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QUINARIO V X
SESTERZI IIS L
O Tipologia moneta d’argento: D/ testa di Roma
20 ASSI X
(o Bellona) galeata R/ dioscuri con stellina sopra
X
Legenda: Roma.
Il bronzo da unità di peso (=unità di valore) diventa unità monetale (=valore).
Dopo l’introduzione del denario (ca. 4,5 g) cambia la tecnica –> da fusione a
coniazione per evitare la falsificazione –> il valore fiduciario dunque è più alto.
Moneta d’oro raffigurante Tito Quinzio Flaminino, che distrusse definitivamente
Cartagine, e la Grecia diventò colonia romana.
La più antica unità di riferimento monetale romana è l’asse che equivaleva ad una
libbra in bronzo (327,54 gr) → immutata fino al III secolo quando l’asse diventa una
moneta vera e propria (seconda metà del II sec a.C. l’asse dovette abdicare in favore
al sesterzio mentre nel I sec a.C. pesava 1/24 rispetto alla sua nascita).
A Roma la prima emissione monetale avvenne poco dopo il 326 a.C. e presentava
delle raffigurazioni del tutto simili a quelle della zecca di Neapolis, con legenda in
greco e peso di circa 6 gr→ la scelta fu quella di acquisire una legenda già consolidata
e conosciuta per interagire più velocemente con il “mercato”.
Le emissioni seguenti, quelle romano-campane, furono realizzate in zecche di
• ambito campano e destinate allo scambio in aree meridionali della penisola di
cultura greca. Vengono prodotte quando Roma si affacciò alle guerre
Sannitiche→ Fine IV sec a.C.→ in questa serie vengono coniate le prime
monete d’argento (7,3 gr)→ al D/ mostravano la testa di Marte e al R/ una testa
equina sul cui collo compare la scritta ROMANO→ toro androprosopo(toro con
volto umano) battuta a Napoli e imitata da Roma→ terminus post-quem.
Queste monete non vengono descritte da Plinio, perché evidentemente erano battute
per il sud, non per Roma→ didracme con piede napoletano.
Le tecniche di lavorazione più utilizzate per questo tipo di emissioni erano la
coniazione e la battitura→ prevedevano l’utilizzo di due coni, uno fisso (conio di
incudine) e uno mobile ed impugnato dall’operaio (conio di martello. I due coni
presentavano decorazioni e immagini l’uno per il R/ e uno per il D/. Tra i due coni
veniva inserito un tondello liscio. Con un martello veniva battuto in conio mobile e
questo colpo permetteva che su entrambe le facce del tondello si imprimessero
immagini a rilievo.
Le monete che seguirono quelle romano-campane vengono chiamate aes
• grave→ monete fuse in bronzo. La tecnica usata era quella della fusione. Il
metallo riscaldato veniva versato in matrici di materiale refrattario. Una volta
che il metallo si raffreddava si otteneva il pezzo finito. Con questa tecnica era
possibile realizzare monete con modulo maggiore ma rispetto alla coniazione le
immagini erano soggette a maggior approssimazione e quindi molto più
soggette a falsificazione.
circolazione dei pezzi fusi limitata a Italia centrale, pianura padana, Roma stessa,
colonie latine e romane della penisola e usata dalle truppe romane.
Si pensa che l’inizio dell’attività della zecca di Roma sia da ricercare durante la Prima
Guerra Punica(264-241ac). È infatti in questo momento che la emise molti lingotti in
bronzo con raffigurazioni più complesse e alcuni con legenda (romanom) ma prive di
indicazioni epigrafiche.
Abbiamo informazioni anche di zecche dell’Italia centrale che emettevano monete
bronzee con valore del tutto simile a quelle romane.
Iniziano ad essere diffuse con lo scoppio del primo conflitto contro Cartagine→ nel 202
a.C. queste emissioni si concludono.
Queste emissioni nascono entrambe in seguito a motivazioni belliche.
A partire dal 225 a.C. Roma iniziò ad emettere didracme (recanti al D/ testa
giovanile gianiforme e al R/ Giove in quadriga→ “quadrigati”) e assi recanti al D/ testa
bifronte di Giano e al R/ una prora di nave.
Nel 218 a.C. Annibale ottiene importanti vittorie sui romani sottraendo a Roma varie
aree dell’Italia riduzione risorse umane e materiali per recuperare risorse dopo la
battagli di Canne Roma è costretta a introdurre emissioni in ORO senza valore fisso
utilizzate con contrattazione nel tentativo si sostenere il sistema monetario→ l’oro
viene immesso nel mercato con la funzione di svalutare la moneta.
Il denario quindi viene svalutato (minor quantità di argento) mentre il bronzo viene
ridotto→ il bronzo viene risparmiato realizzando monete più leggere ma rendendole
comunque convertibili con l’argento. Erano delle SVALUTAZIONI MASCHERATE.
Riforma che ebbe grande successo (seppur non duraturo) + unificazione monetaria nel
bacino del Mediterraneo→ le monete di Roma non hanno più concorrenza
Queste monete d’oro presentavano il ritratto di Tito Quinzio Flaminino, colui che aveva
distrutto definitivamente Cartagine e conquistato Corinto=conquistato la Grecia=la
Grecia diventa provincia romana.
Nel frattempo, nuovo grave avvenimento→ alleanza tra Filippo V e Annibale→ Roma dà
vita ad un nuovo sistema monetario: DENARIUS (214 o 212/211 a.C.). Si tratta
della prima moneta di stampo romano in argento fondamento portante del sistema
monetario romano fino al III sec d.C. (dopo la sua scomparsa come moneta continua a
sopravvivere come unità di conto). Equivaleva a circa dieci assi.
Molto discussa è la cronologia del denario, la data della sua introduzione:
1. 269-268 a.C. (985 anni dalla fondazione di Roma)
2. 187 a.C. → teoria di Harlod Mattingly proposta durante gli anni ‘30. Comportò
una feroce risposta da parte degli studiosi italiani anche in seguito a motivazioni
politiche→ la data tuttavia non regge
3. 212 a.C. → come dimostrerebbe lo strato di combustione→ in quest’anno infatti
Roma viene a messa a ferro e fuoco. Queste monete sono state trovate
perfettamente conservate, quindi è improbabile siano state interrate 56 anni
prima dalla data originaria (269-268 a.C.). Inoltre, si trattava di monete di
legami di conio, quindi di monete con la stessa matrice e quindi si tratta di
monete fabbricate da poco tempo. –> la cronologia 1 e 2 non regge. La
datazione sarebbe successiva al 216 a.C. e prima del 212 a.C.
L’asse in bronzo=sestante=2once=1/6 libbra→ il bronzo da unità di peso diventa unità
monetale.
Dopo l’introduzione del denario cambia la tecnica di produzione: si passa
dalla fusione alla coniazione che evitava e riduceva il rischio di
falsificazione→ il valore fiduciario era più alto.
Fu accompagnato da sottomultipli quali il sesterzio e il quinario che
recavano al D/ testa galeata della personificazione di Roma e al R/
Dioscuri al galoppo verso dx con la legenda ROMA.
In questo periodo avvengono anche altre innovazioni:
seconda serie di emissioni in oro dove le monete erano molto piccole→
accrescono la fiducia del pubblico in una nuova emissione di monete in argento
vengono riformati anche i nominali in bronzo→ riduzione di peso dell’asse e dei
suoi sottomultipli
nuovo nominale di ispirazione greca: il vittoriato che tuttavia non presentava
contrassegni che ne indicassero il valore. Pesava circa 2,3 gr= 2/3 denario e fu
introdotto per andare a sostituire la dracma che circolava nei Balcani (Dracma
di Durazzo) → ENORME SUCCESSO→ Roma conquista il mercato anche grazie al
cambiamento tipologico. Inizia ad essere sfruttata per esaltare le grandezze
della città e le figure dei magistrati monetali.
Alla fine del conflitto punico le monete d’oro e d’argento, nate proprio durante la
guerra, non vengono più utilizzate. Sono diffusi invece assi, vittoriati e donari.
Durante la seconda metà del II sec a.C. l’asse perde valore→ il peso si era
ridotto→ la coniazione si interrompe nel 146ac.
Il Denario diventa la moneta per eccellenza dello stato romano e raggiunge dimensioni
tali per cui sono gli stessi magistrati a decidere le raffigurazioni da apporre sulle
monete→ scene mitologiche, scene religiose, edifici. → viene anche massicciamente
tesaurizzato (e poterlo riutilizzare a breve o lungo termine) .
Durante il I sec a.C.→ crisi nelle casse dello stato→ carenza di fondi→ soluzioni:
riduzione ulteriore del peso dell’asse
• ricomparvero sesterzi e quinari
• emissione di una nuova moneta d’oro→ denarius aureo
•
IL DIRITTO DI CONIO ERA PREROGATIVA DELLA REPUBBLICA ROMANA che,
attraverso le leggi concepite nei comizi, ne decideva il peso, la lega, il valore e la
dimensione. Tuttavia, tutte le magistrature dotate di imperium potevano battere
moneta. Questi erano magistrati di nomina politica che avevano sia potere esecutivo
sia amministrativo. I magistrati potevano
battere moneta secondo le regole stabilite dalla legge
decidere i tipi monetali
organizzare la battitura della moneta→ dovevano poter convertire il bottino di
guerra in monete da distribuire all’esercito→ il bottino quindi poteva non essere
mandato a Roma per essere fuso ma essere convertito sul posto in presenza del
magistrato. La moneta diventa uno strumento di propaganda del magistrato che
batteva moneta esaltando le glorie della propria famiglia all’interno della storia
di Roma.
Coniazioni abbondanti di denari e aurei→ comporta alterazioni di peso e di purezza
della lega impiegata + apertura di numerose zecche in ambito Mediterraneo.
Da questo momento, con l’introduzione della moneta d’argento, la circolazione non
avviene solo per scopi militari ma anche civili.
289ac→ viene istituito un collegio di magistrati con funzione di battere moneta per
scopi civili→ era un triumvirato→sulle monete inizia a comparire la legenda “TRESVIRI
AAAFF” → “IIIVIRAAAFF” che significava: Tre uomini affidati alla fusione(flando) e
alla fabbricazione(feriundo) di Oro (Auro), Argento e Bronzo (Aere).
Coniano soprattutto monete in bronzo.
Questo collegio mantiene il nome di “TRESVIRI” anche quando i membri diventano 4.
Faceva parte del Virgintivirato ovvero di quell’insieme di cariche che precedevano il
cursus honorum.
Questa categoria di magistrati non produceva moneta in modo continuato quindi i loro
ritratti non comparivano molto sulle monete tuttavia i tresviri usavano la moneta come
strumento per esaltare la propria famiglia anche attraverso le immagini di edifici
pubblici (templi e basiliche), della lupa che allatta i gemelli, del ratto delle sabine etc…
Il legame tra comando militare e produzione monetale porterà alla disgregazione del
sistema monetario romano→ le guerre civili porteranno anche la disgregazione dello
Stato romano&ra