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La teoria della dipendenza durante la decolonizzazione
Durante la fase di decolonizzazione si sviluppa la dependency theory di origine marxista in cui lo spazio non era più concepito come piatto ma le sue caratteristiche dipendevano dallo sviluppo. Ci si pose quindi la questione: la varietà dei risultati dello sviluppo economico poteva dipendere dallo spazio e dalle sue qualità? La qualità dello spazio è essenziale per definire il modello di sviluppo. In merito a tale questione, Perroux ha avuto la grande intuizione di intendere lo spazio come una variabile economica (sebbene solo come un euclideo campo di forze). Infatti, per Perroux la crescita economica non è raggiunta ovunque con la stessa misura, ma ha origine in alcuni punti che prendono il nome di POLI DI CRESCITA ed hanno intensità diverse. Questi poli corrisponderebbero alle agglomerazioni industriali all'interno delle quali sono localizzate le unità propulsive o MOTRICI. Questi settori di crescita sono qualcosa di più delle.semplici industrie industrializzanti, inquanto generano un effetto MOLTIPLICATORE di altre unità economiche. Per tale ragione denomina i poli di crescita POLI DI SVILUPPO. Il quadro in cui si muove è quello di una CATENA DI ANELLI CAUSALI.
Hirschman dà un corollario della teoria di Perroux. La sua teoria si basa sul dualismo, ovvero il polo di crescita avrebbe necessariamente bisogno di una zona di non crescita. I fenomeni di crescita e di agglomerazione si riproducono fino a quando non sorgono diseconomie o fino a quando non nascono poli di crescita che offrono vantaggi comparativamente maggiori.
Con Myrdal lo spazio assume oltre agli aspetti economici anche quelli politici e culturali del sistema sociale di riferimento. Secondo Myrdal, infatti, il processo di crescita e sviluppo prende vita grazie alla presenza di particolari condizioni che determinano un vantaggio economico per lo sviluppo economico in alcune regioni. I processi cumulativi coinvolgerebbero anche le altre
regioni (PERIFERICHE). L'interdipendenza economica fra le diverse aree si riflette anche nell'immissione sui mercati periferici dei prodotti provenienti dalle aree centrali. Questo ostacola ulteriormente lo sviluppo nelle aree periferiche, in un processo che produce STAGNAZIONE e DECLINO ECONOMICO per tali regioni. Lo schema myrdaliano è strutturato come segue:
- PREINDUSTRIALIZZAZIONE
- TASSI DI CRESCITA
- EFFETTI DI DIFFUSIONE
In nessun caso, secondo Myrdal, gli effetti della diffusione sarebbero capaci di ripristinare una condizione di equilibrio. Questo è quanto descritto nel suo modello contente la spiegazione della CAUSAZIONE CIRCOLARE CUMULATIVA.
1957 e il 1974
Tra il il processo di convergenza economica tra nord e sud non conobbe soluzioni di continuità e si uniformava ai modelli e ai valori della parte più sviluppata.
Intensa infrastrutturazione
Industrializzazione di base
Manifattura avanzata
anni '70
L'industria meridionale
Nord. Nel 1973, la crisi petrolifera causò una nuova recessione economica che colpì duramente il Mezzogiorno, aggravando ulteriormente la situazione occupazionale. Negli anni successivi, il governo italiano cercò di affrontare la crisi del Mezzogiorno attraverso politiche di sviluppo regionale e incentivi per attrarre investimenti. Tuttavia, molte delle piccole imprese nate grazie a questi incentivi non riuscirono a sopravvivere senza sussidi e agevolazioni. La mancanza di una strategia coerente per affrontare la crisi economica e la dipendenza dai mercati di subfornitura dei distretti industriali del Nord furono i principali fattori che impedirono al Mezzogiorno di uscire dalla sua situazione di svantaggio economico. Negli anni successivi, il Mezzogiorno ha continuato a lottare per superare le sue difficoltà economiche e sociali, ma la strada verso lo sviluppo sostenibile e l'equilibrio con il resto del paese è ancora lunga e complessa.nord.Con la crisi del fordismo il Sud passò dallo sviluppo all’assistenzialismo, all’espansione del pubblico impiego con conseguente perdita di efficienza delle PA. L’aspetto dell’economia fino agli anni ’90 era il seguente:
- Emersione del modello distrettuale
- Deindustrializzazione
- Imprese distrettualizzate spontanee al Sud come subfornitura di distretti del Nord
Negli anni ’80 ci fu la chiusura della Cassa del Mezzogiorno e l’introduzione della programmazione negoziata.
Con la legge 488 del 1992 termina l’intervento straordinario: oltre alle regioni meridionali erano coperte le aree rurali e le aree in declino di sviluppo.
Nel 1996 si ripresero i CONTRATTI PROGRAMMA.
ANNI 90
CAMBIA IL MODO DI INTENDERE LO SVILUPPO
Lo sviluppo comincia a declinarsi in:
- Umano
- Sociale
- Locale
Il dualismo LOCALE/GLOBALE va a sostituirsi al CENTRO/PERIFERIA.
Un’anticipazione di questo aspetto la avevamo già avuta negli anni
50: L'esperienza del "Movimento Comunità" di Adriano Olivetti -> gli operai e le fabbriche costituiscono una comunità da salvaguardare -> punta sulla felicità del personale -> così aumenta la produttività perché si punta sul capitale sociale
La sperimentazione dello sviluppo locale da parte degli organismi internazionali
Le proposte cattoliche della riforma agraria
IMPRENDITORIA GIOVANILE
Legge 44/86 -> misure straordinarie per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno:
- Business plan
- Accompagnamento e tutoraggio
- Logica delle risorse locali
- Prestito d'onore per attività di autoimpiego
La legge fu accompagnata da una che uscì nel 99 che prevedeva che quando si ristrutturava un bene pubblico con i fondi messi a disposizione, bisognava dargli una destinazione economica (VALORIZZAZIONE ECONOMICA) impiego l'imprenditoria giovanile.
(LEGARE LE RISORSE ALL'AMBITO LOCALE). A tal proposito, ritengo utile fare un parallelismo con l'attualità citando la misura adottata dalla Croazia per fermare la fuga dei cervelli che sta causando una vera e propria emorragia all'interno del Paese. La misura prevede di offrire ai giovani che rientrano in Croazia 30.000 -> ¼ offerti solo per tornare e ¾ per un business plan per iniziare un'attività nel paese. L'opinione pubblica è divisa. Chi lo contesta afferma: è un modo per non affrontare i reali temi che rendono la Croazia non un paese per giovani, cioè la mancanza di infrastrutture, la mancanza di trasporti.
INFRASTRUTTURE:
- Sono strutture territoriali
- Sono beni escludibili
- Spesso sono beni indivisibili
- Non danno profitti. Ma si trasformano in economie esterne che sono condizioni per le imprese per generare profitti. Ciò significa che l'economia funziona anche grazie al suo contrario.
Cioè mediante non merci (VALORI D'USO). Le economie esterne non sono altro che una forma di socializzazione: è una forma di cooperazione sociale, anche se è pur sempre una forma di socializzazione capitalistica.
PROGRAMMA LEADER
Nasce all'inizio degli anni 90
- Si rivolge alle aree rurali
- Sollecita lo sviluppo stimolando la crescita intersettoriale (agricoltura, artigianato, turismo)
Delega la gestione ai GAL.
Rispetto agli altri programmi è stata rivolta minore attenzione alle infrastrutture materiali e gli investimenti si sono concentrati sulle capacità locali di costruire partenariati condivisi, sulla cooperazione.
Per esprimere una valutazione bisogna guardare il lungo periodo e tener conto della progressiva diminuzione dell'entità delle risorse. Bisogna comunque sottolineare che le risorse destinate alla programmazione integrata sono state rivolte nel Sud ad un processo di SOSTITUZIONE più che di integrazione nel
fabbisogno ordinario.Tali interventi place based danno rilevanza alle SPECIFICITÀ LOCALI: infatti dovrebberoessere i territori a scegliere gli strumenti più adatti a stimolare lo sviluppo valorizzandoanche le DIVERSITÀ.L’importanza di questi interventi consiste anche nel fatto di essere passati dalchiederci “come è rappresentato lo spazio?” a “come è prodotto lo spazio?”1992FINE DELL’INTERVENTO STRAORDIANRIO NEL MEZZOGIORNOCause:Decentramento politico-amministrativo Fine degli interventi top down Logica della concorrenza europea La questione settentrionale Grande lotta alla criminalità organizzata 1995-1998NPR Nuova Politica RegionaleUna serie di provvedimenti legislativi su:PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA DPS – Dipartimento per le politiche per lo sviluppoPer quanto concerne la programmazione negoziata:CONTRATTO DI PROGRAMMA: accordo tra parte pubblica e soggetti pubblici e privati
Per interventi relativi a grande imprese e distretti industriali
Interventi pluriennali
- Unico ambito territoriale
- Infrastrutture
- Risorse umane
- INTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA: accordo tra governo nazionale e governo regionale sulla base della ricognizione di tutte le risorse finanziare disponibili
Individuazione delle risorse e priorità + verifiche e monitoraggi
- Iniziativa top down
- PATTI TERRITORIALI: idea del CNEL (Giuseppe De Rita) per la gestione dell’intervento straordinario
Ruolo chiave dei sindaci / rappresentanti del territorio
Il successo di questi interventi fu dovuto a 3 ragioni:
- Tessuto di piccole e medie imprese che aveva superato la crisi fordista
- Tendenza al decentramento politico-amministrativo
- Crisi dei partiti tradizionali e eleggibilità diretta del sindaco
I risultati più rilevanti si sono rilevati in corrispondenza delle coalizioni territoriali di dimensioni non troppo estese, spesso di scala sub-provinciale
Le aree caratterizzate da contesti non includenti grandi centri urbani e che hanno prodotto accurate diagnosi sulle potenzialità locali sono state oggetto di patti territoriali. Tuttavia, l'impatto di tali patti è stato inferiore alle aspettative ma ha portato a:
- Ricostruzione del capitale sociale (identità, fiducia, reputazione, diffusione della conoscenza)
- Competizione tra territori
- Emersione di una classe dirigente locale
- Rafforzamento della governance
Lo sviluppo strategico del Mezzogiorno è stato guidato dalla Nuova Politica Regionale, che fa riferimento ad un paradigma place based e antepone la creazione del capitale sociale alla crescita. Inoltre, sollecita l'interazione tra UE, stato e regioni. Questa nuova era competitiva ha travolto le vecchie logiche gerarchiche.