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PCR
La Polimerase Chain Reaction è un metodo che viene utilizzato per amplificare in vitro
una sequenza di DNA (genomico o clonato) compresa tra due oligonucleotidiche
fungono da innesco per una DNA polimerasi termostabile, producendo così in modo
molto specifico la regione di DNA desiderata in grandi quantità.
Nel caso della PCR i substrati son i desossiribonucleotidi trifosfati e il prodotto è
l’amplicone (nuove sequenze di DNA). Conoscendo la sequenza codificante, si possono
disegnare due oligonucleotidi specifici per estrarre l’intera sequenza nucleotidica
codificante a partire da uno stampo adeguato. Nel caso di un gene procariotico o del
lievito, lo stampo può essere il DNA genomico dell’organismo da cui proviene la
proteina, ma nel caso di eucarioti superiori lo stampo deve basarsi sull’RNA
messaggero, perché la dimensione del gene risulta troppo elevata per essere clonato
nel vettore di espressione a causa della grande quantità di introni. La polimerasi
utilizzata per la PCR però è DNA dipendente, perciò devo utilizzare il metodo della RT-
PCR (reverse trascriptase PCR) che consente di retroscrivere l’mRNA in cDNA, che
verrà successivamente utilizzato come stampo.
La reazione è a catena, è un ripetersi di cicli che hanno diversi step, in vitro, che
comprendono la denaturazione del DNA, l’annealing dei primer e la loro estensione,
che porta ad un accumulo
esponenziale del frammento
specifico in studio.
1. Denaturazione del DNA
templato (95 °C), 1 min
2. Appaiamento tra primer e
singolo filamento templato
(35-65 °C), 30 sec
3. Allungamento del primer
(72°C), 2 min
Il tutto ripetuto per 30-40 cicli.
In vitro il sistema è controllabile dall’esterno. In una cellula la temperatura fisiologica è
di 37 gradi. Nella PCR ricorro ad una temperatura di 95 gradi per denaturare il DNA
templato a doppio filamento. Ho bisogno di questa temperatura per rompere i legami
a idrogeno tra le basi dei due filamenti, che sono molto forti. Grazie all’energia termica
vinco l’energia chimica dei legami H. il DNA sarà in sospensione quindi in acqua, a 95
gradi si rischia di far evaporare l’acqua, quindi le provette devono essere sigillate.
Durante la fase di annealing uso una temperatura che va dai 35 ai 65 gradi. Che
bisogno c’è di alzare la temperatura? Per aumentare la specificità: la temperatura di
annealing deve garantire il perfetto appaiamento (100%) tra primers e DNA templato.
Temperature basse potrebbero consentire appaiamenti parziali (quindi amplificazione
di regioni non specifiche). La temperatura di lavoro dipende dal contenuto in GC del
primer.
Per resistere alle temperature di denaturazione utilizzo DNA polimerasi particolari, le
Taq polimerasi, che sono termoresistenti. Taq DNA Polymerase è una DNA polimerasi
termostabile che possiede un’ attività 5 '→ 3' e un’ attività nucleasica 5 '.
Uno degli inconvenienti di Taq dell’ attività di proofreading esonucleassica 3 '-> 5' è
una fedeltà di replicazione relativamente bassa. Alcune DNA polimerasi termostabili
sono state isolate da altri batteri e archaea termofili, come il DNA di Pfu polimerasi, in
possesso di un'attività di correzione di bozze e vengono utilizzate al posto di (o in
combinazione con) Taq per l'amplificazione ad alta fedeltà.
Taq produce prodotti a DNA che hanno sporgenze A (adenina) alle estremità dei 3 '.
Questo può essere utile nella clonazione TA, per cui un vettore di clonazione (come un
plasmide) ha una sporgenza T (timina) 3 'che si integra con la sporgenza A del
prodotto PCR, consentendo così la legatura del prodotto PCR nel plasmide
vettore.
Il ritmo della PCR è di tipo esponenziale,
perché i prodotti diventano a loro volta
stampi per creare altri prodotti. Nella fase
di saturazione diventa limitante la quantità
di primers e desossiribonucleotidi trifosfati.
La DNA polimerasi si ferma e potrebbe
utilizzare la sua attività nucleasica quindi si
arriva in una fase di stallo. Bisogna
considerare l’efficienza della polimerasi,
con un’efficienza del 100% la quantità di
DNA raddoppia. I prodotto del primo ciclo
non è il prodotto che ci interessa (filamento
lungo).
In una reazione tipica, il prodotto di PCR si
raddoppia ad ogni ciclo dell'amplificazione.
Siccome sono necessari parecchi cicli
affinché abbastanza prodotto sia rilevabile, il diagramma della fluorescenza sul
numero dei cicli esibisce un andamento sigmoide.
Nei cicli finali, i substrati di reazione iniziano a scarseggiare, i prodotti di PCR non
raddoppiano e la curva comincia ad appiattirsi. Il punto sulla curva in cui la quantità di
fluorescenza comincia ad aumentare velocemente, solitamente alcuni scarti quadratici
medi sopra la linea di base, è chiamato il ciclo soglia (valore di Ct). Il diagramma di Ct
su DNA stampo è lineare, così un confronto dei valori di Ct fra reazioni multiple
permette di calcolare la concentrazione dell'acido nucleico che si vuole quantificare.
La pendenza di questa linea fornisce inoltre una misura dell'efficienza della PCR. Alcuni
strumenti permettono agli utenti di generare delle curve di melting che seguono il
completamento della PCR. Le curve di melting forniscono un'indicazione della purezza
del prodotto di reazione e rivelano la presenza di dimeri degli inneschi.
La detection avviene con coloranti fluorescenti oppure con sonde o primers
fluorescenti.
Intercalating dyes come SYBR GREEN. Nelle tre fasi l’emissione dell
afluorescenza avviene SOLO nela fase di extention.
Fluorescent PCR primer- and probe-based chemistries
Hydrolisys (TaqMan) probes
Molecular beacons
Dual hybridization probes
Eclipse probes
Amplifluor assays
Scorpions PCR primers
LUX PCR primers
QZyme PCR primers
Intercalating dyes
Sono meno costose rispetto alle sonde di ibridazione. Si tratta di una strategia basata
sulla colorazione a fluorescenza, che permette di vedere l’amplificazione totale.
Le sonde utilizzate per la real time PCR emettono fluorescenza solo quando si
intercalano nella doppia elica. L’etidio bromuro è 25 volte più fluorescente quando
legato al dsSNA. La sonda più utilizzata è il SYBR GREEN, emette una fluorescenza
verde ed è più sensibile e meno tossica del bromuro di etidio, è 200 volte più
fluorescente quando legata al dsDNA.
The hydrolysis (TaqMan) probe method
Mentre le intercalting dyes non sono specifiche, altre tecniche si basano sull’utilizzo di
oligonucleotidi marcati. La tecnologia TaqMan utilizza un oligonucleotide che appaia
all’interno della regione bersaglio amplificata in PCR ed è marcato con un reporter
fluorescente (per esempio la fluorescina) ad un’estremità e un quencher (per esempio
la rodamina) all’altra estremità. Le due sonde sono vicine finché l’oligonucleotide non
appaia il DNA (e quindi si ha quenching della fluorescenza del reporter per via di
FRET)., a quel punto l’attività 5’->3’ esonucleasica della Taq idrolizza l’oligonucleotide
liberando il reporter fluorescente.
Il primer si appaia al templato, il reporter si appaia all’estremità 3’. L’energia viene
assorbita e inattivata dalla vicinanza tra il quencher e il reporter. Il reporter fa
registrare la fluorescenza, mentre il quencher attenua (quando i due sono vicini non ho
emissione di fluorescenza, il quencher e’ troppo vicino al reporter, ma se agisce la taq
polimerasi essa degrada la sonda, allontanando la porzione che contiene il reporter da
quella che contiene il quencher e si ha l’emissione del segnale). L’attività
nucleasica 5’
delle polimerasi
termostabili usate
nella PCR
tagliano le sonde
di idrolisi durante
lo step di
estensione
dell’amplicone,
che separa il
reporter
fluoroforo ® dal
quencher (Q). la
fluorescenza
emessa quando
eccitata da una
luce esterna (hv)
è proporzionale
alla quantità di
prodotto formato
durante ogni ciclo
di PCR.
Esistono anche
delle sonde con
un doppio
quencher, le quali
permettono un
aumento della
sensitività del
saggio.
Analisi dei risultati
Per quantificare i risultati ottenuti dalla real- time PCR vengono utilizzate due
strategie:
1. Il metodo della curva standard
2. Il modello della soglia comparativa Il metodo della curva
standard
In questo metodo viene
costruita una curva standard
di un RNA a concentrazione nota. Questa curva è poi utilizzata come una referenza
standard per estrapolare informazioni quantitative per mRNA targets con
concentrazioni ignote.
Sebbene RNA standard possano essere usati, la loro stabilità può essere una fonte di
variabilità nelle
analisi finali. Inoltre, l'uso di RNA standard comporterebbe la sintesi di cDNA
plasmidico che deve essere trascritto in vitro nell’ RNA standard e quantificato con
precisione, un processo che richiede tempo. Tuttavia, l'uso di RNA standard
quantificato aiuterà a generare dati di numeri di copie assolute.
Oltre all'RNA, è possibile utilizzare altri campioni di acido nucleico per costruire la
curva standard, compreso dsDNA plasmidico purificato, ssDNA generato in vitro o
qualsiasi campione di cDNA che
esprime il gene bersaglio. Le misure spettrofotometriche a 260 nm possono essere
utilizzate per
valutare la concentrazione di questi DNA, che possono quindi essere convertiti in un
valore numerico di copia basato sul peso molecolare del campione utilizzato. i plasmidi
di cDNA sono i
standard preferiti per la quantificazione della curva standard. Tuttavia, poiché i
plasmidi di cDNA
non controllano per le variazioni nell'efficienza della fase di trascrizione inversa,
questo metodo
fornirà solo informazioni sui cambiamenti relativi nell'espressione di mRNA. Questo, e
la variazione
introdotta a causa di input variabili di RNA, può essere corretto da un housekeeping
gene.
Il modello della soglia comparativa
Ct (treshold cycle), cioè il ciclo soglia, rappresenta l’intersezione tra una curva di
amplificazione e una linea soglia. È una misura relativa della concentrazione del
bersaglio (target) nella reazione di PCR.
Esiste una correlazione tra Treshold ecycle e quantità di templato.
Questo approccio comporta il confronto dei valori Ct dei campioni di interesse con un
controllo o calibratore come un camp