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Autopoiesi
L'autopoiesi è la capacità essenziale, secondo Maturana, che esprime questo concetto nel 1972. L'autopoiesi è una delle caratteristiche principali degli esseri viventi. Gli esseri viventi hanno una sorta di forza interiore che opera per mantenere attivamente, integra la loro organizzazione e che li porta verso un processo di sviluppo e di crescita, come se la vita volesse mantenere sé stessa, tramite capacità di autoorganizzazione.
Quindi, questo processo di autocostruzione, tramite il quale il sistema crea attivamente, costruisce e ripara le proprie strutture, l'autopoiesi, sarebbe uno degli elementi cruciali che distingue l'essere vivente.
Oggi forse, in parte, è questa la parte affascinante, questo principio, questa definizione, questo principio autopoietico che dividerebbe il vivente dal non vivente. Se seguo forme di vita artificiale, sta cadendo in questo periodo e probabilmente è già caduto.
è possibile grazie alla plasticità del cervello umano. Il cervello del neonato è in grado di adattarsi e apprendere nuove abilità in risposta agli stimoli dell'ambiente. Questo processo di sviluppo è guidato da una combinazione di fattori genetici e di esperienze di apprendimento. Man mano che il bambino cresce, i sistemi di controllo diventano sempre più complessi e sofisticati. Il bambino impara a controllare i suoi movimenti, a comunicare con gli altri e a risolvere problemi. Questo processo di sviluppo è influenzato da una serie di fattori, come l'interazione con gli adulti, l'esposizione a stimoli sensoriali e l'esperienza di apprendimento. Quindi, sebbene sia vero che la progettazione di macchine autopoietiche richieda una combinazione di robotica e intelligenza artificiale avanzata, il processo di sviluppo umano è unico e complesso. È il risultato di una combinazione di fattori biologici, ambientali e di apprendimento che interagiscono tra loro per creare un individuo unico e in continua evoluzione.Il processo non è solo generato da basi genetiche, certamente nel neonato l'aspetta genetica al crescere è programmata su tanti aspetti: abbiamo visto l'altezza per esempio, ma il sistema del neonato diventa subito autocostruente, ad esempio, il neonato sceglie se guardare o non guardare delle cose, se voi mettete davanti due oggetti lui li guarderà entrambi poi avrà una preferenza per uno dei due. Ci sono studi che ci dicono che ci sono delle preferenze su delle forme che sono geneticamente predeterminate: se voi mettete davanti al neonato, anche di pochi giorni, un triangolo e un ovale, un'ellisse o un cerchio, lui guarderà più a lungo il cerchio perché è una forma che ricorda il viso della madre, in qualche modo lo spinge verso una relazione. Differenze ci sono anche rispetto ai colori e a tutta una serie di cose rispetto alle quali piano piano si sviluppano delle preferenze. Il bambino è autopoeitico già a livello
biologico perché scompone le sostanze ingerite e le trasforma in sostanze nutritive per le sue cellule, queste sostanze nutritive servono proprio da energia per garantire l'esistenza, e a livello cognitivo fa la stessa cosa, raccoglie, piano piano organizza, conserva delle info, poi le usa per produrre o meno determinati comportamenti. Impara gradualmente a stabilire una relazione sociale; impara che se guarda una persona che parla o che gli parla questa rimane più vicina intorno a lui; impara che se sorride questa persona è incoraggiata nell'interazione; sono tutte cose che implicitamente il neonato va a imparare, ogni volta che vengono strutturati degli esperimenti per vedere quanto presto iniziano questi apprendimenti molto spesso i ricercatori stessi rimangono meravigliati da quanto sia precoce questo tipo di apprendimento. Autopoiesi vuol dire che gli esseri umani sono sistemi viventi che costruiscono sé stessi, sia a livello strutturale chelivello biologico. A livello psicologico, l'autopoiesi si manifesta attraverso la capacità di autoregolazione e adattamento del sistema cognitivo. Gli individui sono in grado di elaborare informazioni provenienti dall'ambiente esterno e di modificarne i propri schemi cognitivi in base a nuove esperienze. Questo processo di apprendimento e adattamento consente agli esseri umani di sviluppare nuove conoscenze e competenze nel corso della loro vita. A livello biologico, l'autopoiesi si riferisce alla capacità degli organismi di autogenerarsi e mantenere la propria struttura e funzione. Gli esseri viventi sono in grado di produrre e riparare i propri componenti cellulari, regolare i processi metabolici e rispondere agli stimoli ambientali. Questa capacità di autoregolazione è fondamentale per la sopravvivenza e l'adattamento degli organismi viventi. In conclusione, l'autopoiesi è una caratteristica cruciale degli esseri viventi che li distingue dai sistemi di controllo non viventi. Gli esseri umani sono autopoietici sia a livello psicologico sia a livello biologico, il che significa che sono in grado di autoregolarsi, adattarsi e generare nuove conoscenze e competenze nel corso della loro vita.livello biologico, nel nostrocaso noi abbiamo una sorta di “doppia autopoiesi”.Tutto questo discorso si può applicare alla clinica, ad esempio all’interno di questo sistemaautopietico la misura in cui resisto o rispondo ad un trauma fa parte sempre dell’autopoiesi, ovverola riparazione, la ricerca di nuove strade evolutive che tengono conto del trauma e rispondono altrauma con nuove strade evolutive, la parte riparativa è l’autopoiesi.La radice filosofica di questo concetto è il vecchio dualismo mente materia, la ricerca di risponderealla domanda: “Qual è la differenza tra entità viventi e entità non animate?”, non è nel corpo, non èla parte fisica perché sia le cose inanimate sia quelle viventi hanno una dimensione fisica e alloraci deve essere un qualche cosa in più che caratterizza l’essere vivente.Negli esseri viventi, dice la filosofia, c’è qualcosa
di più della pura realtà materiale e la filosofia chiamava Anima, questo qualcosa in più, questo concetto, poi, è stato ripreso da Cartesio nelle sue meditazioni nel 1641, in cui pone questa distinzione e dice che la realtà è fatta di due parti, una parte si chiama Res Estensa; una parte si chiama Res cogitans. Quindi, c'è una parte Estensa, che ha una massa potremmo dire oggi e una parte Cogitans, mentale o spirituale, che è relativa all'anima. La Res estensa è fatta di fisicità, è estesa, è limitata ed è inconsapevole, il cervello ha una parte di funzionamento di rex estensa: se lo vedo come uno strumento meccanico, come un orologio che funziona con i movimenti delle sue componenti. Poi c'è una Res cogitans negli esseri viventi, che è la realtà psichica, che è inestesa, non ha uno spazio, è fatta di libertà e di consapevolezza, di coscienza.
cioè la mente come essenza del sé, che esiste al di fuori dello spazio e delle leggi meccanicistiche della materia, questo nel 1641. Storicamente questa distinzione è molto importante, perché nel 1641, se uno scienziato che si occupava di realtà fisica andava a dire cose che erano in conflitto con la res cogitans, con la parte spirituale, finiva sul rogo, allora era bene tracciare questi confini, anche in termini di sopravvivenza e Cartesio, non si sa bene come mai, aveva addirittura individuato all'interno del cervello la ghiandola pineale che sarebbe stata il luogo in cui la res fisica e la res estensa potevano in qualche modo dialogare, comunicare. Il dualismo cartesiano è rassicurante perché consente di gettare due spazi di lavoro ben definiti e quindi ci va a dire che l'aspetto materiale della realtà è dominio della scienza, la scienza si occupa di res estensa, mentre tutto ciò che è immateriale, spirituale,ha a che fare con la teologia, la filosofia, e non ha a che fare con lo scienziato, pertanto i due ambiti potevano vivere serenamente in totale separazione e lo scienziato poteva dire quel che voleva fin tanto che non andava a disturbare il dominio della res cogitans.
Poco dopo è arrivato l'Illuminismo ed ecco che inizia a farsi strada il pensiero scientifico, con il positivismo, lentamente gli scienziati iniziano ad usare la metafora del cervello come macchina, pensano che il cervello sia solamente una res estensa complessa, ma dotata di leggi scopribili con il lavoro scientifico.
Tutto ciò che non era osservabile direttamente, o in termini fisici o in termini di qualcosa di misurabile a livello della res estensa non è scientifico e quindi non può essere studiato, piano piano tutti gli aspetti della res cogitans vennero ricondotti a meccanismi della res extensa.
Questo è un dibattito che ancora oggi permane, ci sono molti colleghi che dicono che
qualunquecosa tu vai a studiare di meccanismo mentale c'è sempre dietro una spiegazione meccanica, magari biochimica, di neurotrasmettitori, di neuroni, di sinapsi e così via, e quindi alla fine la rescogitans spiegherebbe tutta la res extensa. D'altra parte, c'è chi ragiona forse in termini più sistemici, che ci ricorda che il tutto è diverso dalla somma delle sue parti. Esiste, quindi, una super proprietà nel sistema che non è soltanto somma algebrica di cose ma è, per esempio, integrazione delle relazioni, è la rete relazionale che sta dietro a queste cose, che non sempre è necessariamente misurabile in termini quantici, cioè materiali. Poi arriva il computer e si inizia a parlare di scienza cognitiva, di elaborazione delle info e si inizia a paragonare il cervello al calcolatore, l'input, l'output, processamento interno delle info, gli algoritmi, le interfacce, che sono tutte cose chePossono trovare un parallelo nell'essere umano. Secondo gli autori, i limiti del dualismo sono diversi, tra cui la sua volontà di analizzare in modo separato due entità che invece nella realtà agiscono in modo integrato e sistemico.
Per superare i limiti del dualismo la Teoria dei Sistemi Evolutivi ci propone una serie di proposizioni che vanno a spiegare meglio questa distinzione tra l'essere umano e le forme oggettuali.
La prima proposizione è questa:
Il mondo e gli esseri umani sono costituiti da due tipi di fenomeni, diversi ma correlati tra di loro: le forme energetico-materiali, in qualche modo la res extensa, e le organizzazioni, cioè il modo in cui queste forme energetico-materiali sono collegate, organizzate all'interno di sistemi diversi, le organizzazioni non sono materiali, ma sono relazioni.
Le forme energetico-materiali è il campo di studio delle scienze naturali, tutto ciò che esiste deve avere una qualche forma.
materiale o energetica e, quindi, tutto il livello di funzionamento biologico, fisiologico, cellulare dell'essere umano è spiegabile secondo questo campo di studi. Chi adotta un approccio scientifico alla comprensione del corpo umano utilizza il metodo scientifico per formulare ipotesi, condurre esperimenti e trarre conclusioni basate su evidenze empiriche. Questo approccio permette di acquisire una conoscenza più approfondita del funzionamento del corpo umano e di sviluppare nuove terapie e trattamenti per le malattie.