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ORIGINE DELL’ETIMOLOGIA DELLA PAROLA “MONETA”

Fonte letteraria di riferimento: Ab Urbe Condita, Livio.

Fatto storico: invasione di Roma da parte dei Galli guidati da Brenno (nel 390 a.C). I Galli provano

a prendere la rocca del Campidoglio ma le oche sacre a Giunone avvertono i soldati che respingono

il nemico. Presso la casa di Manlio si decide di realizzare un tempio sacro a Giunone Moneta (moneta

→ →

dal verbo moneo, ammonire, avvertire Giunone l’avvertitrice) nel quale si installa la prima

zecca romana.

Quindi solo in un secondo momento si attribuisce il significato attuale.

Il termine latino corrispondente al nostro moneta è “nummus”.

COM’E’ FATTA UNA MONETA?

Ha un diritto, la faccia più importante ed è il risultato del conio di incudine, e un rovescio. Ha un tipo,

ovvero la parte figurativa, e una parte epigrafica, detta leggenda/legenda.

Tipo + leggenda = impronta (le monete arcaiche ne sono sprovviste)

Ha un campo, ovvero la zona della moneta libera dall’impronta. Ha un modulo, che è il diametro

misurato mediante un calibro. Ha un esergo che rappresenta lo spazio del rovescio compreso fra la

parte inferiore della circonferenza e la linea di terra indicare la marca della zecca o dell’officina.

Il bordo o contorno risulta lineare (la zigrinatura è un’introduzione moderna vola a contrastare la

tosatura). Oltre a tutte le cose che abbiamo già elencato, va ricordato che c’è anche la corona, ovvero

un cerchio perlinato.

B) Perché gli antichi battono moneta

Secondo Crafword, gli antichi battono moneta perché devono finanziare la propria spesa pubblica.

Le monete sono emesse dalle banche per le seguenti ragioni:

1. Cambiare le monete per gli stranieri

2. Finanziare le imprese prestando denaro

3. Finanziare le spese statali.

1 e 2 si realizza la moneta su richiesta degli utenti

3 si realizzano le monete su richieste dello Stato

Crafword arriva ad affermare che c’è un’equivalenza→ spesa militare =emissione di denaro

Nessuna moneta delle origini può essere stata coniata a scopo commerciale perché erano troppo

dispendiose per le contrazioni quotidiane.

Elio Lo Cascio: forse lo stato controllava l’offerta di moneta come le numerose riforme nummarie

varate per incrementare gli scambi.

Burnett ritiene che il modello crafwordiano non consente la contemplazione di fenomeni rilevanti e

la necessità del mantenimento di un sistema monetario.

Howgego ritiene che le fonti classiche hanno tramandato l’origine della moneta. Fa notare in alcuni

casi che alcune monete non hanno collegamenti con la sfera bellico-militare oppure altri in cui ci sono

finalità extra economiche.

Si ipotizza inoltre che gli antichi praticassero il free coinage, ovvero la zecca produce moneta anche

con metallo dei privati si emette moneta a richiesta dell’utente.

C) Che cos’è la numismatica?

E’ lo studio scientifico delle monete nei loro rapporti con la storia, l’arte e l’economia. Il nome deriva

dal greco nomisma, ovvero moneta. La numismatica prevede la collaborazione con altre discipline,

tipo la chimica, la storia dell’arte, la statistica e gli informatici.

La moneta è una delle fonti più feconde dell’evoluzione economica. Secondo Grierson, è un prodotto

di massa che si può usare per indagini e extrapolazioni statistiche studiate dagli economisti nei

momenti di crisi.

Le monete sono archivi ufficiali e contemporanei agli avvenimenti che non hanno subito

interpolazioni nel corso dei secoli, inoltre risultano fonti utili quando non ci sono quelle letterarie. E’

inoltre necessario ricordare che per alcuni popoli, quelli che non hanno la scrittura, la moneta è l’unica

fonte che ci consente di avere informazioni.

Dato che la moneta risulta essere un reperto archeologico, risulta notevolmente importante nel

momento dello scavo, infatti può dare informazioni relativamente allo strato in cui viene rinvenuta.

D)Le origini della moneta

L’invenzione della moneta avviene nel mondo greco, precisamente nella Ionia anatolica, luogo

crocevia che mette in comunicazione le città della Grecia con l’Egitto e le zone della Tracomacedonia.

Sicuramente prima della moneta la forma di scambio era il baratto, che ha il limite di non avere un

valore universale memento: l’adozione di una forma più evoluta di scambio non implica il fatto

che si abbandoni la forma di scambio precedente (infatti il baratto continua ad esistere) →

Fase successiva: moneta naturale (i beni presenti in natura sono usati) = bestiame (pecus pecunia)

Alla moneta naturale si affianca il metallo, che nel primo millennio trova la forma originale della

moneta utensile (alcuni utensili sono usati come se fossero monete/denaro). Questi utensili perdono

il loro valore d’uso per assumere quello di scambio o di parametro di scambio.

[La moneta utensile ha una funzione strumentale, cultuale, sacrificale]

Prima emissione di carattere monetario Artemision di Efeso (VII-VI secolo a.C)

Materiale rinvenuto:

1.tondelli di elettro senza impronta

2. tondelli con striature

3. monete con impronta

(ipotesi di una circolazione promiscua)

Tappa banale: prepesatura dei tondelli e garanzia del titolo e del peso dello Stato (facilitazione dei

pagamenti)

La prima zecca è quella di Egina che conia le “famose” tartarughe.

Secondo Wallace, l’intervento dello Stato ha come finalità la stabilizzazione del valore dei prezzi

dell’elettro (si tratta di una lega binaria che può essere prodotta con più o meno oro). Secondo Bernard

Laum, l’introduzione della moneta sarebbe dovuta ad un’origine religiosa, sacra perché il culto è alla

base della regolamentazione degli scambi fra gli uomini e da qui deriva la valutazione di quanto si è

sacrificato al dio. La teoria di Laum non ha successo.

*LA STORIA DELLA NUMISMATICA GRECA*

-arcaico fino al 480 a.C, ovvero la battaglia di Salamina

-classico fino al 338 a.C, ovvero la battaglia di Cheronea

-ellenistico fino al 146 a.C, ovvero la distruzione di Corinto da parte dei Romani

-greco/romano fino alla riforma di Diocleziano che nel 296 d.C chiude l’ultima zecca di stato

corrispondente a quella di Alessandria d’Egitto.

La numismatica romana, iniziata nel 300 a.C, non finisce nel 476 d.C ma prosegue nei regni romano-

barbarici. La moneta scompare sotto Carlo Magno negli ultimi decenni dell’VIII secolo a.C (il

monometallismo di Costantino monometallismo argenteo).

E) Lo studio dei ritrovamenti

Un ritrovamento è suddiviso in 4 categorie in base al numero di monete e le condizioni di

ritrovamento.

-ritrovamento fortuito di monete singole

I pezzi isolati, detti anche monete erratiche oppure single-finds, sono andati persi per sviste o perché

privi di valore ormai. Analizzandoli si può risalire all’area di circolazione di una moneta.

Non si trovano monete con valore intrinseco e sono difficili da censire (non sono segnalate alle

autorità o agli studiosi).

Si devono censire in area-finds, aree di ritrovamento spaziale. Da una mappa sappiamo l’area di

circolazione e la qualità di circolazione in una zona.

-ritrovamento di tesori, gruzzoli fortuitamente

I tesori o i gruzzoli sono monete interrate da qualcuno in modo intenzionale (in un momento

successivo si dovrebbe recuperare il proprio bene ma non è così).

E’ utile per lo studio delle monete repubblicane.

Crafword ha consentito tramite il suo studio di stabilire una cronologia relativa ad ogni ritrovamento

in base all’usura dei nominali contenuti (le monete più usurate sono quelle più antiche), inoltre trova

punti fissi relativi alla datazione per la firma dei magistrati.

Perché si nasconde un gruzzolo?

1. paura di essere derubati

2. si decide di risparmiare

ipotesi sensata: sono state nascoste le monete con più alto valore intrinseco.

I gruzzoli antichi, come i domestic hoards, sono i risparmi delle famiglie e di certo non includono le

monete di bronzo circolanti in quel momento si rappresenta ciò che non circolava.

Problema serio: i pezzi migliori sono scremati e sono venduti sul mercato nero.

Altro problema serio: chi ritrova le monete non lo dice alle autorità.

-ritrovamento di monete singole durante una campagna di scavi

-ritrovamenti di tesori, gruzzoli durante una campagna di scavi

NB: fino a pochi anni fa non si dava importanza agli strati. Oggi negli scavi c’è sempre un esperto di

numismatica che esamina e redige una mappa dei single finds.

NB: non esisteva il fuoricorso nel mondo antico e quindi si accetta una moneta anche dopo secoli

I tesoretti rinvenuti negli scavi non sono scremati e ci danno maggiori informazioni di quelli ritrovati

casualmente.

F) Le tecniche di produzione della moneta, monete riconiate, contromarche

A Roma la moneta viene fabbricata sia con il sistema della fusione sia con quello della coniazione

(metodo descritto a pagina 59).

Fusione è solo per i nominali di bronzo e di misura dei III e IV d.C

Il metodo per l’aes signatum consiste nell’introduzione del bronzo liquido dentro una fornella

refrattaria, impressa in incavo con l’impronta del diritto e del rovescio. Una volta raffreddato,

l’esemplare viene liberato dalla terracotta a martellate.

Serie aes grave: fusione a catena facendo colare nelle formelle collegate da canaletti. Ci può essere

un’eventuale rientranza (se le tenaglie strappano troppo materiale) oppure protuberanza (se strappano

troppo poco materiale), il cossidetto “materozza”.

Eventuali problemi: scarsa regolarità dei pesi e cattiva realizzazione dell’impronta, facilità

dell’esecuzione.

A seguito dei difetti, il metodo si usa solo all’origine della monetazione romana e nel corso del III-

IV secodolo d.C (mancato approvvigionamento di numeriario ufficiale da parte della zecca). La

Gallia, la Germania, la Britannia conoscono tale fenomeno.

Il risultato del conio d’incudine è il diritto, quello del conio di martello costituisce il rovescio. Ci

possono essere eventuali eccezioni.

Durante le operazioni di battitura si verificano molti errori.

E’ difficile dire in quale materiale erano realizzati i coni perché ce ne sono giunti veramente pochi.

Noi supponiamo che dopo il loro uso venissero distrutti per evitarne i possibili usi impropi.

I Romani facevano l’hubbing? Difficile. Si trattava di una confezione a catena con più coni tramite la

penetrazione in essi di un punzone. Secondo Alfoldi si è utilizzato in età repubblicana, ma Crafoword

ha dissentito.

*nomenclatura*

Forma= conio, ovvero l’

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/04 Numismatica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucky1.gdf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Numismatica antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Cavagna Alessandro.