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APPRENDERE I CONTESTI (UMBERTA TELFENER)
PROF. MICHELE CAPURSO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA CRISTIANA
Lezione 1
Il primo capitolo del testo della Telfener è intitolato "Come osserviamo", riguarda il nostro modo di vedere le cose e di osservarle, la Telfener presenta un modo sistemico di operare, questo testo inizia come quello di Ford e Lerner con i metamodelli.
C'è sempre dietro il nostro modo di lavorare un modo di osservare e nel campo della salute ci sono molti operatori che usano un modello causale lineare nel loro agire, quindi vedono una patologia, vedono il danno, pensano un processo di cura e lo mettono in atto.
In altre parole, analizzano un individuo, cercano di capire cosa non funziona in quella persona e cercano di riparare quella persona, è un modo molto chiaro di agire, molto semplice e lineare, c'è infatti dietro un modello causale lineare e questo modello ha alcuni difetti, il primo è quello di essere decontestualizzato.
Cioè non tiene conto di ciò che avviene attorno alla persona e io guardo soltanto l'individuo, come nel modello biomedico, per il quale si va dal medico per il mal di gola, il medico osserva la gola, ipotizza la causa del dolore e prescrive un antibiotico, per un meccanismo di causa/effetto.
Il vantaggio dei modelli decontestualizzati è che io li applico in tutto il mondo nello stesso modo, perché sono decontestualizzati e quindi tendono ad essere universali hanno però anche un difetto che è quello di ignorare la complessità, cioè ignorano il sistema che sta dietro all'intervento, non guardo il sistema della persona, guardo quello che non va nella persona, entro nella persona e cerco di aggiustarlo e ripararlo.
Riproponiamo l'esempio della bambina Maria: Maria è una bambina di 2 anni. È una bambina sottopeso, inappetente, la madre casalinga la porta all'asilo nido la 'Coccinella'.
spiega agli operatori che la bambina non mangia e chiede loro di cercare delle strategie per farla mangiare a pranzo. Gli operatori si rivolgono a voi: consulente del nido e psicologo dell'educazione per una consulenza su quali strategie adottare. La bambina arriva in consulenza che non mangia, mi viene chiesto di farla mangiare, faccio attività per farla mangiare e la bambina mangia, questo a livello lineare funziona benissimo. La scelta di che cosa guardare è guidata da un metamodello: di fronte alla bambina che non mangia io implicitamente ho attivato dei metamodelli di azione e li ho messi in atto. Abbiamo soggettivamente scelto un metamodello e lo abbiamo applicato, quindi una prima responsabilità dell'operatore è la scelta del metamodello, la scelta del metamodello è responsabilità di colui che osserva. C'è sempre un metamodello dietro, in ogni istante della nostra vita, ma nel 99% dei casi non ne siamo consapevoli, lomettiamo in atto in modo automatico è in un certo senso un episodio comportamentale. L'altro metamodello che abbiamo applicato per far mangiare Maria è stato rispondere alla domanda che ci era stata posta. Le metateorie sono le griglie di lettura che noi andiamo ad attivare quando ci troviamo ad analizzare la realtà, il primo suggerimento che la Telfener ci dà è rendere lo psicologo osservatore di sé stesso e delle relazioni consapevole della parzialità del suo modo di operare e qui c'è un secondo elemento forte di disequilibrio per noi tutti: abbiamo studiato per tre anni durante la triennale che il lavoro dello psicologo è aiutare gli altri a cambiare, quindi trovare persone in difficoltà e aiutarle a cambiare, la Telfener invece afferma che se vuoi aiutare gli altri a cambiare, prima devi pensare a cambiare te stesso, inizia a metterti in una posizione che consenta un tuo cambiamento e questo è il primo.messaggio importante della Telfener. La buona notizia è che è possibile fare lo psicologo perché volendo esistono dei metamodelli, anche abbastanza comuni, che ci consentono di fare lo psicologo in modo tecnico, quindi senza dover cambiare noi stessi. La visione della Telfener è una visione diversa, ci propone dei punti di vista differenti, la chiave della Telfener è rendere lo psicologo un osservatore di sé stesso e delle relazioni, quindi, fare lo psicologo vuol dire capire se e le relazioni nelle quali vado ad entrare, sapendo che questo sarà sempre una modalità parziale di operare, parziale perché soggettiva e centrata sul punto di vista. Per tornare ad un aspetto tecnico legato al caso della bambina Maria è che nel rispondere alla domanda si cade in un trabocchetto, l'ansia da prestazione, ovvero se sei uno psicologo e arriva un paziente con un problema tu ti senti chiamato in causa, ti senti responsabile della.rispondere alle domande e risolvere i problemi delle persone che vengono da noi. Utilizzando le griglie per guardare, tendiamo ad entrare in una spirale in cui rispondiamo alle domande e dimostriamo di essere bravi nel risolvere i problemi. Questo ci porta a trattare le domande come se fossero sempre le stesse e i contesti intercambiabili. Prendiamo ad esempio il caso di una bambina che non mangia. Quando ci viene chiesto di farla mangiare, facciamo attività per farla mangiare e alla fine la bambina mangia. Questo ci porta ad avere ansia da prestazione, che funziona come un feedback positivo. Le griglie per guardare sono una modalità di intervento basata sul contestualismo evolutivo.fine degli anni '60. Il video mostra il punto di vista del ragazzo, che spiega le sue motivazioni e le sue convinzioni, cercando di far comprendere il suo mondo interiore. La scelta di questo punto di vista è fondamentale per capire la complessità di una persona che potrebbe essere facilmente giudicata solo in base all'apparenza esteriore. Il video invita a riflettere sulla importanza di guardare oltre le apparenze e di cercare di comprendere le diverse prospettive che ognuno di noi porta con sé.fine degli anni sessanta tra i giovani della classe lavoratrice britannica; convenzionalmente si indica l'anno 1969 per indicarne l'inizio, sebbene nella cultura di massa vengano rappresentati come individui pericolosi per la società e devianti rispetto alla cultura mainstream, gli skinhead iniziarono ad essere etichettati come razzisti, neofascisti e/o neonazisti. Se negli anni '80 vedevamo uno Skinhead che correva per strada automaticamente scattavano determinate associazioni, se incontravamo di notte per strada un gruppo di Skinhead, ad esempio, non te la passavi tanto liscia soprattutto se scoprivano che non eri inglese, quindi ci sono una serie di pregiudizi dietro alla visione di questo particolare ragazzo che corre per strada. Le cose dipendono dalla prospettiva con la quale guardiamo le cose, questa prospettiva, questa posizione è sempre parziale e ci porta a costruire una determinata immagine della realtà. La qualità del nostro intervento, lanostra capacità di realizzare o meno interventi evolutivi di crescita, di sviluppo è determinata soprattutto dalla griglia che io vado ad utilizzare, cioè dal punto di vista che io vado ad adottare, tutta la parte tecnico-pratica è una conseguenza, viene dopo è un falso problema che però viene fuori da secoli di scuola ed insegnamento, per cui c'è un determinato modo di operare dato da una data società ma non è la tecnica l'elemento risolutivo, l'elemento che mi spinge, che mi porta a creare interventi evolutivi è la griglia, il metamodello è la chiave. Le griglie che spesso adottiamo sono inconsapevoli e sono socialmente costruite sulla base di: - esperienze personali - sulla cultura - sulla società - sulla famiglia - sulle istituzioni. Le griglie definiscono cosa si guarda e cosa si vede, sono un modo per direzionare la nostra attenzione, ci vanno a dire come codificare gli eventi ecome intervenire di conseguenza. Allora il discorso diventa epistemologico, cioè diventa uno studio di come costruiamo la nostra conoscenza, ciascuno di noi compie delle operazioni per comprendere il mondo, operazioni mentali e facendolo va ad eseguire una computazione che viene svolta sui dati percettivi. Il dato percettivo è quello del mondo esterno, ma poi come io lo comprendo, il senso che io gli do diventa un processo mio interno. L'epistemologia è lo studio delle conduzioni che portano alla conoscenza e dei metodi per acquisirla, è la conoscenza che studia sé stessa, quindi, stiamo lavorando a livello metacognitivo, prima del pensare c'è tutto quel processo di meta, ovvero che sta sopra alla conoscenza. La Telfener le chiama OPERAZIONI DI SECONDO ORDINE essendo il primo ordine la conoscenza, il secondo ordine è il conoscere la conoscenza, questo processo di secondo ordine è comunque presente nella mia mente, è ilIl metamodello che io ho interiorizzato, è lo schema che ho fatto mio e che uso per processare la realtà, ma questo non è un a priori, nel senso che non è lì dalla nascita è costruito su base sociale e culturale, cioè io ho imparato nel corso del mio processo di acculturazione e di formazione a osservare la realtà in un certo modo a darle un certo senso e ad intervenire su essa in certe modalità e il modo in cui ho imparato è mediato dalla lingua, dal linguaggio.
Quindi l'epistemologia che è una teoria di costruzione della conoscenza diventa anche, per forza di cose, una teoria di costruzione dell'esperienza, nel momento in cui io vado a capire come costruisco il mio sapere sto anche ragionando su come vado ad esperire il mondo, su che modo ho di dare un senso alle cose del mondo, questi due piani sono quindi collegati.
Costruisco il mondo tramite una serie di sistemi e di processi:
- Sistemi di
concettualizzazione
- Strategie di conoscenza, strategie che uso per capire e per conoscere
- Il mio sistema valoriale e le mie credenze