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2. LIMITI DELLA COSCIENZA E INFLUENZA DEGLI STATI MENTALI
INCONSCI. Con particolare riferimento alle fantasie inconsce associate a
desideri di gratificazione istintuale o di sicurezza, motivano e determinano
il comportamento, la regolazione degli affetti e la capacità di coping
rispetto all’ambiente sociale.
3. RAPPRESENTAZIONI INTERNE DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI. A
livello superficiale queste creano aspettative circa il comportamento degli
altri, ma a un livello più profondo determinano la forma delle
rappresentazioni di sé e dell’altro, combinandosi, queste due parti vanno
a formare il mondo interno di una persona.
4. ONNIPRESENZA DEL CONFLITTO PSICHICO. Causa di esperienze di
dispiacere ed è inevitabile.
5. DIFESE PSICHICHE. Gerarchia evolutiva di meccanismi di difesa, tale
gerarchia riflette il grado di patologia di una persona, il ricorso a difese
meno evolute è normalmente associato a disturbi più gravi.
6. COMPLESSITA’ DEI SIGNIFICATI.
7. IMPORTANZA DELLA RELAZIONE TERAPEUTICA.
8. VALIDITA’ DELLA PROSPETTIVA EVOLUTIVA.
Cap. II – Freud.
Prima fase: il modello affetto – trauma.
La prima significativa proposta psicoanalitica di Freud ha riguardato la natura
dell’isteria.
L’esatta natura dei sintomi poteva essere compresa collegandoli con l’evento
traumatico dimenticato.
La terapia di Freud aiutava le donne a liberare l’emozione repressa, portando il
trauma rimosso alla coscienza, con ampio utilizzo dell’ipnosi.
Seconda fase: il modello topografico.
Tra l’ottocento novecento Freud ha scoperto che i ricordi relativi alla seduzione
infantile e i contenuti mentali che vi erano associati non erano sempre ricordi
fedeli, bensì, qualche volta fantasie correlate a desideri inconsci. Egli ha iniziato
quindi a concentrarsi sulle pulsioni innate.
Quante le funzioni sono divenuti il tema centrale della sua teorizzazioni,
l’attenzione di Freud si è spostata dagli eventi esterni agli stati di tensione
biologica che attivano idee che premono per la scarica e la gratificazione contro
la resistenza della coscienza.
Il modello topografico consta di tre sistemi della mente:
1. Sistema inconscio: strato più profondo. Costituito da desideri e impulsi
perlopiù di natura sessuale e qualche volta distruttiva.
L’interesse prevalente è la realizzazione di quei desideri, o, in termini
Freudiani, il “principio di piacere”.
2. Sistema preconscio: strato mediano chi agisce da censore dei desideri
proibiti.
3. Sistema conscio: strato più elevato. Organizzato in termini di logica e
razionalità, la funzione principale è la gestione della realtà esterna,
l’evitamento del pericolo e il mantenimento di un comportamento corretto.
La parte conscia della mente è dominata dai processi secondari, detti
anche “principio di realtà”.
In questo modello viene proposto un nuovo concetto di trauma, quest’ultimo si
verifica se la parte conscia della mente è sopraffatta da impulsi irresistibili verso
la gratificazione dei desideri inconsci, cui fanno seguito sentimenti insopportabili
di rifiuto di punizione.
Freud ha formulato una visione della vita umana determinata da impulsi biologici
primitivi che l’individuo deve controllare nel corso del proprio sviluppo per
adeguarsi alle richieste della società. Questi impulsi vengono rappresentati
mentalmente in termini di desideri, sono rivolti verso oggetti esterni.
Freud ha nominato questi impulsi con il termine di istinti sessuali.
Ha individuato tre stadi dello sviluppo di questi impulsi infantili differenziati in
base alla zona del corpo attraverso la quale la posizione sessuale manifesta sé
stessa in quel preciso momento.
a. Fase orale. Suddivisa in due fasi, durante la prima il bambino succhia e
nella seconda morde. Sono stati descritti due tipi di personalità orale che
corrispondono queste due fasi, il primo è dominato da passività,
remissione e dipendenza; il secondo è associato al periodo dello
svezzamento, ed è caratterizzato da dinamismo ed aggressività, nei quali
si può riconoscere la continuazione del piacere di mordere.
b. Fase anale. Collegato al piacere anale E ai conflitti del bambino con i
genitori riguardo al controllo degli sfinteri.
c. Fase fallica. Complesso di Edipo.
Terza fase: il modello strutturale.
Freud ha rielaborato il proprio modello in modo sostanziale concependo tre
strutture della mente:
1. Es interamente inconscia.
2. Super – Io rappresentazione psichica organizzata dalla figura di autorità
genitoriale dell’infanzia.
3. Io parte della personalità più vicina a ciò che l’individuo riconosce come
il proprio sé.
I meccanismi di difesa.
L’identificazione dei meccanismi di difesa è stato uno dei primi risultati raggiunti
da Freud. Le difese sono strategie inconsce che servono a proteggere l’individuo
da un affetto doloroso, che può scaturire dal conflitto relativo agli impulsi e a
minacce esterne.
Rimozione processo mediante il quale un impulso o un’idea
✓
inaccettabile diventa inconscio. Il pilastro su cui poggia l’edificio della
psicoanalisi.
Proiezione idee o impulsi indesiderati, che hanno origini nel Sé,
✓
vengono invece attribuiti ad altri.
Formazione reattiva meccanismo che serve a negare gli impulsi
✓
attraverso il rafforzamento dei loro opposti.
Diniego acquisizione di un contenuto conoscitivo che viene poi
✓
rifiutato.
Spostamento trasferimento di contenuti affettivi stimolo a un altro.
✓
Isolamento quando i sentimenti sono esclusi dal pensiero.
✓
Repressione decisione conscia di evitare di prestare attenzione a uno
✓
stimolo.
Sublimazione soddisfare un impulso fornendogli uno scopo
✓
socialmente accettabile.
Regressione ritorno a livello precedentemente gratificante di
✓
funzionamento.
Acting out permettere che un’azione esprima in modo diretto un
✓
impulso inconscio.
Intellettualizzazione separare un impulso minacciante dal suo
✓
contesto emotivo e collocarlo in una cornice razionale talvolta impropria.
Teoria della nevrosi.
Freud ha descritto i sintomi nevrotici nei termini di una combinazione di impulsi
inaccettabili che minacciano di sopraffare l’Io e di difese rivolte contro di essi. I
tipi di reazione nevrotica si distinguono dal modo in cui l’Io difende sé stesso
dall’angoscia e dal senso di colpa generati dagli impulsi infantili.
Critiche a Freud:
Ignorato i valori spirituali.
Trascurato la natura sociale del genere umano.
Ha tralasciato pulsioni come la curiosità.
Ha detto poco sulla coscienza.
Incapace di prevedere il corso futuro dello sviluppo dell’individuo.
Non ha compreso le donne.
Ha volutamente represso informazioni che riguardavano l’origine
traumatica dei disturbi nevrotici.
La maggior parte delle critiche riguarda i dati sui quali si fonda la
psicoanalisi.
Carenze relative aspetti formali della sua teorizzazione:
Terminologia ambigua.
o Uso di molte metafore.
o Mancanza di parsimonia.
o Le carenze della sua teorizzazione fanno sì che questa sia difficile da
o verificare tramite l’utilizzo di una metodologia alternativa.
Ricapitolando, per Freud il disturbo mentale è riconducibile alle esperienze
infantili e alle vicissitudini del processo evolutivo. Egli ha attribuito un peso
altrettanto importante all’aggressività e all’influenza dell’ambiente sociale,
infine, il modello si basa sullo schema strutturale tripartito Es – Io – Super Io.
I conflitti che caratterizzano la mente umana si caratterizzano attorno a tre temi
principali:
1. Scontro tra desideri e ingiunzioni morali.
2. Scontro tra desideri e realtà.
3. Scontro tra realtà interna ed esterna.
La capacità dell’Io di generare difese si è imposta come fondamento della teoria
e del lavoro clinico. Cap. III – L’approccio strutturale.
Il modello della Psicologia dell’Io di Hartmann.
Ha perfezionato e promosso lo sviluppo del modello freudiano. Ha dimostrato
che gli psicoanalisti utilizzano la prospettiva evolutiva in un modo spesso troppo
semplificato e riduttivo.
Ha messo in rilievo il fatto che il comportamento originato in un determinato
momento dello sviluppo, può assolvere a una funzione completamente differente
più tardi (Cambiamento di funzione).
I comportamenti adulti sono invariabilmente destinati ad assolvere a molteplici
funzioni, non riducibili alle loro origini istintuali. Il mancato riconoscimento di
questo stato di cose è stato definito fallacia genetica.
All’origine del disturbo vieni trovato uno sviluppo deficitario dell’Io. Le nevrosi e
le psicosi un adulto si sviluppano quando con impulso, teso alla gratificazione di
una pulsione, regredisce verso una precedente modalità di soddisfacimento
infantile.
Secondo Hartmann, l’Io non evolse dall’Es, ma da una matrice indifferenziata
dalla quale emergono anche Es e Super Io.
L’Io non è visto come una struttura fisica dotata di una limitata autonomia, ma
diviene una struttura complessa formata da più sub-strutture e aventi differenti
funzioni.
Ha posto in rilievo che alcuni dei meccanismi usati dall’Io, come percezione,
memoria e motilità, non sono funzioni che si sviluppano a causa di frustrazioni
inflitte all’Es, piuttosto sembra che si sviluppino autonomamente. Questi
meccanismi prendono il nome di “apparati dell’autonomia primaria dell’Io”.
Questa parte dell’Io permette l’adattamento e lo sviluppo, libera dai conflitti la
quale contiene le funzioni principali dell’Io (primarie e secondarie).
Gli psicologi dell’Io ritengono che le pulsioni giochino un ruolo secondario
cruciale, sostengono che la frustrazione di queste pulsioni, contribuisca
all’organizzazione dell’Io e conduca ad un’autonomia secondaria mai completa.
Essi sostengono che l’individuo non cerchi più la soddisfazione dei propri bisogni
sessuali, ma una certa gratificazione nel rapporto con la realtà esterna.
Laddove l’enfasi di Freud era incentrata sull’investimento libidico, Hartmann ha
affermato che gli impulsi aggressivi che mirano alla distruzione dell’oggetto sono
più pericolosi e la loro neutralizzazione, di conseguenza, più vitale.
Se la neutralizzazione dell’aggressività non va a buon fine, ne risulteranno
difficoltà psicologiche; nel limite estremo dello spettro psicopatologic