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CAPITOLO 7 – BAMBINI E SCOLARI NELLE MEMORIE E NEI DIARI DI
MAESTRI E MAESTRE 7
L’autobiografia tra genere letterario e modello interpretativo
- arriva un momento nella vita di ogni persona in cui si sente il bisogno di raccontarsi.
Sentimenti riaffiorano alla memoria, chiarendo al soggetto alcuni momenti importanti
della propria vita. I ricordi si uniscono al presente e fanno ritornare in mente eventi,
emozioni, sensazioni, etc. Il soggetto ripensa sé stesso, si racconta, si espone al giudizio
dell’ascoltatore o del lettore, ridescrive il proprio vissuto, lo rivive con occhio critico,
ripercorre momenti importanti della propria vita.
- lasciare una traccia di sé offre la possibilità di ripercorre, approfondire e recuperare gli
eventi e le emozioni della propria vita. È un ripercorre la propria vita. Scrivere la propria
storia prevede un’analisi interiore fortemente critica e traumatizzante perché l’individuo
espone sé stesso al giudizio e allo sguardo di lettori e ascoltatori sconosciuti e perché
prevede un’elaborazione emotiva molto forte.
- ogni autobiografia è un’autointerpretazione. L’autobiografia non è un genere definito
da regole, ma di solito si scrive di eventi veri e autentici.
- lo scrivere la propria autobiografia è un percorso che prevede delle date, dei fatti, degli
oggetti, dei luoghi e dei volti.
- le autobiografie rappresentano una importante fonte per la storia. Le autobiografie
descrivono la vita privata del soggetto, ma anche una serie di avvenimenti pubblici che
hanno fatto parte della Storia. Le autobiografie offrono indicazioni e testimonianze
aggiuntive sull’ambiente socio-culturale nel quale ha vissuto quell’individuo.
- l’autobiografia oltre ad essere un momento privato e soggettivo è anche un luogo di
dibattito e di riflessione storica.
Il mondo scolastico
- i maestri e le maestre hanno raccontato le loro esperienze dentro e fuori la scuola,
hanno scritto pagine di vita quotidiana dalle quali traspare la consapevolezza di essere
una presenza costante e continua nella vita dei loro allievi. Gli insegnanti nella loro auto-
narrazione parlano anche di tutti i loro alunni.
- dai racconti degli insegnanti emergono spesso anche dettagli e notizie sugli usi e sui
costumi della società (le abitudini dei bambini, l’abbigliamento, i giochi, la famiglia, la
povertà, il lavoro minorile, etc).
- i ricordi, i racconti e i romanzi di e su maestre e maestri sono un’importante fonte per
ricostruire le abitudini, le necessità e le giornate scolastiche dei bambini.
- l’iconografia scolastica solitamente riproduce l’immagine degli scolari riuniti attorno al
proprio insegnante, quasi a voler indicare un momento di difesa e di controllo, di guida e
di crescita collettiva. I bambini formano insieme al loro insegnante un gruppo forte,
un’immagine unica.
- scuola, inizio 1900: uno stanzone conteneva 60 bambini e una parte della stanza
funzionava come farmacia. I bambini erano sporchi, piangevano, si divertivano a
sporcarsi con l’inchiostro.
- la storiografia tradizionale ha tramandato un’immagine della scuola rigida e
strutturata, fondata sul rapporto maestro-allievo basato su obbedienza e disciplina.
Questa rappresentazione non tiene conto dell’esistenza di una realtà sociale molto forte
che sconvolge limiti e confini dell’istituzione. Il tempo scolastico è anche emotività,
sentimenti, situazioni impreviste con le quali il maestro deve fare i conti.
- le memorie dei maestri ci hanno raccontato i veri problemi del mondo scolastico. Dalle
scritture auto-biografiche emerge un mondo scolastico diverso. I bambini ci vengono
presentati quasi tutti nella loro povertà e umiltà. I bambini avevano pochissimi giocattoli
se erano fortunati, alcuni lavoravano, i loro vestiti erano tutti rotti e rattoppati.
- Diario di una maestrina (1975), Giacobbe: i bambini erano malati di tigna, erano
poveri, abbandonati e maltrattati. Era impossibile svolgere in maniera corretta il
programma ministeriale. Le richieste istituzionali erano lontane dalle esigenze 8
quotidiani dei bambini.
- le cronache scolastiche (a quei tempi obbligatorie) hanno fornito notizie utili sulla vita
scolastica di alunni e insegnanti, sull’organizzazione dell’anno scolastico, sui rapporti
reali tra istituzione scolastica e ideologia politica, sui bambini e sulla rudezza
dell’educazione.
- la scrittura autobiografica del maestro elementare è un tipo di narrazione molto diffusa.
- la scuola sempre stata raccontata perché rappresenta un momento importante nella
vita di ogni persona.
- la letteratura e i giornali aiutano a organizzare un modello alternativo di scuola e di
insegnamento.
Cuore (1886), De Amicis. De Amicis lavora come giornalista e scrittore. Cuore è una
falsa autobiografia. Cuore è fondamentale per studiare l’ideologia scolastica di fine 1800
e per ricostruire la funzione e la figura del maestro. In Cuore vengono descritti anche i
bambini, anche se gli studiosi ritengono che siano figure “poco reali”. In Cuore si pensa
allo studente come al futuro cittadino e quindi la scuola e gli insegnanti hanno un
compito educativo molto importante. I bambini di Cuore rappresentano l’infanzia di fine
1800 (il figlio del muratore con i vestiti logori e sporchi, l’orfano, il figlio dell’ingegnere,
del medico, etc). La scuola è per De Amicis lo strumento del rinnovamento della società.
Il romanzo di un maestro (1890), De Amicis. Questo libro è una pseudo-biografia
in cui Emilio Ratti racconta la propria vita da studente magistrale e da insegnante
elementare. De Amicis era molto informato sulla realtà scolastica ed era molto vicino alle
problematiche sociali e alla condizione dell’infanzia. I ragazzi del Romanzo sono poveri e
miserabili. I bambini veniva a scuola sporchi, con le scaglie al viso e nel collo: si
grattavano i capelli e il petto; si asciugavano i visi sudati con le mani sporche di
inchiostro. I bambini solamente a scuola possono dedicarsi ad “attività” specifiche per la
loro età. I bambini del maestro Ratti sono dei popolani, lavorano nei campi e quando
sono liberi vanno a scuola. Nella scuola c’è una classe specifica che i bambini che
frequentano occasionalmente la scuola a causa del lavoro; questa classe è per tutte le età.
Il Romanzo denuncia la condizione di maestre e maestri che si impegnano seriamente e
con tenacia nel proprio lavoro, mal pagato e scarsamente considerato. L’infanzia del
Romanzo è un’infanzia triste, abbandonata e dimenticata.
Cuore e Il romanzo di un maestro
- in Cuore De Amicis unisce in un’unica classe i figli della borghesia e i figli dei ceti più
umili. Nel Romanzo De Amicis parla dei bambini del popolo.
- Cuore e Il romanzo sono due testi complementari (perché scritti contemporaneamente)
ma che affrontano il problema dell’infanzia da due punti di vista diversi: Il romanzo
dipinge la realtà sociale nella sua essenza più vera; Cuore mira alla formazione di un
nuovo cittadino secondo dei canoni etico-civili ben precisi (l’amore e il rispetto per la
patria, per la famiglia, per la scuola, al di là di ogni sacrificio e di ogni privazione).
- questi libri sono due testimonianze storiche importanti perché sono improntate sulla
verosimiglianza e sulla praticità quotidiana.
Letteratura e autobiografia del 1900
- quando è il periodo del lavori agricoli molti bambini non vanno a scuola, ma aiutano i
genitori a casa.
- i bambini portano con sé la miseria e la povertà delle classi disagiate e sono testimoni
di un mancato dialogo tra il mondo adulto e quello infantile.
- alcuni scrittori del 1900 si sono occupati di raccontare autobiograficamente il mondo
scolastico. Libri importanti: Diario di una maestrina (1975), Giacobbe; Il maestro di
Vigevano (1962), Mastronardi; Lettera a una professoressa (1967), Scuola di Barbiana e
9
Lorenzo Milani.
- i banchi scolastici sono poco frequentati e sono occupati da bambini sporchi e affamati.
I bambini sono costretti a lavorare per aiutare la famiglia.
- i maestri controllavano se i bambini avevano le mani e i vestiti sporchi.
- i ragazzi di Barbiana erano tutti figli di contadini e pastori.
- in questi libri viene testimoniata la scuola classista del 1900. Gli alunni venivano
suddivisi per classe in base alla loro condizione familiare. I bambini non venivano
apprezzati nella loro vera essenza e nella loro naturale età, ma solamente per quello che
rappresentavano socialmente.
- i bambini sono costantemente sorvegliati e puniti, mai liberi di esprimersi per quello
che valgono e per quello che sono in grado di fare.
Testimonianze inedite di maestri e maestre
- presso l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo) sono depositati
numerosi manoscritti autografi di insegnanti elementari. Molti di questi diari parlano
degli inizi della carriera da insegnante. La maggior parte dei diari sono relativi al periodo
fascista (1922-1943).
- questi scritti raccontano che i bambini sono molto sporchi e i loro vestiti sono
consumati e sporchi. Molti diari parlano della povertà e della sporcizia dei bambini.
Molti bambini parlano solamente in dialetto. Una delle tematiche più ricorrente è il
disagio socio-economico nel quale vivano i bambini con le loro famiglie. I bambini
lavoravano per aiutare la famiglia a sopravvivere. La vita familiare condiziona tutte le
attività dei bambini: fino a quando i genitori non si alzano dal letto, i bambini devono
dormire, e i genitori si alzano quando vogliono; a colazione si mangia solo polenta e per
preparare la polenta ci vuole molto tempo; fino a quando i genitori non lasciano la casa
per andare a lavorare i figli devono stare con loro e svolgere le faccende domestiche.
- i locali della scuola erano fatiscenti, malridotti e piccoli, sempre se c’erano, e quindi
molti insegnanti quando era bel tempo andavano a fare lezione nei luoghi aperti.
- i bambini restano il centro dei ricordi degli insegnanti. I ricordi degli insegnanti sono
molto utili per la ricostruzione della storia della scuola e per la storiografia dell’infanzia.
Gli insegnanti descrivono i loro alunni, i loro abbigliamenti, la loro povertà, le loro
usanze, i loro bisogni, le loro speranze e le loro paure. Negli scritti degli insegnanti
vengono descritti anche il paesino dove è situata la scuola e la storia dei suoi abitanti.
Immagini di scolari e scolare
- l’insegnante narra nella maggior parte dei casi situazioni e momenti di vita di grande
disagio.
- le forzature dovute ad un accorpamento violento di individui etnicamente diversi,
culturalmente distanti e socialmente non inseriti (l’Unità di Italia, 1861) ha fatto sì che