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IL MOS JUVENUM
Lo scenario storico dove per la prima volta emerge una preoccupazione sociale inerente i comportamenti violenti dei giovani è l'Europa medievale e rinascimentale, tra il XIV e il XVI secolo, la questione è la sregolatezza delle condotte di vita dei fanciulli e dei giovani, a cui è lasciata un'eccessiva libertà che diviene oggetto di una preoccupazione nuova, i disordini acuiscono nella percezione degli adulti l'allarme sociale verso un mos juvenum. Dalla preoccupazione relativa al mos juvenum viene definendosi una nuova necessità che da una tolleranza verso gli eccessi giovanili, impone una regolamentazione delle condotte che si traduce in pratiche di organizzazione e disistematizzazione dei luoghi deputati ad accogliere un numero di soggetti immaturi. Il concetto di mos juvenum, rinnova l'idea di una inclinazione naturale alla violenza. Per i religiosi, educatori, predicatori, letterati, l'attitudine violenta era
Divenuta abitudine, costume quotidiano. Oltre al processo storico e culturale è altrettanto importante interpretare il significato socio-antropologico delle ribalderie dei giovani.
LA VIOLENZA COME STORIA DI UN CONFLITTO GENERAZIONALE: LE "BANDE" GIOVANILI
Le turbolenza adolescenziali che sfociavano in atti di violenza dal XIV al XVI secolo erano caratterizzate da una ambivalenza: da un lato emergono una nuova sensibilità pedagogica e morale, dall'altro lato, le violenza agite dai fanciulli erano canalizzate contro gli individui identificati come "nemici" e talvolta le loro violenze erano incoraggiate come forme di giustizia. Questo doppio registro costituisce un tratto saliente del passaggio d'epoca che segna la metà dello scorso millennio, e sarà il processo di Controriforma a piegare la questione sociale delle turbolenze nel quadro dei problemi di ordine pubblico.
Caratteristica diffusa nelle aree urbane dell'Europa
La caratteristica comune delle società medievale e moderna è quella dell'organizzazione dei giovani in bande. Città come Firenze, Parigi, Lione sono attraversate da fenomeni di violenze tra bande giovanili. Il timore di un disordine sociale alimentato dalle orme di giovani costituisce uno dei principali argomenti degli interventi repressivi e punitivi che segnano il XVII secolo. Il 1600 è agitato dalla necessità delle Istituzioni di contrastare tutte le forme di vagabondaggio, di prostituzione di strada, che costituiscono una minaccia per l'ordine costituito. È dalla seconda metà del XVII secolo che i provvedimenti legislativi assumono forme più radicali di intervento da parte delle istituzioni. È nel passaggio all'era moderna che l'inclinazione naturale degli adolescenti e dei giovani e la loro propensione ad assumere condotte violente si trasforma in un vero e proprio allarme sociale che fomenta negli adulti il timore verso una conflittualità.
giovanile che ha come bersaglio le proprie istituzioni. È una frattura storica sul principio dell'idea di minorità del minore. La minorità del minore si esprime attraverso una colpevolizzazione del fanciullo rispetto alla sua incapacità di gestire l'insieme disordinato e irrazionale di istinti, pulsioni: compito educativo dell'adulto è regolare il comportamento per annullarne o limitarne la pericolosità intrinseca. Questa frattura storica che si spingerà fino all'età contemporanea, l'adolescente sarà sottoposto a stretta vigilanza educativa e disciplinare con pratiche che non risparmieranno l'utilizzo di mezzi coercitivi e violenti per ottenere l'obbedienza del giovane, tre secoli di pedagogia nera contribuiranno a rimarcare la ribellione e l'emancipazione contro l'autorità adulta.
IL RIMODELLAMENTO DEL SOGGETTO ADOLESCENTE ENTRO LA CRISI CONTEMPORANEA
Sono trascorsi 50
anni dalla contestazione studentesca e dalle lotte del '68. Stagione che abbinò alle battaglie nelle strade e nei luoghi di studio una trasformazione culturale, che mise in discussione dogmi e rinnovò il sapere scientifico. Stagione che portò alla ribalta i giovani come interpreti della scena politica. Il '68 e gli anni a seguire rappresentarono la necessità di un conflitto intergenerazionale come motore del cambiamento sociale e culturale: la contestazione giovanile metteva a nudo l'inconciliabilità di due visioni del mondo. Con il '68 abbiamo l'ultima rappresentazione di un conflitto esplicito tra le generazioni, nel quale la violenza dei giovani ha assunto valore teleologico conteneva in sé un significato e una finalità riconoscibili e riconosciuti. Nel libro di Michele Serra, Gli Sdraiati, da cui è tratto un film con Claudio Bisio, si rappresenta un'adolescenza ripiegata su se
stessa,caratteristiche dei nostri giorni: apatia e egoista, estranea al dibattito politico, il narcisismo e il nichilismo. Il passaggio adolescenzialeimplicasse l'attraversamento di uno spazio di cambiamento.
La questione del passaggio oggi delinea uno scenario educativo più complesso, la domanda è quale ruolo assume l'adulto. Se l'attenzione è rivolta a comprendere le nuove caratteristiche dell'adolescenza contemporanea, è la posizione che riveste l'adulto sullascena, a partire da una sempre maggiore rarefazione in qualità di soggetto attivo nell'esercizio della responsabilità educativa.
L'evaporizazione del padre costituisce un aspetto centrale nelle riflessioni che mettono l'accento sulle trasformazioni interne alla famiglia. Di fronte all'evanescenza dell'adulto, sembrerebbe venir meno l'urgenza del confronto dialettico come motore psico-sociale del cambiamento. Per Miguel
Benasayag la post-modernità ci pone di fronte alla formattazione del conflitto, rimozione di quella molteplicità conflittuale che costituisce una condizione esistenziale peculiare della soggettività in funzione dell'identificazione dell'individuo come una serie di ruoli normalizzanti. La violenza diviene finalistica, irrazionale, decontestualizzata (orientata allo scopo), diviene reattiva (frustrazione), si fa impulsiva, difensiva. IL RITORNO DEL RIMOSSO Il nuovo adolescente è il prototipo del consumatore avido, incapace di ingaggiarsi e di assumere l'iniziativa. Un dispositivo potenziato dall'avvento delle nuove tecnologie di comunicazione finiscono per favorire la circolazione e l'implementazione di modelli di soggettività per il consumo. Gli adolescenti oggi per Marchesi, sono allevati in uno stato d'assedio e vivono sotto assedio, curati masorvegliati e controllati. Vi è un'altra faccia della medaglia delvivere sotto assedio: è ritorno del rimosso, quando i ragazzi escono dalle zone di sicurezza, sembrano riscoprire la violenza. La violenza adolescenziale fa capolino sulla scena contemporanea in forme differenti da quelle dei loro omologhi medievali. I tratti dell'irrazionalità, della stupidità e della gratuità che distinguono azioni distruttive rinviano a una differente semantica della violenza adolescenziale. È un vero e proprio ritorno del rimosso che ha nella formattazione del conflitto e nella virtualizzazione del nemico, le proprie ragioni sociali e psicologiche. La violenza irrazionale di alcuni adolescenti vive una drammatica prossimità con la violenza del terrorismo contemporaneo, così indifferente al destinatario della violenza. Violenza inaudita, individuale che colpisce alla cieca. Se nella violenza terroristica è esplicito il richiamo a un'ideologia, nell'irrazionalità della violenza adolescenziale si.perde ogni referenzialità ad un contenitore culturale o ideale. Ciò che resta è per lo più un vuoti ancora più grande di quello che si voleva combattere.
3. Il sistema adolescenziale
Tra le descrizioni contemporanee dell'adolescenza, la più apprezzata è quella che offre una rappresentazione inedita e di assoluta novità: adolescenza tratteggiata evidenzia i radicali cambiamenti antropologici e psicologici, al punto di trovarsi di fronte a un nuovo tipo di soggetto. Argomento che nasconde un vizio epistemologico di fondo: la convinzione, di derivazione umanista e positivista, a cui si giunge ad una definizione universalizzante dell'adolescente come soggetto. I nuovi adolescenti incarnano psichicamente e biologicamente le trasformazioni del mondo contemporaneo.
Qualsiasi discorso scientifico sull'adolescenza deve considerare il carattere sistemico di tale oggetto. L'adolescenza è un sistema complesso e dinamico,
implica la necessità di operare a livello concettuale un cambiamento di paradigma. Significa riconoscere che l'adolescenza è un costrutto socio-culturale emergente dall'esperienza storico-economica della società borghese moderna. Gli effetti delle pratiche storiche che configurano l'esperienza adolescenziale negli anni 2000, rappresentano una chiave di lettura indispensabile per comprendere le forme che il sistema adolescenza assume, più che un'adolescenza nuova occorre parlare della rideterminazione della soggettività adolescenziale nel contesto delle società capitaliste. 3.1 Un sistema di mutazione in atto Un sistema costituisce un aggregato di elementi in relazione di interconnessione e di cooperazione, può assumere molteplici forme. Il costrutto di adolescenza va ricollocato nella sua dimensione di effetto storico culturale e sociale. L'attenzione va rivolta agli elementi materiali, al modo in cui questielementi si interconnettono e cooperano tra loro, proprietà che favoriscono o impediscono lariorganizzazione delle dimensioni strutturali (corpo, spazio, tempo). L’adolescenza è un aggregato di elementi socio-culturali, storico-economici in relazione tra loro e sottoposti a condizionamenti reciproci. Sistema di mutazione enattivo: processo di enazione evidenzia due piani fondamentali: strutture incorporate che costituiscono la sostanza dell’esperienza, e il piano dei dispositivi esperienziali che generano i possibili modi di fare esperienza. L’interpretazione enattiva sposta il focus dell’analisi su quello che viene definito accoppiamento strutturale tra un sistema vivente e l’ambiente. È da questa interpretazione che possiamo definire l’adolescenza come un sistema di mutazione enattivo. Francisco Varela descrive per descrivere il nostro specifico oggetto non si possa prescindere dal rapporto di codipendenza tra il percipiente e ilmondo percepito. Questi modi di fare esperienza sono da riferire alla struttura incorporata del soggetto, non vi sono items di comportamento ma schemi incarnati di azione. Il modello enattivo ci permette di operare una torsione di sguardo sull'adolescenza. L'adolescenza è strutturalmente predisposta all'elaborazione delle sollecitazioni derivanti dalle proprietà emergenti, leggere