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-MODELLI DIVERSI PER LEGGERE LE ORGANIZZAZIONI:
MODELLO ISTITUZIONALE-Punto di vista ingenuo: considera organizzazioni come macchinario caratterizzato da
automatismi e meccanismi ripetitivi, per cui la si immagina statica, costante nel tempo, regolata dall’ordine,
tendente a rimanere uguale, con forte adesione al compito prefissato. È concezione unidimensionale e razionale.
Poco interessati al processo in atto “sistema che si costruisce una volta, i giochi sono regolari, costanti e ripetitivi,
espliciti, sotto gli occhi di tutti e gestibili”. È modello OLISTICO E OMEOSTATICO ormai passato di moda.
Modello socioanalitico e sistemico:
-modello SOCIOANALITICO: organizzazione come “insieme aperto di parti correlate tra loro”, ogni
organizzazione influenzata da soggetti che vi operano e da condizioni culturali e sociali in cui è immersa.
Continuamente attraversata da perturbazioni, imprevisti, incidenti, forze. Variabili incerte vanno gestite
per mantenere equilibrio, organizzazione è in uno scambio costante tra interno e esterno. MODELLO
SOCIOANALITICO dà grande importanza a fattore umano nell’organizzazione: aspetti irrazionali ed emotivi,
fantasie e legami affettivi spazio a istanze escluse dal mondo scientifico positivista. (sentimenti,
emozioni, valori, significati simbolici, meccanismi inconsci).
-organizzazione: regolazione operativa e esplicita dei rapporti produttivi
-istituzione: modalità relazionali che regolano pulsioni aggressive e affettività
Istituzione per modello socioanalitico è sistema di valori, comportamenti codificati e regole condivise, si
tratta di depositi di proiezioni e di identificazioni reciproche (fantasmi collettivi condivisi secondo Fornari)
che proteggono individui e hanno spinta affettiva tale da diventare apparato organizzatore degli affetti di
base dei suoi membri. Si parla di cultura condivisa, storia comune, rete di affetti, patrimonio di memorie,
emozioni. Si parla di magma di emozioni profonde, di carattere avvolgente, influenzate da relazioni tra
membri, da vicende relative a identità professionale e personale, da storia specifica del gruppo. Tali
emozioni profonde sono viste da modelli ANALITICI COME DIFESE, come prodotto collettivo che fonda la
coesione sociale e determina categorie di costruzione della realtà.
Si tratta di apparato culturale e affettivo, intreccio di storie, relazioni, idee e valenze affettive, collegato a
senso di appartenenza. Chi sta dentro partecipa a mentalità collettiva. Chi sta fuori sceglie che livello
osservare (individuale, istituzionale, gruppale) e potrà accorgersi di eventi, giochi e difese non sempre
espliciti a chi vive dentro.
- ospedale, sistema chiuso e rigido (gerarchi definita, ruoli statici) in cui preso in considerazione un aspetto del
soggetto, il corpo.
-caso primario donna ospedale, e alleanze, colpi bassi sabotaggi e accuse. Tutto personale partecipa.
ELEMENTI CHE COSTITUISCONO ISTITUZIONE:
-storia istituzione e memoria comune
-comportamenti e valori
-linguaggio condiviso
-affettività partecipata che include sistema difensivo singoli e del gruppo
-regole e trasgressioni
-giochi in atto
Istituzione concepita come gruppo nato per aderire a compito, membri tenuti insieme da forti vincoli
emotivi, da storia comune e da fini condivisi. JACQUES: istituzione serve per rafforzare in individui
meccanismi di difesa contro ansia generica e contro primordiali ansie paranoidi e depressive.
Carli, Paniccia:
COSTRUTTI UTILI PER PENSARE A INDIVIDUO NEL CONTESTO:
-cultura: insieme degli assunti e dei valori condivisi, spesso taciti che organizzano specifico gruppo
-simbolizzazione affettiva: dinamica collusiva che attori producono in un contesto, gli attri producono
simbolizzazioni omogenee in quanto partecipano a simile struttura di relazioni e spartiscono una comune
rappresentazione inconscia del contesto. Parlano linguaggio e danno origine a CULTURE LOCALI, frutto di
dinamiche collusive e delle simbolizzazioni affettive.
Gruppo simbolizza se stesso e proprio operato, attraverso modo condiviso di pensare, agire e parlare. Si
parla di PAROLE DENSE che sono modi per condividere le emozioni all’interno di un contesto.
- strutture per stranieri, due modalità differenti, una universalista e una relativista. Operatori non consapevoli e
pensavano che la posizione fosse unica possibile. Rischio iatrogeno ab initio, manca metacognizione e manca
riflessione su regole costitutive. Non adattano comportamenti a utenti ma rimangono solo utenti che si adattano alla
struttura.
-MODELLO SISTEMICO:
Modello per gestire la complessità. Sistemi visti come APERTI: complessità organizzate che scambiano
continuamente info con ambiente esterno (teoria generale dei sistemi). SISTEMA è unità strutturata su
feedback e organizzata da forte che la mantengono uguale nel tempo sia da altre che spingono verso
evoluzione. Sistemi sono termodinamicamente aperti e organizzazionalmente chiusi tendono a
mantenere identità costante nel tempo e difenderla, mantengono nucleo identitario. Per farlo possono
modificare relazioni, comportamenti, lo know-how, le prassi, prodotti, progetti, servizi, in base a
RETROAZIONI tra i vari componenti del sistema. Questa identità è implicita e viene mantenuta dai
partecipanti che attivano controreazioni ai tentativi di modificarla. Ambiente è fonte continua di
perturbazioni.
-banca, caratteristica familiare con padre padrone benevolo. “questa banca non la riconosco più”.
PRINCIPI CHE ORGANIZZANO I SISTEMI
Tutto è maggiore della somma degli individui che lo compongono.
Comportamenti, le regole esplicite tendono a mutare al fine di mantenere nucleo dell’identità.
Identità sistema data da sua storia, da mito fondante, dalla sua mission ed è mantenuta dalla
struttura costituita dalla danza.
ogni sistema funziona con regole non date a priori ma emergono da organizzazione stessa del
sistema. Meglio se sono FLESSIBILI, se rigide bloccano il sistema. Alcune esplicite, altre implicite e a
livello tacito
Storia si costruisce a posteriori, non possibile fare previsioni, ma solo ipotesi.
Cambiando metafora cambiano aspetti da prendere in considerazione:
-MODELLO ISTITUZIONALE E SOCIOANALITICO: meccanismi difensivi
-MODELLO SISTEMICO: individuo e sue capacità adattive. Teoria sistemi nasce da tradizione umanista. Per
psicologi umanistici umano non assiste impotente a emergere dell’inconscio di violente pulsioni istintuali
distruttive ma tende a creatività, a adattamento e auto-realizzazione.
- modalità eterarchica, autorità distribuita, si basa su sistemi orizzontali di interdipendenza.
-comunità pazienti psicotici, importante che abbia struttura esplicita e definita, ripropone lavoro che si deve fare con
chi ha disturbi di personalità. Dovrebbero essere più permeabili contesti come unità di strada e gruppo di mutuo
aiuto, meno vincoli e regole fondative e maggiore flessibilità.
-ospedale, pazienti come parte della danza e non vittime passive. ES- Svizzera, ospedale che impedisce regressione e
dipendenza dal medico.
Più ambito organizzato in termini rigidi, più regole date a priori, per cui individui devono adattarsi e hanno
poca influenza.
MODELLO SISTEMICO, PRESUPPOSTI PER LEGGERE LE ORGANIZZAZIONI:
-clima, organizzazione e cultura
CULTURA: valori espliciti, norme, modelli di comportamento/pensiero/azione abituali, rituali accettati, tabù, regole
del gioco, atmosfera e clima. Ha funzione ADATTIVA e facilita unione tra individui e senso appartenenza. Incrementa
integrazione e cooperazione svolgendo azione stabilizzatrice. 3 FUNZIONI:
-risoluzione problemi integrazione interna
-risoluzione problemi connessi ad adattamento esterno
-contenimento dell’ansia
Schein: indicata la cultura come modo corretto di percepire, pensare e sentire in relazione a problemi di
adattamento con mondo esterno e con integrazione al suo interno.
Fattori per identificare cultura: comportamenti, linguaggio, rituali, modalità di presa di decisioni, norme, valori,
filosofia e politiche aziendali, regole del gioco, criteri e stili di gestione e controllo, atmosfera, ambito e limiti
autonomia individuale, sistema premi e punizioni, tolleranza del conflitto, di diversità e di innovazione. Aspetti
che collaborano a costruzione di IDENTITA’ DEL SISTEMA: si mantiene nel tempo, difendendosi da attacchi interni e
esterni. ARTEFATTI sono prassi, scritti e comportamenti manifesti. (es. cartelle cliniche in CSM, o mansionario). I
VALORI sono convinzioni fondamentali, opzioni iniziali, le idee a cui si fa riferimento che guidano le azioni. GlI
ASSUNTI DI BASE sono nucleo centrale della cultura, insieme dei valori dati per scontati. Sono IMPLICITI in quanto
parte della storia dell’organizzazione.
-Bion: gruppi di lavoro hanno due funzioni, portare a termine compiti e obiettivi e garantire sopravvivenza del
gruppo stesso, con messa in atto di dinamiche difensive, contro minacce interne e esterne.
regole tacite possono diventare più importanti di quelle esplicitate nell’organigramma in quanto incarnate da
componenti all’interno del sistema e confermano la sua cultura.
SETTING OPERATIVO: insieme della storia del Servizio, scelte operative e ideologiche, esperienza maturata, percorso
formativo e professionale.
-paradosso del nucleo costitutivo
-Bion: organizzazione come entità psicologiche, in costante tensione tra assunti di base e tra come gruppo opera nel
concreto. A volte i livelli si confondono, si confondono desideri e bisogni inconsci da prassi quotidiana, produce
scarto tra livello idealizzazione e del potenziale e quello del concreto.
-Triest: legame tra organizzazioni salute mentale e società in cui operano, è inconscio: organizzazioni obbediscono a
assunto di inclusione e esclusione, per cui sani differenti da matti. Società assegna ruolo collusivo a Istituzioni per
mantenere status quo, per tranquillizzare società e differenziare sani dai matti. (operatori rispondono a mandato
sociale a patto che non portino a termina la missione di curare le persone disturbate e di non ri-immetterle nella
società).
-realtà operativa e mappa ufficiale: organizzazione se nasce con finalità e scopo alla luce del sole, se
organizzata da valori evolutivi e adattativi rispetto a realtà sociale sopravviverà. Organizzazione deve
entrare in contatto con rete sociale (vincoli, possibilità, regole, limiti, timori collettivi) e questo contatto fa
sì che si delinei una sorta di realtà operativa, distante o meno dalla mappa ufficiale. Necessità di scendere
a patti con realtà sociale rischia di annacquare sia il MANDATO sia la MISSION e di impedire a operatori di
lavorare al meglio. Discrepanza tra come si dovrebbe lavorare e come si riesce produce un PARADOSSO, fa
sì che nel lavoro quotidiano sia