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 UNO SGUARDO ALLA PREADOLESCENZA

Mentre lo spazio di domanda dell’adolescenza è stato via via riempito da un intenso impegno,

emerge un’altra zona, un’altra età e altra istituzioni educative cruciali e decisive ai fini della

costruzione delle capacità di progettarsi e formarsi delle nuove generazioni e, per contro, un po’

deboli e poco sostenute nel loro compito educativo. Si tratta della preadolescenza, un periodo

caratterizzato da varie sperimentazioni di forme di sé sempre incerte, in bilico tra permanenze

infantili e prove di diverse identità, con tutto ciò che questo comporta per l’identificazione e la

consapevolezza della propria identità di studente. Ancor di più di quanto accade per l’adolescenza

avviene diffusamente che la preadolescenza non si proponga come un periodo specifico, con

propri tratti e caratteri che le conferiscano un’identità e soprattutto indichino opportunità ed

esigenze di trattamento educativo. Essa viene spesso ricondotta e ridotta ai cambiamenti fisici

della pubertà, senza evidenziare le risorse, le aperture, le promesse e anche le criticità, i compiti

impegnativi di sviluppo e mutamento, le domande e le scelte che essa propone.

 LA SCUOLA DEL PREADOLESCENTE

Emerge qui una difficoltà ad individuare significati ed esigenze specifiche per la costruzione del

progetto educativo scolastico. Anche per questo la scuola media soffre da tempo di un difficile

processo di elaborazione di identità. Questa scuola è segue la scuola primaria e la sua immagine di

allievo come bambino e il riferimento alla scuola secondaria superiore che presuppone

determinate conoscenze e un’identità sufficientemente definita e autonoma dei suoi allievi. Nel

percorso formativo della scuola media si istituiscono gran parte delle condizioni per un più o meno

felice esito del processo complessivo di formazione; qui si costituisce un modello di rapporto con il

sapere, la conoscenza, lo studio, il proprio ruolo e i significati del lavoro scolastico, il rapporto con

l’adulto competente ed educatore. Questa scuola è oggi il teatro dove il ragazzo impara e sceglie la

parte e il ruolo che giocherà nei processi formativi, nella vita, nel suo progetto esistenziale e

formativo. A determinare la capacità di apprendimento, il successo scolastico, la motivazione agli

studi sono condizionamenti molto precoci che si instaurano nel periodo dell’infanzia; la vicenda

scolastica stessa, dal primo incontro con essa, determina le premesse della disponibilità o meno ad

apprendere. Ma è in questo ordine di scuola che ogni studente, acquisendo progressivamente

autonomia e avendo una crescente necessità di scegliere un’identità personale, inizia a

identificarsi o no nel suolo di studente, di vincente o perdente nel rapporto con la scuola; prende

in mano il suo progetto di vita e decide il ruolo che in questo avranno i processi formativi. Per

questo è importante che la qualità dell’esperienza e della comunicazione scolastica in questi anni

sia ripensata come dispositivo cruciale, che oltre al suo mandato essenziale di istruzione svolga

anche un’azione di aiuto alla progettazione di sé, di prevenzione all’insuccesso, di recupero o

rinforzo della motivazione e inoltre che assolva a compiti educativi che sostengano l’uscita

dall’infanzia e la messa a punto di una nuova identità. Questo ciclo scolastico rivela una particolare

fatica e sofferenza nell’assolvere il suo specifico mandato. Nasce però anche il rischio di delega alla

scuola di responsabilità educative che spetterebbero anche ad altre agenzie e luoghi educativi,

indebolendo e confondendo l’identità della scuola quando essa si fa carico di troppe

responsabilità.

 PREADOLESCENTI A SCUOLA

Il radicale cambiamento che gli allievi realizzano in questi tre anni costituisce una sfida educativa

complessa. Essi sono inoltre insofferenti all’autorità adulta con tendenze alla trasgressione a

all’eccessiva autonomia e frequente svalutazione della proposta formativa. Il compito degli

insegnanti presenta la sua difficoltà anche nel dover continuamente rimodulare il lavoro formativo

in base ai continui cambiamenti degli allievi e alle loro differenze individuali di maturazione. Il

rapporto docente-alunno è però sede dcisiva di sperimentazione del significato della relazione con

l’adulto competente, il rapporto con l’apprendimento, l’esperienza con il successo e l’insuccesso,

la valutazione di adeguatezza alle attese o no, la propria identità di studente.

 LINEE PROGETTUALI

Il compito dell’educatore è quello di stimolare e supportare i cambiamenti e l’evoluzione.

-La necessità e la disponibilità ad esplorare il nuovo, a scoprire e sperimentare inediti modi di

essere distaccati da quelli dell’infanzia, indica alla scuola l’opportunità di una pratica didattica

fortemente incentrata sull’esperienza attiva, sull’esplorazione e la scoperta di nuovi ambiti di

conoscenza o di nuovi approcci (è noto il potenziale di motivazione delle materie nuove). - La

spinta all’avventura e alla misura di sé, anche quella cognitiva e del sapere, suggerisce di

progettare un dispositivo che chieda e sfidi gli allievi a esprimere e giocare le proprie risorse e che

costantemente dia loro un riscontro di cosa e come hanno appreso, operato, affrontato e risolto il

nuovo compito. -Ad un pensiero che si apre progressivamente all’astrazione e all’ipotesi, alle

opinioni e argomentazioni, dovrebbe corrispondere un’attenzione didattica a far si che i diversi

saperi siano sempre proposti come esito di una ricerca, di un’ipotesi, della dialettica di posizioni, di

determinati sistemi di interpretazione e lettura della realtà. –La centralità della dimensione

corporea (dimensione rimossa), la sua sensibilità, il bisogno di movimento e di espressione anche

attraverso il lavoro concreto e la produzione materiale, chiede di essere riconosciuta e di avere

possibilità di espressione si questi suoi bisogni. –L’interesse alla relazione e al gruppo, ma anche la

tendenza a vivere intensamente il rapporto con le figure adulte su cui vengono proiettati significati

ed emozioni che provengono dalle figure genitoriali da cui però il ragazzo deve prendere le

distanze, dovrebbe essere valorizzato e educato da una didattica che preveda anche il lavoro di

gruppo. –La necessità la ricerca di sguardi esterni e di riscontri, la necessità di corrispondere alle

attese degli altri, indica l’urgenza di ripensare la valutazione attivando ed espandendo la sua

funzione positiva, formativa e comunicativa, che rimandi immagini positive di sé e incoraggianti. –

La naturale instabilità e ricerca di definizione di sé richiama l’urgenza di aprire appositi spazi e

occasioni di pensiero, di consapevolezza, di rielaborazione che abbiano come oggetto l’esperienza

di apprendimento, i successi e gli insuccessi, la relazione didattica. Appaiono quindi fondamentali

alcune funzioni costitutive del lavoro scolastico: valutazione, orientamento e l’attività meta

cognitiva.

 ORIENTARE IL PERCORSO

La funzione di orientamento è stata affermata come uno dei cardini e dei fondamenti dell’identità

formativa di questa scuola. Ripensare pedagogicamente l’orientamento porta alla capacità di

promuovere nello studente la capacità di pensarsi, di vedersi, di fare oggetto di continuo meta

apprendimento la sua vicenda scolastica, la sua stessa identità di studente in quella scuola e

classe, il suo rapporto con l’apprendimento e con lo studio, con le proprie capacità, i punti di forza

e di debolezza del proprio personale curriculum, i motivi del successo e dell’insuccesso, le risorse e

le criticità. L’attività scolastica dev’essere orientata non solo in vista delle scelte future, ma per il

suo funzionamento e la sua efficacia attuale. Questo processo va indotto, sostenuto, aiutato con

strumenti. Un esercizio abituale di riflessione deve accompagnare il processo scolastico, questa

pratica di interrogazione della propria esperienza scolastica produce un rinforzo importante e un

‘integrazione della propria identità di studente; provoca inoltre un protagonismo più attivo nella

propria informazione, un maggiore interesse, l’individuazione di risorse da sfruttare e limiti da

superare, la comprensione delle proprie sorti scolastiche. Orientamento è sapere e poter

scegliere, questo modo attiva e rende disponibile maggior conoscenza di sé.

 VALUTARE

Un’altra dimensione centrale da ripensare nella scuola del preadolescente è la valutazione. Essa

rappresenta la comunicazione dominante nell’esperienza scolastica e nella relazione didattica; è

uno dei fattori decisivi nella costruzione di un’immagine di sé, nel comunicare aspettative,

nell’influenzare la motivazione allo studio. Occorre un ripensamento radicale e un impegno a

risignificarne logiche, uso, significato e considerarne gli effetti, i criteri di giudizio, la

comunicazione valutativa. La valutazione dev’essere interna al processo di apprendimento che

agisca come monitoraggio. La vera valutazione deve avere una soggettività ancorata a criteri di

scelta pedagogica. Una valutazione come elemento centrale della comunicazione e della relazione

docente-studente e, come tale, attentamente pensata e controllata nei suoi effetti e sfruttata

nelle sue possibilità.

 PENSARE IL PROGETTO

Ripensare l’orientamento, la valutazione, la comunicazione didattica, il rapporto tra

apprendimento e meta apprendimento per inscriverne pratiche pedagogiche forti e consapevoli

che si dia come obiettivo quello di promuovere negli allievi la capacità di costruire scelte,

significati del loro stare a scuola e studiare, equivale a ripensare i fondamenti della ‘forma scuola’.

Per realizzare ciò la scuola dev avere tempi, risorse e supporti. Dall’interrogazione critica del suo

progetto, motivazioni, scelte e stili emerge una possibilità di costruire e ricostruire un più forte

riconoscimento di sé. Ogni scuola potrebbe trovare in sé un grande libro di testo, un riferimento e

risorsa per lo sviluppo professionale dei docenti e per la progettazione e revisione della propria

proposta formativa.

 CONCLUSIONI

Progettare la scuola come spazio di esperienza e occasione di consapevolezza dio sé e della realtà,

come palestra di allenamento di una nuova identità personale e sociale. Nella scuola, infatti, tutti i

giorni si può sperimentare l’avventura di incontrare un nuovo sapere; le relazioni interpersonali e

la vita di

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher hazelim di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale con laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Rezzara Anna.