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Sarebbe necessaria una sistematica e continuativa attenzione verso le dinamiche

che si determinano all’interno dei gruppi per coltivare uno stile relazionale,

attento a sé e non solo a sé. Questo può servire per capire i motivi latenti che

spingono a comportarsi in un certo modo.

La valutazione corrisponde a un’assunzione piena verso i compiti, ma anche

verso il lavoro di formazione. Si configura, cioè, come verifica dei compiti in vista

degli obiettivi stabiliti. Si distingue tra:

 Valutazione quantitativa – mira a verificare se e in quale misura si siano

raggiunti gli obiettivi. Non può essere effettuata se non con l’impiego dei test,

scale e tabelle che consentono di esprimere matematicamente il grado di

raggiungimento e soddisfazione degli obiettivi. Presenta il vantaggio per cui

si può tentare di attenersi ad una certa trasparenza dei criteri adottati per le

misurazioni.

 Valutazione qualitativa – finalizzata a misurare la qualità dei processi, delle

procedure messe in atto e la qualità delle relazioni.

Un fallimento non è necessariamente frutto di cattive scelte organizzative,

gestionali e procedurali. Esso va considerato come il coefficiente di delusione e

frustrazione individuale e collettivo che accompagna di solito tale evenienza. Qui

il clima di gruppo, il grado di coesione e reciprocità possono aiutare molto. Il

fallimento può essere un punto di partenza dove si riorganizzano i ruoli, si

rivisitano le funzioni e le competenze.

Metodi, tecniche e pratiche del lavoro di gruppo

Per guidare un gruppo di lavoro con efficacia è fondamentale appoggiarsi su una

solida metodologia e servirsi di tecniche appropriate.

 Tecnica – insieme di norme e criteri relativi ad una determinata pratica.

 Metodologia – indicherebbe un’ampia e variegata competenza d’azione

derivante da un insieme di metodi dai quali il formatore ha saputo ricavare

una serie di dispositivi e procedure atti a renderlo “padrone di” e capace di

applicare una determinata metodologia.

Tenersi troppo ancorati alle tecniche può rilevarsi molto limitante; per questo

occorre un continuo monitoraggio dei metodi e delle tecniche, un lavoro di

controllo volto a disvelare problemi e limiti. Le tecniche diventano pericolose

quando vengono pensate solo in rapporto ai risultati attesi, agli obiettivi di un

lavoro di gruppo o di un gruppo di lavoro.

Bisogna prestare attenzione anche alle pratiche, facendosi guidare

dall’esperienza, riflettendo su di essa, per valutarla e valutarsi.

La lezione è una metodologia che è possibile adottare allo scopo di istruire e

informare. Ha vantaggi e svantaggi:

Vantaggi – trasferire velocemente azioni e conoscenza; consente di portare i

o membri di un gruppo allo stesso livello di informazione, colmando, almeno

potenzialmente, buchi, lacune e disparità.

Svantaggi – viene data troppa importanza ai contenuti e alle informazioni da

o trasmettere perdendo di vista le caratteristiche personali dei componenti del

gruppo; l’attenzione viene data troppo ai compiti da svolgere e poco ai

processi di apprendimento.

 Il Brainstorming è una tecnica efficace sul piano della produzione di idee e

del grado di coinvolgimento e di soddisfazione che può rappresentare per chi

vi partecipi. Letteralmente significa “tempesta di cervelli”. La tecnica si basa

su un lavoro di gruppo non rigidamente prefissato e strutturato perché fa

leva sul contributo che ciascun componente può apportare alla discussione.

Si dimostra efficace quando c’è un clima di gruppo favorevole.

 I principi e le regole sono:

1. Deve essere evitata qualsiasi forma di valutazione giudizio.

4. Rogers, da un punto di vista psicologico, sostiene che l’attività valutativa e

di giudizio tendono ad esercitare un condizionamento che ostacola la

comunicazione libera e fluida. Da un punto di vista pedagogico, evitare forme

di giudizio e valutazione può corrispondere alla volontà di dare spazio alla

propria creatività.

2. Non bisogna avere troppa preoccupazione per la forma espositiva, sia verbale

che gestuale.

3. Bisogna fare appello all’impegno e alla serietà.

4. Sono necessari elementi come il silenzio, l’ordine, il rispetto dei tempi,

l’ascolto attento.

 Aspetti organizzativi e logistici:

1. Per una buona comunicazione interpersonale è importante anche la

disposizione delle persone.

Mucchielli raccomanda l’utilizzo di un tavolo sociometrico, a

forma di ovale con un’estremità mancante, dove si colloca il

conduttore del gruppo.

2. Attorno ai partecipanti, ad una distanza sufficiente, si dispongono gli

osservatori.

3. Il numero dei soggetti di un gruppo di lavoro non deve essere superiore

alle 12 unità e inferiore alle 8.

4. Tutti i componenti devono essere portatori di competenze tali da

garantire, almeno potenzialmente, un certo risultato.

 Azione del leader:

1. Ha il compito di istruire con precisione il brainstorming preparandosi

adeguatamente, al fine di una presentazione iniziale chiara del

tema/problema da affrontare. La fase di presentazione dura circa 10/15

minuti.

2. Ha il compito di guidare la discussione e se gli interventi sono poco

chiari, il leader è tenuto a ripetere con parole diverse ciò che è stato detto,

quindi deve prestare molta attenzione alla chiarezza della forma con la

quale vengono espressi i contenuti. Può facilitare i concetti con un

intervento di convergenza su uno specifico filone, ma non deve parlare

troppo perché i “protagonisti” sono i membri del gruppo.

 Fase produttiva: può svolgersi in un primo momento individualmente

e in silenzio, poi attraverso la fase dell’esplicitazione orale delle stesse

idee. L’attività può avere inizio secondo due modalità differenti:

1. Assegnare un tempo di pensiero individuale preliminare, durante

il quale eventualmente spazi di ulteriore problematizzazione o

possibili strategie di soluzione. Il brainstorming risulta quindi

affidato alla potenzialità del pensiero individuale. Il vantaggio è

che il pensiero può svilupparsi secondo un percorso non

condizionato dall’esterno.

2. Prevede che i componenti del gruppo possono esternare le proprie

idee. C’è quindi un confronto tra i vari membri, sia in direzione

convergente che divergente. Il vantaggio è che ciascuna idea

espressa dalle singole persone inneschi la produzione di altre idee

che non si sarebbero generate se non grazie all’interazione dei

pensieri individuali.

Il leader ha il compito di far osservare il silenzio e “dirigere” il traffico delle

comunicazioni.

Mucchielli suggerisce che i membri del gruppo possono usare due

segnali diversi per prendere la parola:

1. Alzare la mano, se il loro intervento non è collegato a quello

precedente.

2. Schioccare le dita, se intendono ampliare un’idea appena sentita.

La fase di produzione dura intorno ai 30 minuti se viene effettuata in silenzio,

mentre dura 1 ora/1 ora e mezza se effettuata sin da subito attraverso la

discussione di gruppo.

 Registrazione delle idee – compito strategico del brainstorming è la

registrazione di tutto ciò che viene detto dai componenti del gruppo.

Le idee vengono accuratamente salvate o con un registratore audio o

di una telecamera oppure attraverso l’attenta ma silenziosa opera

degli osservatori. E’ fondamentale che gli osservatori non

intervengono mai e non disturbino.

 Brainstorming sulle parole – in una versione più semplificata, è

possibile effettuare un brainstorming su un singolo termine o

espressione. Ciò può essere fatto per perseguire due obiettivi

principali:

1. Ciascun membro può rendersi consapevole delle caratteristiche

proprie della sua rappresentazione attorno ad un dato argomento

rispetto alla rappresentazione degli altri.

2. E’ possibile compiere un lavoro di analisi attorno all’attribuzione

di significato che il gruppo nel suo insieme applica ad un medesimo

termine.

 Fase conclusiva – Sono distinti due casi:

1. L’attività può essere finalizzata alla ricerca di una frase d’effetto,

uno slogan o un’informazione e quindi può interrompersi anche

all’improvviso, se ad un certo punto uno dei membri esprime una

risposta che suscita l’approvazione di tutti.

2. L’ultima fase può consistere anche nella lettura attenta di tutte

le idee emerse e nella selezione di quelle ritenute più concrete e

pertinenti nella risoluzione del problema.

Il Metaplan è una tecnica sorta in Germania negli anni Settanta, è finalizzato

alla facilitazione e potenziamento dei processi comunicativi all’interno del

gruppo di lavoro.

 Da un punto di vista procedurale prevede la preparazione di una serie di

grandi fogli da appendere alle pareti, di pennarelli e una grande quantità di

foglietti che possono essere di forma o colori differenti o tutti uguali.

 Da un punto di vista esecutivo prevede che ci sia una PRIMA FASE in cui il

leader illustra il problema o il tema che vuole prendere in considerazione.

Attorno a tale tema i componenti del gruppo possono scrivere parole o

piccole proposizioni relative al tema. Tali contributi possono essere soluzioni,

suggerimenti di ricerche e approfondimenti, domande di chiarimento

(SECONDA FASE). Nei momenti di riunione (TERZA FASE) vanno letti ad

alta voce tutti i foglietti, che possono anche essere spostati per creare

associazioni. Lo scopo è trovare un ordine e decidere un’organizzazione.

Verso la fine del lavoro (FASE CONCLUSIVA) si chiarisce quali punti sono

emersi e sono stati sufficientemente approfonditi e quali, invece sono ancora

da esplorare.

Con il Metaplan lo spazio della parola è a disposizione di tutti e ciò favorisce una

comunicazione allargata e maggiormente condivisa. Amplifica quindi la voce del

più debole e, in generale, potenzia la comprensione reciproca e migliora il clima

del gruppo.

Inoltre, i contributi, essendo scritti, non sono travisabili; quindi c’è un maggiore

controllo sulla qualità dei processi comunicativi.

Il Role Playing prevede l’assunzione e l’espletamento simulati di un ruolo da

parte di più persone. E’ una sorta di recita in cui i protagonisti provano a vivere

e ad agire in una situazione possibile dove devono parlare e interagire prendendo

come reale ciò che avviene. Il lavoro formativo viene svolto riflettendo sulle

emozioni emerse. E’ uno strumento che si basa quindi su una metodologia attiva

in quanto, pur essendo strutt

Dettagli
A.A. 2016-2017
20 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Universitaria92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli e processi formativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Ariemma Lucia.