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Caratteristiche fondamentali della CBT

- integrazione strategie comportamentiste e cognitiviste, anche se l'obiettivo finale sono i cambiamenti cognitivi

- verifica empirica dei risultati terapeutici

- terapia breve

- natura pedagogica e direttiva dell'intervento

Le cognizioni consistono in schemi mentali, situati nella MLT. Rendere coscienti schemi, meccanismi di pensiero e pensieri disfunzionali e ristrutturare l'attività cognitiva del paziente è centrale nelle CBT. Esiste un doppio legame tra cognizioni, emozioni e comportamenti e, quindi, il cambiamento cognitivo guida un cambiamento globale che deve modificare anche emozioni e comportamenti.

La CBT è una terapia:

- breve che prospetta cambiamenti entro i primi 6 mesi e, se necessario, cambiamenti più sostanziali entro 1 anno o due.

- direttiva terapeuta assume il ruolo dell'insegnante o di consigliere esperto.

- Questo specialmente nelle fasi iniziali, poi diventa più collaborativa ( modello)

del "man as a scientist" cioè il paziente è un ricercatore e il terapeuta il suo supervisore).- il terapeuta, partendo dal quadro referenziale del paziente, lo conduce a piccoli passi verso il proprio. L'interpretazione degli eventi si basa sulla loro spiegazione in termini di teorie dell'apprendimento, si cerca di far imparare al cliente a ragionare come il terapeuta e ad assumere il suo modello interpretativo perché considerato logico e razionale ciò produce DISSONANZA COGNITIVA, il paziente sperimenta contraddizione, tensione emotiva e ciò può dare una forte spinta terapeutica. Terapeuta = esperto in soluzione di problemi emotivi.- utilizzo di molte tecniche (che derivano storicamente dai vari modelli dell'apprendimento) per modificare comportamenti, emozioni e cognizioni. Tali tecniche, però, devono essere adattate alle specifiche situazioni terapeutiche e mai risultare meccaniche e avulse dal contesto.

  1. Il primo a parlare di psicoterapia cognitiva fu, nel 1967, Aaron Beck. Il suo contributo fu anticipato da Albert Ellis che elaborò un modello simile (RET, terapia razionale emotiva). Entrambe le proposte sono inquadrabili in quella che oggi viene definita "psicoterapia cognitivo-razionalista". Le emozioni sono considerate sottoprodotti del pensiero (effetti della valutazione cognitiva) e l'ipotesi "forte" di questo approccio è che per comprendere le emozioni individuali sia necessario e sufficiente individuare i processi di pensiero che le hanno precedute per intervenire sulle emozioni disturbanti, il terapeuta deve ristrutturare quei processi distorti di pensiero che le hanno determinate. Correggendo credenze errate, si possono estinguere o rettificare reazioni emotive inappropriate o eccessive. Questa concezione ha portato gli indirizzi cognitivo-razionalisti a usare per lo più metodologie
di "ristrutturazione razionale" delle "convinzioni disfunzionali" per modificare le emozioni e i comportamenti disturbanti (schema di lavoro ABC -> Antecedent, Beliefsystem, Consequences). Compito principale del terapeuta è: Identificare le cognizioni relative ai problemi del paziente, che possono essere coscienti o meno (pensieri automatici, cioè pensieri che tendono a non essere riconosciuti dal soggetto per l'estrema rapidità della loro attivazione e che non sono riconosciuti, non per resistenze o meccanismi di difesa, ma perché non si è abituati a porvi attenzione) Aiutarlo a riconoscere le relazioni causali tra queste cognizioni, emozioni e comportamenti e a esaminare le prove a favore/sfavore delle sue convinzioni centrali Incoraggiarlo a sostituire tali convinzioni con modalità più RAZIONALI e ADATTIVE di pensiero terapeutica molto direttiva, pedagogica. -> relazione Dal punto di vista epistemologico,La posizione razionalista (relativamente al rapporto tra conoscenza e realtà) è quella del realismo critico o costruttivismo banale. L'uomo è considerato come un attivo elaboratore di informazioni che costruisce il mondo in base alle conoscenze del suo sistema, ma si sostiene che sia possibile valutare la maggiore o minore simmetria tra costruzioni soggettive e mondo ontologico, utilizzando criteri della logica e della razionalità. Questi criteri sono utilizzati dal terapeuta per "correggere" le rappresentazioni irrazionali. L'acquisizione da parte del paziente della capacità di utilizzare tali criteri per costruire le proprie rappresentazioni diviene obiettivo della terapia. Dopo che si identificano gli "errori logici" processuali o l'"irrazionalità" dei contenuti, si ripropone un approccio sintomatico (comportamentale o cognitivo-comportamentale).La differenza sta nei presupposti epistemologici, dai quali derivano tutti gli altri aspetti: si dà per scontata l'esistenza di un mondo ontologico ma si ritiene che non se ne possa mai avere una conoscenza "vera" in assoluto. Ciò che conosciamo è sempre filtrato dal nostro specifico e peculiare sistema di conoscenza e ciò vale anche per il terapeuta. Il processo percettivo non è uguale ad un processo fotografico! Aspetti peculiari: - Totale abbandono della prospettiva empirista a favore di un'ottica costruttivista radicale. Si sostituisce al concetto di simmetria tra costruzioni soggettive e mondo ontologico quello di viabilità, percorribilità, cioè quando esse non sono ostacolate da vincoli. L'adeguatezza delle costruzioni individuali non è valutata mediante un confronto (considerato inattuabile) con la realtà ontologica ma attraverso il parametro del successo/insuccesso delle azioni nel.raggiungere i propri scopi. I sistemi viventi sono considerati organizzativamente chiusi e auto-referenziati. Il compito del terapeuta è chiedersi se le costruzioni del paziente siano internamente coerenti e in grado di fargli raggiungere i propri scopi. Il criterio della coerenza interna tra costruzioni soggettive, scopi individuali e azioni è fondamentale. La sintomatologia nevrotica e la sofferenza emotiva sono leggibili come segnali di difficoltà del sistema conoscitivo a mantenere un sufficiente grado di coerenza interna tra le sue parti e non come indicatori di un'inadeguata corrispondenza tra rappresentazioni individuali e realtà esterna. L'obiettivo del terapeuta non è eliminare i sintomi, ma comprenderne il significato, leggendone il ruolo adattivo per il soggetto e cercando di sostituirli con modalità di reazione più adattive. Più che di normalità e patologia si parla di compenso/scompenso: ogni sistema conoscitivo evolve gradualmente verso maggiori

Livelli di complessità cercando di mantenere un equilibrio, cioè una propria coerenza sistemica. Tale equilibrio non è raggiunto una volta e per tutte perché deve continuamente ristrutturarsi in rapporto alle validazioni e invalidazioni nella sua relazione con il mondo, mantenendo comunque integro il senso di identità personale. Un processo di crisi (scompenso) può verificarsi quando, nel confronto con la realtà, alcuni schemi nucleari (sovra-ordinati) connessi con l'identità personale affrontano un processo di invalidazione che comporta la necessità di un riordinamento complessivo talmente ampio da superare le loro capacità di ristrutturazione. Le caratteristiche del sistema di conoscenza che rendono più probabile un processo di scompenso sono: la rigidità (la struttura interna di uno schema e i loro rapporti sono definiti in modo unico e assolutamente certo) e la lassità (la struttura di ciascuno

Lo schema è un modello di rappresentazione delle informazioni che permette di organizzare e comprendere i concetti e le relazioni tra essi. Tuttavia, le relazioni all'interno di uno schema possono essere definite in modo vago e ambiguo.

Da un punto di vista del contenuto, un sistema sarà più facilmente soggetto a scompenso quanto più elevato è il livello della sua incoerenza interna. Ciò significa che se gli stessi eventi sono costruiti in maniera difforme e contraddittoria da parti diverse del sistema stesso, il sistema sarà più vulnerabile.

Più un sistema è complesso, più sarà flessibile e in grado di mantenere una propria stabilità anche in ambienti mutevoli o minacciosi. L'invalidazione, se accettata e accettabile, aumenta la complessità del sistema. Il terapeuta svolge il ruolo di "attivatore di invalidazioni", ovvero aiuta il paziente a verificare la capacità euristica del proprio sistema di conoscenza, facilitando l'invalidazione di quelle parti del sistema internamente incoerenti che provocano la sofferenza emozionale.

Il terapeuta non è

Un "validatore autorevole" che offre al paziente una propria prospettiva da elaborare e far propria. Il terapeuta può svolgere un ruolo di validatore solo per consolidare le nuove acquisizioni, i nuovi schemi mentali.

Emozioni sono considerate attività cognitive autonome e indipendenti dal'elaborazione concettuale attuata dal sistema conoscitivo. L'info è elaborata indipendentemente e parallelamente da diversi sistemi. Le emozioni non derivano esclusivamente dall'elaborazione concettuale. Le elaborazioni concettuali, emozionali e procedurali sono autonome pur influenzandosi reciprocamente. Inoltre sono riconosciuti i due livelli di elaborazione: cosciente e inconscio.

Riferimento alla teoria dell'attaccamento di Bowlby.

RELAZIONE TERAPEUTICA -> alleanza collaborativa con finalità conoscitive in cui paziente e terapeuta hanno ruoli distinti e complementari, in funzione di obiettivi comuni. Il modello cognitivo-costruttivista.

sottolinea anche gli aspetti affettivo-emotivi della relazione terapeutica in quanto, alla luce della teoria dell'attaccamento, il paziente riproporrà le sue modalità di attaccamento nella relazione con il terapeuta e ciò può essere un'occasione (spesso la prima) per far leggere al paziente le modalità con cui entra in relazione, per aiutarlo a ricostruire le caratteristiche dei propri schemi di relazione. Si utilizza il metodo maieutico (per aiutare il paziente, tramite domande, a prendere coscienza delle proprie conoscenze automatiche e inconsce, delle relazioni tra loro e delle influenze che esercitano sui propri comportamenti). Si lavora però anche sulle emozioni, tramite procedure e tecniche che consentano il passaggio dal "parlare" di emozioni al "sentire" le emozioni (ad esempio uso di tecniche immaginative). Gli esiti di questo "sentire" sono poi riconcettualizzati in termini verbali per consentire.

Al paziente di integrare quest

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher INFO-PSICO di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Modelli di Psicoterapia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Cionini Lorenzo.