Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 1 Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Pedagogia dell'infanzia, prof Ulivieri, libro consigliato I bambini nella storia, Becchi Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La coppia precettore-alunno e i modelli di fare pedagogico

La coppia precettore-alunno ha paradigmi che nella storia vengono richiamati come modelli di fare pedagogico: Achille e il Centauro Chirone, Alessandro Magno e Aristotele. Il primo caso si tratta di eccezionalità per la natura semidivina di Achille e animale del precettore; il secondo caso, la diade filosofo-Re, invece, si tratta di una dimensione di eccellenza. Quest'ultima, infatti, si tratta di una institutio regale in cui viene trasmessa la cultura politica e morale attraverso i libri, azioni e gesti.

Nella autobiografia di Giovanni Conversini, l'infanzia e il travagliato itinerario di studi e incontri con maestri incapaci e violenti è ricordato dall'autore con particolare vivacità. Egli narra i suoi vissuti, gli incontri con gli adulti e altri bambini nella terribile scuola, le reazioni di quest'ultimi e il sentimento che molti adulti avevano del bambino stesso "sopportando la folle crudeltà".

"dell'insegnamento di Filippino da Lugo senza spiegarmi, presi ad odiare tutte le lettere e tutti i maestri". La scuola del principe - pag. 205 (tavola 16)

Per l'erede di Ludovico il Moro, Massimiliano, venne allestita una scuola, gli vennero dati compagni di studio e preparati testi. Il maestro è probabilmente il precettore Giovanni Antonio Secco Borella, ma Massimiliano non divenne mai né ottimo principe né un uomo colto. La miniatura è opera di un artista celebre di Milano, Giovan Pietro Birago, la scuola è aperta all'esterno, vi entra il mondo circostante, senza dar molta considerazione alla concentrazione dei piccoli allievi.

Il bambino pansofico - pag. 206

L'Orbis (Norimberga, 1658) è considerato il primo libro per l'infanzia illustrato e sistematico, realizzato per la scuola del tempo prive di materiale didattico adatto e di metodologie. Si tratta di un'enciclopedia illustrata, uno

strumento di educazione morale e religiosa; un testo di esercizi; un primo manuale scolastico fondato su una teoria dell'uomo, del mondo e di Dio.

I bambini e i loro modelli – pag. 208 (tavola 17)

Dipinto di una famiglia veneziana ritratta nella sua staticità. Al centro è raffigurato un bambino, che ha già appreso certi atteggiamenti e comportamenti del corpo, accompagnato dal precettore che sembra mostrargli come si sta nel mondo. In questa scuola di casa si rappresentano i paradigmi che la società del tempo propone al bambino aristocratico (ruoli, gesti) e la dimostrazione dei suoi primi apprendimenti.

Tra scuola e arte – pag. 208

Thomas Bewick ricorda con angoscia la scuola della sua infanzia per la durezza dei maestri, ma anche di compagni e genitori, la vita infantile all'insegna della paura e della violenza. L'evasione non avveniva nella fuga reale, ma nell'immaginario, nella produzione di disegni (esperienza formativa del disegno).

Traspare lavicenda di un bambino dotato che la scuola non aiuta, ma che mortifica. “Ma nessuno si preoccupò mai di verificare se sia lui che i suoi colleghi possedessero i requisiti necessari per svolgere l’importantissima professione dell’insegnante”. Il piccolo Robinson – pag. 212

Nel Robinson il giovane di Campe traspare il gusto per l’avventura, la curiosità di conoscere luoghi lontani, spettacoli nuovi e curiosità naturali ma anche costruite dall’uomo. Lo scopo dell’autore era attrarre la curiosità del piccolo lettore e rendere più semplice il suo apprendimento. Un registro di scuola – pag. 214

La scuola, non solo elementare, di tutti gli Stati europei nel XIX possedeva molti difetti tra cui: indisciplina, irregolarità nei pagamenti da parte delle famiglie, incompetenza degli insegnanti e disorganizzazione. Molti documenti, raccolti in scritti ministeriali di ispettori, testimoniano questo.

difficile momento che la scuola stava vivendo tra domanda sociale e obbligo di legge. Il registro di un direttore di una scuola elementare documenta le irregolarità delle presenze, la disomogeneità delle classi e la demotivazione di grandi e piccoli. La scuola di una mamma – pag. 220 Fino ai primi del Novecento la bambina borghese e aristocratica veniva istruita in casa, si parla di scuola di genere dove maestre, istitutrici, mamme, insegnano alle figlie una buona cultura mondana, costituita da conoscenze domestiche e delle buone maniere, da lingue straniere ed elementari competenze artistiche. Sigrid Undset nella sua autobiografia ripensa alla sua infanzia, alla sua istruzione che avviene in casa grazie all'acculturazione informale del padre e le lezioni della madre che si uniscono ai saperi specifici della scuola e il gioco degli affetti sostiene l'itinerario degli apprendimenti. Le memorie della scrittrice sono testimonianze della scuola del tempo dove

l'impatto della famiglia è forte e pragmatico, soprattutto per le bambine. Libri illustrati – pag. 224 (tavola 18)

I libri illustrati per l'infanzia fanno parte della tradizione inglese dell'800. Beatrix Potter, nota illustratrice e narratrice, raffigura animali umanizzati come protagonisti delle sue storie, ambientate in paesaggi naturali, con un tono morale come per continuare la tradizione della favola esopica.

La classe e il suo diverso – pag. 225

Si tratta di una monografia di Alice, dove descrive una classe "attiva" della periferia parigina degli anni '70, in cui si usano le tecniche Freinet (testo libero, tipografia e scambio di testo). Si tratta di una breve storia di una scolaresca omogenea, una bambina di colore che la famiglia "parcheggia" a scuola, il potere di un gruppo-classe e le difficoltà della maestra.

Pre-scuola: alcuni dati europei – pag. 231

Grazie all'Ocse è possibile comprare i dati

Recenti studi hanno analizzato le iscrizioni nella scuola dell'infanzia dei principali Stati europei al fine di valutare la diffusione della tradizione di far frequentare la scuola ai bambini con età compresa tra i 3 e i 5 anni.

Capitolo 6 - LAVORO

La storia ci offre spesso notizie di un'infanzia in cui i bambini condividono con gli adulti le durezze della vita, la precarietà di un lavoro malpagato e molto altro ancora. Si parla di bambini che lavorano abusivamente, sotto contratti illegali, che mendicano per le strade o lavorano nelle fabbriche e nelle miniere, bambini venduti a sfruttatori, corrierini di droga, ladruncoli... Per questi piccoli, il gioco non esiste.

All'interno di questa storia, è possibile fare delle distinzioni tra mestieri domestici, mestieri che impegnano il bambino fuori casa, lavori che il bambino potrà continuare anche nell'adolescenza e nell'età matura, e servizi che interromperà alla fine della sua infanzia, durante i quali ha appreso...

dei saperi sociali ulteriormente spendibili. I mestieri infantili sono soprattutto di tipo manuale, che vedono impegnata la forza fisica e l'attenzione, le quali, mancando, possono anche condurre alla morte. Esercizio realizzato di frequente sotto la minaccia di punizioni fisiche, il lavoro del bambino è soprattutto apprendistato, come anche il lavoro domestico delle bambine, le quali copiano quanto fa l'adonna adulta con cui e per cui devono lavorare (apprendistato per imitazione e del fare insieme). Ma il più delle volte il bambino impara il lavoro per necessità; in questo caso egli non ha dei modelli e deve fare da sé: i rischi e i pericoli mortali sono enormi e accanto a questi c'è anche la solitudine. Lavoro minorile e scuola sono dunque i grandi ambiti contrapposti della vita del bambino. L'assenteismo scolastico esprime non solo una fuga dallo studio, quanto la necessità di lavorare e non trascurare quell'impegno che

Trattiene i bambini nei campi, nelle miniere, per la strada, in tempi che anche la scuola occupa, ma che non risarcisce. La scuola ha tentato di ovviare a questa realtà, di trasformarla, trasferendone alcuni tratti al proprio interno, preparando i bambini nella classe ad attività lavorative, oppure istituendo scuole tecniche per ragazzini dai dieci anni in avanti o corsi festivi di avviamento al lavoro.

Lavoro di strada – pag. 236 (tavola 19)

Nell'antichità classica, ellenistica e imperiale anche le strade, i campi, le botteghe e le officine offrivano lavoro ai bimbi di famiglie povere, abbandonati, girovaghi e mendicanti.

Nel mosaico di Dioscuride, un bambino segue un trio di musicisti di strada, fra i quali c'è una donna. Il bambino è al margine del gruppo, ha una parte secondaria e forse servile, oltre che di accompagnamento della musica; forse tocca a lui andare a chiedere i soldi dopo l'esibizione facendo da tramite fra il pubblico e i musicanti.

Il piccolo del quadro è un esempio della peculiarità del lavoro minorile, destino non previsto per i bambini di ceti più elevati. I mestieri di un bambino – pag. 237 I bambini impegnati nelle attività produttive svolgevano, specie prima dello sviluppo dell'industrializzazione, lavori diversi. L'Autobiografia di Thomas Platter è testimonianza unica di un'esistenza bambina, tra mondo contadino e realtà cittadine, tra un'ideologia religiosa e scolastica tardo medievale e l'affermazione della Riforma protestante, tra una cultura analfabeta e la raffinatezza del ritorno ai classici del sapere rinascimentale. La povera servetta – pag. 244 Accanto alla figura dello schiavo maltrattato, al piccolo servo, alla piccola domestica, troviamo personaggi infantili la cui sorte finisce con l'essere benefica: schiavi liberati, servetti affiliati, bambini che lavorano per padroni generosi Das Kinderfreund è un testo.

Destinato agli allievi delle scuole di campagna, da cui doveva prendere avvio la redenzione dei ceti più umili per i quali erano elaborati progetti di pedagogia sociale: contiene insegnamenti religiosi, morali e civili, elementari informazioni botaniche e geografiche, espressi in lingua semplice e organizzazioni secondo uno stile di contrapposizione forte.

Il lavoro infantile nella società industriale inglese – pag. 245

La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845) è il testo più noto sul lavoro nelle fabbriche e nelle miniere in un'epoca di cambiamento economico e sociale. Si considera le conseguenze di tali modificazioni sulla vita privata, sulla salute, sull'acculturazione delle giovani generazioni, dando un'importanza centrale alla condizione infantile del proletariato. Il bambino viene analizzato nelle sue condizioni più drammatiche: precoce adultizzazione, e nello stesso tempo mancanza di maturità.

innaturalità di modi di vita, deprivazione di ogni stimolo allo sviluppo (fabbriche, vetrerie, miniere). Introiettare il valore del lavoro – pag. 252

innaturalità di modi di vita, deprivazione di ogni stimolo allo sviluppo (fabbriche, vetrerie, miniere). Introiettare il valore del lavoro – pag. 252

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher s.mori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia dell'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Ulivieri Simonetta.