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BENE INFERIORE:
Il consumo del bene:
● Diminuisce all’aumentare del reddito;
● Aumenta al diminuire del reddito
CURVA DI DOMANDA INDIVIDUALE:
Esprime la quantità di un bene domandata da un singolo consumatore in corrispondenza di ogni
diverso prezzo di quel bene.
● è interpretabile come beneficio marginale privato.
CURVA DI DOMANDA DI MERCATO:
Esprime la quantità di un bene domandata da tutti i consumatori in corrispondenza di ogni diverso
prezzo di quel bene.
● è interpretabile come beneficio marginale sociale.
SURPLUS DEL CONSUMATORE:
● L’area sotto la curva di domanda individuale rappresenta il beneficio totale;
● L’area sotto la retta del prezzo misura la spesa effettiva.
↓
L’area sotto la curva di domanda e sopra la retta del prezzo rappresenta la differenza tra la somma
più alta che il consumatore sarebbe disposto a pagare per ogni unità e ciò che effettivamente deve
pagare per quella quantità → surplus del consumatore = beneficio totale – spesa effettiva.
SURPLUS DEI CONSUMATORI:
L’area tra la curva di domanda di mercato e la retta del prezzo rappresenta la differenza tra la
somma più alta che i consumatori sarebbero disposti a pagare e ciò che effettivamente devono
pagare.
● È l’area tra la curva di beneficio marginale sociale e la linea orizzontale del prezzo misurata da
zero fino alla quantità effettivamente consumata.
● Quando il prezzo aumenta il surplus diminuisce perché i consumatori pagano di più ciò che
comprano e consumano una quantità inferiore del bene.
Capitolo 4
IMPRESA:
Soggetto che utilizza fattori produttivi per produrre e vendere beni al fine di ottenere il profitto
più alto (massimizzare il profitto).
Quando produce l’impresa sostiene dei costi, ottiene ricavi e profitto.
▪ impresa con potere di mercato (monopolio, oligopolio );
▪ impresa senza potere di mercato (impresa concorrenziale, non decide sul prezzo).
PROFITTO:
Differenza tra ricavi totali e costi totali.
● non può essere interpretato come la remunerazione di qualche fattore della produzione;
● non può essere interpretato come la remunerazione del lavoro e del capitale dell’imprenditore.
COSTO TOTALE:
è il costo che l’impresa deve sostenere complessivamente per produrre una certa quantità di un
prodotto.
funzione di costo totale: relazione crescente che esprime il costo più basso al quale l’impresa
può produrre:
▪ se è una retta → CT è proporzionale alla quantità prodotta;
▪ se è convessa → quantità prodotta aumenta, CT aumenta;
▪ se è concava → quantità prodotta costa sempre meno.
● costo fisso: parte del costo totale che non cambia quando cambia la quantità prodotta;
● costo variabile: parte del costo totale che aumenta quando aumenta la quantità prodotta;
● costi totali in presenza di costi fissi e variabili:
▪ il costo fisso è una retta orizzontale;
si deve sostenere anche quando non si produce;
non cambia quando cresce la quantità prodotta.
▪ il costo variabile è una curva crescente che parte dall’origine;
non si deve sostenere quando non si produce;
cresce quando cresce la quantità prodotta.
▪ il costo totale è una curva crescente che non parte dall’origine;
se non si produce, il costo totale è uguale al costo fisso;
se si produce, il costo totale è uguale al costo fisso + il costo variabile.
COSTO MARGINALE:
è l’aumento del costo totale dovuto alla produzione di un’unità addizionale di un bene.
● è crescente quando il costo totale è convesso.
COSTO MEDIO:
Costo totale diviso il numero delle unità prodotte.
Rapporto tra costo totale e quantità prodotta;
Media costi marginali sostenuti per produrre tutte le unità.
▪ Costo marginale costante → costo medio costante e pari al costo marginale.
▪ Costo marginale crescente → costo medio crescente (cresce più lentamente del costo marginale)
▪ Costo marginale prima crescente e poi decrescente → costo medio inizialmente cresce più
lentamente del costo marginale; il costo medio diminuisce sino a quando il costo marginale non
è superiore al costo medio; il costo marginale supera il costo medio e inizia a crescere (+ lento).
● COSTO MEDIO = COSTO FISSO MEDIO + COSTO VARIABILE MEDIO
RICAVO TOTALE:
Somma complessiva che l’impresa riceve quando vende ciò che produce.
Si calcola moltiplicando la quantità venduta per il prezzo unitario.
Funzione di ricavo totale: relazione tra la quantità prodotta e venduta e il ricavo totale che
l’impresa ottiene:
▪ relazione crescente per imprese senza potere di mercato
▪ relazione crescente per quantità piccole e decrescente per quantità maggiori per imprese con
potere di mercato.
● nelle imprese con potere di mercato l’elasticità di domanda determina l’andamento del RT:
▪ se l’elasticità è maggiore di 1, quando il prezzo diminuisce e le vendite aumentano, il RT cresce;
▪ se l’elasticità è inferiore a 1, quando il prezzo diminuisce e le vendite aumentano, il RT
diminuisce;
▪ se l’elasticità è pari a 1, il RT resta invariato.
RICAVO MARGINALE:
variazione del ricavo totale dovuta alla produzione e vendita di un’unità addizionale di prodotto.
● impresa con potere di mercato → RM minore del prezzo
↓
perché ad un aumento unitario della quantità domandata il RT:
▪ aumenta di un ammontare pari al prezzo dell’ultima unità venduta;
▪ si riduce a causa di una riduzione del ricavo su tutte le unità precedenti poiché il prezzo di
domanda si è ridotto.
● impresa senza potere di mercato → RM uguale al prezzo.
MASSIMIZZARE IL PROFITTO:
uguaglianza tra ricavo marginale e costo marginale.
● ricavi totali – costi totali:
▪ RT = CT → profitto nullo;
▪ CT > RT → profitto negativo.
● differenza tra prezzo e costo medio moltiplicata per la quantità venduta → se la differenza è
negativa il profitto è negativo (perdita).
CURVA DI OFFERTA DELL’IMPRESA (e di mercato):
Esprime la quantità di un bene offerta da un’impresa concorrenziale (da tutte le imprese
concorrenziali) in corrispondenza di ogni diverso prezzo di quel bene.
La curva di offerta è una curva crescente. Se il prezzo è più alto del costo medio minimo, la
quantità prodotta aumenta quando aumenta il prezzo.
● solo un’impresa senza potere di mercato (concorrenziale) ha la curva di offerta.
● è il tratto della curva del costo marginale che sta sopra la curva del costo medio.
▪ questo vale anche nel caso in cui il costo marginale è sempre crescente, quando la curva di
costo medio non giace mai sopra la curva di costo marginale (la curva di offerta coincide con
l’intera curva del costo marginale.
● la curva di offerta indica il costo marginale sociale (costo addizionale che l’impresa deve
sostenere per produrre un’altra unità del bene).
SURPLUS DEI PRODUTTORI:
Differenza tra la somma che i produttori effettivamente ricevono per una certa quantità del bene
che producono e la somma che potrebbe indurli a produrre quella quantità.
● è misurato dall’area tra la linea orizzontale del prezzo vigente e la curva di costo marginale
privato (costo addizionale che un produttore o un insieme di produttori deve sostenere per
produrre un’ altra unità del bene)
Capitolo 5:
IMPRESA SENZA POTERE DI MERCATO: il mercato concorrenziale
Affinché il mercato sia concorrenziale:
▪ consumatori e produttori devono essere numerosi;
▪ i beni offerti dai diversi produttori devono essere omogenei;
▪ i consumatori devono essere informati sulle caratteristiche e sui prezzi dei beni;
▪ non devono essere presenti barriere all’entrata.
● RM = PREZZO
EQUILIBRIO DI UN MERCATO CONCORRENZIALE (efficiente nel senso di Pareto):
Il mercato è in equilibrio quando la domanda di mercato (BMS) di un bene è uguale
all’offerta(CMS) ↓
beneficio marginale sociale (beneficio aggiuntivo che la società ottiene dalla disponibilità di
un’unità addizionale di un bene )= costo marginale sociale ed entrambi sono uguali al prezzo di
equilibrio.
● la curva di domanda di mercato è inclinata negativamente: la quantità che i consumatori
vogliono acquistare è tanto più bassa quanto più alto è il prezzo;
● la curva di offerta di mercato è inclinata positivamente: la quantità che i produttori vogliono
vendere è più alta quanto è più alto il prezzo
● se il mercato è in equilibrio il prezzo del bene non cambia;
● se il mercato non è il equilibrio il prezzo del bene cambia per riportare il mercato in equilibrio.
▪ quando il prezzo diminuisce: aumenta la quantità domandata;
diminuisce la quantità offerta;
diminuisce l’eccesso di offerta.
▪ quando il prezzo aumenta: diminuisce la quantità domandata;
aumenta la quantità offerta;
diminuisce l’eccesso di domanda.
EQUILIBRIO DI LUNGO PERIODO:
Si verifica quando nessuna impresa ha più incentivo ad entrare o uscire dal mercato poiché le
imprese presenti ottengono un incentivo pari a zero.
● il prezzo è uguale al costo marginale e al costo medio minimo
EQUILIBRIO DI BREVE PERIODO:
● il prezzo è uguale al costo marginale e il costo marginale è maggiore del costo medio.
CRITERIO (equilibrio) DI PARETO:
Una situazione B è migliore, nel senso di Pareto, rispetto alla situazione A, se in B almeno un
soggetto sta meglio che in A e nessun altro sta peggio.
● migliore nel senso di Pareto:
▪ una situazione Z è ottima nel senso di Pareto perché a partire da Z non è più possibile
migliorare la situazione di qualcuno senza peggiorare quella di qualcun altro; → la situazione Z
è ottima se, in qualunque modo ci si sposti da Z, almeno un soggetto tra i partecipanti
peggiora la propria situazione;
▪ una situazione ottima nel senso di Pareto è anche efficiente perché non ammette sprechi;
● il criterio di Pareto è debole;
● il criterio di Pareto ci insegna a privilegiare le situazioni efficienti cioè non più migliorabili nel
senso di Pareto.
● l’ordinamento paretiano delle alternative implica che si possa o non si possa arrivare a
conclusioni circa l