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6. STRUTTURE FAMILIARI NELLE SOCIETÀ OCCIDENTALI CONTEMPORANEE

6.1 problemi di definizione e rilevazione

Nelle società contemporanee la definizione di famiglia ha rilevanza su diversi piani: il riconoscimento (o non) giuridico dei rapporti ha rilevanza anche sulla legislazione fiscale, per le norme riguardanti le politiche sociali, per il diritto assicurativo e anche per quello penale.

La famiglia ha definizioni diverse a seconda dell'obiettivo per cui essere rilevante, o meglio delle relazioni che sono per esso rilevanti.

In Italia la definizione di famiglia che si trova nel Codice civile non coincide del tutto con quella valevole a fini fiscali e neppure con quella anagrafica. Quest'ultima riguarda infatti esclusivamente i legami che intercorrono tra chi vive sotto lo stesso tetto quindi la famiglia come convivenza. Essa, tuttavia, ha rilevanza a fini statistici e a livello comparativo con altri paesi.

Famiglia anagrafica: è importante anche per la valutazione del

benessere o malessere economico, allorché si considera il reddito familiare e non solo quello individuale. È anche quella presa in considerazione per l'accesso ad alcuni servizi. Nonostante, quindi, una famiglia come unità di convivenza possa essere radicata in una forte rete di parentela, con fitti scambi di aiuti, come avviene spesso in Italia e in altri paesi mediterranei, come venga individuata e come essa sia effettivamente composta è importante sia dal punto di vista conoscitivo sia dal punto di vista delle policies.

Ad oggi, si hanno più dati anagrafici, di censimenti e di indagini di campione che coprono popolazioni e aree più ampie, ma non sempre forniscono dati altrettanto ricchi sulle strutture e vicende familiari di quelli presenti negli Stati d'anime compilati dalle parrocchie di un tempo, che tenevano una contabilità insieme fiscale e morale dei propri fedeli.

I dati di tipo macro rischiano di far perdere la concretezza e

Specificità delle singole famiglie e delle diverse realtà locali. La semplificazione delle strutture familiari operata dalle rilevazioni censuarie è ben esemplificata dalla quadripartizione adottata in Italia dall'Istat nella presentazione dei dati censuari delle famiglie. Secondo questa quadripartizione, le famiglie sono classificate come:

  • Unipersonali
  • Coppie senza figli
  • Coppie o singoli con figli
  • Estese o multiple

Viene inoltre identificata solo la coppia del capofamiglia e tutti gli altri componenti vengono definiti in rapporto a questi, rendendo perciò difficile sia l'individuazione di eventuali altri nuclei coniugali oltre a quello principale, sia il numero delle generazioni conviventi.

Definizione anagrafica 1861-1981

"I caratteri distintivi della famiglia sono:

  • La relazione di parentela o affinità o affettività che unisce tra loro più persone
  • La coabitazione, cioè la convivenza di tutti i membri nello stesso
alloggiano presso l'altro genitore - La definizione di "unità di bilancio" può essere soggettiva e variare da famiglia a famiglia. Alcune famiglie potrebbero considerare solo le entrate e le spese comuni, mentre altre potrebbero includere anche le entrate e le spese individuali dei singoli membri della famiglia. - L'affettività e l'indicatore statistico che potrebbe rappresentarla possono essere difficili da definire e misurare in modo oggettivo. - La convivenza può essere influenzata da vari fattori, come la separazione dei coniugi o dei partner per motivi di lavoro, la residenza temporanea dei figli altrove per motivi di studio, ecc. - I figli di genitori divorziati possono avere la residenza anagrafica presso uno dei genitori, ma di fatto alloggiare presso l'altro genitore. Sembra che la definizione di "unità di bilancio" e i confini spaziali della convivenza possano presentare delle sfumature e delle complicazioni che rendono difficile una definizione chiara e oggettiva.

pendolare più o meno sistematicamente tra l'abitazione dell'una e dell'altro- l'unità del bilancio interno non esclude scambi e integrazioni con l'esterno

i genitori possono continuare a fornire un aiuto economico/di cura ha figli che vivono altrove e viceversa

un genitore divorziato che non convive più con i figli può essere tenuto a continuare a mantenerli quindi anche a non poter condividere questa parte del suo reddito con la nuova famiglia che abbia eventualmente formato

dentro una stessa convivenza i membri di una coppia non sempre condividono i propri redditi, anche se possono condividere le spese

i figli adulti non sempre mettono in comune con i genitori proprio reddito

Proprio l'aumento a seguito soprattutto della crescita dell'occupazione femminile, quindi delle famiglie bi-percettrici di reddito, e di una crescente individualizzazione dei rapporti, ha indotto il Parlamento italiano, a metà degli anni 80,

temporali, affettivi, giuridici. La famiglia, infatti, è un'entità complessa e multidimensionale che non può essere ridotta a una semplice definizione legale. Per questo motivo, è necessario adottare un approccio più flessibile e inclusivo nella definizione di famiglia, che tenga conto delle diverse forme di convivenza e dei legami affettivi che vanno oltre i confini tradizionali. Inoltre, è importante considerare che la famiglia non è solo un'unità di convivenza, ma anche un contesto sociale in cui si sviluppano relazioni affettive, educative e di sostegno reciproco. Pertanto, è fondamentale che la legislazione riconosca e tuteli tutte le forme di famiglia, indipendentemente dalla loro conformità ai modelli tradizionali. Solo così si potrà garantire a tutti i cittadini il pieno accesso ai diritti politici e sociali, senza discriminazioni o limitazioni ingiustificate.

relazionali di scambio e di condivisione di risorse.

Esempi:

  • In Danimarca, indipendentemente da come siano di fatto composte le convivenze, la famiglia dal punto di vista statistico è circoscritta al nucleo coniugale con gli eventuali figli conviventi non sposati.
  • In Germania, si spinge al criterio della condivisione di risorse fino a sostenere che un individuo possa far parte di più unità familiari, nella misura in cui condivide con esse qualche risorsa economica, indipendentemente dal criterio della co-residenzialità.
  • In Italia il figlio convivente non sposato viene considerato dal punto di vista anagrafico (ma non sempre da quello fiscale) come facente parte del nucleo familiare d'origine a prescindere dalla sua età, mentre in altri paesi i figli di 25 anni o più ne sono esclusi. Quindi, se ancora conviventi con i genitori, costituirebbero il caso di un membro aggregato a un nucleo famigliare. Quest'ultimo è il caso in Italia.
dei figli sposati che ritornano a vivere con i propri genitori dopo la fine del matrimonio. Per questi motivi, concetti statistici apparentemente simili non possono essere adeguatamente compresi se non sono collocati nel contesto da cui sono derivati e per i quali sono pensati. Le Nazioni Unite e l'Eurostat hanno negli ultimi anni operato verso una crescente omogeneizzazione delle definizioni statistiche di famiglia e di strutture famigliari. Tali definizioni omogenee, infatti, spesso si basano tuttora su rilevazioni nazionali che definiscono la propria unità di riferimento e rilevano i dati in modo parzialmente difforme. Altro fattore da considerare: differenze culturali anche in uno spazio circoscritto dal punto di vista geografico e con una storia culturale con forti tratti di somiglianza. Le disomogeneità maggiori si trovano nell'individuazione delle famiglie monogenitore, di quelle estese/multiple, oltre che nella registrazione delle convivenze di fatto. Non si tratta di

Questioni puramente terminologiche o contabili, ma anche di modelli culturali di famiglia, di relazioni famigliari, di forme di dipendenza e di autonomia tra le generazioni legittimate e così via, con conseguenze rilevanti anche sul piano delle politiche sociali, a seconda della famiglia che esse esplicitamente o implicitamente individuano come proprio riferimento.

Altro fattore da considerare: pluralismo delle forme familiari. Quindi le definizioni della famiglia possono essere solo di tipo operativo, legate cioè ai concreti problemi di indagine, o di politica sociale, che ci si pone di volta in volta. Anche se, a livello di ricerca almeno, rimane importante il suggerimento avanzato da altri relativamente all'opportunità che vengano utilizzate, nelle diverse occasioni di ricerca e rilevazione, definizioni il possibile trasparenti, compatibili con altre, in modo da consentire sia l'utilizzazione multipla dei dati raccolti e presentati, sia confronti nel tempo.

o trasocietà diverse. Esempi di nuove ricerche: - UE indagine europea sul reddito e le condizioni di vita Eu-Silc - Italia indagine multiscopo ISTAT Il vivere sotto lo stesso tetto – e quindi anche il non vivere sotto lo stesso tetto – è certo un confine visibile e non superficiale; ma il grado e direzione della suapermeabilità, innanzitutto rispetto alla parentela, è altrettanto importante per la definizione di convivenza famigliare. Esempio: molte persone che vivono da sole dal punto di vista anagrafico, in particolare tra gli anziani, appaiono in realtà oggetto e soggetto di una fitta rete di scambi: in cui i confini tra convivenza e non convivenza, fra tetti che separerebbero le diverse famiglie, appaiono spesso meno netti di quanto non ci si aspetterebbe. Altri fattori: pendolarismo familiare o multi-appartenenza (caso figli di genitori separati). Ovviamente questa disomogeneità tra composizione delle famiglie ufficiali edi fattonon va sottovalutata. Può essere la spia di possibili effetti perversi di politiche sociali efiscali o di provvedimenti amministrativi che, oltre a mancare il proprio scopo, possonoindurre a mascheramenti della propria effettiva condizione familiare. Figlieffettivamente conviventi possono essere fatti risiedere ufficialmente altrove per nonpagare le imposte sulla seconda casa; anziani genitori ospitati nella casa di un figliopossono mantenere la propria residenza altrove per mantenere un trattamento fiscaledi favore e così via. La disomogeneità dei dati è tuttavia anche un possibile indicatoredi comportamenti e modelli culturali ambivalenti, o di difficile composizione: ildesiderio di autonomia che si riformula a fronte delle necessità della vita quotidiana, ladifficile composizione delle richieste che il mercato del lavoro e il sistema delleprofessioni rivolge ai singoli con la definizione amministrativa di famiglia.
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Publisher
A.A. 2021-2022
64 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher barbaragh__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della famiglia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Gaffari Rassa.