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DISTURBI SOMATOMORFI DISTURBO BORDERLINE DI
• • PERSONALITA'
DISTURBO DI PERSONALITA' DEL
• GRUPPO C
La motivazione, attere realistiche, focus circoscritto, relazioni oggettuali di buon livello, assenza di un
disturbo di personalità del paziente hanno un'influenza positiva sull'outcome del trattamento, limitatamente
alla STPP. Queste variabili non sono correlate con l'outcome della LTPP. La LTPP sembra esser più adatta a
pazienti con disturbi più gravi.
Perry et al. Hanno stimato la durata teorica del trattamento affinché un paziente con disturbo di personalità non
soddisfi più i criteri per una diagnosi di questo tipo. Si è stimato che metà dei pazienti con disturbi di
personalità guariscono in 1.3 anni o 92 sedute e che ¾ guariscono in 2.2 anni o circa 216 sedute. La > dei
pazienti con una sintomatologia acuta ricava beneficio dalla STPP mentre i pazienti con problemi cronici e
disturbi della personalità necessitano di una psicoterapia a lungo termine. Tali dati sembrano essere in linea con
l'esperienza clinica.
Le psicoterapie, teorie e modelli di intervento Gabbard
I disturbi di personalità mostrano un impatto prognostico negativo sui disturbi depressivi. Il tasso di remissione
dal disturbo depressivo maggiore (MDD) è significativamente ridotto in presenza di un disturbo di personalità.
L'attenuazione del disturbo borderline inoltre spesso si accompagna dalla remissione di un MDD. Per questo si
raccomanda ai clinici di non focalizzarsi sul MDD ma sul disturbo di personalità sottostante.
Conclusioni: 31 RCT dimostrano l'efficacia della psicoterapia psicodinamica nel trattamento di diversi disturbi
mentali. La psicoterapia psicodinamica è risultata più efficace rispetto al placebo, alla terapia supportiva o al
trattamento di routine nonché altrettanto efficace della CBT. I risultati delle meta-analisi dimostrano che non
esistono differenza nell'efficacia della psicoterapia psicodinamica in confronto alla sola CBT. Va comunque
ricordato che per alcuni disturbi mentali non è stato condotto alcun RCT sulla psicoterapia psicodinamica come
per i disturbi dissociativi e alcune forme di disturbo di personalità (narcisistico). L'esperienza clinica insegna
comunque che la terapia dinamica a lungo termine o la psicoanalisi possono essere utili nel trattamento
sterico/istrionico di personalità e nel disturbo narcisistico. Riguardo ai pazienti con PTSD si può dire che un
RCT ha mostrato l'efficacia della STPP ma comunque occorrono studi in quest'area.
Capitolo 6 – Fondamenti teorici della terapia cognitiva
La terapia cognitiva è stata definita da sempre dalla sua teoria sulla psicopatologia. Ciò che rende cognitivo
l'approccio di un terapeuta è la teoria della psicopatologia e del cambiamento umano che guida l'intervento
terapeutico.
Origine della terapia cognitiva: la terapia cognitiva nasce dall'insoddisfazione nei confronti della rigidità della
terapia comportamentale e dagli aspetti tradizionali della psicoanalisi che dominavano la prima metà degli anni
'70. La rivoluzione cognitivista ha avuto luogo proprio tra la fine del '70 e l'inizio dell'Ottanta, i ricercatori
clinici volevano sviluppare il ruolo della mediazione cognitiva nella teoria e nel trattamento.
Assunti di base della terapia cognitiva: L'affermazione di base è: l'elaborazione dell'informazione è una
caratteristica distintiva dell'essere umana, consente alle persone di costruire rappresentazioni
significative di se stesse e del mondo. Gli esseri umani elabora continuamente informazioni dall'interno e
dall'esterno: ricevono, decodificano, interpretano, immagazzinano e recuperano informazioni. Tale elaborazione
delle info gioca un ruolo centrale nell'adattamento e sopravvivenza.
Le persone non rispondono all'ambiente stesso quanto più alle rappresentazioni cognitive di esso.
Se la cognizione ha un ruolo tanto centrale è chiaro il pensiero per cui un cambiamento a questo livello può
influenzare emozioni e comportamenti. Gli assunti di base della terapia cognitiva riguardo la psicopatologia
sono: l'elaborazione delle info e rappresentazioni del significato sono funzioni essenziali per l'adattamento e
– sopravvivenza dell'essere umano
una funzione di base del sistema di elaborazione delle info è la costruzione personale della realtà
– l'elaborazione delle info guida aspetti emotivi, comportamentali e fisici dell'esperienza umana
– L'interazione tra registro sensoriale determinato dallo stimolo (bottom-up) e i processi semantici di
– ordine superiore (top-down) è evidente nel funzionamento cognitivo
le strutture deputate all'attribuzione di significato del sistema di elaborazione delle info sono
– caratterizzate da diverse soglie di attivazione
il disagio psicologico è caratterizzato da eccessiva o scarsa attivazione di strutture di significato
– la modificazione delle strutture deputate all'attribuzione di significato risulta determinante all'interno del
– processo di cambiamento della personalità
Per il modello cognitivista il disturbo patologico del pensiero, delle emozioni e dell'umore è caratterizzato da un
bias interno del sistema di elaborazione delle info producendo un'attivazione eccessiva o deficitaria di strutture
o schemi di significato. L'obiettivo della terapia cognitiva è regolare il bias interno smorzando la valenza
eccessiva di schemi negativi o disfunzionali e rinforzando l'accesso a modelli di pensiero adattivi.
Concetti chiave della teoria cognitiva: Kandall e Ingram hanno proposto una tassonomia per classificare i
diversi costrutti usati dalle teorie C. per descrivere la psicopatologia: struttura, proposizioni, operazioni e
prodotti cognitivi.
I pensieri, immagini e interpretazioni distorte caratterizzano i disturbi psichiatrici e sono il prodotto finale di un
Le psicoterapie, teorie e modelli di intervento Gabbard
sistema di elaborazione delle info distorto nelle strutture, nei processi attivati durante i periodi di disagio
emotivo. Il modello cognitivo offre due prospettive della psicopatologia: a livello descrittivo e a livello di
vulnerabilità individuale.
Livello descrittivo: il modello presenta l'organizzazione e la funzione delle strutture, processi e prodotti
• cognitivi che caratterizzano il funzionamento cognitivo nei momenti sintomatici acuti. Ci sono due
ipotesi rilevanti:
Specificità del contenuto cognitivo Primato cognitivo
Ogni disturbo psichiatrico o psicologico ha un suo Pensieri e credenze disattivate hanno influenza diretta
profilo cognitivo distintivo riguardante alcuni sui sintomi comportamentali, emotivi, somatici,
contenuti o temi nei pensieri, immagini, credenze e motivazionali dei disturbi psicopatologici.
valutazioni disfunzionali che definiscono il disturbo
Livello di vulnerabilità individuale: le differenze individuali sono viste come se ci fosse una
• vulnerabilità cognitiva sottostante che resta latente e inattiva finché non viene attivata da un'esperienza
significativa.
Il modello cognitivo assume la prospettiva diatesi-stress per cui alcuni schemi centrali disattivati (risultato di
esperienze negative infantili) restano inattivi finché non vengono stimolati da un evento di vita corrispondente.
Quando tali schemi vengono attivati dominano il processo di elaborazione dell'informazione conducendo ai
sintomi.
La teoria cognitiva: che cosa è? La teoria cognitiva della psicopatologia spiega il disagio psicologico in
termini di rappresentazioni schematiche preesistenti, disadattive e idiosincratiche del Sé, degli altri e del mondo
personale. La guarigione da episodi psichiatrici acuti richiede la riparazione dell'elaborazione distorta delle
informazioni relativa ad esperienze connesse all'attivazione del disturbo. Il funzionamento cognitivo
disfunzionale contribuisce sì alla patogenesi non è una condizione necessaria o sufficiente a causare il disturbo.
Diversi fattori (genetici, biologici, sociali, comportamentali ed emotivi) con la cognizione disfunzionale
contribuiscono allo sviluppo di un disturbo psicopatologico e quindi anche alla sua guarigione. L'elaborazione
distorta dell'info all'interno di un quadro psicopatologico non è un deficit cognitivo generale ma una
caratteristica specifica.
Strutture cognitive disadattive (schemi disadattivi): Gli schemi sono stabili rappresentazioni interne
semantiche di stimoli, idee o esperienze che organizzano e integrano le nuove info significativamente,
determinano il modo in cui i fenomeni vengono percepiti e concettualizzati. Gli schemi orientano la selezione,
codifica, organizzazione, conservazione e recupero delle info. Il contenuto degli schemi prende forma dalle
esperienze quotidiane e gli schemi stessi guidano l'interpretazione delle nostre esperienze di vita. Ci sono vari
tipi di contenuto degli schemi:
Livello di base → schemi semplici: rappresentano la conoscenza dell'oggetto o idea.
• Livello successivo → convinzioni intermedie: regole, assunti e comportamenti usati per giudicare e
• orientare noi e le interpretazione degli altri o delle esperienze. Fanno parte delle convinzioni intermedie
le formulazioni “se...allora”.
Ultimo livello → convinzioni nucleari: sono il contenuto di schemi più importanti. Sono credenze
• globali, rigide, assolute, ipergeneralizzate e possono riguardare se stessi, gli altri o il mondo. Hanno un
effetto su come percepiamo noi, il mondo e gli altri.
Errori cognitivi: gli errori di inferenza e ragionamento sono comuni in persone psichicamente sane ma durante
un periodo di disagio emotivo possono diventare frequenti. Una parte importante della terapia cognitiva è
proprio quella di addestrare i pazienti a identificare e correggere i loro errori cognitivi. Vi sono alcuni bias
cognitivi comuni in pazienti con disturbi psichiatrici:
inferenza arbitraria: giungere a conclusioni in assenza di prove o le prove sono contrarie alla
– conclusione
astrazione selettiva: concentrarsi su dettagli fuori dal contesto e ignorare altre caratteristiche della
– situazione
ipergeneralizzazione: giungere a conclusioni sulla base di una o due “prove” isolate
–
Le psicoterapie, teorie e modelli di intervento Gabbard
pensiero dicotomico: tendenza a mettere in relazione eventi esterni con se stessi
– sopravvalutazione: esagerare o minimizzare il significato o sottovalutazione o la portata di un evento.
–
Immagini e pensieri automatici negativi: Beck pensava che i pensieri automatici negativi fossero prodotti da
un sistema distorto di analisi dell'info importante per la comprensione della disfunzione cognitiva nelle
situazioni cliniche. Immagini