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L'AMORE COME PROMOZIONE E DIFESA DELLA LIBERTÀ PERSONALE
Amare in senso pedagogico è comunicare ai minori la disponibilità a venire incontro ai loro bisogni, soddisfare le loro richieste, ad accettare le loro esigenze, mentre si basa a promuovere ed a difendere la loro integrità personale.
L'amore pedagogico trova il proprio fondamento nel processo di riconoscimento dell'alterità. Se ciò non avviene, sfocia nel patologico. L'educatore per influire sulla crescita dell'educando non può imporre la sua visione del mondo e della via, ma deve mirare a rendere l'educando autonomo.
L'aiuto che l'educatore riserva all'educando è un dono disinteressato, privo di strumentalizzazione e condizionamento.
Occorre anche che l'educando percepisca l'amore che l'educatore prova nei suoi confronti per parlare di amore autentico. Ciò lo aiuterà ad accettare i rimproveri.
La disciplina è a vedere il tutto secondo un'ottica di finalità promozionale. La privazione di amore nelle prime fasi di vita individuale può ingenerare gravi conseguenze nella maturazione personale a livello: della sua capacità di amare e di avere validi rapporti con gli altri. È importante quindi stabilire un CLIMA DI FIDUCIA ed una RECIPROCITÀ AFFETTIVA atta a garantire l'autorealizzazione dell'educando. Un amore è autentico quando mira a riconoscere l'alterità: l'amore autentico afferma l'originalità del Tu. È accompagnato da due fenomeni indissociabili: la scoperta autentica dell'altro e la scoperta di sé. Da una parte l'educatore suscita nell'educando: il senso di responsabilità verso un progetto di vita da elaborare; lo orienta verso scelte ponderate; lo sollecita ad accogliere suggerimenti adattandoli al proprio essere; lo sostiene in una correttadefinizione di sé come persona, che, immersa in un contesto con relazioni umane salde, gli dà la libertà di agire soddisfacendo le proprie e altrui aspettative. L'educando invece verso l'educatore: attraverso il suo aderire, rifiutare o discerne le indicazioni dell'educatore, lo aiuta a continuare/variare/rivedere i propri schemi di comportamento per collocarsi meglio nei confronti dell'originalità minorile. L'amore autentico è anche razionale. Amare, in educazione, non significa lasciarsi prendere dal sentimentalismo, dall'inclinazione momentanea, bensì avere come costante punto di riferimento la ragione. Colui che è animato da amore autentico non ama in maniera egocentrica: vuole anzi affermare l'originalità altrui, favorire il bene della persona a cui si rivolge e garantirne l'autonomia senza nulla pretendere per sé. È un amore altruista. La libertà personale èIl valore primario a cui mira l'amore autentico. L'educatore deve essere capace di amare l'educando in modo tale da suscitare in lui la disposizione a ricercare ed a vivere la propria libertà, mentre lo aiuta a difendersi dai negativi influssi e condizionamenti. CAPITOLO 3 CONTESTO EDUCATIVO E TUTELA DELLA SPONTANEITÀ PERSONALE Gli studiosi della Pragmatica della comunicazione umana ribadiscono l'importanza del contesto. La comunicazione verbale e non è sempre segnata da un contesto. Qualsiasi parola, gesto, atto, affinché sia percepito nel modo più corretto possibile, non può mai essere svincolato dalla situazione di vita in cui è stato effettuato. Il contesto condiziona la comunicazione, la precede, e, in un certo senso, la favorisce o sfavorisce. Principalmente il contesto per il soggetto è concreto o concettuale. Entrambi contesti sono due facce della stessa medaglia e risultano inscindibili. - CONTESTOCONCRETO: stabilito da fattori materiali, fisici ed economici. Si tratta, direbbe Stierlin, di «realtà dura», cioè una realtà relativamente stabile rispetto al soggetto che la esperimenta. Non viene condizionata dal nostro agire.
Relativamente al contesto concreto, possiamo fare riferimento al CONTESTO SOCIO-ECONOMICO che può suggestionare in maniera negativa il processo di significazione.
CONTESTO CONCETTUALE: in esso rientrano fattori astratti, instabili e sfuggenti. Può essere identificato come «realtà tenera» o «realtà relazionale», che secondo Stierlin è prodotta da percezioni, interpretazioni, sentimenti e fantasie tanto personali quanto estranei. Elementi di questa realtà sono, ad esempio, l’opinione che un mio amico ha di me.
Può essere suddiviso in sotto-contesti:
- socio-culturale: le caratteristiche culturali di un determinato ambiente possono
settori del contesto concreto ha un margine di azione piuttosto limitato, soprattutto se sopravvengono motivi di natura economica, in ordine al contesto concettuale svolge un ruolo importante. Con il suo modo di agire e di interpretare gli eventi concorre alla costituzione di un ambiente di vita, che può risultare stimolante o mortificante, promozionale o coercitivo, in virtù del rispetto mostrato verso i problemi, le speranze, i sentimenti, le attitudini dell'educando.
IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE IN EDUCAZIONE
Alla domanda se esiste o meno un linguaggio analogico comune a tutti gli uomini, possiamo affermare che le espressioni umane con tutta probabilità hanno origini sia culturali sia universali. In tal modo possiamo postulare nell'uomo l'esistenza di universali comunicativi non verbali.
In educazione anche la CNV riveste una particolare importanza. Per conoscere e capire gli altri non si può prescindere da essa.
La CNV è
più sottile, richiede attenzione sensibile per essere colta ed è sempre ambigua nei significati che veicola (si può piangere per rabbia/paura/gioia) => è più facile non coglierla o fraintenderla. L'educatore soprattutto deve possedere questa spiccata sensibilità per poterla coglierla e interpretarla nel modo più corretto possibile. Soprattutto quando entra a contatto con i bambini della fascia d'età 0-6 anni che condividono la caratteristica di essere corpo più che linguaggio. Questi bambini esprimono i loro bisogni, le loro richieste, i loro interessi al loro caregiver attraverso una comunicazione vocale non linguistica (vocalizzazioni, brontolii); l'espressione del volto; lo sguardo; la collocazione del corpo nello spazio. In particolare, iniziano a entrare in contatto col mondo esterno tramite il tatto, il pianto e il sorriso. Quindi, possiamo dire che, in questa fascia d'età, LA RELAZIONEEDUCATIVA PASSA ATTRAVERSO IL CONTATTO DIRETTO TRA I CORPI DELL'EDUCANDO E DEL BAMBINO. Il procedere dell'età dell'educando non implica la scomparsa della CNV ma la nostra comunicazione si compone possiamo dire di due codici comunicativi: verbale e non verbale. Possiamo anzi dire che dalla singola persona provengono costantemente numerosi messaggi non verbali i quali, anche se nella maggior parte dei casi sono emessi in maniera inconsapevole, condizionano il comportamento altrui. Ne consegue come sia importante in educazione rendersi sempre più attenti verso i messaggi non verbali propri e altrui, se si vuole evitare d'incorrere in errori atti a pregiudicare il cammino di maturazione dell'educando. Nell'uomo la CNV è impiegata come fondamento della comunicazione verbale. Bisogna fare attenzione quando si cerca di interpretarla, le eventuali problematiche si ripercuotono sul dinamismo formativo della CNV: secondano o contrastano la valida.organizzazione dei momenti dell'AVVICINAMENTO, dell'INCONTRO, della CONFERMA:
L'AVVICINAMENTO: l'educatore può attivare strategie comunicative non verbali che possono suscitare nell'educando reazioni di completo rifiuto o di totale accettazione.
L'INCONTRO: nell'incontro l'educatore non deve reprimere o criticare gesti, atteggiamenti, espressioni mimiche del minore che non corrispondono ai suoi gusti ed attese particolari.
La CONFERMA: è il momento principale del dinamismo formativo della CNV. L'educatore fa capire all'educando di aver percepito la sua realtà personale, riconoscere l'altrui realtà "Hai ragione" concorre notevolmente allo sviluppo individuale.
Al contrario troviamo il rifiuto o la disconferma che mette in luce l'errore "Hai torto" e non riconosce l'altro "Tu non esisti".
LA COMUNICAZIONE EMPATICA COME COMPRENSIONE
DELL'ALTRO
Affinché la comunicazione educativa si svolga nel miglior modo possibile occorre che l'educatore non devaluti la propria attenzione ai soli messaggi numerici e analogici. A lui spetta il compito di penetrare nel mondo interiore dell'educando per sostenerlo, chiarirlo e arricchirlo. Si parla in tal senso di COMUNICAZIONE EMPATICA, il "sentirsi in".
L'empatia non va confusa né con l'imitazione né con l'identificazione. Empatia è sentire con il proprio animo il mondo interiore dell'educando: la sua confusione o la sua timidezza o la sua ira o il suo sentimento di essere trattato ingiustamente, ... mantenendo sempre distinti i confini tra l'Io e il Tu.
L'empatia, infatti, ci permette di capire che l'ALTRO È ALTRO DA ME. In tal modo si sostiene l'educando nell'assunzione di coscienza dei suoi timori, ansie, paure, speranze, attese, incoraggiandolo ad agire.
inmaniera conveniente. Grazie a tale rapporto, l’educando ha la possibilità di autopercepirsi, di autovalutarsie, all’occorrenza, di cominciare la propria intima e consapevole modificazione.La comunicazione empatica è