso di non pensare all’intero pasto come a una sequenza ordinata, ma come
bocconi successivi casuali.
Inoltre il cibo viene anche cucinato rapidamente e ha una data di scadenza molto vicina.
Tutto ciò ovviamente contraddice la vera essenza dell’educazione. Nella modernità liquida
i centri di insegnamento vengono continuamente persuasi a rinunciare alla propria lealtà ai
princip