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INTENZIONE
Lo scopo dello studio dell’intenzione è quello di separare ciò che è individuale da ciò
che è socialmente influenzato determinando in che misura l’intenzionalità è stata
plasmata da elementi sociali e in che misura gli effetti culturali sono a loro volta
plasmati dalle intenzioni. L'approccio più semplice e tipico all'intenzione è quello che
tenta di mettere in relazione un oggetto culturale all'attore che lo produce. Baxandall
[1985J sostiene che rintracciare l'intenzione plausibile equivalga alla ricostruzione
dell'incarico e dell’agenda, per esempio di un artista al momento della creazione di
una data opera. L'incarico, una sollecitazione generale ed immediata per l'attore
all'azione, può nascere dall'interno oppure può provenire da una fonte esterna e
piuttosto esplicita. Nel caso di un artista quindi l’incarico può venire da un
committente esterno o da una sua voglia di dipingere un determinato quadro.
Ovviamente ogni incarico comporta una serie di aspettative sociali, oltre agli interessi
specifici dei committenti, nel caso ce ne fossero. Per ogni dato incarico, lo studioso
può costruire un'agenda, ovvero una lista dei limiti e delle influenze raggruppati in
base alle loro fonti e tipi, che insieme vanno a costituire l'intenzione probabile
dell'artista. Viene stilata una lista che includa i vincoli imposti dal ristretto mercato
istituzionale, contempli elementi biografici dell’attore, faccia riferimento al gruppo
sociale a cui appartiene e a cui la sua opera deve risultare gradita. Si noterà così come
l’intenzione, rappresentata dall’agenda di colui che agisce e dalla relazione tra questa
e l’ambiente culturale, venga messa in luce non indagando la mente dell’attore ma
costruendo ipotesi probabili per rispondere ad alcuni interrogativi relativi agli oggetti
culturali. L'intenzione non deve essere confusa con le conseguenze. Un oggetto
culturale può non riuscire a realizzare le intenzioni del suo creatore in due modi:
l'attore stesso può non essere capace di formulare l'oggetto in accordo alle proprie
intenzioni; oppure l'oggetto può non «funzionare» sui riceventi nel modo voluto a
causa di un contesto non appropriato, di incomprensione, di interpretazioni che sono in
contrasto con quelle dell’attore e di simili esiti comunicativi infelici.
RICEZIONE
La questione è opposta: “come viene recepito un oggetto culturale?”. L’attore sociale diventa in
questo caso il destinatario. Hans Robert Jauss [1982,20-45] ha descritto la ricezione letteraria come
un processo in cui un lettore pone un testo in relazione con il suo «orizzonte di aspettative», un
orizzonte che si basa sulle sue personali esperienze sociali e culturali. Allo studioso che tenta di
ricostruire tale orizzonte, Jauss propone sette suggerimenti che posti vicino all’agenda del
produttore risultano quindi costrutti analoghi, in quanto strumenti attraverso cui lo studioso cerca di
conferire significato all'interazione tra attore sociale e oggetto culturale. Tanto la costruzione di un
orizzonte di ricezione quanto quella di un'agenda sono un esercizio nel campo delle probabilità.
Esistono almeno ,cinque tipi di ricezione, che hanno legami tra loro ma non sono per questo
congruenti: l'interpretazione (la costruzione di significato prodotta da qualsiasi attore o gruppo di
attori), il successo di mercato (la popolarità' indicata dal successo commerciale, dal numero di
conversioni prodotte, o da qualunque altra misurazione di stima immediata attribuita ad un dato
oggetto culturale), l'impatto sui campi di riferimento culturale (influenza di un oggetto culturale sul
framing di altri oggetti culturali), la canonizzazione (l'accettazione di un oggetto culturale da parte
di quel gruppo elitario di specialisti che sono legittimati a discuterne il valore) e la durata (la
persistenza di un oggetto culturale nel tempo a livello di élite o popolare). Dal momento che a
produzione e a ricezione sono categorie così mutevoli, lo studioso deve are attenzione a specificare
come esempio
ogni volta l’attore e l’oggetto culturale e dell’interazione in esame. Prendiamo
un romanzo che è un oggetto culturale prodotto dall'agenda di un produttore. Il
romanzo è recepito da un critico che lo interpreta e ha l'incarico di produrre un
nuovo oggetto culturale sotto forma di recensione. La sua interpretazione
diventa parte dell'agenda come pure le circostanze del suo mercato e il
pubblico a cui intende rivolgersi. I lettori recepiscono il saggio critico, lo
interpretano ma possono fare altrettanto con l'oggetto culturale di partenza,
ovvero il romanzo, e possono produrre nuovi oggetti culturali facendo rientrare
il romanzo e magari la recezione nell'agenda intenzionale. Lo studioso quindi
deve avere ben presente lo specifico framing di una certa interazione tra attore
sociale e oggetto culturale, e riconosce la possibilità nella propria analisi un
numero qualunque di interazioni tra diversi attori e oggetti. Bisogna dire che
l'oggetto culturale non è qualcosa di statico, non è mai fissato; lo studioso deve
essere in grado di trattare un fenomeno culturale tenendo presente che è un
processo, un movimento nello spazio e nel tempo. La natura dinamica
dell’oggetto culturale è forse evidente in modo più immediato nella sua
ricezione.
COMPRENSIONE
Per lo studioso «comprensione» significa prendere in esame e capire quelle
caratteristiche dell’oggetto culturale che rilevano per l'indagine. La comprensione di
cui si parla richiede sia l'inclusione (lo studioso «accoglie» l'oggetto) sia l’utilità (lo
studio «afferra» l'oggetto, «guadagna un appiglio su di esso» per poterlo utilizzare in
qualche modo). La comprensione comporta appercezione, l'interpretazione di un
nuovo oggetto culturale in termini di ciò che è già noto. Pertanto, il genere è la chiave
della comprensione analitica. I generi, così come sono intesi nella teoria letteraria,
sono classificazioni fondate su somiglianze e differenze. Fare distinzioni di genere
implica selezionare, vedere le somiglianze in oggetti letterari differenti astrarre gli
elementi comuni da un groviglio di variazioni particolari. Il sociologo può tentare di
afferrare nella sua pratica gli oggetti culturali attraverso la provvisoria costruzione di
genere. Adottando una finzione di comodo al momento, lo studioso può trattare il
genere come se fosse una proprietà dell’oggetto culturale, e perciò enfatizzare
somiglianze e differenze dell’oggetto in questione con altri oggetti culturali. Costruito
in questo modo, il genere può essere una variabile o una costante nell'analisi
culturale. Due nozioni di «genere» che provengono dalla critica letteraria - quelle
offerte da Hirsch [1973J e da Rosmarin [1985J - chiariscono il legame tra
«comprensione» e «genere». Hirsch è fautore di un metodo di analisi probabilistica in
modo da restringere il campo e ottenere una ricostruzione sempre più precisa
dell’intenzione autoriale, mentre Rosmarin è alla ricerca di una sorta di espansività
sillogistica. Entrambi però si rivolgono al genere non come ad una proprietà del testo
letterario ma come ad una relazione intrinsecamente sociale. Per Hirsch, la relazione
riguarda l'autore e l'interprete; l'autore deve operare entro la sfera di aspettative di
genere del lettore, altrimenti il significato autoriale non potrà essere comunicato.
Anche Rosmarin si occupa del problema della comunicazione, ma gli attori su cui si
concentra sono i critici e i loro lettori. Oltre a questa attenzione comune per la
dimensione sociale, entrambi i teorici della letteratura danno rilievo alle contingenze
storiche del genere, opponendosi ad una concezione aristotelica che vede il genere
come qualcosa di fisso: entrambi vedono il genere non è qualcosa di ovvio o di
immutabile. Ho notato in precedenza che esistono due tipi di attori sociali che stanno
in relazione con gli oggetti culturali: il produttore (o autore, o creatore) e il destinatario
o ricevente. L'attore produttore ha un'idea del genere entro cui sta operando; ovvero,
vuole che il suo oggetto culturale sia adeguat ad una o più classificazioni che
posseggono determinate caratteristiche. Questo senso del genere fondamentale nella
tipologia di Hirsch, va a formare una parte dell'agenda dell'attore. Ma per
comprendere l'oggetto culturale per i suoi scopi pratici, lo studioso prende decisioni di
propria iniziativa sul genere; nel suo tentativo di trovare un appiglio comparativo sugli
oggetti in questione, tratta dunque il genere come uno strumento intuitivo. Lo studioso
prende una decisione riguardo al genere che produce conseguenze sulle sue
affermazioni sul piano comparativo e causale. Imposta una classificazione definendo
confini che gli permetteranno di distinguere le caratteristiche comuni o variabili tra gli
oggetti all’interno e esterno del genere. Quindi, nella fase analitica della spiegazione,
mette in relazione tali caratteristiche comuni o variabili con il mondo sociale e esterno.
SPIEGAZIONE
Un framework metodologico è soltanto un framework. Non costituisce una teoria,
sebbene la sua applicazione possa contribuire a far nascere teorie migliori. E non ha
nulla da dire circa la questione cruciale della validità. Mentre la comprensione fa
riferimento alla specificazione di genere dell'oggetto culturale e l'intenzione e la
ricezione fanno riferimento all'interazione fra gli oggetti e gli attori, la spiegazione è la
connessione operata dallo studioso attraverso gli attori sociali tra oggetti culturali e
mondo esterno al di là della comunità creativa. Goldmann [1970], un sociologo
marxista belga, ha affermato che nel corso della loro storia, i «gruppi sociali»
sviluppano categorie interpretative condivise che trascendono quelle possedute dal
singolo membro del gruppo. L'artista incorpora omologhi di queste categorie nelle sue
opere artistiche o letterarie. Coerentemente con questo programma di strutturalismo
genetico, Goldmann ha dato una definizione di comprensione delle opere culturali. A
suo parere, infatti, la comprensione è la spiegazione delle strutture interne alle opere.
Nel caso di capolavori, la cui coerenza è particolarmente profonda per definizione,
queste strutture organizzano gran parte delle caratteristiche dell’opera. La
spiegazione diventa quindi una ricerca delle omologie tra queste strutture e le
strutture mentali, o categorie collettive, de