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La comunicazione

La comunicazione umana avviene verbale (parole, numeri, le note musicali, insomma i simboli) e non verbale (gesti, linguaggio del corpo, le espressioni facciali, la postura, lo sguardo, la prossemica ossia la vicinanza, il tono di voce, l'abbigliamento, il contesto). La prima invia un messaggio di contenuto, la seconda un messaggio di relazione.

(secondo assioma - "Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione")

La comunicazione non verbale è molto importante, forse più di quella verbale, ma non è facilmente comprensibile, è ambigua perché veniamo tutti da esperienze diverse, dunque non provoca in tutti le stesse reazioni. I messaggi di relazione sono da esplicitare, sono da chiarire, perché per tutti hanno un significato diverso. Quella verbale invece è chiara, è diretta, veicola messaggi precisi. Anche se a volte possiamo dare significati diversi alle stesse parole.

Con la

comunicazione non verbale possiamo inviare tre diversi messaggi

● conferma: abbiamo bisogno di conferme per la nostra autostima, per crescere, per sentirci a nostro agio. Ma la conferma è raramente (nelle relazioni quotidiane) pura ed incondizionata. Difatti, per essere tale, la conferma necessita di una soglia di distanziamento emotivo che non renda eccessivo il coinvolgimento (perché non dobbiamo dipendere dalla reazione del nostro interlocutore), ma che non lo azzeri neppure perché non si sfoci nell’indifferenza. Dunque i messaggi di conferma risultano tanto più probabili quanto meno nascono da una posizione di dipendenza disfunzionale della relazione con l’altro e quanto più possono esprimersi liberamente. Ma non necessitiamo di sole conferme.

● rifiuto o negazione: non possiamo educare senza esprimere anche dei messaggi di rifiuto o negazione. Il rifiuto non mette in discussione la stima ed il riconoscimento verso l'altro, ma invita

l'altro a rimettersi un po' in discussione. Come si insegna ad un bambino se non si esprime anche quello che non si può fare? Il rifiuto va visto come variazione della conferma. Piuttosto quello che dobbiamo distinguere sono: - rifiuti necessari: è accettabile se vengono compresi e a volte farli capire è molto difficile. È difficile far capire ad un bambino piccolo che non ha ancora il senso del pericolo che qualcosa non si fa. Nell'adolescenza invece è proprio il pericolo che spinge il ragazzo ad avere dei comportamenti indecenti. Perché a volte gli educatori ed i genitori sono così tolleranti di fronte a dei comportamenti sbagliati? Spesso vogliono la fiducia del ragazzino, spesso si vergognano, a volte si sentono in difficoltà nell'essere autorevoli perché vengono meno quei momenti di complicità. - rifiuti elettivi invece non sono necessari. Corrispondono a precise scelte che rispecchiano gli stili di

Vita e le priorità del genitore o educatore ma non sono sempre necessari. È una scelta personale, una preferenza ma dal bambino viene vissuto come necessario. I genitori e gli insegnanti sono così preoccupati dal dover insegnare la loro personalità ed il loro modo di vivere che anche quelli elettivi vengono divulgati con la stessa potenza di quelli necessari. A questo punto all'allievo il rifiuto risulta come un atto di arbitrarietà dell'adulto.

Esempio: una maestra decide che è sbagliato correggere gli errori dei bambini in modo da non demotivarli, dunque lei applica questo nelle sue lezioni. Un'altra maestra invece dice che per formare bene un bambino è necessario correggere ogni errore così che non lo compia nuovamente anche se si rischia che viva l'errore in maniera stressante e negativa, dunque lei applicherà ciò. Gli allievi dovranno adeguarsi a questi metodi che sono estremamente personali come.

Se fossero delle regole necessariamente da seguire. Il modello di riferimento per formare un insegnante competente secondo Bachelard è quello scientifico: ogni scienziato infatti si confronta quotidianamente con il rischio e le potenzialità dell'errore, permane in una posizione di continua apertura all'apprendimento e alla revisione dei propri punti di vista. Dunque per diventare insegnanti bisogna in qualche modo rimanere allievi.

Ovviamente è necessario specificare che nessun insegnante può rimanere completamente neutrale e privo di un proprio orientamento educativo, ma è fondamentale che abbia consapevolezza della relatività dei messaggi di rifiuto che veicola. In questo modo (considerando l'esempio delle due maestre sopra riportato) è possibile che le due insegnanti riconoscano che anche l'altro metodo possa avere una sua validità e questo facilita l'individuazione di pregi e limiti di entrambi gli.

approcci. Così si abbatte quel dualismo iniziale, creando una sorta di terzo metodo più ampio e complesso dei precedenti. In questo senso la chiave di volta potrebbe essere quella indicata dalla Montessori che dice che il bambino deve autocorreggersi prima di essere corretto. L'adulto deve esserci come stimolo perché è lui che può individuare l'errore. --- rileggere il testo con lui e lasciargli capire se il suono corrisponde a ciò che scrive. Il bambino sperimenta la gratificazione di aver riconosciuto l'errore e non lo interpreta più come una sconfitta. Noi dobbiamo sbagliare per apprendere. L'apprendimento intelligente è quello attivo, quello che fa esperienza dell'errore, così posso ragionare su ciò che non ha funzionato e metto in atto un processo di elaborazione cognitiva.

● disconferma: (1 ostacolo della comunicazione) messaggio negativo e problematico, disturbato e pericoloso. Tu non esisti.

Seiqua ma non meriti di esserci. Disconoscimento della personalità dell'altro. L'ignorare.Se il rifiuto negazione è circoscritto e prevede comunque una base di stima difatti si pone come consiglio costruttivo necessarioda esprimere per intervenire positivamente nella formazione, la disconferma al contrario non prevede nulla che susciti stima,simpatia."bambini trasparenti". Non ci sono feedback, interazioni e allora significa "io non sono qua per te". Allora perché disconfermiamo? Perché una situazione ci mette in difficoltà, ci crea disagio. Quando siamo lontani dalle nostre competenze, dalla nostra formazione. La prima cosa da fare allora è ammettere che in quella situazione non siamo capaci. Confrontarsi con una situazione nuova.Costruzione della professionalità che è sempre in itinere1. ammettere la nostra incapacità, superare la resistenza personale2. ricerca di aiuto di qualcuno che nelcontesto ha già avuto esperienze del genere che può sostenermi. Spesso in realtà lo neghiamo sia a noi stessi che agli altri, finendo per nascondere la disconferma attraverso:
pseudo conferme (veicoliamo messaggi positivi per rassicurare l'altro anche quando non è fondato finendo quindi per accantonare situazioni che si sarebbero potute risolvere per tempo senza complicazioni. esempio: dislessia). Le conferma autentiche sono ad personam non ce n'è una che non sia accompagnata dal rifiuto. Quindi la pseudo conferma è una reazione di comodo.
pseudo rifiuti (è un po' meno di comodo e un po' più impegnativo. Il rifiuto diventa pseudo rifiuto quando c'è una reazione che è un po' squalificante che si trasforma poi in comportamento di accanimento perché rimane un problema irrisolto. Comportamento di falsa conferma con rabbia, rancore, problema irrisolto.
TEORIA E PRASSI:
Ogni prassi educativa ha

la sua teoria di riferimento. Teoria e pratica sono strettamente collegate tra loro. Fare pratica vuol dire in qualche modo "imparare a cavarsela" ed è usata molto anche nel campo dell'educazione perché inizialmente gli insegnanti non ricevevano una formazione apposita, per questo si trovavano nel contesto a dover cercare soluzioni non per forza educativamente corrette che però venivano tramandate.

Le pratiche si sono infatti formate in un periodo di estrema difficoltà nell'educazione. Realtà contadina con molti analfabeti. Adesso con le pratiche non si può insegnare. Ci vuole una mente flessibile, una capacità di adattarsi e di comprendere. È necessario quindi tenere di conto del contesto in cui si viene inseriti, delle modalità a cui sono abituati. Bisogna creare una relazione che non sia né di sottomissione né di prepotenza con i colleghi più esperti.

Le persone anziane hanno di solito

gli stessi sentimenti) ● no. risposta negativa e congruente tra verbale e non verbale (i due differenti canali comunicativi esprimono gli stessi sentimenti) ● si. risposta positiva ma incongruente tra verbale e non verbale (i due differenti canali comunicativi esprimono sentimenti contrastanti) ● no. risposta negativa ma incongruente tra verbale e non verbale (i due differenti canali comunicativi esprimono sentimenti contrastanti) La comunicazione non verbale comprende gesti, espressioni facciali, postura, tono di voce e altri segnali che possono trasmettere significati e emozioni. È importante prestare attenzione a questi segnali per evitare ambiguità e contraddizioni nella comunicazione. In conclusione, teoria e pratica devono essere in sintonia e la comunicazione verbale e non verbale devono essere allineate per garantire una comunicazione chiara ed efficace.

uno stesso messaggio e si rafforzano reciprocamente)● no. risposta negativa ma congruente. anche in questo caso, seppur la risposta sia negativa, i canali del verbale e non verbale si supportano esprimendo un messaggio chiaro.in questi due primi casi il marito esprime un messaggio chiaro e ne consegue un’assunzione di responsabilità e di successiva dimostrazione di ciò che ha comunicato.● comunicazioni contraddittorie. Pronunciano le parole che la moglie spera di sentire ma sono accompagnate da una comunicazione non verbale disallineata. Indisponibilità ad entrare nel merito.Ricorriamo molto spesso a questa perché ci aiuta a non assumerci le nostre responsabilità, non implica una dimostrazione. Ha come obiettivo di mantenere in piedi l'omeostasi del sistema. Affinché la moglie non chieda altro oltre a quello. È il messaggio non verbale che dà senso a quello verbale.Paradosso: ci sono due tesi entrambe valide ma che si

negano reciprocamente. La risposta del marito è ambigua, non paradossale perché la comunicazione verbale e non verbale del marito non sono entrambe vere, ma una è sicuramente falsa. Difatti, sapendo che in linea generale è la comunicazione non verbale che veicola i messaggi d
Dettagli
A.A. 2022-2023
33 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessiacrocini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Fabbri Maurizio.