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PROBLEMI DI AFFIDABILITÀ E VALIDITÀ
Una volta messa a punto la scala occorre avere garanzie del fatto che essa sia valida e attendibile.
L'attendibilità è stata classicamente definita come il grado di accordo fra tentativi indipendenti di misurare lo stesso concetto. Uno strumento risulta attendibile quando rende minimo l'errore di misurazione. Attualmente l'attendibilità si misura prevalentemente in termini di coerenza interna dello strumento. Essa viene solitamente verificata tramite il coefficiente Alfa di Cronbach, che consente anche di valutare l'opportunità di eliminare uno o più item dalla misurazione del costrutto, quando questi contribuiscono al decremento della coerenza interna.
La validità fa riferimento alla capacità della scala di misurare proprio quel particolare atteggiamento che è al centro dell'interesse di ricerca. Perché una scala sia valida, la
La sua attendibilità è condizione necessaria ma non sufficiente. Occorre che i dati che da essa si ricavano siano coerenti con altre misure dello stesso costrutto (validità di costrutto convergente) e siano facilmente distinte da misure di costrutti diversi (validità di costrutto divergente). Dunque, se per esempio abbiamo costruito una scala di atteggiamento nei confronti del proprio lavoro dobbiamo ottenere correlazioni alte con i punteggi che si ottengono dall'applicazione del differenziale semantico allo stesso oggetto. Dobbiamo invece trovare correlazioni basse con i punteggi che si rilevano a proposito dell'orientamento verso la politica.
In conclusione, secondo Roccato [2003], l'uso delle scale per la rilevazione degli atteggiamenti si basa su due presupposti:
- che i dati raccolti siano fedeli, cioè rappresentino fedelmente la realtà;
- che le risposte date da intervistati diversi siano confrontabili.
Invece, lo
stesso autore sostiene che molte ricerche mostrano che le risposte alle scale di atteggiamenti di vario genere possono essere funzione di stili di risposta soggettivi (definiti response bias) e non della effettiva posizione della persona sul continuum valutativo. I principali response bias sono di due tipi. Il primo tipo fa riferimento al contenuto degli item: le persone, a volte, tendono a rispondere in modo da comunicare agli altri, ma anche a se stessi, una immagine di sé positiva. Questo porta ad una maggiore probabilità di ottenere risposte in linea con quelle che l'intervistato percepisce essere le norme implicite e condivise in un dato contesto (effetto della desiderabilità sociale). Questo rischio è particolarmente pronunciato nelle ricerche sul tema del pregiudizio nei confronti di gruppi sociali: non sarà facile cogliere risposte sincere ad item che esplicitamente richiedono l'eventuale occorrenza di comportamenti discriminatori.Il secondo tipo di distorsione nelle risposte non riguarda invece il contenuto degli item, ma le caratteristiche strutturali del questionario e le caratteristiche sociali dell'intervistato. Fa parte di questo ultimo genere di distorsione l'effetto della acquiescenza, cioè la tendenza a dichiararsi sempre d'accordo, indipendentemente dal contenuto dell'item. Entrambi questi tipi di distorsione rendono i dati non fedeli e le risposte non confrontabili.
Le distorsioni che immettono non sono eliminabili completamente, ma sono almeno in parte contrastabili attraverso l'adozione di alcuni accorgimenti in fase di progettazione della ricerca (per esempio, adottare il questionario come forma di rilevazione soltanto se la tematica non è troppo "delicata" o socialmente pregnante), operazionalizzazione delle variabili (per esempio, includere scale bilanciate e item formulati in modo semplice), strutturazione del questionario (per esempio, somministrare
questionari brevi oppure prevedere dei distrattori) e preparazione del contesto di somministrazione (per esempio, che sia effettivamente garantito l'anonimato).
4. RILEVARE L'AMBIVALENZA
Abbiamo visto alcuni strumenti che si pongono l'obiettivo di misurare l'atteggiamento globale, altre che invece si fondano sulla preliminare rilevazione delle sue componenti. Questa seconda strategia, in particolare, consente anche di ottenere indici della sovrapposizione fra elementi negativi e positivi nei confronti dello stesso oggetto, ovvero l'ambivalenza. Le modalità che sono state adottate negli studi focalizzati sull'ambivalenza per quantificare questa caratteristica vengono solitamente categorizzate in dirette e indirette. Le tecniche di tipo diretto consistono nel chiedere alle persone di riferire l'esperienza soggettiva dell'ambivalenza con un singolo item a cui viene collegata una scala di risposta graduata da "mista" a "tutta".
da una parte». Nella formulazione di questo giudizio, secondo Priester e Petty [2001] concorre anche la percezione di una discrepanza che provoca tensione, quella cioè fra la propria posizione e la posizione di altri significativi. Le tecniche indirette arrivano alla formulazione di un punteggio di ambivalenza a partire da una serie di item unipolari positivi e negativi. Thompson, Zanna e Griffin [1995], dopo una approfondita esamina delle caratteristiche matematiche delle diverse possibilità per calcolare il livello di ambivalenza, ritengono che il modo più attendibile consista nel chiedere ai partecipanti di riportare in batterie di item indipendenti l'intensità di valutazione di vari aspetti (prevalentemente attributi per la componente cognitiva ed emozioni per quella emotiva). Il livello di ambivalenza risulta dal calcolo dei punteggi secondo la formula: (P+N) /2 - |P-N| Dove P è la somma dei punteggi sugli item positivi e N è la somma dei punteggi sugli item negativi.somma dei punteggi sugli item negativi. Nella categoria delle tecniche indirette rientra anche l'indice che si ricava dallo strumento semi-aperto di Maio, Bell e Esses [1996]. Esso consente di calcolare sia l'ambivalenza intracomponente, sia quella intercomponente. La formula per l'indice di ambivalenza intracomponente è: P+N- 2 * |P - N| + costante. La costante viene sommata per evitare i punteggi negativi e dipende dal numero massimo di item da includere. Mentre per calcolare l'ambivalenza intercomponente la formula proposta è: |A| + |B| - 2|A+B| + costante. Dove A e B sono il favore netto (positivi - negativi) di ciascuna componente dell'atteggiamento. Il vantaggio di questo secondo metodo riguarda il fatto di apparire meno ridondante ai rispondenti rispetto a quello proposto da Thompson, Zanna e Griffin [1995]. Recentemente abbiamo utilizzato una versione "facilitata" del metodo di Maio e colleghi riportato sopra che consiste nelfornire già una lista di attributi e di emozioni dalla quale il partecipante deve scegliere quelli che descrivono/suscitano l'oggetto di atteggiamento e successivamente attribuire loro una valenza (da -3 a +3). In questo modo diminuisce nettamente il tasso delle non risposte [Cavazza e Butera 2003]. Le correlazioni fra i risultati ottenuti con i metodi diretti e indiretti si collocano intorno a r = 0,30 presumibilmente perché si colgono aspetti diversi. 5. RILEVARE L'OPINIONE PUBBLICA: I SONDAGGI Uno strumento diretto di rilevazione delle opinioni diventato oggi particolarmente familiare a tutti è il sondaggio. Come è noto, questo strumento si pone lo scopo di cogliere la distribuzione delle opinioni di una data popolazione su un dato oggetto, attraverso la somministrazione di un questionario standardizzato ad un campione rappresentativo di quella popolazione. L'avvio della pratica di rilevare l'opinione pubblica attraverso il sondaggio viene.fatto risalire alla metà degli anni '30 negli Stati Uniti. In Italia il primo sondaggio è stato effettuato dalla Doxa nel 1948 in occasione del referendum per sancire la forma dello stato italiano, ma la sua diffusione in Italia si è avuta soltanto a partire dagli anni '70 per ragioni di mercato e a partire dagli anni '90 con scopi politici. Generalmente il sondaggio si inserisce in un approccio di tipo descrittivo, dato che consente di quantificare il numero delle persone che esprimono una data posizione e l'intensità con cui la esprimono, nonché le caratteristiche socioanagrafiche di queste persone. In questo senso si sottolinea il fatto che lo scopo del sondaggio non può essere quello di prevedere un comportamento futuro. Si parla di sondaggio per lo più quando lo scopo ultimo della conoscenza che se ne ricava è lo studio dell'opinione pubblica, oppure quando non è esclusivamente di tipo scientifico.ma anche pratico: elaborare una campagna pubblicitaria efficace (marketing commerciale), monitorare l'andamento del consenso che raccolgono gli schieramenti politici o iloro leader (marketing politico). Anche in Italia sono numerosi gli istituti privati che offrono questo servizio a clienti di varia natura (aziende, enti pubblici, formazioni politiche), anche se l'uso per finalità commerciali sembra ancora essere quello prevalente.
Grazie alle dotazioni tecnologiche di questi istituti, si tratta di un metodo che assicura una certa rapidità di rilevazione. La somministrazione dei questionari avviene per lo più (benché non esclusivamente) per via telefonica e con il supporto di appositi software che permettono di porre le domande e costruire contemporaneamente un primo data-base di dati grezzi (sistema CATI, Computer assisted telephone interviewing, o sistema CAPI, Computer assisted personal interviewing in caso di somministrazione in modalità
La rapidità della rilevazione si accompagna comunque alla necessaria pianificazione di una serie di operazioni:
- definizione dell'unità di analisi, ovvero qual è la popolazione-target della quale interessa conoscere la posizione
- Costruzione del questionario
- Test del questionario, necessario per cogliere ambiguità e difficoltà di comprensione delle domande, individuare domande che non discriminano fra le persone intervistate
- Rilevazione
- Pulizia dei dati grezzi
- Elaborazione dei risultati
La validità della "fotografia" delle opinioni che il sondaggio fornisce è strettamente legata alle modalità di campionamento della popolazione di riferimento. Soltanto attraverso la selezione di un campione effettivamente rappresentativo si può infatti estendere l'andamento delle opinioni rilevate all'intera popolazione. La rappresentatività è
La selezione casuale è un metodo utilizzato per creare un campione rappresentativo di una popolazione. Questo metodo assicura che ogni membro della popolazione abbia la stessa probabilità di essere selezionato per far parte del campione.