Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 29
Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 1 Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Metodologie delle scienze della comunicazione, prof. Luchetti, libro consigliato Descrivere il mondo - Teoria e pratica del mondo etnografico in sociologia, Gobo Pag. 26
1 su 29
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Nella letteratura metodologica l'etnografia è spesso stata considerata un metodo poco

rigoroso, non sistematico e troppo sensibile alle inclinazioni dei ricercatori. Da tempo

però sono disponibili tecniche rigorose e sistematiche per la raccolta e l'analisi dei dati

anagrafici, che consentono di superare alcuni dei limiti storici di questo metodo.

7.1 Tre principi metodologici per preservare la variazione linguistica

Quando un antropologo conduce una ricerca etnografica in una società non

occidentale, egli viene immediatamente a contatto con differenze linguistiche

sorprendenti e il suo primo obiettivo è quello di imparare il linguaggio dei nativi.

Invece quando si conduce una ricerca nella propria società è facile trascurare le

differenze di linguaggio e quindi perdere indizi importanti dei significati culturali.

Spradley, un importante antropologo, invita a seguire tre criteri o principi che lo

guidino nella raccolta delle note etnografiche.

Le conversazioni, avute o ascoltate, non devono essere riepilogate nello scritto del

linguaggio dell’etnografo, poiché egli riduce la variabilità linguistica tra le diverse

categorie di attori, riproducendo il linguaggio misto. Oltre ad essere imprecise, le note

etnografiche spese in un linguaggio misto diventano inservibili a distanza di tempo.

Quando il ricercatore leggerà dopo qualche mese, non sarà più in grado di stabilire

relazioni tra le categorie dei parlanti contenuto dei discorsi, rischiando così di

introdurre gravi distorsioni durante l'analisi dei dati come ad esempio attribuire il

pensiero da una categoria sociale a un'altra. Conviene quindi scrivere su fogli diversi

vari colloqui e poi successivamente raggrupparli per categoria professionale.

Oltre a identificare i parlanti è opportuno registrare con precisione quello che si

dicono. Trascrivere fedelmente le parole usate dagli attori per descrivere, classificare,

commentare e giustificare un evento può essere utile per ricostruire significati

attribuiti alle azioni. I termini sono come dei ganci che ancorano un significato (un

concetto) e attraverso loro possiamo indagare gli schemi mentali e i modi di ragionare

degli attori sociali. Molto spesso il ricercatore si trova ad ascoltare termini a lui

familiari, che tenderà a trascurare poiché difficilmente li riconoscerà come termini del

codice comunicativo degli attori studiati, egli sicuramente starà più attento alle

espressioni strane o dialettali. Nel primo periodo di permanenza sul campo, quando

ancora le situazioni appaiono nuove, l'etnografo dovrebbe quindi appuntarsi anche

termini, frasi e modi di dire che all'apparenza non sembrano degni di attenzione.

Infatti, a distanza di tempo i termini inizialmente non particolarmente significativi

possono diventarlo nel corso della ricerca. Oppure possono riparare significati diversi

da quelli che egli presupponeva. Il ricercatore dovrebbe prestare attenzione alle

definizioni che gli attori proferiscono, cioè i casi in cui nelle frasi notiamo la presenza

del verbo essere. Solitamente il verbo essere compare per classificare un evento, cioè

stabilire un rapporto tra un termine e un concetto. La pratica di riformulare con parole

proprie le conversazioni ascoltate rischia di allontanare l’etnografo dall'obiettivo di

descrivere e dare risalto alla prospettiva dell'osservatore. Se non si possiede un

magnetofono oppure una videoregistrazione della scena, trascrivere esattamente

quello che viene detto non è facile, non solo perché dopo pochi minuti abbiamo già

dimenticato alcuni termini, ma anche perché in certe situazioni può non essere

possibile trascrivere subito. Si può scegliere un'altra strada, invece di appuntare le

conversazioni di oggetti a caso, si può esplicitare direttamente agli attori il desiderio di

prendere qualche appunto in loro presenza, magari rinforzando la richiesta con un

commento positivo.

La cultura di un gruppo di un'organizzazione si manifesta attraverso pratiche sociali

quotidiane: percepire e riconoscere queste pratiche richiede all’etnografo-membro-

della-società-che-studia uno sforzo cognitivo maggiore di quello solitamente richiesto

all’antropologo. Per descrivere accuratamente le attività degli attori il ricercatore

dovrebbe trascrivere i micro-eventi e le micro-azioni che compongono ciascuna pratica

sociale osservata.

7.2 Quattro tipi di note etnografiche

Dopo pochi giorni di permanenza sul campo, l'etnografo scrupoloso avrà già riempito

diverse pagine di appunti e note dopo aver seguito i tre principi indicati. In poco tempo

egli vedrà crescere il suo materiale e dopo qualche settimana comincerà ad assalirlo

un senso di smarrimento. Alcuni importanti etnografi consigliano di riporre tutto ciò in

quattro differenti sezioni, ciascuna delle quali contiene una particolare tipo di nota

etnografica: le note osservative, le note metodologiche, le note teoriche e le note

personali. Questa classificazione permette al ricercatore di ordinare per tempo le sue

osservazioni e riduce la complessità del lavoro.

Le note osservative sono descrizioni dettagliate di eventi e azioni viste e

 ascoltate direttamente dal ricercatore. La stesura delle note osservative segue

rigorosamente i tre principi elencati nel paragrafo precedente. Esse dovrebbero

quindi contenere il minor numero possibile di interpretazioni dei ricercatori, nel

senso che gli dovrebbe limitarsi a descrivere gli eventi nella loro essenzialità

fattuale, tralasciando l'uso di aggettivi qualificativi, cioè quelle parti del discorso

che determinano la qualità dei sostantivi. Inoltre, è opportuno che l’etnografo

stenda questo tipo di note durante l'osservazione o appena terminata la

sessione osservativa;

Le note metodologiche sono essenzialmente degli interrogativi e delle riflessioni

 su come porre rimedio alle difficoltà che sorgono sul campo. Questo tipo di note

può quindi includere domande a cui non sappiamo ancora dare una risposta così

come specifiche valutazioni, consigli e strategie per migliorare il metodo di

ricerca impiegato. Le note metodologiche rappresentano quindi un costante

feedback tra l’attività osservativa, il metodo impiegato e la relazione degli attori

studiati;

Le note teoriche rappresentano dei tentativi di sviluppare il significato teorico

 più generale di una o più note osservative. Esse segnalano elementi che

meritano un approfondimento ulteriore oppure invitano il ricercatore a

riconoscere nell'azione osservata un esempio empirico di un concetto, un'ipotesi

o una teoria sociologica. Questo tipo di note possono anche ricostruire come

siano cambiate nel corso del tempo le ipotesi dell’etnografo, le sue

interpretazioni e gli schemi cognitivi;

Le note personali o emotive sono una risorsa essenziale per la comprensione di

 alcune interpretazioni poiché esse vengono interpretate in base alle emozioni.

Le note emotive si propongono di catturare i sentimenti, le sensazioni e le

reazioni del ricercatore alle caratteristiche specifiche dell'evento osservato,

dovrebbero riporre gli esiti di una specie di autoanalisi. Le note emotive, che

rimangono materiali privati del ricercatore, aiutano ad essere consapevoli degli

stereotipi e dei pregiudizi, delle paure e delle credenze che l'etnografo può

nutrire nei confronti degli attori studiati. Se lette di seguito anche queste note

offrono al ricercatore le dimensioni del cambiamento emotivo avvenuto durante

il processo di ricerca.

Riassumiamo così la procedura di annotazione:

per le prime due o tre settimane dall'inizio della ricerca bisogna immergersi a

 tempo pieno nell'ambiente osservato, beneficiando “dell'atteggiamento

dell'estraneo” poiché dalla terza settimana questa sensibilità comincerà a declinare

rapidamente e l'ambiente incomincerà a diventare familiare;

scrivere di getto appunti e note su quello che viene osservato, le principali

 emozioni provate e le idee affiorate alla mente;

successivamente rileggere le note, ordinandole sintetizzandole in frasi brevi da

 collocare in quattro scatole virtuali: note osservative, metodologiche, emotive e

teoriche;

attrezzarsi a riservare uno spazio preciso alla stesura e all’organizzazione delle

 note, la quale può occupare un tempo pari a quello dedicato all'osservazione. Se

l'osservazione è molto coinvolgente, è preferibile alternare periodi di osservazioni e

periodi di stesura;

dopo qualche tempo, ispezionare nuovamente le note, cercando di arricchirle con

 riflessioni o nuovi particolari.

7.3 Statistiche etnografiche

La ricerca etnografica costruisce la sua base dati prevalentemente attraverso

l'osservazione e la stesura di note osservative. Tuttavia, nella raccolta delle

informazioni si può fruire anche dell'ausilio dell'intervista, della lettura di documenti e

della statistica. Diversamente dal metodo dell'inchiesta che persegue l'obiettivo della

misurazione, l'etnografia si propone di “contare”. Nei casi in cui si ricorre alla

quantificazione di un fenomeno, il conteggio concerne solitamente la rilevazione di

stati su proprietà discrete e numerabili. Il ricorso al conteggio permette quindi di

documentare con più precisione un'intuizione, una sensazione o una prima

impressione. Inoltre, offre la possibilità di controllare quanto sia rappresentativo

all'interno dell'organizzazione studiata, il fenomeno osservato.

Parte terza – L’analisi dei dati

8. L’analisi delle note etnografiche

8.1 Le tre fasi dell'analisi

Nella ricerca etnografica l'analisi dei dati non è semplicemente successiva alla raccolta

delle informazioni. Le due fasi non sono rigidamente separate ma rappresentano

processi strettamente intrecciati. Strauss e Corbin propongono una procedura per

l'analisi chiamata “coding dei dati” distinta in tre fasi progressive: decostruzione (open

coding), costruzione (axial coding), conferma (selective coding). È una procedura

sofisticata che permette di procedere in modo sistematico ed efficace. Inoltre, innesca

un processo a spirale in cui il campionamento, la raccolta e l’analisi si ripetono

progressivamente e in modo sempre più mirato. La decostruzione è una fase

esplorativa in cui si cercano sul campo dei concetti rilevati per spiegare un fenomeno

osservato. In questa fase l’etnografo procede in modo non sistematico e si pone in un

atteggiamento di ascolto, disposto a cambiare focus ogni volta che si presenta

un'azione o interazione degna di nota. Dopo aver soggiornato per un periodo nel luogo

di osservazione ed aver p

Dettagli
A.A. 2017-2018
29 pagine
5 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecconimarta96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie delle scienze della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Luchetti Lia.