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ORGANIZZAZIONE MECCANICISTICHE
Le relazioni vincolanti e facilitanti tra i componenti sono predeterminate e meccaniche.
I processi seguono percorsi fissi e gli stati finali sono determinati dalle condizioni inziali e dai processi utilizzati. In
questo tipo di organizzazioni i risultati sono altamente prevedibili.
Von Foerster macchina banale: è la macchina meccanicistica. Input -> output, funziona sempre allo stesso modo, non
si blocca mai. Quale è il problema? Spesso cerco di applicare questo concetto a dei sistemi che non sono banali, per
esempio l’essere umano, che NON è una macchina banale: con lo stesso input ottengo output sempre diversi.
Negli esseri umani esistono livelli di funzionamento che tendono alla macchina banale: tutti gli automatismi (il cuore, i
riflessi nervosi ecc.). singoli elementi banali però si organizzano per costruire l’uomo che non è un sistema banale.
ORGANIZZAZIONI SISTEMICHE
Quando il funzionamento di ciascun componente è controllato almeno in parte dallo stato globale del sistema si ha
una organizzazione sistemica.
Secondo Weiss si può parlare di sistema quando le componenti tendono a preservare la struttura complessa a cui
appartengono e tendono a ripristinarla in caso di mutamenti (ricerca di equilibrio). Il sistema può essere perturbato,
ma cerca di tornare al suo equilibrio.
SISTEMI APERTI E SISTEMI CHIUSI
Sistemi chiusi: non scambiano materiali, energia e/o informazioni con l’ambiente. Tendono ad una maggiore entropia
(disorganizzazione).
Nella realtà, probabilmente non esistono sistemi totalmente chiusi. Dipende dal punto di vista. L’unica eccezione
potrebbe riguardare l’universo (ampio dibattito in fisica se sia aperto o chiuso).
Sistemi aperti: sono in grado di scambiare risorse con l’ambiente esterno. Possono alterare il contenuto e
l’organizzazione dei loro elementi. Possono crescere in complessità, possono inglobare nuovi elementi esterni.
I SISTEMI DI CONTROLLO
I servomeccanismi sono sistemi di controllo autoregolati. Funziona così: c’è un sistema, c’è un input, e viene generato
un output; il sistema prende l’output che ha generato e modula l’input tramite il feedback.
Lo scopo del sistema di controllo è mantenere il sistema in uno stato stazionario (equilibrio dinamico).
Il suo modello di funzionamento tende a rimanere lo stesso nel fluire del tempo.
Feedback (retroazione): i risultati di un processo vanno a regolare o lo stesso processo o altri processi del sistema.
Feedforward (anteazione): un processo anticipatorio. Ha a che fare con il raggiungimento di un obiettivo, con le azioni
che dovranno essere messe in campo per orientarsi verso il futuro. Serve a capire che cosa devo mettere in atto per
avere quel risultato.
Un obiettivo (stato del sistema) nel futuro (forward) può avere effetti nel mio presente.
Il feedback ha carattere retroattivo, mentre il feedforward ha carattere anticipatorio.
Feedback negativo: opera per ridurre la discrepanza tra stato attuale e equilibrio del sistema. Esso tende alla stabilità
e all’equilibrio del sistema. 17
Appunti a cura di Federica Cecchetelli delle lezioni di Modelli Bioecologici dello Sviluppo umano e
dei Processi Educativi. Prof. Michele Capurso
Feedback positivo: tende ad aumentare la discrepanza tra gli stati effettivi e l’equilibrio del sistema. Esso tende a
squilibrare il sistema quindi è orientato al cambiamento. [22/10/2018]
Il feedback positivo squilibrando il sistema, lo spinge al cambiamento.
C’è una tendenza naturale del mantenimento della stabilità (feedback positivo) e la spinta verso il cambiamento
(feedback positivo).
I feedforward sono orientati al futuro e promuovono l’azione. hanno carattere anticipatorio, preparano il sistema
all’azione futura.
Nel comportamento umano, i sistemi volti a controllare il comportamento hanno posto l’accento sul feedback
negativo: correggere i comportamenti discrepanti per renderli il più possibile simili al comportamento desiderato.
IL FEEDFORWARD E IL FEEDBACK NEL COMPORTAMENTO
Se si agisce solo tramite feedback negativo, si considera l’uomo esclusivamente come un essere reattivo orientato alla
ricerca della stabilità, cioè come un sistema meccanico/banale.
L’uomo diventa protagonista del suo sviluppo quando si adottano sistemi di feedforward.
I sistemi di feedback positivo, invece, inducono al cambiamento e giocano un ruolo cruciale nello sviluppo.
SISTEMI VIVENTI AUTOPOIETICI
Per rappresentare in modo dettagliato l’essere umano, ai sistemi di controllo indicati bisogna aggiungere anche le
capacità umane di autocostruzione tramite le quali il sistema crea, costruisce e ripara le proprie strutture.
Autopoietico: che mantiene attivamente la sua stessa organizzazione, che cresce e si sviluppa autonomamente.
Secondo Maturana è la caratteristica distintiva di un sistema vivente.
La vita iniziale di un neonato è governata da sistemi di controllo che agiscono tramite i riflessi (respirazione, suzione,
funzioni corporee).
Ma i neonati iniziano subito un processo di sviluppo e crescita. Sono un sistema auto-costruente, mentre i sistemi
basati solo su processi di controllo non lo sono.
A livello biologico il bambino scompone le sostanze ingerite per trasformarle in sostanze nutritive per le sue cellule.
A livello cognitivo, il bambino raccoglie, organizza e conserva le informazioni, per produrre nuove idee o
comportamenti.
Autopoiesi: gli esseri umani sono sistemi viventi che costruiscono se stessi sia a livello strutturale che funzionale, per
mezzo di transazioni materiali, energetiche o informazionali che si realizzano con l’ambiente e grazie a processi
costruttivi interni dell’organismo.
LA PERSONA COME SISTEMA VIVENTE
La capacità autopoietica (di ‘’costruirsi da solo’’) è una caratteristica cruciale che distingue esseri viventi da sistemi di
controllo non viventi.
Noi siamo autopoietici sia a livello biologico che a livello psicologico.
I FONDAMENTI DELLO SVILUPPO BIOLOGICO E PSICOLOGICO
Il dualismo fisico e mentale. Che differenza c’è tra entità viventi e non viventi?
Negli esseri viventi c’è qualcosa di più della realtà materiale, che a quell’epoca era chiamata ‘’Anima’’.
1641 arriva Cartesio, con la divisione di Res Estensa (massa, realtà fisica, che è estesa, limitata e inconsapevole. Il
cervello è come uno strumento meccanico, come un orologio funziona con i movimenti delle sue componenti) e Res
Cogitans (realtà psichica: inestensione, libertà e consapevolezza. La mente, come essenza del sé, esiste al di fuori dello
spazio e delle leggi meccanicistiche della materia).
Secondo Cartesio nella Ghiandola Pienale abbiamo l’incontro tra Res Estensa e res Cogitans.
Il dualismo Cartesiano
In un’epoca di grandi cambiamenti, il dualismo cartesiano risultava rassicurante. Aspetto materiale della realtà:
dominio della scienza; dimensione spirituale, immateriale: dominio della teologia e della filosofia.
I due ambiti potevano vivere serenamente ed in totale separazione. 18
Appunti a cura di Federica Cecchetelli delle lezioni di Modelli Bioecologici dello Sviluppo umano e
dei Processi Educativi. Prof. Michele Capurso
1700 illuminismo: gli scienziati abbracciano l’idea del cervello come macchina, ma ignorarono gli aspetti mentali
perché non osservabili scientificamente. Tutti gli aspetti della res cogitans vennero ricondotti a funzioni e meccanismi
della res estensa.
Con l’avvento del computer e l’approccio dell’elaborazione delle informazioni la metafora fu estesa perché si iniziò a
paragonare il cervello al calcolatore.
Limiti del dualismo:
analizzare in modo separato due entità che invece agiscono in modo integrato e sistemico. Per superare tale limite la
TSE propone la seguente proposizione I: [24/10/2018]
I proposizione: il mondo degli esseri umani sono costituiti da due tipi di fenomeni, diversi ma correlati tra loro: forme
energetico-materiali e organizzazioni.
Forme energetico-materiali: oggetto primario delle scienze naturali. Tutto ciò che esiste deve avere una qualche
forma materiale o energetica. A livello umano: fisiologica, biologia cellulare.
Secondo un approccio materialista, questa è la sola dimensione davvero esistente e spiegherebbe anche la ‘’res
cogitans’’.
Organizzazioni: sono le reti di relazioni che intercorrono fra le componenti materiali o energetiche di un dato sistema.
L’organizzazione sarebbe invariante in relazione all’oggetto collegato. Non dipende dalla forma energetico-materiale
connessa, ma è il tipo di legame tra le parti.
II proposizione: le proprietà che vanno sotto il nome di organizzazione sono rappresentate dal concetto di
informazione.
Informazione: è, in senso quantitativo, la misura della organizzazione, come la massa di misura la gravitazione e il
movimento.
Una organizzazione più complessa contiene, opera e trasforma maggiori quantità di informazioni (es, cervello, reti
neurali ecc.).
III proposizione: la crescita, la salute e il funzionamento del corpo umano in quanto entità fisica implicano la capacità
di raccogliere e usare forme energetico-materiali opportune, e di proteggersi da quelle nocive.
In questa proposizione, i concetti di opportuno e nocivo vanno intese in senso biologico.
IV proposizione: le organizzazioni che consentono agli esseri umani di condurre in maniera efficace transazioni
essenziali per vivere in un ambiente complesso e variabile devono possedere la capacità di raccogliere e usare
informazioni in grado di rappresentare l’organizzazione di questi ambienti, di loro stessi, e delle loro relazioni con
l’ambiente.
In termini di rappresentazioni con sé stessi l’essere umano deve avere una dimensione organizzativa che gli consente
di raccogliere le informazioni che gli servono per capire e rappresentare i luoghi in cui sta; capire se stesso in quanto
sistema in relazione con il contesto di vita; e capire il tipo di relazione che può avere con questo contesto di vita.
Le materie essenziali per la vita si ottengono attraverso scambi con l’ambiente. Quindi l’uomo deve poter pensare a sé
stesso, al suo ambiente e alle sue relazioni con esso per trovare l’energia/informazioni di cui ha bisogno.
Come ottengono informazioni gli esseri umani?
Gli esseri umani ottengono le informazioni utili attraverso un insieme di strutture sensoriali e percettive. Il cervello usa
queste informazioni per costruire, mantenere, elaborare e usare diverse modalità di funzionamento.
Il cervello umano è capace di astrazione e questo gli consente di pensare e operare sulla realtà di vita in tempi e
situazioni diverse.
L’unità psicologico-comportame