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LEVA STRATEGICA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
La stretta complementarietà degli obiettivi di empowerment femminile e di salvaguardia dei diritti dell'infanzia sono ben evidenziati nei principi sanciti da due fondamentali convenzioni internazionali sui diritti umani: la convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), la convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia (CRC). I due trattati sono complementari e sovrapponibili nel loro appello a diritti e responsabilità precise nel colmare reciprocamente i divari che potrebbero esistere nell'uno e nell'altro. Entrambe le convenzioni esigono la libertà dalla violenza e dagli abusi e si fondano sui principi di non discriminazione, partecipazione e responsabilità.
Il diritto all'istruzione rappresenta il perno di tutte le politiche europee e internazionali volti a promuovere un'effettiva parità di genere nella vita sociale, politica.
L'istruzione e la formazione sono ancora le bussole che orientano le politiche pubbliche in materia di parità di genere. La quarta conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino nel 1995 vede la realizzazione di una piattaforma d'azione che costituisce una vera e propria agenda per la promozione e la realizzazione dell'empowerment delle donne attraverso l'adozione di una strategia di gender mainstreaming. Si passa dalle questioni delle donne alle questioni di genere, non più politiche di tutela in senso difensivo, guardando al genere femminile soltanto come un soggetto da proteggere o da promuovere, ma azione per riconoscere e valorizzare la specificità di cui entrambi i generi sono portatori. Durante la conferenza di Pechino vengono individuate 12 aree critiche che rappresentano altrettanti obiettivi strategici da perseguire: povertà,
istruzione e formazione, salute, violenza, conflitti armati, economia, potere e processi decisionali, meccanismi istituzionali, diritti umani, informazione e mass media, ambiente, bambine. L'obiettivo dell'Istruzione della formazione è suddiviso in ulteriori micro obiettivi ciascuno accompagnato dalle relative iniziative da assumere: garantire uguale accesso all'istruzione, eliminare l'analfabetismo tra le donne, migliorare l'accesso delle donne alla formazione professionale, all'insegnamento scientifico e tecnico e all'educazione permanente, mettere a punto sistemi di istruzione e di formazione non discriminatoria, stanziare risorse sufficienti per le riforme del sistema educativo e la verifica della loro applicazione, promuovere l'educazione e la formazione permanente per donne e ragazze. L'investimento più efficace per eliminare svantaggi e discriminazioni a danno delle bambine non può che essere di tipo educativo. Nel 2000è stata ratificata la dichiarazione del millennio che impegna gli stati firmatari a raggiungere entro il 2015 gli obiettivi di sviluppo del millennio: eliminare la fame e la povertà estreme, assicurare l'istruzione primaria per tutti, promuovere l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere HIV, AIDS e malaria, assicurare la sostenibilità ambientale, sviluppare un'alleanza globale per lo sviluppo. Nell'ottica di proseguire il lavoro già avviato e raggiungere ulteriori traguardi nel 2015 sono stati elaborati gli obiettivi di sviluppo sostenibile. A differenza dei precedenti, questi non fanno distinzione tra Paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo poiché essi riguardano indistintamente tutti gli stati. Gli SDG sono 17 suddivisi a loro volta in 169 traguardi specifici, conosciuti in breve anche come agenda 2030. Questi mirano a risolvere.un'ampia gamma di questioni riguardanti lo sviluppo economico e sociale quali: povertà, fame, salute, istruzione, cambiamento climatico, uguaglianza di genere, acqua, servizi igienico-sanitari, energia, urbanizzazione, ambiente, uguaglianza sociale. Il filo che unisce in maniera salda la dichiarazione del millennio e l'agenda 2030 è la centralità assegnata agli obiettivi dell'Istruzione universale e dell'uguaglianza di genere, considerati anche come strumenti propedeutici al raggiungimento di tutti gli altri obiettivi. Viene individuato nella correlazione tra la condizione femminile e il benessere dei bambini una condizione fondamentale per il progresso umano e lo sviluppo sostenibile. L'istruzione permette alle donne di avere il controllo della propria vita, di fare scelte autonome e di dare quindi un contributo alla società nel suo insieme. Le donne istruite possono dare inoltre un contributo essenziale alla riduzione del tasso dimortalità infantile e materna. Vi sono poi solide prove delle ripercussioni positive che l'istruzione delle future madri ha sulla salute e sul benessere dei figli. È anche dimostrata una correlazione positiva tra diffusione dell'Istruzione femminile e la crescita economica di un paese. Sono state individuate alcune azioni concrete e realizzabili in grado di investire sull'istruzione per rendere operativo l'obiettivo di promuovere l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. In primo luogo è necessario garantire la sicurezza dell'ambiente scolastico. Questo è possibile attraverso le 6 azioni individuate da Amnesty International In occasione della giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne del 25 novembre 2008:
- proibire ogni forma di violenza contro le bambine,
- rendere la scuola un ambiente sicuro per le bambine attraverso l'attuazione di piani d'azione nazionali che affronti nella violenza
In ambiente scolastico, è fondamentale rispondere agli episodi di violenza contro le bambine attraverso meccanismi di segnalazione e denuncia riservati e indipendenti, indagini efficaci e procedimenti penali.
Inoltre, è importante fornire servizi di sostegno alle bambine che hanno subito violenza e rimuovere gli ostacoli per l'accesso delle alunne alla scuola, eliminando le tasse dirette o indirette sulla scuola primaria e rendendo la scuola secondaria accessibile a tutte. Sviluppare programmi che garantiscano l'accesso delle bambine appartenenti a gruppi emarginati è altrettanto essenziale.
Per proteggere le bambine dalla violenza, è necessario sviluppare e attuare codici di condotta indirizzati a tutto il personale scolastico e agli studenti.
Le azioni sopra riportate sono indispensabili per garantire l'accesso all'istruzione, tuttavia non risultano ancora sufficienti ad assicurare un'effettiva parità in termini educativi. Soffermandoci sul caso italiano, è possibile osservare un esempio lampante delle contraddizioni che ancora esistono.
I conclamati successi femminili in campo scolastico stridono con le difficoltà che le giovani sperimentano quando provano a inserirsi efficacemente nel mondo del lavoro. I problemi più evidenti riguardano le possibilità di carriera, i livelli retributivi e il ventaglio di posizioni professionali che è possibile occupare. Dall'ultimo Global gender Gap report del 2020 stilato dal World Economic Forum emerge che l'Italia si conferma come uno dei paesi europei con il punteggio più basso, su 153 paesi occupando il 76esimo posto conferma il valore ancora alto del divario di opportunità tra uomini e donne. I dati rivelano che la bassa posizione è dovuta principalmente alla scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro e al divario salariale tra i due sessi, mentre la situazione è decisamente migliore nell'area dell'educazione dove si scopre addirittura che i tassi di iscrizione alla secondaria superiore.all'università sono decisamente a vantaggio delle donne. Questo dato avvalora pienamente la tesi secondo cui l'accesso all'istruzione da parte delle ragazze è un requisito necessario ma non sufficiente per la realizzazione di un'effettiva parità tra uomo e donna nella vita politica e civile. Occorre da un lato rivoluzionare i programmi scolastici, i libri di testo e le materie di insegnamento in un'ottica più paritaria e rispettosa delle differenze uomo donna, dall'altro è fondamentale sensibilizzare gli insegnanti alle questioni di generi dotandoli di strumenti critici volti a promuovere una cultura della parità nella loro pratica didattica quotidiana. 1989-2019: LA CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA E L'EDUCAZIONE DI GENERE Il trentennale anniversario festeggiato nel 2019 della stipula della CRC è servito per rifare il punto sulla situazione dei bambini edelle bambine a livello globale e per tenere alta l'attenzione sui problemi vecchi e nuovi che funestano questo periodo divisa. L'anniversario ha fornito inoltre l'occasione per stimolare una riflessione più ampia su infanzia e adolescenza, non legata esclusivamente alla ricognizione statistica di certi fenomeni o a determinati aspetti della vita. Il presente contributo si propone di partecipare al dibattito utilizzando un approccio legato alla pedagogia di genere, intesa come cornice teorica mediante la quale viene studiato il legame infanzia adolescenza e diritti, sulla base delle teorie e dei modelli educativi che trattano le differenze di genere. Il riconoscimento e la decostruzione degli stereotipi di genere e delle logiche ad essi connesse non vasta, la finalità generale è quella di aiutare i giovani a comprendere che nessuno subisce passivamente le influenze sociali e culturali. Nella CRC i temi di genere non sono esplicitamente citati, compaiono.però i due nodi fondamentali cioè il principio della non discriminazione in base al sesso e l'uguaglianza tra questi. È stato rilevato che gli articoli della CRC possono essere categorizzati in diversi modi, dato che propongono diritti che paiono corrispondere a istanze diverse. Da un lato ci sono i diritti di protezione, nati da un atteggiamento paternalistico verso l'infanzia e l'adolescenza, dall'altro ci sono i diritti di autodeterminazione, che propongono l'immagine di bambini e ragazzi competenti in grado di mobilitare risorse per affermare sé stessi nel mondo. Se entrambe le posizioni vengono riconosciute e assunte in modo rigido presentano problemi, occorre pertanto muoversi verso l'integrazione di tali concetti, incoraggiando studi in grado di indagare ulteriormente. È rilevante la legge numero 77 del 2013, ratifica ed esecuzione della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza
La violenza domestica contro le donne è un problema diffuso in tutto il mondo. Un esempio significativo di questa problematica è stato evidenziato da uno studio condotto ad Istanbul nel 2011. Questo studio si concentra principalmente sulla violenza di genere, con particolare attenzione alle forme di prevenzione che possono essere implementate nei contesti educativi.