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Il fatto che le reti parentali si siano fatte più lunghe e magre riduce la possibilità delle relazioni parentali per
chi non appartiene a reti intergenerazionali dirette. Figli unici che non hanno avuto figli non possono
neppure avere nipoti per via laterale. Alcune ricerche segnalano come spesso queste persone si costruiscano
delle famiglie con legami di elezione: adottando o facendosi adottare da persone di generazioni più giovani
con cui hanno relazioni familiari.
Coppie e famiglie: una coincidenza non scontata
• Forza e debolezza della coppia intima come fondamento della famiglia moderna
L’emergere della famiglia coniugale intima ove è centrale la qualità della relazione tra i coniugi costituisce
una rottura con il modello passato. Con l’emergere del modello della coppia coniugale intima l’avvento
viene posto sulla coppia come origine. La coppia non deve più trovare giustificazione nell’alleanza tra
parentele . non deve neppure trovarla nell’obiettivo di avere gigli. La relazione di coppia diviene un
obiettivo in se stessa. Questo cambiamento inizia in Europa e negli Stati Uniti nella seconda metà
dell’Ottocento e riguarda dapprima solo le classi alte. Molti studiosi hanno segnalato come questa
concezione della coppia sia non solo tipicamente occidentale ma anche fortemente connotata in termini di
classe e di genere. Da un lato infatti la stessa idea di intimità richiede spazi agevoli, un lavoro non
abbrutente, la libertà dalle necessità della vita quotidiana. Dall’altro la costruzione della sfera coniugale
intima era basata su una distinzione degli spazi e delle responsabilità tra marito e moglie. La coppia è
l’esito della costruzione di un modello di normalità che ha precise caratteristiche di classe e di genere. Negli
anni più recenti la fusionalità della coppia è stata incrinata e messa in discussione sul piano sia pratico che
concettuale. Si parla a questo proposito di un crescente processo di individualizzazione. Non si cerca più
l’altra metà perché ci si considera già interi. Il “disagio senza nome” di cui parla la Friedman ne La mistica
della femminilità è il malessere che provavano donne intelligenti e istruite a motivo dello scarto che
sperimentavano tra l’adesione all’ideale della casalinga appagata e felice nell’unità realizzata con il marito e
la propria personale insoddisfazione. Il processo di individualizzazione e la resistenza a identificarsi
totalmente nel rapporto di coppia hanno prodotto nuove modalità della relazione di coppia, meno fusionale e
più negoziale. Una sociologa francese, Irene Thery, l’ha definita coppia conversazione. Una coppia cioè che
si costruisce non nella fusione ma nel dialogo e nel confronto tra due persone che mantengono la propria
parzialità e individualità e che non sono alla ricerca di una metà che realizzi un intero. Giddens parla a
questo proposito di relazione pura: un rapporto basato sulla comunicazione emozionale in cui i vantaggi
derivati da tale comunicazione sono il presupposto perché il rapporto continui. Questo modello di coppia
non è necessariamente condiviso da tutti i gruppi sociali di tutte le società. Dentro ciascuna coppia possono
coesistere stratificazioni più o meno consapevoli di modelli diversi. A seconda delle fasi della vita e delle
circostanze può emergere l’una o l’altra. Lo spostamento dell’accento sulla relazione di coppia produce
ulteriori cambiamenti. Il primo e in un certo modo paradossale, è l’indebolimento del matrimonio. Se il
benessere della coppia diventa un valore e un fine, il venir meno della qualità della relazione legittima la
rottura. Non si tratta di egoismo, bensì di fedeltà alla nuova concezione del matrimonio. Persino le norme
giuridiche si sono adattate a questo cambiamento culturale, nella misura in cui non esiste più il divorzio per
colpa ma basta la dichiarazione di non più sostenibilità del rapporto. Il secondo cambiamento riguarda la
progressiva equiparazione della coppia di fatto alla coppia coniugale nella misura in cui il fondamento di
entrambe è lo stesso. Il terzo cambiamento riguarda l’indebolimento dell’eterosessualità come unico
fondamento di una relazione di coppia. Se infatti la relazione nasce con il fine e il mezzo dell’amore
reciproco, e viene meno l’obiettivo della genitorialità, l’assenza di capacità riproduttiva non può essere
considerata un impedimento
• Ci può essere famiglia senza coppia?
Per ogni individuo la prima appartenenza familiare è quella che si ha come figlio. Nessuno, salvo gli orfani
abbandonati, è originariamente senza famiglia. È vero che la coppia può iniziare una nuova famiglia e
insieme creare nuove costellazioni familiari/parentali. Ma affermare che c’è una famiglia solo se c’è una
coppia appare francamente riduttivo. Del resto la stessa Costituzione, il cui articolo 29 è assunto come
fondamento di una definizione univoca del 30, stipula che non solo la relazione di coppia ma anche quella
che genera vita dà origine a una famiglia. In questo caso è la presenza dei figli, non il matrimonio che
origina una famiglia per quanto naturale e non legittima. In caso di assenza di relazione di coppia entrambi i
genitori assumono responsabilità nei confronti dei figli. Proprio perché i padri sempre più includono
dimensioni di cura come dimensione rilevante della propria identità, sempre meno, in caso di separazione
coniugale, accettano di essere considerati genitore secondario dal punto di vista relazionale. Un fenomeno
che si sta diffondendo soprattutto nei paesi nordici è quello della famiglia di elezione: la condivisione di
spazi domestici, di cura reciproca tra persone non legate da vincoli familiari, come scelta elettiva per
l’organizzazione della vita quotidiana. È un fenomeno particolarmente evidente nel caso di gay e lesbiche
forse a motivo delle maggiori difficoltà incontrate nella famiglia d’origine. Se la coppia non è necessaria per
fare famiglia, ciò può valere anche per la parentela, almeno per quanto riguarda la formazione di forti e non
effimeri rapporti di intimità, solidarietà e reciprocità
Figli e genitori si diventa, in molti modi
• Nascere non è sufficiente per diventare figlio
In alcune società le stesse norme sociali distinguono tra genitori biologici e genitori a tutti gli effetti.
Crescere un figlio implica diversi ruoli e attività che non sempre sono svolti esclusivamente e
principalmente dai genitori. Anche in società come la nostra, presso i ceti più privilegiati, alcune attività di
accadimento sono state delegate ad altri. Potremmo considerare i servizi per l’infanzia contemporanei come
una forma più democratica e molto ridotta della delega di attività genitoriali che avveniva un tempo.
Mediata dalle norme legali e sociali, la trasformazione di un bambino in un figlio e di adulti in genitori mette
in moto processi di lunga durata
• Figli voluti
Il significato che attribuiamo oggi a questa parola è di desiderio intenzionale. Un primo cambiamento nella
concezione di questo termine riguarda ciò che Aries ha chiamato la nascita della famiglia moderna fondata
sulla centralità del bambino visto come soggetto di diritti e bisogni. È in rapporto a questa nuova immagine
del bambino che viene costruita l’immagine della madre come totalmente realizzata nel suo ruolo e nella sua
attività genitoriale. I figli diventano un investimento affettivo e persino identitario dei genitori. Il secondo
passaggio è molto più recente ed è l’esito del processo di individualizzazione. Un ruolo importante in questo
passaggio ha avuto l’emancipazione femminile. Il desiderio di paternità degli uomini deve fare i conti con
quello di maternità delle donne. Tutte le leggi che consentono l’aborto lasciano l’ultima parola alla donna
anche quando il potenziale padre vorrebbe che la gravidanza proseguisse. Il figlio voluto e amato è un
soggetto che deve essere accompagnato all’autonomia e che deve essere riconosciuto nella sua separatezza e
individualità. Il coinvolgimento dei padri nei piacere e nei doveri dell’accudimento è in crescita in tutti i
paesi sviluppati. Se i figli devono essere voluti, i figli non voluti rischiano di soffrire del nuovo tipo di
illegittimità: anche se accolti nello status entro un sistema di filiazione, possono non esserlo nel sistema
simbolico e affettivo di uno o di entrambi i genitori. La deprivazione affettiva è diventato oggi un segnale
importante di disagio della crescita. Dall’altra parte, l’accentuazione del desiderio come fonte della
generazione rende più inaccettabile il non poterla realizzare. Non solo la contraccezione ma anche il ricorso
alla riproduzione assista è il modello del figlio voluto
• La riproduzione assistita: chi e come ha diritto a diventare genitore?
Le tecniche di riproduzione assistita hanno allargato la possibilità di fare un figlio. La soluzione più
semplice appare quella della riproduzione assistita omologa, ovvero cui concorrono entrambi i partner con
coincidenza tra genitorialità biologica e legale. Le questioni si complicano quando si entra nel campo della
riproduzione assistita con donatore. In questo caso il modello ideale di coincidenza tra genitorialità biologica
e legale non può più funzonare. Ma neppure può funzionare il modello dell’adozione. L’apertura della
fecondazione assistita alle persone sole, in alcuni paesi dell’est Europa, ha avuto due conseguenze. In primo
luogo ha allargato alle donne che non vogliono stare in coppia la possibilità di diventare madri. In secondo
luogo, ha rotto il nesso tra eterosessualità e riproduzione. Finchè il genitore è uno questa rottura può essere
ricomposta simbolicamente. Quando coloro che si dichiarano genitori sono invece due, le rappresentazioni
tradizione della filiazioni incontrano una situazione complessa. La riproduzione assistita con donatore
accentua anche la diversa posizione di uomini e donne rispetto alla generazione. Anche quando c’è
donazione di ovociti la donna può appropriarsi di un figlio che non è suo dal punto di vista di consanguineità
ma che lei ha portato al mondo rispetto a un uomo che invece non ha contribuito alla procreazione. Ma
proprio la possibilità di essere incinta di un figlio non concepito da se stessa apre nuove problematicità. È la
gravidanza di una donna che ha oltrepassato l’età fertile a sollevare interrogativi. Quando un uomo anziano
diventa