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L'ASCOLTO RISPETTOSO
Il percorso scientifico
Omaggio a Rosenfeld
Definizione di narcisismo primario
Rosenfeld (1964): il narcisismo primario è
una relazione d'oggetto narcisistica collega-
ta a significati difensivi (relazioni d'oggetto
di tipo primitivo). VS
Melanie Klein: il narcisismo primario è uno
stato nel quale non vi è oggetto.
Relazione d'oggetto narcisistica in cui l'on-
nipotenza è preminente
Rosenfeld: l'oggetto parziale (per es. il seno),
può essere incorporato in modo onnipotente e il
bambino lo tratta come una sua proprietà;
oppure
la madre e il seno sono usati come contenitori in
cui sono proiettati in modo onnipotente le parti di
sé sentite come indesiderabili, poiché causano
ansia e sofferenza.
Nelle relazioni d'oggetto narcisistiche sono attive
difese per non riconoscere la separazione tra il sé
e l'oggetto, e ciò avviene per evitare i sentimenti
di dipendenza da un oggetto e quindi ansia:
infatti dipendenza da un oggetto vuol dire amore
per questo e riconoscimento del suo valore, e
questo porta a sentimenti aggressivi, angoscia e
dolore provocati dalle frustrazioni inevitabili e dal-
le loro conseguenze.
La dipendenza suscita anche invidia nella misura in
cui viene riconosciuta la bontà dell'oggetto.
I rapporti oggettuali di tipo narcisistico e onnipotente
permettono di sfuggire:
1) ai sentimenti aggressivi provocati dalla frustrazio-
ne;
2) alla presa di coscienza dell'invidia;
allorchè il bambino ritiene di possedere in modo
onnipotente il seno della madre, il seno non può
più provocare la sua invidia e nemmeno la dipen-
denza.
Dal punto di vista clinico:
il paziente narcisista quando pretende di posse-
dere l'analisi come seno che nutre, dà credito a
se stesso per ogni interpretazione soddisfacente
dell'analista;
tale situazione aumenta nel paziente il proprio
sentimento di valore e importanza → idealizza-
zione di sé = il paziente sente di contenere lui tut-
ta la bontà, che altrimenti verrebbe sperimentata
in una relazione con l'oggetto.
In questi casi Rosenfeld parla di:
analisi-fatta-da sé (atteggiamento autoa-
nalitico):
il paziente sembra sostenere di avere in proprio pos-
sesso un seno superiore più creativo, che gli dà cibo
e analisi migliori di quelli dell'analista-genitore (atteg-
giamento superiore-onnipotente):
lo smascheramento di tale situazione, provoca nel
paziente sentimenti di svuotamento, per cui è essen-
ziale poter stabilire relazioni reali con gli oggetti
esterni e interni.
L' atteggiamento superiore-onnipotente dei pazienti
narcisistici =
resistenza all'analisi e tale atteggiamento nega ogni biso-
gno e si presenta in 2 modi:
1) paziente d'accordo con l'analista (narcisista intelli-
gente): relazione narcisistica d'oggetto perchè il paziente usa
le interpretazioni privandole di vita e significato in modo da sen-
tirle come proprie, traendone un senso di superiorità:
2) il paziente che non accetta mai realmente le interpreta-
zioni dell'analista e sviluppa teorie che considera una versione
di analisi superiore;
Tutto ciò proviene dalla negazione narcisistica dell'invidia
↓
il paziente riconosce la superiorità dell'analista come madre che
nutre in quanto l'analista pur avendo tutte le risposte, al pazien-
te ne dà poche, come una madre che non gli dà tutto il seno e
quindi il paziente sente di non dover ascoltare o dipendere visto
che ciò che gli viene dato non è completo.
Aspetti libidici e distruttivi del narcisismo
Aspetti libidici: l'aspetto centrale è l'ipervalutazione e
idealizzazione di sé:
il narcisista ritiene gli oggetti esterni e il mondo esterno
sono parte di lui o controllati da lui in modo onnipotente.
Aspetti distruttivi: le parti distruttive idealizzate e on-
nipotenti del sé sono dirette contro:
1) il rapporto oggettuale libico positivo;
2) le parti libidiche del sé che provano bisogno e desiderio
di dipendenza da un oggetto.
Per quanto riguarda gli aspetti distruttivi del
narcisismo Rosenfeld parla di:
Fusioni patologiche: nel mescolarsi le
pulsioni libidiche e distruttive, il potere delle
pulsioni distruttive risulta rinforzato.
Anche se tali parti possono restare mascherate o
scisse, impediscono il rapporto oggettuale dipendente
e svalutano in modo permanente gli oggetti.
La violenza delle pulsioni distruttive varia:
se predominano gli aspetti libidici:
idealizzazione onnipotente di sé minacciata dal
contatto con un oggetto separato da sè. (invidia
vissuta consciamente).
Se predominano gli aspetti distruttivi com-
paiono nello stesso tempo:
il desiderio di distruggere l'analista in quan-
to origine reale di vita e di bontà;
violente pulsioni autodistruttive: il paziente-
bambino di fronte alla realtà di essere di-
pendente dall'analista madre-genitori prefe-
risce morire.
A questo punto, aggiunge Rosenfeld, si verifica
frequentemente che il paziente vuole rinunciare
all'analisi, ma più spesso agisce in modo autodi-
struttivo (anche suicidio). La morte è idealizzata
come la soluzione di tutti i problemi.
La fantasia di morte = interruzione dell'analisi sia
da parte dell'analista che da parte del paziente
che può realizzarsi da parte dell'uno o dell'altro.
In alcuni pazienti narcisistici le pulsioni distruttive
del sé sono connesse a:
1) perversioni (confusione o distorsione della real-
tà) fuse con gli aspetti libidici della personalità;
2) struttura e organizzazione psicotica che è scis-
sa dalla personalità: le pulsioni distruttive forni-
scono soluzioni rapide false, che adescano le par-
ti sane della personalità.
Quando questi pazienti cominciano a fare progressi
possono verificarsi gravi reazioni terapeutiche che
portano a stati psicotici acuti ed è importante:
a) aiutare il paziente a tirare fuori la parte sana di-
pendente dal sé che mantiene il rapporto oggettuale
positivo con l'analista e verso il mondo.
b) assistere il paziente nel diventare conscio delle
parti scisse onnipotenti distruttive che controllano
l'organizzazione psicotica.
L'analista deve:
1) individuare la distruttività dell'organizzazione
narcisistica
2) riuscire a trovare la sua parte sana, libidica per
farla uscire dall'onnipotenza distruttiva.
ASCOLTO RISPETTOSO
CAP. 3
Creatività
La stesura di un lavoro scientifico ha un
Aspetto creativo simile al lavoro dell'artista
o dell'artigiano e rappresenta la gravidanza;
tale “lavoro” è accompagnato da angosce e
resistenze con fantasie drammatiche
Nell'inconscio vi è un'
Equivalenza tra
creatività mentale (scientifica o artistica) e
capacità di dare e preservare la vita:
quindi....
l'opera creata simboleggia un bambino
Riguardo a questo tema:
il senso di identità e la sessualità adulti sono bi-
sessuali perchè:
consistono nell'identificazione proiettiva con figure
genitoriali unite in un rapporto riparativo e fecon-
do (Meltzer).
Dunque...
una nuova concezione della sessualità adulta
come avente responsabilità genitoriali correlata al
lavoro per riparare i danni e al lavoro per nutrire e
crescere i figli.
Creatività artistica
la caratteristica delle persone dotate di qua-
lità creative
=
continua ricerca del padre
fantasia nell'artista di avere un padre putativo che
favorisce lo sviluppo e l'espressione dei processi
creativi;
fantasia inconscia nel rapporto terapeutico: anali-
sta = padre potente e favorevole della fantasia
L'artista, per riprodurre e restituire l'oggetto
come oggetto d'arte, deve lottare con forti
sentimenti di invidia e gelosia per il genera-
re, gestare, partorire, nutrire; invidia distrut-
tiva per la madre, le madri, le donne (Cor-
rao, 1965).
Creatività scientifica
Se nella creatività culturale gli uomini crea-
no un codice scientifico simbolizzabile
come un bambino, il lavoro ad alta creativi-
tà genera angoscia genetica (paura di ge-
nerare mostri) che porta alla difesa dalla
creatività (Fornari). ( la paura di generare ope-
re non buone porta a non utilizzare più la creativi-
).
tà
Hanna Segal si ripropone la domanda di Freud:
“Che cosa mette in grado il poeta di rapirci con lui
e di destarci emozioni di cui forse non ci crede-
vamo neppure capaci?”
Lo scopo è:
indagare su cosa costiuisce la “buona” arte e sot-
to quali aspetti si differenzia dalla cattiva arte.
il desiderio di creare dipende dal superamento
della posizione depressiva e l'incapacità di cono-
scere e vincere l'ansia depressiva porta a inibi-
zioni dell'espressività artistica.
La capacità di affrontare la posizione depressiva
è la condizione preliminare:
della maturità genitale ( buona identificazione con
la il padre che genera il bambino e con la madre
che porta in sé il seme del padre)
della maturità artistica
L'altra domanda di Freud alla quale Segal cerca
di rispondere è: “Che cosa distingue il poeta, l'ar-
tista, dal nevrotico?”:
L'artista possiede un senso della realtà e del ma-
teriale della sua arte che gli permette di servirsi in
modo consapevole di quel materiale per esprime-
re le sue fantasie;
L'artista e il nevrotico condividono una depressio-
ne non risolta:
l'artista ha una maggiore capacità di sopportare
l'ansia e la depressione.
Noi siamo capaci di comprendere il piacere este-
tico (prodotto dall'opera d'arte) perchè ci identifi-
chiamo con essa e con l'intero mondo dell'artista.
Il pubblico inconsciamente rivive:
l'esperienza profonda che l'artista esprime nella
sua opera;
condivide il distaccarsi dell'artista dalla depres-
sione (esperienza profonda forte) espressa nel-
l'opera d'arte. ( se se ne distacca l'artista il pubbli-
co sente di poter fare lo stesso)
Meltzer (1963) sostiene che se l'artista nel-
la sua opera d'arte sta rappresentando il
processo continuo della relazione con i suoi
oggetti interni è necessario riconoscere