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Chi dà l’immagine reale? → in verità si può dire che se si analizza bene la questione, non
si può parlare di realtà o falsità infatti come Platone punta una lente di ingrandimento su
Socrate, e anche enfatizzandone i tratti, racconta la verità così fa anche Senofonte solo
che punta una lente che rimpicciolisce la figura di Socrate.
In ogni caso, la prova che nell’Apologia di Socrate Platone ci dica la verità sta nel fatto che
alla condanna di Socrate erano presenti moltissimi testimoni e giudici e quindi egli non
avrebbe potuto mentire, farlo sarebbe stato controproducente e l’avrebbe reso colpevole
anche nei confronti dello Stato.
L’evento → l’evento che viene trattato nell’Apologia è il processo intentato contro Socrate
nel 399 a.C e l’azione rappresentata nel testo scritto è la grande difesa del filosofo al
processo. Le accuse non erano di carattere privato, infatti secondo le leggi di Atene, esse
riguardavano lo stato stesso. Mettere in dubbio le idee religiose dell’epoca significava
mettersi contro la Città e offenderla
Quali sono i motivi per cui venne intentato un simile processo?
1. Socrate è colpevole di corrompere i giovani → Socrate venne accusato di
influenzare i giovani e quindi i cittadini di Atene con le sue idee sulla religione e
sugli dei.
2. Socrate è colpevole di non credere agli dei della Città → gli dei a cui Socrate non
credeva erano quelli della tradizione mitologica. Egli li respingeva perché giudicava
assurdi i loro comportamenti come le lotte e i conflitti e perché riteneva che la
teologia tradizionale non potesse avere nessun contributo positivo nel campo
dell’etica in quanto non era possibile fondare un modo di vivere moralmente giusto
su di essa
3. Socrate è colpevole di introdurre nuove divinità → Socrate affermava di sentire
dentro di sé una voce divina, un daimonion → si intendeva un segno interiore, una
voce intima che non spingeva Socrate ad agire, ma anzi lo tratteneva. Non si
trattava quindi di una nuova divinità come la possiamo intendere noi oggi, ma di
uno speciale rapporto di Socrate con il divino che si configurava in modo del tutto
nuovo per l’epoca ellenistica.
Il vero motivo delle accuse → in realtà il motivo dell’accusa aveva ben poco a che fare con
la religione, ma era legato a una questione politica. Il fatto di non credere agli dei venne
usato solo come maschera e come pretesto.
Questo tipo di processo ad Atene veniva intentato e celebrato a seguito di un’accusa
formale presentata e firmata dal responsabile. Nel caso di Socrate l’accusatore fu Meleto
→ egli era un poeta, ma non aveva raggiunto né successo né notorietà e per questo si
prestò a un gioco politico pensando così di riuscire a farsi pubblicità e a raggiungere la
diffusione che desiderava.
→ Anito → fu colui che tirò le file del processo e che convinse Meleto a presentare
l’accusa
→ Licone → era un retore-politico che si occupò di organizzare e dirigere le procedure del
processo.
Infatti erano soprattutto i politici a detestare Socrate, lo vedevano come un personaggio
scomodo perché le sue critiche li facevano apparire come ignoranti e mettevano in luce la
realtà delle cose.
Ma come si svolgeva il processo come quello di Socrate?
1. Il processo si svolgeva nell’arco di una sola giornata
2. I giudici erano 500 e potevano anche essere presenti i cittadini
3. Per prima cosa venivano illustrati i motivi dell’accusa
4. Dopo questo discorso l’accusato poteva parlare per difendersi
5. I giudici a questo punto compivano la loro votazione. Se a favore l’accusato veniva
assolto, se a sfavore all’accusato veniva concesso di fare un altro discorso per
cercare di chiedere una pena più leggera. Nel caso di Socrate 280 votarono contro
di lui mentre 220 a suo favore. ( servivano 250 voti a favore per l’assoluzione)
6. Si teneva a questo punto il secondo discorso. Quando Socrate presentò il suo però
non cercò assolutamente di mitigare la sua pena, ma disse di meritare un premio.
La seconda votazione fu così disastrosa: 360 voti a sfavore e solo 140 a favore
7. L’Accusato a questo punto era condannato e non poteva più parlare, ma Socrate
fece comunque un ultimo discorso di commiato
Struttura del primo discorso → il primo discorso di Socrate è quello più ampio e complesso
ed è la sua vera e propria difesa.
Esso si compone di quattro punti principali:
1. Socrate chiama in causa i suoi accusatori, quelli veri che in qualche modo hanno
preparato quei presupposti che hanno dato origine al processo.
2. Vengono chiamati in causa gli accusatori che lo hanno portato in tribunale e in
particolare Meleto
3. Socrate presenta il nucleo centrale del suo pensiero filosofico e spiega il senso
della sua missione → l’uomo si occupa troppo di ciò che ha e troppo poco di ciò che
è. L’uomo non deve occuparsi in prevalenza del suo corpo, dei suoi possessi e del
suo potere, ma della sua anima per renderla migliore e perché da essa dipendono
le cose importanti della vita
4. Ha lo scopo di mostrare le conseguenze sociali ed educative del suo pensiero e
della sua missione. Segue la conclusione dove Socrate chiede ai giudici non pietà,
ma giustizia. Era usanza che l’imputato facesse venire in tribunale la famiglia e i figli
affinché chiedessero pietà, ma Socrate rifiuta questa tradizione e questo dimostra il
suo forte impegno morale. Afferma che il giudice deve giudicare secondo giustizia e
non essere persuaso da suppliche
Secondo discorso → in questo secondo discorso Socrate avrebbe dovuto chiedere una
pena alternativa più lieve, ma fare ciò avrebbe implicato l’ammissione della sua
colpevolezza e egli non si sentiva colpevole, ma anzi riteneva di aver svolto una missione
affidatagli da Dio e quindi di aver fatto del bene alla Città
Terzo discorso → dopo la seconda votazione Socrate tiene un discorso di commiato che è
diviso in due momenti:
1. Nel primo si rivolge a coloro che lo hanno condannato dicendo che il problema non
è sfuggire alla morte, ma alla malvagità perché essa corre molto più veloce della
morte e afferma anche che i suoi accusatori sono stati raggiunti anche dalla
malvagità.
Trasmette anche un messaggio importantissimo dicendo che uccidendo un uomo
non si uccide la sua idea se essa è idea della vita, anzi, tramite la morte del suo
creatore non si fa altro che rafforzarla
2. Nel primo si rivolge ai 140 giudici che hanno votato a suo favore e dice che la morte
può essere o buio assoluto o l’inizio di un’altra vita. Nel primo caso non bisogna
preoccuparsi perché ciò metterà fine a tutto, anche alla sofferenza e nel secondo
caso, se si è seguito il bene, si vivrà una vita beata.
Morte di Socrate-→ l’esecuzione della condanna a morte di Socrate non avvenne
immediatamente dopo il processo, ma dopo più di un mese. In questo arco di tempo i suoi
amici gli fecero visita più volte pregandolo di fuggire dal carcere, ma Socrate rifiutò sempre
quinto riteneva che il rispetto per la giustizia, anche se male applicata, doveva essere
totale.
Il Fedone rappresenta le ultime ore di Socrate fino al momento in cui bevve la cicuta e
morì
Gli ateniesi dopo la sua morte si pentirono moltissimo, dichiararono in lutto la Città,
condannarono gli accusatori e onorarono il filosofo
Biografia di Platone → nasce nel 428-425. Platone non era il suo vero nome, ma un
nomignolo dovuto per alcuni all’ampiezza della sua corporatura, per altri all’ampiezza della
sua fronte e per altri ancora per l’estensione del suo stile.
Il suo vero nome era Aristocle.
A 20 anni divenne discepolo di Socrate dopo aver avuto dei contatti con le teorie eraclitee.
Gli anni passati accanto a Socrate furono decisivi per Platone non solo per il suo pensiero,
ma anche per le sue scelte esistenziali.
Dopo la condanna di Socrate Platone si convinse a rimanere lontano dalla vita politica.
Platone fece anche alcuni viaggi in Sicilia.
Nel 387 fondò ad Atene una scuola che richiamò moltissimi giovani e uomini colti.
Morì nel 347 ad Atene all’età di 80 anni.
Opera.
Il grande discorso di difesa di Socrate
Prologo → non so che impressione avete avuto nell’ascoltare i miei accusatori, anche io
per poco non mi dimenticavo di me, ma di vero non c’è nulla. Da me udirete solo la verità
e non userò discorsi eruditi e ben ordinati, ma parlerò in modo casuale con parole che mi
capitano.
In 60 anni di vita non sono mai stato in tribunale, mi scuso se non conosco il linguaggio
che si usa in questo luogo.
I criteri che Socrate seguirà nella difesa → ci sono due tipi di accusatori:
quelli che mi hanno accusato recentemente
• quelli che mi accusano da molto e che sono irraggiungibili e non sono presenti in
• questo tribunale. Sono come ombre, ma devo difendermi lo stesso.
Difesa contro i primi accusatori → Sono stato accusato di cercare di educare gli uomini in
cambio di denaro. In realtà educare gli uomini è un compito nobile e non c’è niente di
male, anzi è una cosa bella. Ma mai ho chiesto denaro
Mi hanno accusato di essere sapiente e che speculo sulle cose celesti, investigo tutti i
segreti di sottoterra.
Un giorno Cherofonte domandò all’oracolo di Delfi se c’era qualcuno più sapiente di me ed
gli rispose di no. Una volta che ho saputo la sua risposta ho iniziato a ricercare la sapienza
tra gli uomini.
Mi sono recato prima dai:
Politici: tutti loro affermavano di conoscere tutto anche se in realtà non era così.
• Arrivai alla conclusione di essere più sapiente io di loro e non perché conoscevo più
cose, ma perché mi rendevo conto di sapere di non sapere
Poeti: prendevo i loro poemi più complessi e gli chiedevo di spiegarmeli al fine di
• imparare qualcosa. In realtà coloro che leggevano i poemi sembravano sapere più
cose di chi li aveva composti. I poeti, così come gli indovini, sono ispirati da un dio,
dicono molte belle cose, ma non sanno nulla di quello che dicono. Però i poeti
ritengono di essere più sapienti di tutti gli altri uomini e di sapere molte più cose
anche se non era così
Artigiani: avevano conoscenze che io non avevo, ma possedevano lo stesso difetto
• dei poeti e infatti visto che sapevano esercitare bene la loro arte ritenevano di
essere sapientissimi anche su tantissime altre