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APPRENDIMENTO

L'apprendimento è un processo di trasformazione al termine del quale l'individuo si ritrova cambiato per conoscenze, abilità e attitudini; e si tratta di un cambiamento non momentaneo, ma permane nel tempo e produce uno sviluppo stabile nell'individuo.

Ognuno di noi non può smettere di apprendere se vuole continuare a svilupparsi in ambito personale e professionale.

Ognuno di noi apprende in molti contesti e con varie modalità e ci sono anche sistemi specifici progettati per l'apprendimento: sistema scolastico e sistema di formazione.

L'apprendimento è un processo complesso, perché implica un cambiamento duraturo e gli adulti tendono ad essere inerziali. Non avendo certezza del risultato finale della trasformazione, l'individuo può percepire l'apprendimento come un processo rischioso, in cui il suo status quo di partenza è messo in discussione.

Lungo, infatti, al fine di compiersi.

Interamente è necessario che si svolga in diverse fasi - perché l'apprendimento si compia, le nuove conoscenze, abilità e attitudini devono entrare stabilmente nel patrimonio dell'individuo: devono cioè essere interiorizzate.

Costoso, poiché per apprendere servono energie fisiche, cognitive ed emotive - vitale, infatti senza un'evoluzione del proprio bagaglio di conoscenze, abilità e attitudini l'individuo è destinato a "invecchiare", a perdere motivazione e slancio e ad ammalarsi più facilmente - recenti studi scientifici dimostrano che un individuo che continua ad apprendere ha maggiori probabilità di ridurre l'impatto di numerose malattie neurodegenerative.

In impresa le persone apprendono in vari modi, ma vi è uno specifico meccanismo di gestione delle risorse umane dedicato ad attivare in modo strategico e continuativo l'apprendimento: la formazione.

—> grazie all’aggiornamento continuo del capitale intellettuale, l’impresa rafforza una fonte cruciale di valore; per questo motivo si può sostenere che l’investimento in formazione è una leva strategica per la costruzione di vantaggio competitivo.

Al tempo stesso, nella prospettiva di impresa l’apprendimento delle persone è un investimento molto costoso, il cui ritorno appare anche difficile da calcolare —> è un investimento costoso in primis perché sottrae risorse allo svolgimento delle attività ordinarie e a questo si aggiungono tutti i costi per le attività specifiche di progettazione e implementazione degli interventi formativi. A aggravare questa situazione vi è il fatto che le imprese non sempre sono dotate degli strumenti per comprendere i fabbisogni di apprendimento delle persone al loro interno, per tradurre questi fabbisogni in interventi formativi e per valutare l’efficacia di

questi interventi formativi e le loro ricadute sulle performance di impresa —> in questi casi, non si sviluppa una reale consapevolezza delle ricadute che gli interventi formativi hanno avuto sulle prestazioni lavorative delle persone, né tantomeno sugli obiettivi strategici dell'impresa —> la formazione da leva competitiva è trasformata in una leva formale e politica

APPRENDIMENTO: L'APPROCCIO COMPORTAMENTISTA

In questo approccio, l'apprendimento è condizionamento del comportamento, derivante dall'associazione ripetuta nel tempo fra stimoli e comportamenti attivati in risposta agli stimoli.

Nel condizionamento classico del comportamento, l'individuo attiva un nuovo comportamento in risposta a uno stimolo che ha ricevuto e, a fronte della ripetizione degli stimoli e delle conseguenti risposte, memorizza il nuovo comportamento (es. esperimenti di Pavlov) —> questo tipo di apprendimento può essere rafforzato grazie

A un condizionamento operante: a rimarcare la catena stimolo-risposta è introdotta una ricompensa o punizione (es. esperimenti di Skinner). È importante sottolineare che questo condizionamento non è da confondersi con la manipolazione. Essa, infatti, è un meccanismo di influenza, che ha l'obiettivo di condizionare il comportamento degli altri a proprio vantaggio.

L'apprendimento inteso come condizionamento del comportamento ha generato prassi didattiche di amplissima diffusione, sia nelle scuole, sia nelle imprese. Queste pratiche si caratterizzano per alcuni elementi fondamentali:

  1. I ruoli di docente e discente sono molto chiari. Il docente lancia gli stimoli e attiva il condizionamento del comportamento. Il discente deve fornire un set predefinito di risposte ex ante corrette. Il docente progetta il nesso desiderato fra stimolo e risposta, quindi esiste sempre una risposta "giusta" che il discente deve memorizzare.
  2. Con riferimento alla
tecnica didattica, è possibile identificare una tecnica d'elezione nell'aula frontale. Essendo il docente l'unica fonte di conoscenza ed essendo il discente relegato a un ruolo passivo, la didattica si sviluppa attraverso la spiegazione da parte del docente e l'ascolto da parte del discente. --> il docente trasferisce la risposta "giusta" nella lezione frontale, il discente la ripete nel suo studio individuale e la ripete ancora nel momento della valutazione. In questo contesto, il metodo didattico è preventivo e punitivo dell'errore. L'errore è punito dal docente e nel discente genera insoddisfazione, stress e frustrazione. Le pratiche comportamentiste sono, quindi, progettate per essere preventive dell'errore. Anche i luoghi fisici in cui il condizionamento del comportamento si svolge sono funzionali alla passività del discente che deve memorizzare e poi ripetere la risposta "giusta". Sicreano aule che si inseriscono in quella che Dewey chiama la prospettiva dello spettatore —> l'aula è costruita intorno al docente, che ha la lavagna a sua disposizione, come ogni altra forma di supporto didattico. L'ampissima diffusione di queste pratiche nei sistemi educativi si deve ad alcune condizioni che semplificano l'implementazione di questo approccio: in primo luogo, l'approccio comportamentista è un approccio coerente con le aspettative di molti sistemi culturali; in secondo luogo, facilita l'osservazione e la conseguente misurazione, infatti, la stragrande maggioranza delle prove di valutazione è ancora oggi basata su uno dei postulati cardine del comportamentismo, ovvero la memorizzazione delle risposte "giuste". Nonostante la diffusione, è importante rimarcare che le prassi comportamentiste evidenziano alcune aree critiche: durata del tempo di condizionamento —> se il cambiamento di comportamento.

è solo una reazione di breve periodo e temporanea non si determina un vero apprendimento.

La ripetizione di un’attività totalmente indotta dall’esterno, cioè, si mantiene finché simantengono identiche condizioni esterne e identici sforzi, ma si estingue appena lecondizioni esterne si modificano —> ciò spiega il fallimento di alcuni interventi formativi cheal loro termine hanno visto tutti i discenti superare brillantemente un esame basato sullaripetizione di nozioni appena ricevute, ma senza attivare alcun cambiamento duraturo nelmodo di lavorare delle persone.

riduzione dei comportamenti esplorativi —> gli individui in sistemi preventivi e punitivi dell’errore sono indotti a non sbagliare e per non sbagliare mettono in atto comportamenti sempre più conservativi. Sperimentano meno e, di conseguenza, riducono le opportunità di attivare l’apprendimento.

mancata considerazione della dimensione sociale

—> l’apprendimento si attiva▪anche quando il comportamento di un individuo si modifica in funzione del comportamentodi un altro individuo, che assume la funzione di modello (modeling) —> l’apprendimentosociale attraverso l’imitazione e la riproduzione di modelli di ruolo presenti nel contesto èdefinito anche apprendimento vicario

APPRENDIMENTO: L’APPROCCIO COSTRUTTIVISTA

L’apprendimento porta, innanzitutto, a un cambiamento a livello cognitivo negli individui e suquesto cambiamento cognitivo, più stabile e duraturo di quello del comportamento, ponel’attenzione l’approccio cognitivista e quello costruttivista poi —> ne derivano prassi didattiche chenon mirano a condizionare il comportamento del discente, ma si propongono di supportare ildiscente nell’attivazione della sua propria costruzione di significati e nel confronto con leinterpretazioni altrui

L’apprendimento è un processo

Il costruttivismo è un approccio cognitivo che trae origine dal bisogno di costruzione del reale e si configura come un processo interattivo. Al centro del processo di apprendimento non c'è più, quindi, la natura oggettiva degli stimoli esterni, ma ci sono piuttosto le rappresentazioni mentali che gli individui sviluppano da soli e in interazione. L'apprendimento non avviene, cioè, a seguito di tentativi reiterati e casuali che l'individuo corregge fino a trovare la "giusta" risposta; pertanto la conoscenza non può essere oggettivamente appresa, mentre risulta invece fondamentale il coinvolgimento attivo e personale dell'individuo nel costruire la conoscenza stessa.

Nell'approccio costruttivista l'attività primaria dell'individuo è un'attività psichica di costruzione di senso; questo processo di costruzione della mente e, quindi, del mondo esterno inizia nel bambino sin dai primi mesi.

utilizzare il tag p per separare i paragrafi:

Di vita —> attraverso processi circolari (reazioni circolari), il bambino si evolve e apprende dapprima le coordinazioni tra percezione e azione, poi l’abilità di ricostruire gli oggetti sulla base della memoria anche in assenza dello stimolo percettivo; in un momento ancora successivo sviluppa il pensiero rappresentativo, fino al ragionamento ipotetico e deduttivo dell’età adulta.

Questo processo di apprendimento è un processo di costruzione cognitiva, in cui sono fondamentali due meccanismi che il soggetto attiva: l’assimilazione, ovvero il meccanismo attraverso il cui l’individuo incorpora eventi e oggetti nelle strutture cognitive che già possiede; e l’adattamento, che permette la modifica della struttura cognitiva per accogliere nuovi oggetti o eventi fino a quel momento ignoti all’individuo —> assimilazione e adattamento si alternano alla costante ricerca di un equilibrio dinamico.

Risulta fondamentale anchento e condivisione dei significati all'interno di una comunità. Questo meccanismo si basa sulla comunicazione tra gli individui, che avviene attraverso l'uso di simboli e segni convenzionali. La socializzazione dei significati permette alle persone di comprendere e interpretare il mondo che le circonda, creando un sistema di significati condivisi all'interno di una determinata cultura o gruppo sociale. Durante il processo di socializzazione dei significati, le persone imparano a dare un senso alle cose e agli eventi che li circondano, attribuendo loro significati specifici. Questo avviene attraverso l'interazione con gli altri membri della comunità, che condividono e trasmettono i loro significati attraverso la comunicazione verbale e non verbale. La socializzazione dei significati è un processo dinamico e in continua evoluzione, influenzato da diversi fattori come la cultura, la storia e le esperienze personali. Attraverso questo meccanismo, le persone imparano a interpretare il mondo in modo simile agli altri membri della loro comunità, creando un senso di appartenenza e identità condivisa. In conclusione, la socializzazione dei significati è un meccanismo fondamentale per la costruzione e la condivisione di significati all'interno di una comunità. Attraverso la comunicazione e l'interazione con gli altri, le persone imparano a dare un senso al mondo che li circonda, creando un sistema di significati condivisi che permette loro di comprendere e interpretare la realtà.
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Publisher
A.A. 2019-2020
75 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Camo25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Morandin Gabriele.