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DELLO SVILUPPO E QUELLO DELLA PSICOPATOLOGIA RIGUARDANO GLI STESSI

PROCESSI PSICHICI.

Esistono poi due aspetti da valutare di questo assunto:

I. E’ sbagliato affermare che la psicosi sia la riattivazione di modalità di

funzionamenti infantili:

- Le differenze tra il pensiero infantile e la mente dell’adulto in “stato di

regressione” (es.: nell’infanzia non vi sono allucinazioni, deliri di grandezza, …)

- Lo sviluppo successivo altera il meccanismo e il funzionamento delle strutture

primarie, che si presume siano riattivate nella psicopatologia.

II. Le teorie strutturali e le teorie delle relazioni oggettuali sostengono che

meccanismi utilizzati per spiegare la fenomenologia dei disturbi più gravi siano

radicati nei primi stadi di sviluppo, ma le prove empiriche a sostegno sono

scarse.

E’ necessario che la psicoanalisi: approfondisca la comprensione delle fasi

successive dello sviluppo e includa eventi ambientali e circostanze

intrapsichiche, che esercitano influenze sul percorso evolutivo.

La psicoanalisi è compatibile con le nuove conoscenze della genetica?

Può la psicoanalisi continuare a esercitare la propria influenza nello

studio della mente?

La sfida della genetica è servita all’approccio psicodinamico in quanto ha

bilanciato la tendenza eccessiva a diagnosticare disturbi postraumatici da stress

fra le vittime di maltrattamento infantile, il fatto che specifici fattori ambientali

stimolino l’espressione di un gene oppure no può dipendere dalla natura di questi

fattori e dal modo in cui li esperisce il bambino. Inoltre la psicoanalisi ha

contribuito all’integrazione della genetica nelle scienze dello sviluppo.

Intenzionalità inconscia.

La teoria psicoanalitica pone attenzione alle dinamiche inconsce di processi

mentali e alla motivazione nella spiegazione del comportamento umano. Tale

conoscenza può essere integrata con altre scienze della mente:

le neuroscienze cognitive, ad es., hanno dimostrato che la maggior parte

dell’attività del cervello (come memoria implicita, presa di decisione, problem

solving e altri compiti cognitivi) avviene al di fuori della coscienza.

Motivazione inconscia Wasten (1999). Il comportamento umano è motivato da

molteplici scopi e il meccanismo deputato a organizzarli si trova fuori dalla

coscienza, se così non fosse dovrebbe sostenere un carico di lavoro eccessivo.

Sia i modelli neuropsicologici sia i modelli evolutivi sono coerenti con:

Le idee psicoanalitiche relative alla coesistenza di unità di

o processamento che provengono da diversi stadi di sviluppo. Con

l’ubiquità del conflitto tra esse e con la necessità di una soluzione

adattiva di questi conflitti come parte del processo evolutivo.

L’esperienza della prima infanzia.

La letteratura biologica ha prodotto un modello alternativo, coerente con le idee

di Freud della relazione tra esperienza primaria e predisposizione alla

psicopatologia. Es.: esperienze precoci di difficoltà nei ratti sono associate a un

aumento del rilascio di corticotrofina, l’aumento prolungato di tale sostanza può

portare a un danno permanente nei neuroni dell’ippocampo.

Fa da contrapunto la prova della possibilità di cambiamento: effetti dei momenti

critici le esperienze della vita adulta fanno una differenza decisiva per le persone

che si sono trovate in una situazione di rischio come conseguenza di difficili

esperienze infantili” (Rutter,1999).

Rappresentazioni mentali e relazioni oggettuali.

I bambini trasformano le prime interazioni con i caragiver in schemi cognitivo-

affettivi di sé e dell’altro, che regolano e dirigono il comportamento successivo.

Secondo la teoria psicoanalitica, le rappresentazioni vengono distorte dalle

difese e dagli impulsi.

Queste distorsioni possono indicare una predisposizione genetica o

un’antecedente esperienza ambientale verso la distorsione infantile del mondo

esterno, ed è di grande interesse per quegli studiosi che hanno lo scopo di

individuare relazioni dirette fra difficoltà psicosociali e psicopatologia.

La teoria delle relazioni oggettuali può offrire un contributo significativo.

I Punti di forza dei modelli psicoanaltci sono quattro caratteristiche principali:

Fecondità i concetti psicoanalitici hanno ispirato molte ricerche

➢ 

psicologiche sulla psicopatologia.

Spiegazioni unificanti diversi comportamenti e sintomi possono riflettere

➢ 

un unico problema.

Approccio dinamico lo sviluppo è inteso come una serie di formazioni di

➢ 

compromesso.

La mente come strumento la teoria costruita dalla sensibilità del

➢ 

terapeuta nel generare modelli per comprendere pensieri, sentimenti e

comportamenti; l’ascolto psicoanalitico permette ai clinici di maneggiare

interazioni intense e disturbanti e di dare loro un senso.

Riflessioni conclusive.

Obiettivi futuri per i clinici-ricercatori orientati psicoanaliticamente:

a) Cominciare a utilizzare i metodi alternativi di raccolta dei dati messi a

disposizione dalle moderne scienze sociali e biologiche.

b) Definire in modo più curato i costrutti psicoanalitici e le tecniche.

c) Includere spiegazioni provenienti da ambiti esterni alla psicoanalisi; queste

potrebbero suggerire modi migliori per comprendere i dati.

d) Affinare la riflessione sulle interazioni fra mondo intrapsichico e ambientale

e fra i processi di rischio e trauma.

e) Dare maggiore attenzione al contesto sociale e culturale all’interno del quale

si sviluppano le relazioni d’oggetto.

f) Focalizzare l’attenzione sull’importanza che teoria e trattamento psicoanalitici

possono avere opr la comunità in senso ampio.

g) Liberarsi dagli impicci di una teoria datata e troppo specifica, e focalizzarsi

sugli elementi essenziali delle sue proposizioni psicologiche.

h) Spostare l’attenzione dai dati sefl-report ai dati narrativi: fare un esame più

attento dei pattern di narrazione, al posto delle osservazioni del contenuto

narrativo. Porre maggior attenzione alla discrepanza e al conflitto fra sistemi

diversi di risposta, piuttosto che a un’ossessiva ricerca di congruenza e coerenza.

i) Riconoscere la debolezza del legame fra pratica e teoria.

l) Avere una profonda conoscenza delle idee psicoanalitiche è essenziale per

cogliere la complessità dell’incontro clinico. Tutte le teorie passate in rassegna

in questo libro hanno offerto importanti contributi alla comprensione della

personalità e dei suoi disturbi.

La scienza psicoanalitica è intensa come una disciplina integrativa,

che attinge a una gamma di discipline scientifiche diverse fra loro e ad altre fonti

di informazione, focalizzata sui conflitti che gli aspetti soggettivi dell’esperienza

creano alla persona nel corso dello sviluppo adattivo o disadattivo

Riassumendo…

1. Psicoanalisi come psicologia pulsionale.

a. Freud e la sua scuola.

La teoria delle pulsioni si presenta come la teoria di base della psicoanalisi

delle origini, sebbene alcuni ravvedano in particolare negli scritti di Freud

del 1912 e 1915 “Introduzione al narcisismo” e “Pulsioni e loro destino”,

un timido tentativo di andare nella direzione di un superamento della teori

delle pulsioni.

2. La psicoanalisi come Psicologia dell’Io.

a. Anna Freud e la sua scuola.

3. La psicoanalisi come Teoria delle relazioni oggettuali.

a. Melanie Klein e la sua scuola.

4. La psicoanalisi come Psicologia relazionale.

a. Psicologia del Sé, psicoanalisi Interpersonale e psicoanalisi

Intersoggettiva.

5. Teorie degli schemi.

6. Mentalizzazione.

Lacan.

Slide 5.

Si laurea con una tesi dal titolo “la psicosi paranoica nei suoi rapporti con la

personalità”.

1964 fonda l’Ecole Freudienne, che scioglie nel 1980 e forma la Cause

Freudienne della quale sarà poi il primo presidente.

1966 pubblica gli “Scritti”.

Lacan applica il modello linguistico alla struttura psichica, in particolare vede la

struttura dell’inconscio come identica a quella del linguaggio.

L’inconscio sarebbe una rete di significati che, a mano a mano che il tempo

passa, aumentano e si strutturano sempre di più. In questo modo il vissuto

interiore che il soggetto vorrebbe comunicare agli altri sarà filtrato dai significati

interiorizzati e questa mediazione lo allontanerà sempre di più dalla sua verità

immediatamente vissuta.

I meccanismi di difesa.

Slide 6.

Nel modello psicodinamico relazionale le difese sono considerate meccanismi di

protezione per preservare il Sé autentico.

Per meccanismo di difesa, nella teoria psicoanalitica, si intende una funzione

propria dell’Io attraverso la quale questa istanza intrapsichica si protegge da

eccessive richieste libidiche o da esperienze di pulsioni troppo intense, che no è

in grado di fronteggiare direttamente.

Nella psicologia sociale e sperimentale le difese sono identificate con le strategie

di coping e la capacità di affrontare i problemi.

SONO MECCANISMI CONSCI E VOLTI SOPRATTUTTO ALLA RISOLUZIONE DI

MINACCE ESTERNE.

Il cognitivismo tende a definirli Processi di regolazione involontaria.

Lo studio relativo a questo argomento è stato iniziato da Freud e ripreso

ampiamente da sua figlia:

• L’io e i meccanismi di difesa, 1968.

Ci sono funzioni adattive delle difese:

• Impediscono, ad impulsi e desideri potenzialmente dannosi per l’individuo

e la società, di trovare espressione nell’azione.

• Escludono dalla coscienza idee e sentimenti che scatenerebbero grande

angoscia.

Un meccanismo di difesa entra in azione con modalità al di fuori della coscienza.

L’Io ricorre a varie strategie per fronteggiare l’estrema portata ansiosa

dell’evento, con lo scopo principale di escludere dalla coscienza ciò che è ritenuto

inaccettabile e pericoloso.

Per Freud i principali meccanismi di difesa sono:

d. RIMOZIONE.

e. FORMAZIONE REATTIVA.

f. ISOLAMENTO.

g. ANNULLAMENTO RETROATTIVO.

h. SPOSTAMENTO.

i. ISTERIA.

j. OSSESSIONI E COMPULSIONI.

k. FOBIE.

Per Anna Freud, i meccanismi di difesa mirano ad aiutare l’Io nella sua lotta

contro la vita istintuale e sono causati da tre tipi di angoscia a cui l’Io si trova

principalmente esposto:

Angoscia Morale ES e SUPER – IO.

✓ 

Angoscia del reale ES e REALTA’ ESTREMA.

✓ 

Angoscia istintuale ES e IO.

✓ 

Per Melanie Klein, i meccanismi di difesa primitivi sono legati agli stati psicotici.

Ella divide le difese in:

Psicotiche contro le angosce derivanti dall’istinto di morte.

✓ <

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
126 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martab_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli di psicoterapia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Giannini Marco.