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ISFOL-CISEM, L'identità evanescente. Una lettura della scuola italiana attraverso le donne insegnanti

Leggere ISFOL-CISEM, L'identità evanescente. Una lettura della scuola italiana attraverso le donne insegnanti, in "Cooperazione educativa", n. 12, 1990, pp. 6-11.

"Può essere interessante domandarsi quali sono i vantaggi e gli svantaggi percepiti dai docenti rispetto al proprio lavoro. Relativamente a questo aspetto, la ricerca dell'ISFOL mette in luce un quadro alquanto contraddittorio, caratterizzato da una crisi di identità professionale vissuta come entità evanescente e al tempo stesso dal mantenimento di un sistema di convenienze che costituiscono al contempo i pregi e i limiti di questa professione."

Ad esempio, "l'orario di lavoro ridotto viene visto come un fattore positivo perché permette di combinare tempi e opportunità diverse e di dedicarsi alla famiglia però, al tempo stesso, viene percepito come insufficiente quando è riferito all'efficacia del lavoro docente. Le docenti sottolineano,

da un lato, la pesantezza delle ore a contatto con i ragazzi ma aggiungono, per converso, che questo orario è assolutamente inadeguato per una buona organizzazione, per esempio per la progettazione e la programmazione collettiva, per l'aggiornamento e l'auto-aggiornamento. "Un altro aspetto problematico riguarda l'insegnamento come terreno di autonomia. Il lavoro di insegnante consente il massimo di realizzazione dell'autonomia personale, da vari punti di vista: rispetto alla programmazione delle proprie attività didattiche; rispetto alla valutazione della propria attività (che si configura in realtà come un'autovalutazione non essendo prevista alcuna verifica esterna); rispetto alla possibilità di aggiornarsi se e quando si vuole; autonomia, infine, nella possibilità di combinare i tempi, di gestire l'organizzazione delle proprie giornate conciliando il lavoro con altre attività. Ma non sempre questi

aspetti vengono percepiti in modo positivo. Relativamente alla valutazione dell'insegnamento, da molti e da molti insegnanti è sentita l'esigenza di una verifica, [...] che è - soprattutto e fortemente - richiesta di un riscontro sul proprio operato."

"altri aspetti contraddittori rispetto all'autonomia tipica della professione docente sono l'assenza di carriera e l'egualitarismo, ovverosia la non-valorizzazione del merito, che è la conseguenza inevitabile dell'assenza di verifica e del garantismo."

"altro elemento di interesse per delineare le criticità della professionalità docente è la percezione dei docenti circa il proprio ruolo professionale." Nella ricerca curata da Cavalli (Gli insegnanti nella scuola che cambia), tra i docenti intervistati "quasi nessun intervistato si sente un impiegato e ancora meno pensa che questa possa essere la definizione ideale di tale ruolo,

maoltre la metà (in crescendo dalle elementari alla secondaria superiore) ritiene che questa sia effettivamente la situazione attuale.”

“aumenta dunque una visione professionalizzante mentre diminuisce la visione vocazionale.”

Aumenta il numero di intervistati che definiscono idealmente l'insegnante come un professionista e diminuiscono quelli che scelgono come rappresentazione ideale dell'insegnante la persona che ha scelto di svolgere un'importante funzione sociale.”

“le maestre sentono con forza la necessità di superare la funzione di «mamma»” cit da Fisher L., L'immagine della professione, in Cavalli A. (a cura di), gli insegnanti nella scuola che cambia, p. 124.

“la concezione della «maestra come mamma» ancora oggi trova spazio in chi privilegia nell'insegnamento la vocazione a danno della professionalità e in chi vorrebbe abolire ogni metodologia scientifica per darsi ai

Proprio scolari informa sentimentale ed empatica. La concezione tradizione dell'insegnamento come vocazione - o come missione educativa - è strettamente connessa con il concetto di maternage: l'insegnamento si configura come una sorta di luogo sublimato del destino materno in cui le donne possono mettere a disposizione le loro innate doti di dolcezza, emotività, solidarietà, altruismo per curare, proteggere, capire i soggetti in crescita. In questi ultimi anni l'idea di insegnamento connotato da forti elementi di maternage sta subendo un rinnovamento in relazione al processo di emancipazione femminile. Sono soprattutto le giovani a ritenere che il ruolo materno assunto dal docente risulti controproducente al processo di conquista di autonomia e responsabilità dei ragazzi."

Gli insegnanti hanno un elevato grado di soddisfazione per il proprio lavoro. "Sono soprattutto le donne e in particolare quelle che lavorano con le

lavoro). Secondo lo studio, i motivi principali che influenzano la motivazione degli insegnanti sono legati alla soddisfazione personale nel vedere i propri studenti crescere e imparare, alla passione per l'insegnamento e alla gratificazione che deriva dal contribuire alla formazione delle nuove generazioni. Tuttavia, il lavoro degli insegnanti può essere influenzato negativamente da fattori come la mancanza di supporto da parte delle istituzioni scolastiche, la mancanza di risorse e strumenti adeguati, e la mancanza di riconoscimento e valorizzazione della professione.

Lavoro nella scuola). Dati da Fisher L., L'immagine dellaprofessione.

"La differenza di genere influenza in modo significativo la tipologia: le insegnanti sono complessivamente più motivate - le troviamo quindi percentualmente sovra-rappresentate fra i motivati persistenti ed i motivati delusi - mentre i colleghi maschi sono relativamente più numerosi fra i non motivati adattati."

"Anche il livello scolastico incide significativamente: i motivati persistenti sono significativamente più numerosi nella scuola elementare, mentre raggiungono il livello più basso nella secondaria superiore."

"Benché le donne si trovino ad avere un ruolo chiave nel sistema scolastico italiano, la loro professionalità non è spesso riconosciuta e valorizzata."

"[L'insegnamento] è un 'lavoro sommerso', un 'lavoro speciale', poco visibile, non riconosciuto; è un"

insieme di attività che stanno tra l'organizzazione dell'apprendimento e la cura, tra la trasmissione del sapere e l'accettazione affettiva, un lavoro che crea disagio, insoddisfazione, frustrazione perché richiede capacità intuitive e capacità relazionali, che l'inerzia del senso comune presuppone naturali in ogni donna, perché indica implicitamente nel maternage e non in capacità professionali da acquisire, da conquistare attraverso un percorso professionale, una dimensione importante del lavoro docente" cit da Porcheddu A., Femminilizzazione dell'insegnamento e nuova professionalità, . 23282

"senza volere creare forzose demarcazioni di ruoli e competenze, non si può ignorare il dato storico: tradizionalmente il prendersi cura è un'attività femminile. Questo spiega perché la professione sia svalorizzata, come del resto è svalorizzata tutta la cultura dei servizi;

Perché è un'attività che si rivolge a soggetti socialmente deboli (i bambini, gli adolescenti, come del resto i malati o gli anziani) e tradizionalmente "gratuita". Le donne si sono sempre "prese cura" gratuitamente: il lavoro di cura, di trasformazione a posto semplice le donne nella posizione di tramite per la crescita esistenziale dei soggetti, senza che tale posizione venisse riconosciuta nella sua centralità storica e sociale." cit da Iori V., Eloisa o la passione della conoscenza. Le insegnanti e i saperi nella relazione educativa, Franco Angeli, Milano, 1994, p. 42.

"Occorre maturare una prospettiva pedagogica che sia mirata a valorizzare la specificità femminile/maschile e la diversità di genere come risorsa, individuando anche iniziative metodologiche in tale direzione" cit da Dal Toso Paola, Le donne insegnanti: problematicità di una presenza nella scuola in una prospettiva di genere, in

«Orientamenti pedagogici», n. 6, 2000, p. 974.84“è lecito pensare che esistano differenze nei sistemi valoriali e nelle pratichedidattiche utilizzate dai docenti dei due sessi nello svolgimento della loroprofessione? Alcune ricerche svolte in ambito organizzativo mostrano che ledonne impegnate professionalmente hanno un sistema di valori guida diversodagli uomini, imperniato sullo schema mentale della collaborazione piuttostoche su quello della competizione, su una leadership orientata al sostegnopiuttosto che al controllo e soprattutto sulla possibilità di godere di maggioreflessibilità organizzativa, al fine di poter meglio conciliare lavoro e famiglia, 23tempo per il lavoro e tempo per sé.” per approf. Vedi Gherardi S, il genere ele organizzazioni; Gherardi S, Poggio B, Donna per fortuna, uomo perdestino. Il lavoro raccontato da lei e da lui; Monaci M, Genere eorganizzazione.85“gli insegnanti, e le insegnanti in particolare,

sono in grado di farsi promotori di un rinnovamento della scuola in ottica di genere? "l'ingresso delle donne a scuola fu interpretato inizialmente come una grossa opportunità per emanciparsi, rendersi economicamente indipendenti e rivendicare quindi la propria autonomia, il proprio valore. Successivamente, una volta entrate in modo massiccio nella scuola, le insegnanti si sono accomodate nel loro ruolo, limitandosi a trasmettere in maniera passiva una cultura sessista e patriarcale." (cit. da Ulivieri S, Genere e formazione scolastica nell'Italia del Novecento, p. 13). "è quella che Simonetta Ulivieri ha definito la 'colpa storica' delle donne che sia nel ruolo di madri che di insegnanti 'hanno nettamente fatto prevalere un genere a danno di un altro, il loro'" (cit. da Ulivieri S, Genere e formazione scolastica nell'Italia del Novecento, p. 13). Negli ultimi anni, "alcune insegnanti, una minoranza, hanno cominciato a interessarsi alla questione di genere e a promuovere un'educazione più inclusiva e equa" (cit. da Ulivieri S, Genere e formazione scolastica nell'Italia del Novecento, p. 13).
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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher riccardoricci95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle differenze di genere e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Biemmi Irene.